6
Essa acquista una particolare importanza per le società di servizi, in
cui solitamente il prodotto non è un bene tangibile, e dove
comunicare è diventato l’imperativo essenziale in ogni settore per
realizzare efficaci strategie di successo. E’ un’attività, inoltre, che
si svolge quotidianamente su un terreno delicato, dove gli interessi
delle imprese confinano con quelli dei mass-media e del sistema
politico.
Per comunicazione non si intende, allora, lo strumento per
“influenzare” i comportamenti, così da assicurare la realizzazione
di direttive provenienti dall’alto, ma piuttosto per facilitare quei
processi di influenza incrociati che consentono alle intelligenze
creative di coordinarsi per il raggiungimento di un fine comune.
Anche tra le organizzazioni non profit (O.N.P.) o del “terzo
settore”, che si trovano a metà strada tra Stato e mercato, le quali,
contrariamente a quanto già avviene in altri paesi, solo
ultimamente
2
in Italia stanno trovando la giusta considerazione
anche per il delicato quanto fondamentale ruolo che svolgono nella
e per la società, tale concetto “ampliato” di comunicazione sta
trovando interessi e consensi sempre più grandi.
Utilizzando, infatti, gli strumenti del marketing, che di per sé sono
delle norme di sviluppo sociale utili per analizzare o evolvere qual
si voglia situazione o ambiente (non solo puramente economico
“monetario”), anche il terzo settore sta ritrovando una sua
efficienza e riorganizzazione che gli permette non solo di colmare
alcuni vuoti che uno Stato a volte, e soprattutto nei periodi di
emergenza, provoca, ma anche di creare vere organizzazioni di
successo che riescono a conciliare il perseguimento della propria
2
E’ recente (decreto legislativo n. 460 del 4 dicembre 1997) il riordinamento
della disciplina tributaria del terzo settore con l’introduzione di rilevanti benefici
per gli enti non commerciali e le Onlus, organizzazioni non lucrative di utilità
sociale.
7
mission (dimensione espressiva) con i criteri manageriali necessari
per una gestione efficace dell’organizzazione (dimensione
strumentale). Lo scopo è quello di abbandonare il vecchio modello
di ente che, con il crescere di una burocratizzazione spesso fine a
se stessa e senza riuscire a “leggere” l’ambiente con cui convive,
per sopravvivere consuma quote troppo elevate delle risorse
disponibili per i fini istituzionali, e questo a causa di un privilegio
eccessivo della “dimensione politica” che normalmente gli
appartiene, a discapito di quella organizzativa, legata ai metodi
della gestione aziendale.
La comunicazione ha in questo processo di “rigenerazione” un
ruolo quanto mai decisivo per lo sviluppo e la sopravvivenza futura
di questo tipo di imprese. Una comunicazione inserita
strategicamente in un contesto giustificato di marketing non profit:
“L’approccio economico - aziendale è applicabile ad
aziende con logica sia di profitto sia di non profitto
perché vale il concetto di economicità come
soddisfazione di interessi convergenti nell’istituto, e
non solo di massimizzazione del profitto, che è
finalizzazione di quelle imprese che hanno tale fine
come istituto”
3
.
Con questa tesi si cercherà di vedere se e come i modelli di
comunicazione propri delle società di servizi facenti riferimento al
settore for profit possono essere utili anche alle organizzazioni non
profit e, in modo particolare, quali sono le strategie comunicative
più appropriate per questo tipo di enti, cercando di individuare
limiti e possibili risultati. Analizzando in tal senso un ente che,
avendo fatto propria la concezione di impresa come sistema, è
riuscito ad applicare tali strategie: l’Enaip del Friuli Venezia
Giulia.
3
G. Fiorentini Organizzazioni non profit e di volontariato, Etas Libri Milano
1992, pag. 21.
