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INTRODUZIONE
La globalizzazione è un fenomeno, ancora in corso, che ha interessato la nostra
società soprattutto nell’ultimo decennio, grazie al notevole impulso dato
dall’innovazione in campo tecnologico e dalla nascita successiva dei new media.
L’innovazione maggiore è da riscontrare nello sviluppo della rete Internet che ha
permesso l’interconnessione globale in ogni campo delle attività umane, dal
campo economico a quello sociale. Internet, e la connessione alla rete, sono da
ritenere i mezzi per eccellenza che hanno realmente rivoluzionato l’approccio
umano a qualsiasi tipo di interazione. In campo sociale hanno permesso un
arricchimento culturale da ritrovare nella possibilità di connettersi con qualsiasi
parte del mondo e scoprire così culture e mondi diversi dalle proprie origini. Non
solo, esse hanno anche permesso un interazione su scala mondiale praticamente
istantanea creando così nuove reti di interazioni sociali. In campo economico
hanno apportato altresì notevoli innovazioni tanto da aver condotto ad un
cambiamento nel paradigma economico precedente: si è passati dalla società di
beni e servizi alla società dell’informazione e delle conoscenze, grazie alla facilità
di trasmissione di informazioni appunto. Una tale trasformazione ha comportato
un cambio nell’approccio che le aziende avevano con il mercato. Esse sono state
costrette a rivedere le loro strategie per poter rimanere competitive in mercati
altamente dinamici. Solo le aziende che sono state in grado di cogliere le
innovazioni apportate da Internet sono state premiate dal mercato stesso, che ha
garantito loro un futuro.
In questo contesto globalizzato il problema che si pone, per le aziende in
particolare, è l’individuazione della più opportuna strategia di comunicazione al
fine di poter comunicare la propria identità, i propri valori e pubblicizzare i propri
prodotti. Il problema consiste nel capire quanto la propria identità sia vendibile,
ossia capace di trasmettere una immagine positiva alla clientela, nei vari mercati
in cui l’azienda intende operare. Come detto precedentemente, il fenomeno della
globalizzazione nei mezzi di comunicazione ha permesso sostanzialmente di
arrivare in ogni angolo del mondo e conoscere le culture altrui, ma al riguardo
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sorgono alcuni interrogativi che necessitano di avere una risposta. Quanto, infatti,
queste culture locali sono pronte o disposte a conoscere ed accettare la nostra
identità locale? O meglio, i nostri valori sono esportabili? Ed una volta esportati,
sono percepiti come un valore positivo? Ancora, per quanto concerne l’azienda,
essi hanno un carattere distintivo positivo?
Ebbene lo scopo di questa tesi è proprio quello di approfondire il contrasto tra la
dimensione globale e la dimensione locale presente nelle campagne pubblicitarie
dell’azienda Tiscali nei primi anni della sua attività, al fine di capire quanto
l’identità sarda proposta in tali campagne abbia ottenuto, in termini di percepito,
un valenza positiva.
L’approfondimento delle campagne pubblicitarie è stato realizzato attraverso
un’indagine empirica resa possibile dall’intervista realizzata con il Responsabile
delle Relazioni Esterne ed Istituzionali dell’azienda, il Dott. Gianluca Nonnis.
Grazie alla sua collaborazione sono stati inoltre analizzati alcuni dei video
prodotti per le campagne pubblicitarie del 2000 e del 2001 e alcuni dei prodotti
venduti in quegli anni.
La prima parte del lavoro si concentrerà sull’analisi dello sviluppo dei mezzi di
comunicazione, fornendo una panoramica storica e partendo dalla nascita degli
stessi fino ad arrivare ai giorni nostri. Si approfondirà il fenomeno della
globalizzazione nell’ottica della comunicazione, studiando così la nascita e lo
sviluppo di Internet. Si esaminerà la globalizzazione anche in un’ottica
economica e sociologica, arrivando ad analizzare il fenomeno del Villaggio
Globale e della Glocalizzazione.
La seconda parte si concentrerà sul fenomeno della New Economy, studiandone la
nascita e lo sviluppo, e ci si concentrerà infine sulle nuove possibilità di
commercio che la nuova economia garantisce grazie all’utilizzo di Internet e dei
servizi ad esso connessi.
La terza parte invece si incentrerà sullo studio del settore delle telecomunicazioni,
quello riguardante l’azienda Tiscali, procedendo con l’analisi del processo delle
liberalizzazioni avvenute in questo campo e la conseguente evoluzione del
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settore. Si analizzerà inoltre il riassetto della gestione aziendale del settore TLC
resosi indispensabile a seguito del processo di liberalizzazione ed evoluzione del
settore stesso.
