L’apertura del mercato dell’handling ha messo in competizione tutte le
aziende che in esso vi operano e stimolato la loro capacità di
migliorarsi per attrarre nuovi clienti-vettori, specialmente in un mercato
dove la differenziazione del servizio risulta minima, tanto da indurre
alla ricerca di strategie alternative.
Tutti gli scali aeroportuali italiani hanno visto la nascita di numerose
aziende fornitrici di servizi di handling, alcune delle quali nate da
aziende che vi operavano come gestori (l’esempio di Aeroporti di
Roma handling nata da Aeroporti di Roma S.p.A. ne è un caso) altre
ancora nate da una trasformazione di compagnie aeree che operavano
in auto-produzione precedentemente al decreto.
L’esempio più rilevante di una tale trasformazione è quello di Alitalia
Airport S.p.A., azienda nata da una decisione e trasformazione del
Gruppo Alitalia che fino all’introduzione del decreto operava in
autoproduzione
1
e che oggi invece si presenta come un’azienda
capace di fornire un efficiente full-handling
2
a vettori terzi.
Alitalia Airport, è nata in seguito all’apertura del nuovo mercato
dell’handling aeroportuale ed è riuscita sin dall’inizio a presentarsi tra
le più competitive nel settore nazionale, occupando anche una
posizione d’avanguardia in quello europeo, specialmente sullo scalo
londinese di Heatrow.
L’obiettivo di questa tesi è proprio lo studio delle strategie di marketing
adottate da Alitalia Airport nel mercato dell’handling aeroportuale
italiano, evidenziando tutti gli aspetti che la caratterizzano, dalle attività
che svolge alla scelta di un’adeguata politica di prezzo e
comunicazione, dalla cura del proprio personale di contatto alla ricerca
della qualità come elemento di forza, dalla scelta di un giusto
posizionamento nel mercato italiano ed in quello inglese.
1
Si autoassisteva nell’assistenza aeroportuale limitatamente alle disposizioni di legge in
vigore. Non poteva però fornire tale servizio a terzi vettori.
2
Capace di fornire tutti i servizi di handling richiesti dal vettore.
La tesi di studio è articolata in quattro capitali che analizzano aspetti
diversi del mercato dell’handling aeroportuale e di Alitalia Airport.
Nel primo capitolo si evidenzia il processo di liberalizzazione e
privatizzazione del trasporto aereo con riferimento al mercato
dell’handling aeroportuale europeo ed italiano, analizzando la
domanda e l’offerta dei servizi aeroportuali nazionali con esempi di
alcune aziende che concorrono con Alitalia Airport nella fornitura di
servizi aeroportuali.
Nel secondo capitolo si focalizza l’attenzione sulla neo-azienda Alitalia
Airport e sul perché delle decisioni del Gruppo Alitalia di costituirla e
della scelta di iniziare la sua attività sullo scalo di Roma-Fiumicino. Si
analizza la domanda del servizio offerto nonché la scelta di estendere
alcuni servizi, allo scopo di migliorarli per fronteggiare la concorrenza;
la scelta di ridurre i disguidi di transito bagagli, istituendo un apposito
gruppo che velocizzi ed assicuri il transito.
Nel terzo capitolo si pone l’attenzione sul marketing-mix che l’azienda
ha utilizzato sin dalla sua introduzione nel nuovo mercato, osservando
come questo si differenzi in relazione alle diverse fasi del ciclo di vita.
Da una fase introduttiva in cui è stato necessario sfruttare l’immagine
di unione del suo principale vettore-cliente, Alitalia, ad una fase di
sviluppo in cui è prevalsa l’importanza di offrire un servizio efficiente e
qualitativamente superiore a quello della concorrenza. L’esempio della
sua attività sullo scalo di Londra-Heatrow è testimoniato dalla ricerca di
arricchire il suo portafoglio clienti oltre i confini nazionali.
Infine, il quarto capitolo, si è incentrato su un aspetto molto importante
che ha permesso ad Alitalia Airport di essere la prima azienda italiana
ad ottenere la certificazione ISO 9001-2000, quello della ricerca della
Qualità Totale dei servizi.
