20
La situazione iniziò a mutare all’inizio del Seicento, con l’intensificarsi
degli investimenti privati e l’intervento della pubblica amministrazione; alla
fine del Seicento la capacità ricettiva di Bath era più che raddoppiata
rispetto al secolo precedente, e iniziarono a comparire vari tipi di locali per
il tempo libero, nonché viali alberati e passeggiate. A poco a poco l’enfasi
si spostò dalla cura al divertimento; in realtà, l’innovazione degli inglesi
non fu quella di lanciare il turismo termale, bensì di convertire queste
località di cura in “città del loisir”, ovvero in luoghi specializzati nel
ricevere e far divertire i turisti. Sull’onda dell’esempio inglese, il
termalismo divenne una moda estesa in tutto il continente europeo.
Alle cure termali seguì lo sfruttamento della salubrità dell’acqua marina e,
dall’Ottocento in poi, inizia quella che può essere definita la “cultura del
mare”. Il passaggio dai bagni termali a quelli marini si concretizzò a
Scarborough: ai bagni di tale località, a causa delle infiltrazioni marine,
furono riconosciute ulteriori qualità terapeutiche. Naturalmente, lo sviluppo
e il successo dei centri balneari, così come lo era stato per quelli termali,
furono determinati dalla capacità di tali centri di gestire il tempo il libero
dei villeggianti e dagli investimenti realizzati. Fino ad ora, comunque, si era
sempre andati alla ricerca di un mare nordico, dalle acque gelide, poiché
secondo i dettami medici del tempo, il bagno salutare era quello nell’acqua
dalle basse temperature.
21
Nel secondo dopoguerra iniziò un lento declino per tutte le città balneari
inglesi, e prese avvio un lento processo di “meridionalizzazione” dei luoghi
di villeggiatura. Le ragioni sono molteplici, per lo più legate alle nuove
caratteristiche della domanda turistica. Il sole, cui fu attribuita una funzione
benefica, era divenuto un elemento importante del soggiorno al mare,
modificando anche il rapporto con la spiaggia che, in passato, era stata
quasi totalmente trascurata dai villeggianti. Inoltre aerei, pullman, treni
permettevano di raggiungere più facilmente, rispetto a prima, le località di
villeggiatura del Mediterraneo, in particolare Italia, Spagna e Grecia, che
sono divenute le mete del flusso turistico più importante del nostro secolo,
quello alla ricerca di sole e mare [7].
[7] Si veda Patrizia Battilani , 2001, <<Vacanze di pochi, vacanze di tutti. L’evoluzione del turismo europeo>>, Il
Mulino, Bologna
22
PARAGRAFO 1.2: LE TENDENZE
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
39.106
128.340
47.945
98.047
54.705
117.927
71.470
106.521
0
20.000
40.000
60.000
80.000
100.000
120.000
140.000
1991 1995 1999 2003
ANNI
Grafico n. 1.2 - Posti letto alberghieri ed extralberghieri della Calabria
costiera dal 1991 al 2003
Posti letto alberghi Posti letto esercizi complementari
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
487
272
496
237
519
241
592
316
0
100
200
300
400
500
600
1991 1995 1999 2003
ANNI
Grafico n. 1.1 - Capacità ricettiva alberghiera ed extralberghiera della
Calabria costiera dal 1991 al 2003
Alberghi Esercizi complementari
23
Parlare di turismo in Calabria equivale, senza alcun dubbio, a parlare di
“turismo balneare”. E come potrebbe non essere così. Sulle coste calabresi
sono situati 4 capoluoghi su cinque, numerosi centri storici e d’importanza
culturale, siti archeologici. La maggior parte degli stabilimenti termali si
trova sulla costa o comunque vicini ad essa. L’unico “distretto” dell’Italia
meridionale fortemente vocato allo svolgimento dell’attività di rafting, si
trova sul Tirreno. Non mancano le mete religiose come il Santuario di San
Francesco di Paola, e soprattutto, spesso le montagne calabresi sfiorano il
mare [8].