La quarta parte si focalizzerà sulle possibili strategie di comunicazione adottabili
in azienda. Nella prima parte del capitolo vi sarà una dettagliata descrizione dei
diversi ambiti della comunicazione aziendale, la seconda parte si incentrerà
invece sulla descrizione della pianificazione di una possibile campagna
pubblicitaria e di alcuni dei mezzi utilizzabili per la realizzazione della stessa.
La quinta ed ultima parte del lavoro si incentrerà sull’analisi dell’azienda Tiscali
e delle campagne pubblicitarie dei primi anni. I primi due paragrafi conterranno
un’analisi della storia di Tiscali, dalla nascita fino ai giorni nostri; nel terzo
paragrafo si procederà con la spiegazione degli obiettivi e della metodologia di
analisi adottata; infine nel quarto paragrafo vi sarà l’analisi vera e propria dei
prodotti e delle campagne pubblicitarie.
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CAPITOLO I
La Globalizzazione, new media e identità locale
1. La globalizzazione nei mezzi di comunicazione: origine e sviluppo
Nel corso dell’ultimo decennio il concetto di globalizzazione si è sempre più
insinuato nella nostra società arrivando quasi fino a definirla: si parla infatti oggi
dell’era della globalizzazione, grazie anche e soprattutto allo sviluppo e
all’utilizzo dei mezzi di comunicazione e dei new media. Quindi i mezzi di
comunicazione abituali prima e i new media ora hanno fatto della globalizzazione
la vera rivoluzione della nostra epoca.
Ma è necessario fare prima una premessa generale sul significato di questo
fenomeno: per globalizzazione si intende un insieme di fenomeni di elevata
intensità e rapidità su scala mondiale, tendenti a:
1) superare le barriere materiali e immateriali alla circolazione di
persone, cose, informazioni, conoscenze e idee;
2) uniformare le condizioni economiche, gli stili di vita, e le visioni
ideologiche, in particolare in conformità col modello occidentale
metropolitano.
Una delle cause più importanti di un tale fenomeno è legata, come abbiamo detto
in precedenza, alla rapida crescita e diffusione di nuove tecnologie informatiche
applicate alle telecomunicazioni sia nelle attività economiche che nella vita
quotidiana, in grado di ridurre drasticamente i tempi, i costi e altri ostacoli tecnici
delle comunicazioni a grande distanza. A riguardo di quest'ultima affermazione si
può prendere in esame la concezione di globalizzazione data dal sociologo
Vincenzo Cesareo, il quale appunto vede la globalizzazione come un effetto della
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compressione del tempo e dello spazio che modifica le forme della vita sociale.
1
Perciò, secondo tale concezione, la globalizzazione non farebbe altro che
intensificare e potenziare i flussi di comunicazione (si pensi alla trasmissione
istantanea in tutto il mondo di informazioni, idee, immagini), i flussi di capitali e
di merci, nonché di persone fisiche. Secondo Cesareo, dunque, la globalizzazione
si caratterizza per un’intensificazione delle relazioni sociali mondiali che
collegano tra loro località distanti, facendo si che gli eventi locali vengano
modellati dagli eventi che si verificano a migliaia di chilometri di distanza e
viceversa.
Ovviamente non si può pensare che il fenomeno della globalizzazione sia
riconducibile solo allo sviluppo delle ICT poiché è un fenomeno ben più ampio e
articolato, e che ha investito molti ambiti distinti tra loro, tra cui quello
economico, culturale, ideologico, sociale, per citarne alcuni.
Focalizziamoci per ora sulle ICT (Tecnologie delle comunicazioni e
informazioni) e sullo sviluppo che queste hanno permesso nel campo delle
comunicazioni. È necessario precisare però che tali nuove tecnologie
informatiche sono solo l’ultimo tassello di una più lunga evoluzione nel campo
tecnologico che ha portato alla diffusione delle comunicazioni ad un livello,
potremmo dire, mondiale. A partire dai libri, con lo sviluppo della stampa,
passando per il cinema e per arrivare a Internet oggi, lo sviluppo dei mezzi di
comunicazione è stata la forza motrice di questo modo di comunicare “globale”.
Grazie alla rivoluzione apportata da Gutenberg intorno al 1455, anno in cui venne
pubblicata la prima Bibbia, (anche se sarà necessario aspettare decenni e decenni
affinché la diffusione del sapere avvenga veramente a un livello più esteso
nell'Europa dell’epoca) i libri divennero a portata di tutti, o quasi. Prima erano
solo ad appannaggio delle persone più colte e facoltose, che potessero quindi
comprendere il latino e nondimeno acquistare le copie dei manoscritti che fino ad
allora erano raffinate opere di trascrizioni di monaci. Ora invece, grazie ai costi
più contenuti della stampa a caratteri mobili, raggiungevano un pubblico ben più
1
Vincenzo Cesareo, Studi di sociologia, Università Cattolica del Sacro Cuore, 1997, pp. 249-281
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vasto di quello formato dagli “specialisti”, e soprattutto raggiungevano nuove
fasce sociali quali la borghesia, che diventavano dunque più colte e capaci di farsi
delle idee critiche sulla società in cui vivevano.
