INTRODUZIONE
Il seguente elaborato ha lo scopo di analizzare la società contemporanea e i diversi
fenomeni che la riguardano, anche a livello culturale, soffermandosi su un’ampia
riflessione riguardante i temi dello stereotipo, pregiudizio e indifferenza sociale rivolti
soprattutto nei confronti di gruppi minoritari.
Sempre più di frequente si sente infatti parlare di episodi di discriminazione,
esclusione e razzismo, rivolti nella maggior parte dei casi verso individui stranieri o di
origine straniera appartenenti a gruppi minoritari residenti in società Occidentali, che
fanno pensare a quanto i concetti di inclusione e integrazione siano ancora lontani dal
poter essere considerati concretizzati e realizzati all’interno della società nella quale
viviamo.
Risulta quindi fondamentale individuare le cause di tali fenomeni ritrovandone le
origini in alcuni processi (stereotipi, pregiudizi e indifferenza sociale) che appartengono
a tutti gli esseri umani, in forma più o meno accentuata e che se non controllati e
monitorati dall’individuo possono dare vita a vere e proprie forme di discriminazione e
mancanza di responsabilità nei confronti del prossimo (Mazzara,1997).
Le motivazioni che mi hanno spinto ad approfondire tali tematiche hanno
sicuramente origine in un mio interesse nei confronti delle diverse culture e negli
appartenenti a queste ultime, incentivato anche da esperienze dirette, avvenute sia
all’interno del contesto universitario, attraverso l’incontro con studenti di diversa
origine, sia nel contesto del volontariato, dove ho svolto lavori che mi hanno portato ad
entrare in contatto con appartenenti a varie culture, sviluppando con essi delle relazioni
prima di tutto umane, che mi hanno permesso di riflettere sulle mie idee e concezioni e
decostruirle, in vista di una maggiore apertura a diverse realtà culturali.
L’obiettivo di questa tesi di laurea è quello di contribuire ad ampliare le
conoscenze riguardanti i fenomeni dello stereotipo, pregiudizio e indifferenza sociale e di
come essi riescano a influenzare l’interpretazione della realtà nei diversi individui,
portandoli a una conoscenza della stessa non più soggettiva e personale ma oggettiva e
basata sul pensiero comune, diminuendo così la capacità da parte del soggetto di
impegnarsi in relazioni interpersonali profonde, basate sulla comprensione dell’altro,
anche con appartenenze culturali ed etniche diverse dalle proprie. Un ulteriore obiettivo
è quello di individuare quali possano essere le motivazioni, le cause, che possono portare
un individuo ad agire in modo pregiudizievole o indifferente.
È stata condotta a tal proposito un’indagine, avvenuta attraverso la condivisione di
questionari online, che ha visto come campioni individui di sesso maschile e femminile,
di età compresa tra i 14 e i 68 anni, provenienti prevalentemente dalle città del centro e
nord Italia. Le domande vertevano prevalentemente sulle tematiche dell’immigrazione
e dei valori ritenuti importanti nella propria vita. L’analisi dei dati raccolti è stata svolta
comparando le risposte fornite dai vari partecipanti analizzando soprattutto la differenza
attribuita ai valori forniti agli strumenti relativi a stereotipi e indifferenza.
La tesi è articolata in cinque capitoli:
Nel primo capitolo viene fornita un’introduzione al fenomeno degli stereotipi e
pregiudizi, attraverso un excursus volto ad analizzarne le caratteristiche, le modalità di
formazione e di diffusione, attraverso le analisi svolte dai principali studiosi che hanno
contribuito allo studio sui fenomeni sociali coinvolti negli episodi discriminanti.
Nel secondo capitolo ci si occupa di sviluppare una riflessione riguardo la sempre
più diffusa indifferenza, che all’interno della nostra società può essere considerata un
male moderno, attraverso anche l’analisi degli eventi accaduti al G8 di Genova.
Il terzo capitolo si concentra sull’indagine condotta online riguardo stereotipi e
indifferenza, descrivendo il profilo dei partecipanti, gli strumenti utilizzati e i risultati
della ricerca.
Grazie a questo lavoro di ricerca è stato possibile analizzare alcuni importanti fattori
legati ai fenomeni di discriminazione rivolti spesso verso gruppi minoritari, che
avvengono con alta frequenza all’interno della nostra società, risultati che saranno esposti
dettagliatamente nelle conclusioni
1. STEREOTIPI E PREGIUDIZI, UNA REALTÀ ANCORA ATTUALE
Quando si parla di stereotipi e pregiudizi si fa riferimento a fenomeni psicosociali
che influenzano il modo di pensare e giudicare la realtà, anche nelle più semplici
esperienze quotidiane.