Il miglioramento della qualità nel Gruppo è sempre stato un punto
fondamentale ed Alitalia Airport ha continuato a considerarlo come
elemento correlato al servizio offerto. Dalla consapevolezza che la
soddisfazione del cliente, in un mercato in fase avanzata di
liberalizzazione è un’arma vincente, è nata la volontà di costituire un
Sistema di Gestione della Qualità che consideri tutti i processi
significativi per il cliente, nonché quelli che condizionano la
realizzazione del servizio (es. l’addestramento delle risorse umane). Il
raggiungimento della certificazione si è realizzato attraverso l’utilizzo di
opportune tecniche di controllo e miglioramento come i SLA (Service
Level Agreement) e i KPI (Key Performance Indicator) utilizzati per
monitorare tutte le sue attività.
In conclusione, lo studio affrontato ci permette di avere una visione
completa delle attività di Alitalia Airoport, del mercato dell’handling
aeroportuale in cui opera e delle strategie di marketing adottate che
l’hanno portata ad essere un esempio concreto di azienda italiana
capace di avere rilevanza in ambito internazionale per l’efficacia delle
sue attività e gli alti livelli di qualità offerti.
1
1 ANALISI DEL SETTORE DELL’HANDLING AEROPORTUALE
1.1 IL TRASPORTO AEREO E LA SUA LIBERALIZZAZIONE
Il settore dei trasporti, da sempre considerato un punto nevralgico delle
economie nazionali ed oggetto di consistenti interventi protezionistici, è
stato recentemente interessato da un profondo processo di
“liberalizzazione” e “privatizzazione” volto a razionalizzare il mercato e
ad introdurre elementi di concorrenza in un settore tradizionalmente
caratterizzato da assetti monopolistici e da una forte presenza
dell'operatore pubblico.
Il settore aereo è stato tra i primi ad essere interessato da tali politiche
di liberalizzazione e le vecchie compagnie di bandiera si sono
trasformate in vettori globali, libere di operare anche relazioni di traffico
interne ad un paese straniero.
Le persistenti inefficienze di mercato hanno progressivamente
alimentato l’esigenza, soprattutto italiana, di una razionalizzazione del
settore e di una maggiore apertura alla competizione, sostenuta dalle
istituzioni europee, tradizionalmente orientate a principi di concorrenza
e di efficienza
1
.
1
R. Zucchetti, M. Ravasio (2001), Trasporti e Concorrenza – Dal monopolio pubblico al
libero mercato, Milano, EGEA
2
L'esempio del processo di liberalizzazione degli Stati Uniti con l'Airline
Deregulation Act del 1978, determinò una svolta nella stessa
concezione del trasporto aereo dimostrando che era possibile
l’eliminazione dei modelli organizzativi esistenti e consentire ai vettori
la libertà di accesso ai traffici, organizzando la loro presenza sui
mercati secondo efficienza e competitività. Quest’esempio convinse
l’Unione Europea ad intervenire direttamente nell'ambito delle attività
aeronautiche ad ogni livello, dalla libera circolazione di passeggeri e
merci all'assistenza a terra, dal diritto di cabotaggio
2
all'assegnazione
degli slot
3
.
ll processo di liberalizzazione del trasporto aereo si è sviluppato in tre
diverse fasi
4
:
ξ La prima (1979-1987) riguarda solo l'emanazione di dichiarazioni
programmatiche o di debole portata;
ξ La seconda (1987-1993) riguarda la regolamentazione della
concorrenza, l'applicazione del regime tariffario nonché la definizione
dei criteri e delle procedure per l'accesso al mercato del trasporto
aereo da parte delle compagnie aeree di navigazione, i famosi tre
pacchetti di normative comunitarie;
2
Diritto di cabotaggio: Regolamento 92/2408/CEE del 1° aprile 1997 che fissa l’entrata in
vigore della completa liberalizzazione del traffico aereo all’interno della Comunità.
3
Slot aeroportuale: Diritto di decollo e di atterraggio in un cero istante della giornata. Su
questo tema è stato redatto il Regolamento 93/95/CEE allo scopo di ridimensionare le
politiche protezionistiche esistenti favorevoli alle compagnie aeree nazionali, evitando così il
rigido controllo della slot allocation vigente nel passato. Il Regolamento 93/95/CEE si limita
ai soli aspetti aeroportuali senza alcun riferimento al controllo del traffico aereo, attribuendo
agli Stati membri la responsabilità del coordinamento degli scali e prevedendo la figura di un
coordinatore nominato da ciascuno Stato per la distribuzione degli slot.
