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Capitolo 1
“ L’energia elettrica e l’industria elettrica”
1– L’energia elettrica come soddisfacimento di un bisogno collettivo: i
servizi di pubblica utilità
Se dovessimo immaginare il mondo senza elettricità, molto probabilmente si
fermerebbe. Sin dalla scoperta della lampadina, l’elettricità ha inciso notevolmente sullo
sviluppo economico e sociale del nostro pianeta.
Durante gli anni ‘90, l’Italia e l’Europa in generale, hanno subito un periodo di
profonde trasformazioni, legate principalmente alla disciplina giuridica delle attività
economiche, con l’obbiettivo principale del raggiungimento del “liberalismo
economico”.
Con tale termine si intende la libera concorrenza tra gli operatori economici, i quali
devono avere le stesse opportunità di accesso al mercato, e dovrebbe garantire
un’ottimizzazione dell’offerta dei beni e servizi, pertanto un maggior benessere
generale.
E’ in riferimento all’evoluzione di regime di mercato (dal monopolio alla concorrenza)
che verranno analizzate le evoluzioni strategiche dell’industria elettrica Enel.
Ma prima di analizzare i vari aspetti del settore elettrico, per una piø puntuale
trattazione, è importante far riferimento al concetto di servizi di pubblica utilità, in
quanto l’attività di generazione, erogazione e trasmissione di energia elettrica rientra in
tale categoria.
Con tale concetto si fa riferimento ad un insieme di attività poste in essere e coordinate,
il cui prodotto è rappresentato da utilità a disposizione degli utenti per il
soddisfacimento di bisogni eterogenei.
Si deve pertanto puntare l’attenzione sull’aggettivo “pubblico”, che qualifica il
sostantivo “servizio”.
Sono infatti possibili due diverse interpretazioni dell’aggettivo "pubblico”, a seconda
che si individui il soggetto titolare del servizio ovvero il destinatario del servizio stesso.
Se con “pubblico” si fa riferimento al soggetto titolare del servizio, emerge però un
primo limite, in quanto, quando si parla di servizio pubblico, non necessariamente si
deve far riferimento a quella sfera di attività poste in essere esclusivamente da soggetti
pubblici, poichØ la concreta gestione del servizio pubblico può essere anche affidata a
terzi, quindi a società private, purchØ siano collegate alla pubblica amministrazione.
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Se invece si fa riferimento alla seconda interpretazione di tale aggettivo, e quindi ai
destinatari del servizio, si può dunque fornire un’ulteriore definizione di “servizio
pubblico” inteso come l’attività economica che tende a soddisfare i bisogni collettivi.
Resta comunque competenza e funzione dello Stato quello di riconoscere la finalità di
una attività, grazie agli strumenti legislativi, e quello di proporre “programmi” e
“controlli” opportuni affinchØ tali attività vengano attuate.
Pertanto si può fornire un’ulteriore definizione di servizio pubblico, inteso come “ogni
attività economica indirizzata e coordinata a fini sociali attraverso programmi e controlli
pubblici, anche se tutti o parte di coloro che compongono l’organizzazione sono
soggetti privati ”.
1
Pertanto i servizi pubblici possono essere definiti anche essenziali, per il
soddisfacimento dei bisogni per il benessere della collettività, ed inoltre anche per la
competitività di un paese.
Tra i servizi pubblici rientrano le attività di generazione dell’elettricità e quelli di
distribuzione e vendita dell’energia elettrica e del gas.
Nel caso del sistema elettrico, l’attività di generazione assume valenza nazionale,
mentre quella di distribuzione e vendita assume valenza locale. Tali servizi sono
regolati dalle norme Comunitarie e Nazionali.
Piø precisamente, a livello Comunitario, l’Art.86 del Trattato di Roma del 1957
identifica i servizi pubblici come “servizi di interesse economico generale”, i quali sono
sottoposti alle norme del Trattato e alle regole di concorrenza
2
.