8
In sostanza, cercheremo di vedere se molti dei problemi che
normalmente appartengono ad un’organizzazione non profit sono
risolvibili utilizzando delle metodologie di marketing e di
comunicazione aziendale. A dire il vero, se diamo un’occhiata a
quanto sta “cominciando ad accadere” oggi alla Pubblica
Amministrazione, la risposta a tale quesito sembrerebbe essere
affermativa, come ci dimostrano la nascita delle URP (Uffici per le
Relazioni con il Pubblico), o i “Consiglieri per la Trasparenza”,
istituiti per far luce dentro gli oscuri uffici amministrativi dei
comuni e delle regioni in modo da trasformare i vari organismi del
“pachidermico” apparato burocratico in veri e propri centri di
servizi al cittadino.
Per ottenere tale risultato sarà necessario un adattamento, ed
eventualmente una nuova impostazione, di alcuni concetti che nel
settore non profit non trovano un riscontro proprio del for profit,
come ad esempio quelli di "scambio" e di "profitto".
Il concetto fondamentale che sta comunque alla base di questa
“rivoluzione” è anche quello proprio della filosofia del marketing:
l’orientamento al consumatore. Tale concetto, se realmente
applicato, include tutta una serie di azioni “di miglioramento” tra le
quali: un cambiamento di atteggiamento verso i clienti e, più in
generale, dell’organizzazione stessa; un’attenzione alla qualità
(interna ed erogata); una comparazione propositiva con la
concorrenza; un miglioramento continuo dello stato della vita, sia
all’interno che all’esterno dell’azienda.
Tale concetto è così altamente auspicabile e importante che per
quel che riguarda la Pubblica Amministrazioni si è arrivati ad
emanare una serie di leggi e provvedimenti aventi come scopo
quello di tutelare un diritto del cittadino, quello di avere lo Stato e
la Pubblica Amministrazione tutta al proprio servizio tramite una
corretta informazione e comunicazione e un efficiente uso dei
mezzi per ottenerli. Il tutto nei termini della trasparenza nelle
9
operazioni, della visibilità del servizio, dell’accessibilità alle
informazioni, dell’imparzialità nell’operare, della celerità dei
tempi, dell’equilibrio economico. Naturalmente, essendo agli inizi
del processo, è ancora molta la strada da percorrere. Il percorso
intrapreso, se perseguito, è però quello giusto.
L’analisi che faremo sull’Enaip del Friuli Venezia Giulia è da
considerarsi un caso emblematico di organizzazione che sta già
sperimentando la via del rinnovamento attraverso l’uso di modelli
propri del settore for profit.
L’Enaip opera in Italia, in Europa e in alcuni Paesi extracomunitari
nella formazione professionale, offrendo molteplici servizi alla
persona (donne e uomini, giovani ed adulti, nelle fasi del loro
percorso formativo e lavorativo) su finanziamento pubblico
(Ministero del Lavoro, Ministero degli Affari Esteri, Regioni,
Unione Europea, ...) o su commessa di imprese, enti, associazioni,
pubblica amministrazione.
In questi ultimi anni tale ente sta subendo un vero e proprio
cambiamento dovuto alle esigenze delle società e del mercato,
nell’intenzione di permettere alla struttura di proseguire nel
migliore dei modi nella propria esperienza formativa fondata sulla
tradizione e sulla valorizzazione delle risorse umane. E da qui
anche il suo nuovo slogan “Attenti alla persona, aperti al
mercato”, chiara manifestazione di intenti di quello che vuole
sempre più diventare l’Enaip nel futuro prossimo; una società non
profit di servizi che sia lo stato sociale che le imprese private
abbisognano per un loro continuo miglioramento, un’impresa che
vede nel cliente e nei suoi bisogni il dire a cui deve seguire il suo
fare.
L’Enaip del Friuli Venezia Giulia è, in effetti, una delle
associazioni non profit che è riuscita in maniera efficace a far sua
la filosofia del marketing, con gli opportuni adeguamenti e
10
interpretazioni per conciliare gli scopi sociali con quelli economici.