La risorsa mare come prodotto turistico in Calabria, rappresenta ormai una
certezza consolidata e matura, che non si sarebbe potuta raggiungere se non
avesse contribuito una componente fondamentale dell’industria turistica,
ovvero il sistema dell’ospitalità.
Il sistema ricettivo che caratterizza la zona costiera calabrese nel 1991 conta
complessivamente 759 strutture ricettive turistiche [9], 167.446 posti letto, e
[8] Si veda <<Quarto Rapporto sul Turismo in Calabria>>, 2004, Osservatorio del Turismo della Regione Calabria,
Cosenza
[9] La voce “struttura ricettiva turistica” comprende le strutture di ogni tipo: alberghi, motel, villaggi–alberghi, residenze
turistico- alberghiere, campeggi, villaggi turistici, alloggi agro–turistici, esercizi di affittacamere, case ed appartamenti per
vacanze, case per ferie, ostelli per la gioventù, rifugi alpini.
24
risulta costituito da 487 esercizi alberghieri [10] (64%) che offrono 39.106
posti letto (23%) di quelli totalmente a disposizione, e da 272 esercizi
complementario extralberghieri (36%) [11], che offrono 128.340 posti letto
(77%).
Grafico n. 2.1 - Capacità ricettiva della
Calabria costiera nel 1991
36%
64%
Esercizi alb. Esercizi compl.
Grafico n. 2.2 - Posti letto offerti nella
Calabria costiera nel 1991
23%
77%
Posti letto alb. Posti letto extralb.
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
[10] La voce “esercizi alberghieri” include gli alberghi da 1 a 5 stelle, i villaggi albergo, le residenze turistico-alberghiere,
le pensioni, i residence, i motel, le residenze d’epoca, gli alberghi meublé o garnì, le dimore storiche, i centri benessere (
beauty farm), e tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono assimilabili agli alberghi.
[11] La voce “esercizi complementari” include gli alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, i campeggi ed i
villaggi turistici, gli alloggi agro-turistici, gli ostelli per la gioventù, le case per ferie, i rifugi alpini e gli “Altri esercizi”
ricettivi non altrove classificati.
25
Nel breve periodo, dal 1991 al 1995, si segnala una diminuzione sia per il
numero delle strutture complementari, che scendono a 237 (32%) che per i
posti letto,
ridotti a 98.047 (67%). Allo stesso tempo si registra un ampliamento sia
degli esercizi sia dei posti letto alberghieri; nel 1995 gli esercizi localizzati
sul territorio dei comuni costieri sono, infatti, 496 (68%) con a
disposizione 47.945 posti letto (33%).
Grafico n. 2.3 - Capacità ricettiva della
Calabria costiera nel 1995
68%
32%
Esercizi alb. Esercizi compl.
Grafico n. 2.4 - Posti letto offerti nella
Calabria costiera nel 1995
67%
33%
Posti letto alb. Posti letto extralb.
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
26
Nettamente differente lo scenario che si denota nel 1999 caratterizzato da
un’evoluzione in entrambe le componenti del sistema ricettivo. Aumentano
le strutture alberghiere che raggiungono le 519 unità (68%), mentre le
strutture extralberghiere salgono a quota 241 (32%). Stesso potenziamento
è messo in atto per i letti a disposizione dei turisti; resta, comunque, sempre
alta l’incidenza delle strutture ricettive complementari sull’offerta dei posti
letto:
- 54.705 per il comparto alberghiero (32%)
- 117.927 per il comparto extralberghiero (68%).
Grafico n. 2.5 - Capacità ricettiva della
Calabria costiera nel 1999
32%
68%
Esercizi alb. Esercizi compl.
Grafico n. 2.6 - Posti letto offerti nella
Calabria costiera nel 1999
32%
68%
Posti letto alb. Posti letto extralb.
