Introduzione
Lo spunto per questa tesi mi è giunto durante le lezioni del laboratorio educazione e
sessismo, dalla discussione di alcuni dati riguardanti l'iscrizione di uomini e donne a
facoltà scientifiche ed umanistiche. Constatato il fatto che le università scelte
prevalentemente gli uomini sono quelle che conducono ad un maggior prestigio
professione mi sono chiesta quali potessero essere i motivi. La curiosità e la volontà
di comprendere tali fenomeni mi ha spinto a verificare se ancora oggi esistono
condizionamenti socio culturali al ruolo di genere che propongono stereotipi e limitano
le possibilità di scelta.
Partendo dal primo capitolo tenterò di tracciare un quadro che chiarisca il concetto di
genere quali sono le sue origini i significati socio culturali dai quali è investito e quali
sono i luoghi di maggior trasmissione di questa categorizzazione.
Nel secondo capitolo concentrerò l'attenzione sul genere all'interno del sistema
educativo indagando quali sono le pratiche educative che favoriscono le reificazione di
stereotipi e quali potrebbero essere invece quelle da applicare per auspicare il
superamento di attribuzioni basate sull'appartenenza ad un sesso biologico. Dalla
constatazione del fatto che la scuola influenza le scelte di alunni ed alunne si entra nel
vivo della tesi nel terzo capitolo dove il fulcro è il rapporto tra il genere e la scienza.
Prendendo spunto da dati quantitativi riguardanti i contesti scientifici mi addentrerò in
una descrizione di fenomeni qualitativi che coinvolgono il genere femminile. Assenza
di modelli, segregazione verticale ed orizzontale, ambienti ostili sono solamente alcune
delle pratiche con cui le donne si trovano a confronto nei luoghi di scienza, il mio
obbiettivo sarà quello di comprendere quali dinamiche favoriscono tali fenomeni e quali
sono gli strumenti a disposizione del mondo educativo e pedagogico per contrastarli e
favorire il libero sviluppo di ogni individuo. In un rapporto di continuità con la scienza
si pone il mondo delle tecnologie, ed è proprio su questo universo che si esplica il
quarto capitolo. In questa ultima parte dove ho inteso come tecnologie le Ict's , ovvero
le tecnologie della comunicazione ed informazione, partendo dal presupposto che
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queste hanno cambiato la società nella quale viviamo mi sono domandata quali possono
essere le implicazioni di tali strumenti con il genere, se vi possa essere un rapporto tra
la pedagogia e la tecnologia e se si di quale natura.
In una società avanzata come la nostra, basata su principi teorici ispirati alla parità dei
diritti, all'uguaglianza intesa come espressione di differenziazione e libero accesso alle
risorse si devono purtroppo constatare delle incongruenze. L'osservazione della realtà
fornita dai dati statistici restituisce un quadro non così positivo all'interno del quale è
possibile osservare pratiche ad azioni che ignorano o ostacolano il superamento di
stereotipi e disuguaglianze.
In questo lavoro cercherò di comprendere quali possono essere state le colpe della
pedagogia e dell'educazione, ma soprattutto quali le potenzialità e le risorse che questa
ha a disposizione per stimolare un cambiamento e favorire una più equa partecipazione
di donne e uomini nei luoghi di scienza e tecnologia , cercando di ridurre i rischi di
esclusione del genere femminile da contesti professionali così strategici per la società
futura.
Il mio interesse verso tali relazioni deriva dalla convinzione che se adeguatamente
ponderate queste interazioni e collaborazioni tra pedagogia e attività scientifiche e
tecnologiche potrebbero apportare vantaggi prima di tutto al interno dei loro contesti di
appartenenza e condurre la società in cui viviamo verso il reale esercizio di principi
teorici che attualmente risultano inapplicati o solo parzialmente soddisfatti.
Constatando poi la situazione del nostro paese dove è ripetuto continuamente che siamo
una società bloccata, dove lo sviluppo è pari a zero, dove la meritocrazia è inesistente e
i sistemi di selezione ed assegnazione sono basati sulla cooptazione, la pedagogia può
dall'educazione delle generazioni del futuro favorire la libera espressione di
intelligenze energie e talenti proponendosi come spinta propulsiva ed innovativa a
questa situazione di stallo.
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Capitolo Primo
Introduzione al concetto di genere
1.1 La categorizzazione di genere
Nascere donna o nascere uomo comporta differenze che vanno ben oltre la evidente ed
innegabile componente biologica dei due sessi, questa tipologia di distinzione basata su
elementi prettamente anatomici rivolge il proprio sguardo alle peculiarità fisiche e
riproduttive di cui siamo in possesso fin dalla nascita.