Il passo successivo in questa evoluzione è senz’altro la nascita dei giornali, che è
da collocare tra la fine del 1500 e l’inizio del 1600. La stampa ha da subito avuto
un carattere internazionale poiché permetteva la divulgazione di informazioni di
tipo commerciale, politico, economico (e non solo) ben oltre i confini nazionali.
E’ indubbio che un sistema simile di informazione transnazionale vi sia sempre
stato. Era legato a missive e semplici lettere che con un grossolano servizio
postale venivano mandate in giro per l’Europa con lo scopo di comunicare notizie
inerenti gli esiti di battaglie e guerre piuttosto che interessi commerciali. Ma ciò
che ci fa definire il primo giornale come tale sono quattro caratteristiche:
• uscita regolare: la pubblicazione avveniva con regolarità settimanale
o mensile, non più solo in concomitanza di eventi di natura bellica o
commerciale;
• base commerciale: ovvero era messo in vendita;
• finalità multiple: il giornale diventa ora una raccolta di notizie
(cronaca, informazioni commerciali e belliche). Ma si pubblicano
anche informazioni più leggere di pubblicità, svago, pettegolezzo;
• carattere pubblico: ovvero di carattere aperto, era acquistabile da
chiunque volesse rimanere informato, anche se il pubblico verso cui
il giornale tendeva era sostanzialmente la borghesia urbana.
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Tuttavia solo nel XX secolo divenne un mezzo veramente di massa grazie ad
un’alfabetizzazione diffusa, all’urbanesimo, ai bassi costi per il lettore resi
possibili dall’utilizzo degli annunci pubblicitari a pagamento inseriti nelle pagine.
In questa breve digressione nella storia dei media che si sono resi partecipi di
questa evoluzione verso la globalizzazione non si possono non annoverare il
2
Denis McQuail, Sociologia dei media, Quinta edizione, Bologna, Il Mulino, 2007, p. 36
4
cinema, la radio e la televisione. Il cinema nacque alla fine del XIX secolo come
risposta ai bisogni del nuovo ceto urbano medio - basso e operaio: offriva al
consumo popolare spettacoli, storie, divertimento, comicità. Insomma fu una
sorta di soluzione economica alla domanda della nuova classe sociale lavoratrice
di intrattenimento durante il proprio tempo libero. Una delle caratteristiche
fondamentali del mezzo è che riesce a raggiungere grandi masse di persone,
questo è uno dei motivi per il quale venne utilizzato spesso ad uso
propagandistico durante le guerre e sotto regimi dittatoriali a fini nazionalistici o
sociali. Oggigiorno tale caratteristica è stata ampliata grazie anche alla presenza
di numerosi festival cinematografici, pensiamo all'Europa e ai suoi festival più
importanti come quello di Berlino o Cannes o a quelli presenti in Italia come il
Festival del Cinema di Venezia, che permettono ogni anno un'enorme visibilità e
un'ampia diffusione tra il pubblico.
Si potrebbe parlare ancora molto di ogni singolo mezzo di comunicazione
introdotto all’inizio di questo capitolo, di quanto siano diventati al giorno d’oggi
strumenti importantissimi attraverso il quale la globalizzazione entra nelle nostre
vite, nelle nostre case, ma non si potrebbe parlare di niente di tutto ciò se non si
facesse riferimento ai mezzi per eccellenza che hanno permesso la vera
rivoluzione globale del XXI secolo: internet e la banda larga, il browser e il web.
1.1 La Banda Larga e il problema del “Digital Divide”
Il discorso della banda larga e della sua diffusione merita un minimo
approfondimento poiché è diventato di notevole interesse a livello globale nonché
nazionale. Il “digital divide” è il divario che esiste tra chi ha accesso effettivo alle
tecnologie dell’informazione (connessione Internet e PC) e chi ne è escluso in
modo parziale o totale. La rivoluzione apportata da Internet, e i mutamenti che
questa ha avuto in campo sociale ed economico, non ha investito tutti. Anzi il
divario tra esclusi e inclusi della società dell'informazione aumenta sempre di
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più
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. E i motivi di tale divario possono essere di varia natura: condizioni
economiche, livello d’istruzione, provenienza geografica, qualità delle
infrastrutture (in questo caso ci si riferisce all’assenza di copertura territoriale
della banda larga a 7Mbps e oramai di quella a 20Mbps, per non parlare della
fibra ottica, e in alcuni addirittura di linee telefoniche standard). La differenza tra
coloro che hanno accesso alle tecnologie e coloro che invece ne sono esclusi
aggiunge un altro gap di disuguaglianza ed esclusione sociale nella società: “In
una società in cui le funzioni e i gruppi sociali dominanti sono sempre più
organizzati intorno a Internet l’accesso ad Internet non risolve il problema ma è
un prerequisito per superare la disuguaglianza”
4
.