Il centro del Friuli si evidenzia, inoltre, come una delle sedi
regionali più avanzate dell’intero sistema Enaip, poiché ha saputo
reagire celermente al cambiare dei tempi ristrutturandosi
interamente e riproponendosi alla società e al mercato in maniera
rinnovata ed efficace.
Poiché tale ente si comporta come una società di servizi, quindi,
uno degli strumenti principali per il suo sviluppo, oltre all’utilizzo
delle “classiche” tecniche di marketing applicato a tali tipo di
società, è quello della comunicazione e del suo utilizzo
“strategico”. Questo è uno degli aspetti che nel passato è stato
meno seguito e “sfruttato”, ma che oggi più che mai l’Enaip
necessita, così come molti altri enti non profit, per trovare il giusto
equilibrio col mondo esterno, tra cui i finanziatori politici e privati,
e con l’ambiente interno, caratterizzato precedentemente da una
produttività di tipo “azienda statale”, soprattutto per l’alto grado di
“staticità” imposto a tale tipo di organizzazioni.
La particolare attenzione dell’Ente verso gli aspetti comunicativi e
il loro miglioramento è di particolare interesse perché il tutto è
stato realizzato utilizzando l’impostazione “sistemica” del concetto
di azienda, che ha permesso non solo di porre una particolare
attenzione a uno dei suoi sottoinsiemi, quello della comunicazione,
appunto, ma anche di studiarne i suoi rapporti con gli altri
sottoinsiemi e le loro influenze reciproche. E’ per questo che
parlando di comunicazione strategica dell’Ente bisogna aver
presente anche il cambiamento che ha subito l’intera impresa sia a
livello organizzativo che a livello culturale.
11
1. IL MARKETING: UN MODELLO
DI RIFERIMENTO ANCHE PER IL
NON PROFIT
“(…) il marketing è in realtà
una forma di comunicazione”
Akio Morita (Presidente della SONY)
4
1.1. INTRODUZIONE
Il settore del non profit può essere compreso e analizzato solo se si
ha presente anche l’“altra parte”, il settore cioè del for profit.
Quest’ultimo, molto più studiato e seguito, nel tempo ha creato dei
modelli che, se opportunamente considerati, permetterebbero anche
all’altro settore di svilupparsi in maniera più efficiente, così come
sta già succedendo da tempo in altri stati, ad esempio gli Stati
Uniti
5
. Questa considerazione può apparire banale, ma uno dei
problemi oggi che il settore non profit non riesce a superare è la
mancanza di competenze sul marketing delle persone che in esso
hanno o stanno lavorando. Ma vediamo brevemente, per tentare poi
di fare paragoni con l’altro settore ed eventualmente trarne dei
suggerimenti, come si è “evoluto” il mondo for profit.
4
Made in Japan, Ed.Comunità, Milano 1987.
5
Sul non profit negli altri paesi si veda “Il non profit nel mondo” di A. Santuari
in G. Vittadini (a cura di) Il non profit dimezzato Etas Libri, Milano 1997 pag.
69.
12
Dopo la rapidissima evoluzione tecnologica che ha caratterizzato le
aziende negli anni ‘50 e ’60, legata ad una grande ripresa
economica, la diffusione su larga scala della meccanizzazione e,
successivamente, l’introduzione dell’automazione hanno ampliato
enormemente le capacità produttive delle aziende.
Di conseguenza, molte società si sono trovate di fronte al problema
di come sfruttare il potenziale produttivo raggiunto, poiché, col
tempo, produrre bene e aumentare la produttività non bastava più
6
.
Diviene necessario allora “sollecitare” il consumo tramite
l’individuazione e la soddisfazione dei bisogni attuali o potenziali
dei consumatori
7
, che si accingono a diventare, progressivamente,
il centro dell’universo commerciale, grazie allo sviluppo delle
proprie qualità selettive.
Comincia in questo modo un processo di cambiamento che porterà
l’azienda, dapprima concepita solo come un apparato con finalità
puramente utilitaristiche, a “trasformarsi” in un organismo inserito
nel mondo circostante con il quale collabora e comunica.
