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Introduzione
¾ Il successo che l’impresa riesce ad ottenere è sostenibile nel medio/lungo periodo?
¾ Come un’impresa può conseguire il successo in un futuro prossimo
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?
La risposta a tali domande può essere ottenuta in svariati modi; in ogni caso a parere di molti lo
strumento più idoneo per capire nel profondo quale sia la strategia migliore da attuare per
conseguire un vantaggio competitivo inimitabile e raggiungere un successo sostenibile nel
tempo, è il Business Plan. Il piano strategico permette infatti di approfondire nel dettaglio non
solo la situazione interna all’impresa, e quindi valutare i propri punti di forza e di debolezza, ma
altresì l’ambiente esterno che la circonda e in cui opera.
L’obiettivo di tale elaborato consiste per l’appunto nel capire come realizzare un Business Plan
di successo che permetta nel concreto di attuare la strategia che il management aziendale ha in
mente: una corretta, attenta e approfondita stesura del documento è pressoché essenziale per
operare con continuità all’interno del proprio mercato di riferimento, ma non solo. Ampliare i
propri orizzonti, diversificando l’impresa attraverso l’inserimento in nuovi settori, o migliorare
la propria posizione competitiva mediante l’introduzione di innovazioni di processo o il lancio
sul mercato di riferimento nuovi prodotti, rappresentano alcune delle decisioni aziendali che
devono essere analizzate prestando attenzione ad una serie di variabili contenute nel Business
Plan.
Il lavoro si articola in tre sezioni suddivise in quattro capitoli.
Nella parte introduttiva viene trattata la strategia di impresa per fornire un quadro generale
sulla stessa: cosa si intende col termine “strategia”, come valutarne la fattibilità, gli elementi
che differenziano una strategia di successo da una di insuccesso e gli strumenti che il
management ha a disposizione per mettere su carta la mission aziendale. Si affronterà altresì il
tema di gestione strategica, intesa come uso consapevole di processi, metodologie e strumenti
che consentono in primis di individuare i contenuti della strategia, e in secondo luogo di
controllare l’avanzamento dell’impresa lungo le linee decise
3
. Lo scopo dell’analisi strategica
non è quello di fornire risposte agli interrogativi gestionali ed organizzativi delle imprese, ma di
2
Con il termine futuro prossimo si fa riferimento ad un successo conseguibile nel breve periodo, ossia in un futuro
quasi immediato che ricomprende un arco temporale medio di tre anni.
3
Cfr. G. Invernizzi, Strategia e politica aziendale: testi, Milano, McGraw‐Hill Italia, 2004
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Introduzione
aiutare l’imprenditore a contemplare i problemi, identificando, annoverando e comprendendo i
principali fattori che influenzano le decisioni strategiche
4
.
Nel secondo capitolo invece si analizza teoricamente lo strumento per eccellenza con cui si va a
definire la strategia di impresa: il Business Plan. Questi si compone di una serie di elementi
qualitativi e quantitativi che verranno disaminati nel dettaglio in una successione di paragrafi:
l’individuazione della business idea, la valutazione della situazione interna e delle condizioni
esterne e la stima delle poste economico finanziarie, rappresentano solo alcuni degli aspetti
cruciali che ciascuna realtà aziendale deve affrontare nel corso dell’elaborazione del proprio
pensiero strategico. La strategia adottata, infatti, abbisogna dell’utilizzo combinato di tools
qualitativi e quantitativi da utilizzare in maniera integrata tenendo presente le specificità
dell’ambiente in cui le decisioni devono essere adottate
5
.
Negli ultimi due capitoli si affronta invece un Case Study elaborato interamente dalla
sottoscritta nel corso dell’esperienza di stage universitaria presso “World Tex di Brigandì Rosa”,
un’azienda individuale operante nel settore dell’abbigliamento nella provincia di Varese. Si
tratta di un Business Plan redatto per costituire una start‐up in forma di S.r.l. la cui finalità
consiste nel lanciare un nuovo marchio di abbigliamento e di occuparsi successivamente della
progettazione e messa a punto della fase produttiva, distributiva e pubblicitaria di marchi ex‐
novo proposti in licenza d’uso alla società da potenziali partners commerciali.
Il progetto viene esposto in due parti distinte, separando i dati qualiquantitativi e le
informazioni descrittive dagli elementi tecnici quantitativi per la cui trattazione è stata ottenuta
idonea autorizzazione dal General Manager della società. Ad oggi infatti, con le disposizioni
vigenti in seguito all’applicazione degli accordi di Basilea II, è d’obbligo predisporre, per un
qualsiasi progetto per il quale si necessita di un finanziamento, un documento strategico da
presentare successivamente agli istituti finanziari o di credito.