Nel corso della storia, anche a causa dei tanti eventi drammatici che hanno avuto
come movente teorico proprio delle convinzioni stereotipate riguardanti in molti casi
gruppi etnici e minoranze, basti ricordare l’antisemitismo con il conseguente genocidio,
i termini pregiudizio e stereotipo hanno assunto sempre più un forte significato negativo,
tanto che è raro trovare chi riconosca esplicitamente di pensare o agire in base ad essi
(Mazzara,1997).
Si potrebbe allora pensare che nella nostra società moderna, sempre più incline ad
accettare valori di uguaglianza e tolleranza e sempre più aperta anche a scambi culturali
fra culture diverse, stereotipi e pregiudizi siano destinati a perdere progressivamente la
loro importanza, in quanto appartenenti a un passato meno civile, ma non è così.
Pregiudizi e stereotipi sono attualmente molto diffusi, in alcuni momenti sembrerebbe
anche più rispetto al passato, si sono però adattati a convivere con i nuovi valori di
razionalità e tolleranza e si sono trasformati da espliciti e aggressivi in impliciti, nascosti
dietro ragionamenti apparentemente sensati (Mazzara,1997).
È allora importante analizzare le caratteristiche proprie degli stereotipi e pregiudizi
e come essi agiscono in modo da saperli riconoscere e contrastare a partire dalle
esperienze di vita concrete.
1.1. Cos’è il pregiudizio
In psicologia con pregiudizio si fa riferimento a un’opinione preconcetta concepita
non per conoscenza precisa e diretta del fatto o della persona, ma sulla base di voci e
opinioni comuni, non corrispondente quindi a una realtà oggettiva, per questo definito
anche come giudizio errato. (Mazzara,1997). Questa convinzione, ovvero del
pregiudizio come giudizio errato, è stata molto condivisa nel corso della storia del
pensiero umano, tanto che già Bacone, agli inizi del Seicento, elaborò una
classificazione degli errori o illusioni dello spirito (gli idola mentis) che non permettono
all’uomo una vera conoscenza del mondo e che devono quindi essere eliminati per
permettergli di predisporsi come tabula rasa (Bacone,1620). Solo così l’uomo sarà
capace di esplorare la realtà in modo autentico e approfondito, non basando più la sua
conoscenza su pregiudizi infondati.
Fra gli errori che appartengono all’esperienza umana, capaci di distorcere la realtà
che il soggetto percepisce, Bacone ha individuato:
- Idola tribus= ovvero errori del genere umano in quanto tale, fra i quali la tendenza
a scegliere, tra i dati di esperienza, quelli che confermano le nostre opinioni e a
tralasciare quelli che le confutano;
- Idola specus= ovvero errori caratteristici del singolo individuo, che dipendono
dallo sviluppo della sua personalità, che lo portano a vedere la realtà in modo differente
dagli altri;
- Idola fori= ovvero errori relativi alle modalità di interazione fra gli uomini, quindi
anche al linguaggio e alle parole, che possono impedire una normale conoscenza;
- Idola theatri= ovvero errori relativi alle tradizioni del passato ma anche favole e
miti.
Non solo Bacone ma anche Galileo e Spinoza si sono interessati della questione
del pregiudizio, sostenendo che il pregiudizio corrisponda a un errore di giudizio e/o a
un’inferenza logica errata, che può essere dedotta anche dall’osservazione della stessa
realtà (Genovese,2003).
L’esigenza di affermazione della verità dei fatti contro ogni forma di preconcetto
corrisponde inoltre a una delle basi della scienza moderna, diventata quindi parte
costitutiva della nostra cultura (Mazzara,1997).
Al pregiudizio si sono poi interessate anche le scienze sociali le quali hanno
individuato altre importanti caratteristiche del pregiudizio, a partire dagli studi di
Gordon Allport con il saggio “La natura del pregiudizio”, in cui ha analizzato in modo
approfondito e puntuale i dispositivi che lo generano, con particolare riferimento a quelli
di tipo negativo (Allport,1973). Le discipline sociali hanno infatti analizzato come il
pregiudizio piuttosto che a eventi e fatti sia rivolto invece spesso verso specifici gruppi
sociali diversi da quello di appartenenza e come tale pregiudizio sia nella maggior parte
dei casi negativo e svalutativo, volto a penalizzare ingiustificatamente lo stesso gruppo
sociale considerato e le persone che ne fanno parte (Mazzara,1997).
Il pregiudizio è “un atteggiamento di rifiuto o di ostilità verso una persona
appartenente a un gruppo, semplicemente in quanto appartenente a quel gruppo, e che
pertanto si presume in possesso di qualità biasimevoli generalmente attribuite al gruppo
medesimo” (Allport,1973,p.10).