Il concetto di “servizi di interesse economico generale”, è stato recentemente adottato
dal Libro Bianco, il quale “illustra la strategia adottata dalla Commissione per
promuovere lo sviluppo di servizi di interesse generale di alta qualità e presenta i
principali elementi di una strategia tesa a garantire che tutti i cittadini e tutte le imprese
dell’UE possono beneficiare di servizi di alta qualità e a prezzi accessibili.”
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Tale libro nasce sulla scia del Libro Verde sui servizi di interesse generale, (COM
2003/270 del 21/5/2003 paragrafi 50-54) , il quale sancisce che “il servizio universale
rappresenta un concetto chiave sviluppato dalla Comunità per garantire l’effettiva
accessibilità dei servizi essenziali” inoltre stabilisce che esso “rappresenta un diritto di
ogni cittadino di accedere a taluni servizi considerati essenziali e impone l’obbligo alle
industrie di fornire un servizio definito a condizioni specificate che includono fra l’altro
una copertura territoriale totale a prezzi abbordabili. Il servizio universale è un concetto
dinamico e flessibile che ha introdotto un’efficace rete di sicurezza per coloro che non
sarebbero altrimenti in grado di acquistare a titolo personale i servizi essenziali. Esso
può essere ridefinito periodicamente per adeguarsi ai mutamenti in campo sociale,
economico e tecnologico. Il concetto consente la definizione dei principi comuni a
livello comunitario, lasciando agli Stati membri il compito di attuare tali principi. In tal
1
A.Clò “Appunti di economia e regolazione delle public utilities” pg.7
2
http://www.altalex.com/index.php?idnot=7565
3
www.eurlex.europa.eu/smartapi/cgi/sga_doc?smartapi!celexplus!prod!DocNumber&Ig=it&type_doc=C
OMfinal&andoc=2004&nu_doc=374 “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al
Consiglio, al Comitato Economico e sociale europeo e al Comitato delle Regioni – Libro bianco sui
servizi di interesse generale”
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modo è possibile tener conto delle situazioni specifiche dei singoli paesi, in linea col
principio di sussidiarietà”.
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In Italia, invece, è l’Art.112 del Testo Unico Enti Locali che fornisce la nozione di
servizi di pubblica utilità, intesi come servizi che “hanno per oggetto la produzione di
beni ed attività rivolte a realizzare fini sociali e a promuovere lo sviluppo economico e
civile delle comunità locali”
5
.
1.1 - Diffusione dell’industria elettrica in Italia
Nel 1883 a Milano venne realizzato un impianto di generazione, Santa Radegonda, la
quale fu la prima Centrale elettrica in Europa.
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Nei decenni successivi lo sviluppo dell’elettricità in Italia è andato via via crescendo, sia
nelle abitazioni private, che nel settore pubblico (illuminazione e trasporti).
Grazie a questi sviluppi, si sostenne che in base alle “caratteristiche della risorsa
idroelettrica l'Italia potesse essere indefinitamente autosufficiente dal punto di vista
energetico (talvolta anche con eccessi retorici sul "carbone bianco delle Alpi")”.
Nonostante una forte identificazione nello sviluppo tecnico e scientifico il settore
elettrico all’epoca era fortemente frammentato.
Dal Nord al Sud vi erano imprese elettriche indipendenti tra di loro e private, quali la
SIP in Piemonte, Edison Volta in Lombardia, SADE in Veneto, SELT- Valdarno in
Toscana, SRE nel Lazio, Sme in Campania, SGES in Sicilia e Carbosarda in Sardegna
(le quali verranno poi assorbite nel 1962 dall’Enel assieme ad altre 1200 piccole
imprese presenti su tutto il territorio nazionale).