L’elaborato è stato predisposto per individuare innanzitutto i vantaggi e le criticità del piano
strategico nel momento in cui questo viene assolutizzato dall’imprenditore o dal management
aziendale. Sulla base del Case Study si intendono poi evidenziare i limiti e le discrepanze che
emergono specialmente nella sezione qualitativa del piano tra l’analisi teorica e la prassi
4
Cfr. Grant, L’analisi strategica per le decisioni aziendali cit., p. 47
5
Cfr. L. Frantocchi e A. Moretti, Strategia e marketing d’impresa, Milano, McGraw‐Hill Italia, 2001
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Introduzione
manageriale, evidenziando i punti di criticità dei principi teorici. Partendo da queste basi si
cerca di spiegare quali siano le principali cause di insuccesso di un Business Plan e di fornire una
serie di utili consigli di forma e scrittura volti ad evitare di stilare un piano poco attendibile o
non congruo nella sua interezza. In ultimo si proverà di rispondere a questo semplice ma
sfaccettato quesito: il piano oggetto d’analisi è realmente fattibile o rientra nella categoria dei
progetti pretenziosi ad elevato rischio di fallimento?
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Capitolo 1: La strategia di impresa
Capitolo 1: La strategia di impresa
“La strategia è il compito principale delle
organizzazioni. In situazioni di vita o di morte
è il tao della sopravvivenza o dell’estinzione. Il
suo studio non può essere accantonato.”
(Sun Tzu, L’arte della guerra, 2003)
Le imprese hanno bisogno delle strategie per ragioni comparabili a quelle per cui gli eserciti
necessitano di strategie militari, ossia per darsi una linea di condotta e uno scopo, per
impiegare le risorse nella maniera più efficace e per coordinare il flusso delle decisioni prese dai
diversi membri dell’organizzazione, sia essa impresa o esercito
6
. Invero, il concetto di strategia
è stato mutuato dall’arte militare
7
, secondo la quale i compiti fondamentali della pianificazione
consistono, da un lato, nel definire gli obiettivi della guerra e, dall’altro, nell’elaborare i piani
operativi necessari al loro conseguimento
8
.
Risulta evidente come intrinsecamente, nella visione sopra citata, sia contenuto un concetto di
strategia inteso come definizione degli obiettivi e delle modalità di fondo dell’azione.
Le strategie militari e di business condividono alcuni principi e concetti, il più importante dei
quali è la distinzione tra strategia e tattica: la prima si preoccupa di vincere la guerra in quanto
rappresenta il piano complessivo per lo spiegamento di risorse necessarie a conseguire una
posizione di vantaggio. La seconda invece è un progetto di azione specifica, ovvero un novero di
operazioni indispensabili per vincere le battaglie.
6
Cfr. Grant, L’analisi strategica per le decisioni aziendali cit., pp. 26‐27
7
I principali riferimenti al riguardo sono generalmente individuati nell’opera di Sun‐Tzu, composta in Cina nel Sec.
500 a.C. e nel trattato di Von Clausewitz, generale persiano formatosi nelle guerre contro Napoleone.
8
Cfr. Sun Tzu, L’arte della guerra, Milano, Mondadori, 2003
9
Capitolo 1: La strategia di impresa
Come afferma R. M. Grant
9
, molti dei principi di strategia militare sono stati impiegati in campo
imprenditoriale e le decisioni strategiche, sia che riguardino la sfera militare sia che facciano
riferimento a quella aziendale, presentano quattro caratteristiche comuni:
¾ sono importanti;
¾ implicano un significativo impiego di risorse;
¾ non sono facilmente reversibili;
¾ tengono conto dei rapporti causa‐effetto nel medio/lungo termine.
In seguito a ciò si evince che l’esigenza di sviluppare una strategia coerente con il contesto in
cui si opera si è sentita fin dal più remoto passato, e nel corso dei secoli si è esplicata in una
serie di ambiti ed in particolar modo a livello aziendale.
Negli ultimi anni si è assistito ad una intensificazione, corredata da un miglioramento
qualitativo e ad una estensione a differenti livelli gerarchici dell’analisi strategica delle
imprese
10
. Infatti mentre l’obiettivo della guerra è solitamente quello di sconfiggere il nemico,
lo scopo della rivalità fra le imprese raramente è così aggressivo; si tende soprattutto a limitare
le proprie ambizioni competitive, cercando invece una coesistenza con i concorrenti
11
.
Risulta necessario pertanto andare a definire in principio le diverse accezioni di strategia
elaborate in differenti decenni storici, per poi procedere con una descrizione degli obiettivi che
le aziende si prefiggono e di processi, metodologie e strumenti utilizzati nella gestione
strategica
12
.
Nonostante l’accresciuto bisogno di sviluppare delle conoscenze che attraversassero
orizzontalmente le diverse aree funzionali
13
in cui la strategia si esplica, quest’ultima rimane
ancor oggi, dopo mezzo secolo di studi sull’argomento, un ambito in parte inesplorato
14
.
9
Cfr. Grant, L’analisi strategica per le decisioni aziendali cit.
10
Cfr. Invernizzi, Strategia e politica aziendale: testi cit.
11
Cfr. Grant, L’analisi strategica per le decisioni aziendali cit., p. 27
12
Demandiamo queste analisi ai successivi paragrafi.
13
Si fa riferimento ad aree funzionali quali amministrazione e controllo, marketing, finanza aziendale,
comportamento organizzativo, ecc.
14
Cfr. Invernizzi, Strategia e politica aziendale cit., p. 4