L’azienda, dovendo costantemente sapere ciò che il consumatore
pensa di lei, della sua attività, dei suoi prodotti, e svolgendo azioni
atte a condizionare in modo favorevole questi pensieri che i
consumatori e la società nel suo complesso fanno, diviene un
apparato che esce dai confini di una visione puramente tecnico-
strutturale, per acquistare pieni poteri come organizzazione sociale
e collettiva.
Entra in gioco in questa fase di cambiamento il concetto di
MARKETING e, seppur successivamente sviluppato, il concetto di
COMUNICAZIONE e IMMAGINE. In pratica, una mentalità aziendale,
un modo di concepire il rapporto azienda - mercato attribuendo al
consumatore un ruolo determinante.
6
A. Pilati Il nuovo sistema dei media, Ed. Comunità, Milano 1987, pag. 3-4.
7
P. Kotler, Marketing Management, VI ed., ISEDI Torino 1986, pag. 6-24.
13
Il marketing è la funzione tecnica dello scegliere “a chi vendere
che cosa” e, di conseguenza, programmare le azioni susseguenti,
perseguendo la realizzazione del profitto tramite la soddisfazione
dei bisogni dei consumatori. Tutto sommato questo concetto si può
applicare anche alle organizzazioni non profit, che sono soprattutto
società di servizi, avendo però presente un’idea più allargata di
cos’è il “profitto”, intendendolo cioè come un’economicità
generale di gestione che permetta di raggiungere gli obiettivi
statutari senza perdite di denaro.
La comunicazione aziendale e l’immagine aziendale, sono una
componente fondamentale di questo nuovo concetto. In modo
particolare, l’immagine nasce e acquisterà sempre più importanza
mano a mano che ci si accorge che il prodotto o servizio non può
esistere solo nel suo aspetto puramente funzionale, ma anche come
portatore di significati, di aspetti linguistici comunicativi.
“Rientra” in gioco così, dopo lo sviluppo prevalentemente tecnico -
scientifico delle imprese, la cultura umanistica, capace con i suoi
“strumenti” quali l’estetica, la semantica, la linguistica, la
psicologia, di dare quel necessario supporto culturale nel campo
della comunicazione, del linguaggio, dell’immagine.
Tutto quanto detto fin’ora vale in modo particolare per le imprese
for profit, in quanto in tutti gli altri settori in cui organizzazioni di
vario genere si sono “scontrate” in spazi in cui le regole non erano
dettate dal mercato, non si sono sviluppati modelli efficienti ed
efficaci di lavoro. In Italia in modo particolare il modello antitetico
a quello del mercato, e cioè quello statale, sta mostrando tutti i suoi
limiti e la sua non funzionalità nei periodi a lungo termine per la
mancanza di alcuni elementi che hanno permesso invece al settore
for profit di evolversi, primo tra tutti la concorrenza
8
.
8
“…nel “gioco di mercato” i protagonisti sono sempre tre: il consumatore (e
quindi la domanda), l’impresa in questione, la concorrenza”, in S. Cherubini
Marketing dei servizi, Franco Angeli, Milano 1996, pag.112.
14
I modelli offerti dal marketing e le sue “regole di gioco”, dopo
essersi affermati, seppur con continue correzioni nel tempo, sono
oggi ritenuti validi anche in ambienti diversi, ed in effetti anche in
Europa sta succedendo quello che oramai da tempo invece è
accaduto in America; l’utilizzo degli strumenti del marketing anche
in tutti quei settori in cui “apparentemente” il marketing non
sembrerebbe farla da padrone. Tra questi settori, anche quello del
non profit, oggi più che mai alla ricerca di una sua identità e con
l’ambizioso obiettivo di porsi come alternativa di riferimento al
settore in cui l’obiettivo predominate è il puro denaro, per
mantenere quei valori sociali, non solo assistenziali, che
l’applicazione di altri modelli sta mettendo in crisi.