4
Ing. Direttore del Dipartimento Aviazione Civile G. De Vivo (4 maggio 2001), La
concorrenza negli aeroporti, Air Press 20, pp. 806 - 807
3
ξ La terza, da poco terminata, riguarda la liberalizzazione dei servizi
aeroportuali.
I tre pacchetti contengono regolamenti comunitari disciplinanti le regole
sulla concorrenza che trovano applicazione, in maniera sempre più
sostanziale, man mano che si passa dal 1° al 3° pacchetto.
Con il 3° pacchetto, l’Unione Europea amplia la propria sfera d'azione
all'interno di ciascuno stato membro comunitario.
Con riferimento al 1° pacchetto, questo prevedeva l’esenzione
dall’applicazione dell’articolo 85 del Trattato
5
, che vietava accordi
anticoncorrenziali per alcune categorie tra cui l’handling
6
ed il
catering
7
. Poiché nel 3° pacchetto non sono state previste queste
esenzioni, ne consegue che entrambi i servizi di handling e catering
devono potersi espletare in regime di libera concorrenza.
La stessa “Direttiva 96/67/CEE”
8
sull’apertura del mercato
dell’handling aeroportuale prevede una liberalizzazione graduale dei
soli scali con maggior volume.
Tale situazione è stata prima denunziata anche dalla A.E.A.
(Associazione dei Vettori Aerei), la quale ha evidenziato che il
complesso degli oneri aeroportuali negli stati d’Europa (e l’Italia è tra i
primi) ammonta a circa il doppio rispetto a quello sostenuto in U.S.A ed
Estremo Oriente.
5
Art 85 del Trattato CEE: Regolamento 85/417/CEE n°417/86 della Commissione del 19
dicembre 1984 relativo all’applicazione dell’art.85, par.3, del Trattato CEE a categorie di
accordi di specializzazione.
Fonte: http://www.europa.eu.int/eur-lex/it/index.html
6
handling : Nella terminologia anglosassone, ormai invalsa a livello internazionale,
“assistenza a terra negli aeroporti” degli aeromobili, dei passeggeri e delle merci.
7
catering: Forniture di pasti a bordo degli aerei
8
Direttiva 96/67/CEE: Direttiva 96/67/CEE del Consiglio del 15 ottobre 1996 relativa
all’accesso al mercato dei servizi di assistenza a terra negli aeroporti della Comunità.
Fonte: http://www.europa.eu.int/eur-lex/it/index.html
4
Di fronte ad un simile scenario, quindi, questi cambiamenti sono
rappresentativi dell’avvio di un’autentica fase di liberalizzazione che
affranchi il processo produttivo “trasporto aereo” dalla politica di
protezione degli assetti monopolistici e costituisca il giusto elemento di
sviluppo dei livelli occupazionali, di miglioramento della qualità della
prestazione, di difesa dei diritti dei passeggeri e di “equo contenimento
dei costi di erogazione del servizio”.
Le criticità che emergono dallo studio della situazione precedente e
che sono state uno stimolo per l’Unione Europea all’avvio di tali
politiche di liberalizzazione, con maggiore evidenza sono:
ξ L’elevata onerosità dei servizi di assistenza aeroportuale
ξ Gli scarsi livelli qualitativi delle prestazioni aeroportuali
ξ La stagnazione o addirittura il peggioramento dei livelli
occupazionali sugli aeroporti
ξ La conseguente mancanza di equità nella distribuzione degli oneri
connessi al comparto
ξ L’assenza di una cultura volta alla tutela dei diritti-consumatori
Dal 1° aprile 1997 è entrata in vigore la completa liberalizzazione del
trasporto aereo all'interno dell’Unione Europea, processo che è stato
unanimemente considerato presupposto essenziale per la
realizzazione del Mercato Unico Europeo, nonché elemento propulsivo
della competitività delle aziende europee nel contesto internazionale.
5
Allo stato attuale, ogni vettore in possesso di licenza per operare
servizi aerei, ha il completo diritto di accedere a tutte le rotte interne-
comunitarie senza alcun vincolo di capacità e frequenza.
Sul versante tariffario non esistono più i vincoli di prezzo, purché
questo non comporti prezzi marcatamente e ingiustificatamente elevati,
frutto di una posizione dominante o, all'opposto, troppo bassi.