Da diversi anni però sono in atto diverse campagne per il superamento del Digital
Divide. Le Nazioni Unite stanno affrontando il problema a livello globale e hanno
espresso l’impegno a risolverlo attraverso gli “Obiettivi di Sviluppo del
Millennio” che puntano, tra le altre cose, ad eliminare appunto tale divario entro
il 2015.
In Italia la situazione banda larga e “divario digitale”, secondo le ultime
rilevazioni effettuate e riportate nel RIIR “Rapporto sull’Innovazione nell’Italia
delle Regioni” sembra non essere eccessivamente drammatica. Le stime riportano
un’8 - 9% di popolazione (tra i 4,8 e 5,4 milioni di abitanti) che al 2010 non può
connettersi a Internet in banda larga con nessun tipo di tecnologia, e questo dato è
previsto in discesa al 2% nel 2011.
5
Il divario digitale presenta una diversa
distribuzione sul territorio: alcune regioni (Lazio, Campania, Liguria) sono già
broadband con una percentuale di linee ADSL2+ 20Mbps che supera il 70%.
Altre regioni (Puglia, Sardegna e Sicilia) hanno un basso digital divide mentre ce
ne sono altre in cui il divario infrastrutturale penalizza la maggioranza della
popolazione nella fruizione della rete. E’ il caso delle regioni del Mezzogiorno in
cui, per motivi legati alla morfologia del territorio e alla scarsa domanda, non si
3
Sara Bentivegna, Disuguaglianze Digitali. Le nuove forme di esclusione nella società
dell'informazione, Edizioni Laterza, Roma, 2009
4
Manuel Castells, Galassia Internet, Feltrinelli, Milano, 2006
5
RIIR “Rapporto sull’innovazione nell’Italia delle Regioni”, Roma, 2011. Studio attuato da CISIS
“Centro Interregionale per i Sistemi informatici, geografici e statistici”, ICAR “Interoperabilità e
Cooperazione Applicativa fra le Regioni” e FORUMPA.
6
sono ancora apportati interventi di adeguamento delle linee.
Non mancano regioni del Nord, perlopiù quelle situate nell’arco alpino del nord-
ovest, che subiscono il divario sempre a causa soprattutto della morfologia.
Ma il potenziamento delle tecnologie e delle infrastrutture è uno dei temi
fondamentali per lo sviluppo economico e l’innovazione: l’accesso alla rete per
tutti, Internet ad alta velocità, la possibilità di connettersi dovunque e con
qualunque strumento, sono obiettivi strategici delle politiche di tutti gli Stati
moderni. L’Unione Europea ha chiesto ai Governi di intraprendere iniziative per
arrivare nel 2013 alla copertura di rete del 100% della popolazione e nel 2020 alla
copertura di banda ultra larga del 50% della popolazione totale
6
. La Commissione
Europea ritiene quindi che la connettività a banda larga, di concerto con
l’impiego delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, sia un
requisito fondamentale ai fini dello sviluppo economico e sociale. Di
conseguenza, a differenza purtroppo dell’Italia, l’Europa ha posto la banda larga
al centro delle proprie politiche di sviluppo e competitività ritenendola un
investimento prioritario e fattore di superamento di questa crisi economica
mondiale.
Come è stato detto l’Italia oggi paga dei ritardi strutturali in termini di sviluppo
della rete, e ciò rende ancora più urgente una strategia per la realizzazione di una
moderna infrastruttura che porti la banda larga, se non addirittura la fibra ottica in
tutto il paese. Tuttavia ci sono state e sono in atto tuttora diverse iniziative da
parte dello Stato, di diversi Enti locali oltre che da parte delle singole Regioni,
che stanno apportando significativi miglioramenti. A livello nazionale è stato
istituito nel 2006 un “Comitato per la diffusione della banda larga”. Tale
comitato, costituito da tre ministeri (Ministero delle Comunicazioni, Ministero
degli Affari Regionali e Autonomie Locali, Ministero delle riforme e Innovazione
nelle P.A.), ha come compito quello di monitorare la situazione e incentivare lo
sviluppo su tutto il territorio delle infrastrutture per la banda larga. In particolare
il Ministero delle Comunicazioni ha siglato accordi di programma con quasi tutte
6
José Manuel Barroso, Comunicazione della Commissione Europea su “Europa 2020”, Una strategia
per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva, Bruxelles, 2010