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E’ proprio a causa dello sviluppo economico e dell’industrializzazione, affermatisi dopo
la Seconda guerra mondiale in Italia, che le risorse idroelettriche non riuscirono piø a
soddisfare le richieste delle industrie, e portarono quindi il paese a costruire nuove
centrali termoelettriche, a causa anche del basso costo del petrolio di quel periodo.
L’Italia negli anni 60 si trovava in un periodo di forte sviluppo economico e la crescente
domanda di energia portò il paese, nonostante anni intensi di dibattiti, ad indirizzare il
mercato dell’energia verso la “nazionalizzazione”.
Col termine “Nazionalizzazione” s’intende: “Intervento con cui lo Stato, mediante un
provvedimento legislativo, acquisisce la proprietà, piena o parziale, o almeno il
controllo, di determinate industrie private, o l’esercizio di alcune attività di preminente
interesse generale”.
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4
Vedi nota3
5
http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/00267dl.htm
6
www.enel.com/it-IT/doc/sustainability/Il_futuro_dellenergia.pdf
7
www.enel.com/it-IT/doc/sustainability/Il_futuro_dellenergia.pdf
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Fonte: Enciclopedia Treccani
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In questo caso “il mercato è caratterizzato da un regime di autoproduzione nel quale,
salvo distorsioni nel comportamento dei manager pubblici, lo Stato dovrebbe anteporre
la massimizzazione del benessere sociale al profitto aziendale”.
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Ciò è quanto accaduto in Italia, il 6 Dicembre 1962, con la monopolizzazione del settore
elettrico.
Venne istituita l’ENEL, l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica con il compito di
esercitare le attività di produzione, importazione e esportazione, trasporto,
trasformazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica.
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Gli effetti della nazionalizzazione riguardano certamente sia aspetti negativi che
positivi.
Per quanto riguarda gli aspetti negativi, si può affermare che la nazionalizzazione non
avvenne nelle condizioni migliori, poichØ vi erano da un lato le piccole aziende
espropriate, alle quali furono concessi forti indennizzi, e d’altro canto vi era l’Enel alla
quale non fu affidato nessun fondo di dotazione, creandole così una situazione
finanziaria iniziale abbastanza critica.
Nonostante queste iniziali criticità, però, è importante ricordare che Enel riuscì a
completare l’elettrificazione in tutto il territorio nazionale, affinchØ l’energia elettrica
fosse disponibile, aspetto senza dubbio positivo e fortemente apprezzato dai
consumatori.
Grazie ai continui sforzi di ricerca e perfezionamento intrapresi da Enel, nonchØ
all’esperienza acquisita col tempo, l’Italia ha oggi una delle reti piø efficienti al mondo
ed in Europa, infatti l’Enel è il secondo operatore mondiale nella distribuzione e
rappresenta una delle imprese piø efficienti a livello europeo.
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2 - Mercato dell’industria elettrica, i processi della liberalizzazione,
assetto istituzionale in ambito europeo e nazionale
La strada del mercato liberalizzato è stata intrapresa da molti paesi negli ultimi 20 anni,
ovviamente con ideologie diverse e soprattutto politiche differenti tra i vari paesi.
La liberalizzazione nasce dall’esigenza di interrompere quel filone che lega il mercato
dell’energia a una particolare forma di monopolio.
I primi passi verso un mercato unico europeo sono stati posti in essere grazie al Trattato
di Maastricht, firmato nel 1992, seguito poi dalla Direttiva Europea 92/96/CE, la quale
prevedeva che gli Stati Membri dovessero riorganizzare il sistema elettrico nazionale
secondo il libero accesso alle reti, e quindi con lo scopo liberalizzare il mercato
dell’energia.
9
”Trasporti e concorrenza dal Monopolio pubblico, al pubblico mercato” Zucchetti, Ravasio, 2001 Egea
pg.7
10
http://www.enel.com/it-IT/group/about_us/history/1962_1977/
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http://www.enel.it/it-IT/azienda/profilo/gruppo_Enel.it