La Commissione stabilì che la liberalizzazione dovesse pertanto
tendere al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
ξ Migliorare la qualità, la produttività e la redditività delle compagnie
comunitarie
ξ Far emergere le compagnie efficienti e innovatrici
ξ Diminuire il prezzo dei servizi
ξ Incoraggiare lo sviluppo del trasporto aereo, la sua espansione
economica e quindi l’occupazione nel settore
L'apertura di un mercato, precedentemente tutelato nei confronti della
concorrenza, comporta un iniziale aumento dei partecipanti, lasciando
spazio successivamente ad una fase di consolidamento, dove il
numero delle imprese si riduce mentre si accrescono le dimensioni di
ciascuna di esse.
6
In Europa siamo ancora nella prima fase del processo, quella
espansiva; in soli cinque anni, dal 1993 al 1998, le compagnie aeree
esistenti sono aumentate del 25%.
Terminato il periodo durante il quale la Commissione Europea aveva
autorizzato un provvedimento di aiuto ad hoc per incentivare la
ristrutturazione di alcune compagnie, si è passati a quello della
liberalizzazione effettiva; la privatizzazione dei vettori nazionali,
impensabile prima della riorganizzazione, è divenuta così un progetto
ragionevole e fattibile.
Dapprima la liberalizzazione del trasporto aereo e poi quella dei servizi
di assistenza a terra hanno fatto mutare velocemente la realtà del
settore aeroportuale.
Con la Legge 24 dicembre 1993, n°537 e la Legge 3 agosto 1995,
n°351, si è aperta anche nel nostro paese la via alla privatizzazione
degli aeroporti.
La prima ha introdotto delle innovazioni per la gestione degli scali
italiani, incoraggiando l’autofinanziamento e svincolando le gestioni dal
sostegno pubblico.
Successivamente, con la Legge 1995 è stato riformato il regime
proprietario e concessionario degli scali, introducendo criteri di
gradualità nel processo di privatizzazione delle gestioni aeroportuali,
consentendo comunque, per un periodo transitorio, la prosecuzione
degli interventi pubblici sugli scali nazionali.
L’affidamento in concessione della gestione aeroportuale alle società è
effettuato sulla base di un programma di intervento, corredato dal
relativo prospetto economico-finanziario, presentato al Ministero dei
Trasporti dalla società di gestione.
7
Il regime concessorio in vigore nel nostro paese è fondato su leggi
speciali per quanto riguarda i maggiori aeroporti, mentre per gli scali
nazionali sono sufficienti semplici convenzioni ministeriali; la durata
media delle concessioni si aggira attorno ai 35 anni
9
.
Non si vede più l'aeroporto solamente come un servizio pubblico da
garantire a spese dell'intera collettività, ma come un servizio da
organizzare e gestire secondo criteri imprenditoriali. L'ingresso del
capitale privato nelle società di gestione rappresenta l'ultimo passo
verso la modernizzazione ed il cambiamento di strategia degli
aeroporti.
Oltre ai servizi operativi essenziali (assistenza al traffico aereo, polizia,
sanitaria, ecc…), in un aeroporto vengono espletati:
1. Servizi di assistenza a terra o di handling orientati alla gestione degli
aerei, passeggeri e delle merci;
2. Servizi commerciali rivolti al benessere del passeggero ed all’utile
del gestore (ristoranti, hotel, bar, ecc…).
9
R. Zucchetti, M. Ravasio (2001), La situazione delle privatizzazioni aeroportuali in Italia in
Trasporti e concorrenza – Dal monopolio pubblico al libero mercato in, Milano, EGEA,
pp.130-132
8
Per quanto riguarda le gestioni aeroportuali, possono essere
10
di:
ξ Proprietà dello Stato e di enti pubblici locali con gestione diretta da
parte dell’autorità pubblica che, a sua volta, può essere un’autorità
organizzata centralmente dal Ministero dei Trasporti, oppure
un’autorità locale che possiede e gestisce direttamente gli scali
aeroportuali
ξ Proprietà dello Stato e di enti pubblici con la gestione da parte di
un’apposita autorità che potrebbe essere costituita, ad esempio, da un
consorzio di enti pubblici.
ξ Proprietà e/o gestione mista pubblica e privata. In questo caso
l’aeroporto verrebbe gestito da una società a capitale privato che ne è
anche proprietaria, mentre alcune parti dell’aeroporto rimarrebbero di
proprietà pubblica.
Gli aeroporti possono, a loro volta, classificarsi in:
1. Aeroporti a “gestione totale”, nel qual caso l’intero aeroporto,
comprese le infrastrutture, è affidato, attraverso un apposito atto
legislativo, ad un solo concessionario.