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
27
Entrambi i comparti dell’ospitalità calabrese, nell’anno 2003, presentano
una tendenza al rialzo per ciò che concerne il numero delle strutture. Si
conferma il consistente aumento sia degli esercizi alberghieri, che
s’innalzano fino a diventare 592 (65%), che degli esercizi complementari,
divenuti ben 316 (35%). I primi mettono a disposizione ben 71.470 posti
letto (40%), dunque, in netto aumento rispetto al 1999. Tendenza inversa è
quella che riguarda i posti letto extralberghieri, che scendono a 106.521
unità, ma che incidono sul totale per il 60%.
Grafico n. 2.7 - Capacità ricettiva della
Calabria costiera nel 2003
65%
35%
Esercizi alb. Esercizi compl.
Grafico n. 2.8 - Posti letto offerti nella
Calabria costiera nel 2003
40%
60%
Posti letto alb. Posti letto extralb.
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
28
Dalle dinamiche appena evidenziate, si può giungere alla conclusione che la
tendenza nel lungo periodo registra, nel comparto alberghiero
un’evoluzione costante anche se non proprio consistente, per ciò che
concerne il numero delle strutture; una vera esplosione caratterizza i posti
letto che tali strutture mettono a disposizione, e che nell’arco di dodici anni,
giungono a rappresentare una composizione percentuale che sale dal 23% al
40% dell’offerta totale.
Il settore dell’extralberghiero registra, invece, un panorama contrastante. Si
evidenzia un potenziamento, seppure minimo, atto ad aumentare il numero
degli esercizi, a fronte di un calo nel numero dei posti letto offerti da tale
tipologia di struttura ricettiva. Ne consegue che la componente
extralberghiera, nell’arco di tempo preso in esame, mette a disposizione dei
turisti strutture di dimensioni minori rispetto al 1991, anno da cui l’indagine
ha preso avvio.
Si può inoltre affermare che lo scenario dell’offerta ricettiva nelle aree
costiere della Calabria è dominato dal comparto extralberghiero per ciò che
concerne i posti letto che rappresentano il 77% dell’offerta totale nel 1991,
ma che, tuttavia, nel 2003 incidono pur sempre per il 60%. Da ciò si evince
che le strutture complementari, pur essendo, per tutto l’arco di tempo
analizzato, di numero inferiore rispetto agli esercizi alberghieri, si
29
presentano, rispetto a questi, relativamente più grandi in termini di
dimensione media.
30
PARAGRAFO 1.3: LE VARIE TIPOLOGIE DI
RICETTIVITA’ COMPLEMENTARE NELL’AREA
COSTIERA CALABRESE
Grafico n. 3.1 - L’offerta ricettiva complementare della Calabria costiera dal 1991
al 2003
213
196
166
56
37
15
68
3
4
30
196
82
0
50
100
150
200
250
1991 1995 1999 2003
campeggi e villaggi turistici
alloggi in af f itto iscritti al REC
altre strutture ricettive
Fonte: Elaborazione su dati ISTAT
L’offerta extralberghiera del territorio costiero calabrese si può, quasi
esclusivamente, associare a campeggi e villaggi turistici. Essi subiscono un
primo calo nel quadriennio 1991-1995, passando da 213 strutture nel 1991
(78%), a 196 nel 1995; si mantengono stabili nel 1999, per poi scendere
nuovamente, fino a contare 166 strutture nel 2003 (52%). Essi restano,
tuttavia, la tipologia ricettiva complementare che domina sulla costa calabra
[12].
[12] Cfr. Grafico n. 3.1 – 3.2
31
Altalenante anche la situazione dei posti letto offerti da campeggi e villaggi
turistici: nel 1991 incidono per il 98 % dei posti letto disponibili, sebbene
subiscono un lieve ribasso nel passaggio dal ’91 al ‘95, anno nel quale si
contano 95.754 letti offerti. Nel corso del tempo campeggi e villaggi
turistici mettono in atto un potenziamento che riesce a far innalzare, nel
1999 i posti letto a 116.215 e, nel 2003, pur subendo un nuovo ribasso, si
confermano, tuttavia, in cima all’offerta con il 94,6% sul totale [13].
Analizzando le altre tipologie di alloggio, si rileva che: gli alloggi privati
iscritti al R.E.C. rappresentano una parte molto limitata dell’offerta
effettivamente presente. Tale tipologia di struttura ricettiva turistica subisce
un progressivo calo nel quadriennio 1991-1995, passando da 56 a 37
alloggi, per poi scendere al 6% dell’offerta extralberghiera nel 1999 (15
alloggi); infine, si assiste ad un boom nel 2003 che riporta sull’area costiera
calabrese ben 68 alloggi, pari al 22% dell’offerta ricettiva complementare
[14]. Insignificante la percentuale dei posti letto messi a disposizione: scende,
nell’arco di tempo compreso tra il 1991 e il 1995, dal 1,5% all’ 1,1%; la
situazione precipita nel quadriennio 1999-2003, in cui la percentuale sfiora,
[13] Cfr. Tabella n. 1
[14] Cfr. Grafico n. 3.1 – 3.2
32
addirittura, lo 0% [15]. Da quanto messo in luce, si può affermare che gli
alloggi in affitto gestiti in forma imprenditoriale, da un’amministrazione
unica commerciale e dati in affitto per uso turistico, registrano, nell’arco di
dodici anni, non solo una crescita a dir poco irrisoria (+1% circa sull’offerta
totale), ma si presentano anche relativamente più piccoli in termini di
dimensione media.
E’ da notare, infine, la quasi totale assenza, tra il 1991 e il 1995, delle
cosìdette “altre strutture ricettive”, il cui numero risulta del tutto irrilevante,
dal momento che i dati ISTAT registrano un aumento da 3 (1%) a 4
strutture (2%) [16], distribuite su circa 740 chilometri di costa [17], senza
contare che l’incidenza dei posti letto disponibili si presenta al di sotto dell’
1,2% [18]. Già nel 1999 si può osservare un incremento consistente
all’interno della tipologia in questione, che ricopre il 12% (30 strutture)
dell’ospitalità extralberghiera e che riesce a “sorpassare” la percentuale
degli alloggi iscritti al R.E.C. [19]; eppure continua ad offrire posti letto
inferiori al 1,3% [20].
[15] Cfr. Tabella n. 1
[16] Si veda nota n. 1
[17] Cfr. Grafico n. 3.1 – 3.2
[18] Cfr. Tabella n. 1
[19] Cfr. Grafico n. 3.1 – 3.2
[20] Cfr. Tabella n. 1
33
Un vero e proprio boom caratterizza il passaggio al 2003, proponendo il
26% degli esercizi (82 esercizi) [21] e il 4,6% dei posti letto complessivi del
settore complementare, contro lo 0,8% di quelli messi a disposizione dagli
alloggi iscritti al R.E.C. [22].
Tabella n. 1 - Distribuzione dei posti letto fra le varie tipologie di ricettività
complementare nella Calabria costiera dal 1991 al 2003
1991 1995 1999 2003
Campeggi e villaggi turistici 126.253 95.754 116.215 100.735
Alloggi in affitto iscritti al REC 1.935 1.079 197 886
Altre strutture ricettive 152 1.214 1.515 4.900
Fonte: Elaborazioni su dati ISTAT
A conclusione di quanto esposto in questa sezione, emerge, senza dubbio,
che il territorio costiero calabrese si propone come area tipica per il turismo
all’aria aperta, anzi, la presenza accentuata di strutture “open air”, di
dimensioni medie piuttosto elevate, prettamente sulla costa, rappresenta una
peculiarità della Calabria, in quanto, nel resto d’Italia, le strutture in oggetto
[21] Cfr. Grafico n. 3.1 – 3.2
[22] Cfr. Tabella n. 1