2. Aeroporti a “gestione parziale” che può, a sua volta, essere precaria
oppure a regime. In questo caso le infrastrutture di volo rimangono di
competenza statale, mentre le aerostazioni sia passeggeri che merci,
nonché le relative pertinenze, vengono affidate ad un concessionario.
10
G. De Vivo (14/05/2001), Il Funzionamento di un aeroporto in “La nuova aviazione civile
italiana”, Air Press 19
9
3. Aeroporti a “gestione diretta” da parte dello Stato. In questo caso lo
Stato provvede alla realizzazione e manutenzione di tutti i beni; in ogni
caso le diverse attività commerciali aeroportuali sono affidate,
attraverso l’istituto della concessione, a numerose ditte che, a fronte di
tale affidamento, pagano il canone relativo alla concessione.
Il processo di liberalizzazione si pone quindi come una precisa
caratteristica del mondo del trasporto aereo e di tutte le sue più
importanti componenti, da quella vettoriale a quella inerenti le
infrastrutture.
In tale ottica, la Direttiva 96/67/CEE assume ovviamente una sua
connotazione ed una sua importanza strategica, rappresentando un
significativo momento di quel processo di liberalizzazione e
rovesciando una consolidata tradizionale impostazione, introducendo,
all’opposto, criteri secondo i quali deve essere consentito ad ogni
operatore, di potere accedere al mercato dei servizi aeroportuali anche
utilizzando le strutture e gli spazi affidati originariamente alla
disponibilità esclusiva dell’impresa aeroportuale.
L’attività di handling viene fatta rientrare nell’ambito dell’attività propria
dell’impresa aeroportuale.
Il Decreto Legislativo n°18/99 ha determinato pertanto una profonda
trasformazione dell’impresa aeroportuale e della sua attività in cui non
appare più l’unico soggetto legittimato ad erogare i servizi di handling
aeroportuale.
Ciò risulta assai chiaro ad una lettura del D.Lgs.n°18/1999 che, dopo
avere definito l’auto-assistenza a terra (o auto produzione) quella
situazione in cui un utente fornisce direttamente a se stesso una o più
categorie di servizi di assistenza senza stipulare contratto con terzi, ha
affermato, e non proprio la necessità quanto meno l’opportunità, di un
principio di continuità nell’esercizio dei diritti di auto-produzione da
10
parte di quelle imprese che fornissero servizi di handling a favore di se
stessi al momento dell’entrata del decreto
11
. In tal modo si è
salvaguardata la possibilità ed i diritti di quelle imprese che già
esercitavano attività di auto-produzione e che, a seguito del successivo
decreto introdotto, avrebbero visto sensibilmente pregiudicata la loro
concreta operatività con evidenti conseguenti pregiudizievoli ricadute
sull’assetto economico-imprenditoriale della loro attività d’impresa.
Molto probabilmente il processo di privatizzazione degli aeroporti
italiani non si completerà nel breve periodo, infatti, molti di essi stanno
ancora attendendo la trasformazione della concessione da gestione
parziale a gestione totale, per poi procedere ad una valutazione di
fattibilità economica del processo stesso.
Non bisogna dimenticare inoltre che molti aeroporti minori non
generano un traffico sufficiente a garantire un profitto al netto dei costi
per la manutenzione e l’ammortamento delle infrastrutture, attualmente
a carico del Ministero dei Trasporti. Se escludiamo i sistemi
aeroportuali di Milano e Roma, che totalizzano da soli il 60% del
traffico passeggeri e il 75% di quello merci, ci sono solamente altri 12
scali che superano il milione di passeggeri annui e di questi solo,
Napoli, Venezia e Catania raggiungono la soglia dei tre milioni.
Considerando che l'impresa aeroporto presenta notevoli economie di
scala e che i costi per unità di traffico diminuiscono sensibilmente dopo
aver raggiunto i primi due milioni di passeggeri, si può intuire come in
questo momento la gestione aeroportuale può iniziare ad essere
profittevole solamente per pochi scali italiani.
11
C.Angelone, S.M.Carbone, G.Mastrandrea, C.Medina, F.Munari, M.Riguzzi, R.Tranquilli
Leali (2000), La liberalizzazione dell’attività di assistenza aeroportuale a terra, Milano,
Giuffrè, pp. 77-80