Sulla base di questa variazione di per sé cosi naturale e spontanea si sono eretti ed
hanno trovato improprie giustificazioni comportamenti e stereotipi che per secoli hanno
svalutato il genere femminile. Le caratteristiche sessuali e naturali hanno acquisito
all'interno delle organizzazioni sociali significati che travalicano il loro reale valore
legato alla riproduzione della specie.
É questo il contesto nel quale il concetto di genere è nato e nel quale ha trovato piena
legittimazione. Per secoli l'evoluzione intellettuale ,sociale e personale delle donne è
stata fortemente impedita per non dire annullata dal sistema patriarcale: l'ordine
gerarchico sul quale si ergeva l'organizzazione familiare prevedeva una distinzione
basata sulla convinzione che la donna in quanto fisicamente inferiore dovesse
subordinarsi alle volontà altrui. Il ruolo di cura del focolare e di crescita della prole a
cui era stata rilegata prevedeva il suo svolgimento solamente all'interno delle mura
domestiche, la vita pubblica fatta di relazioni e scambi con il mondo esterno le è stata
per lungo tempo impedita. Il sistema patriarcale si fondava su di un imprescindibile
legame tra biologico e culturale, ed è proprio su tale unione che è stato costruito un
ordine sociale a misura d'uomo ignorando e trascurando volontariamente le esigenze ma
anche i contributi che il genere femminile avrebbe potuto offrire.Tutto ciò ha provocato
assenza di modelli femminili di identificazione e rappresentazione liberi su misura ed
ha costretto innumerevoli donne a misurarsi con un contesto che, essendo fondato sul
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maschile- neutro provocava in loro frustrazioni e senso di inadeguatezza. Proprio di
questa incongruenza fortemente nociva alle donne si è nutrito il dominio il potere ed il
controllo maschile. Ad ognuna delle due categorie sessuali venivano attribuite precise
capacità, competenze e metodi di interazione. All'universo maschile, dotato di logos,
intraprendente, indirizzato alla cultura ad al ragionamento, doveva indiscutibilmente
corrispondere un universo che lo compensasse, ovvero quello femminile rilegato alla
dimensione privata, incapace di compiere ragionamenti perché detentore di un sapere
minore , privo di ogni ambizione, distante dalla cultura e subordinato .Tutto ciò che ho
tentato fin ora di spiegare credo trovi un espressione consuntiva nelle parole della
Professoressa Simonetta Ulivieri:
Del resto sappiamo bene che nella cultura patriarcale il nascere femmina significava non avere intelletto, non avere
capacità raziocinanti e soprattutto non poter accedere ai processi di formazione propedeutici alle carriere e alle
professioni più prestigiose e importanti.In questo senso la storia dell'educazione si identifica quasi del tutto con
l'educazione del ragazzo e del giovane uomo, relegando ai margini o escludendo del tutto le bambine e le giovani
donne
1
.
In questa attribuzione di significati sociali a delle caratteristiche fisiche si inserisce il
genere.Il termine genere nasce in aperto contrasto a questa lettura della diversità
anatomiche con l'obbiettivo di denunciare le pratiche discriminatorie che da essa sono
sempre derivate e rappresenta la forte volontà di affermare che destino biologico e
destino culturale non sono intrinsecamente collegati ma ben distinti tra loro. L'unico
artefice di questa fittizia sovrapposizione è l'uomo. Il termine indica ,quindi, tratti
culturali interiorizzati nei processi educativi e di socializzazione attraverso i quali, i
soggetti apprendono ciò che è necessario per interpretare in modo più coerente possibile
il ruolo sociale attribuito al proprio sesso di appartenenza.In altre parole rappresenta
comportamenti, atteggiamenti, norme di condotta, competenze relazionali ed
intellettuali che le aspettative sociali assegnano ad ognuna delle due categorie sessuali
delle quali pretenderà la piena acquisizione, pena l'allontanamento e l'isolamento.
Parlare di genere corrisponde quindi “alla costruzione sociale del sesso”
2
sottolineando
1 S. ULIVIERI , Educare al femminile, ETS, Pisa 1995, p. 24-25.
2 F. SARTORI, Differenze e disuguaglianze di genere,Il Mulino, Bologna 2009, p. 16-17.
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che è importante riconoscerlo ma esclusivamente nella sua funzione genetica e
biologico riproduttiva e non nella funzione di guida dei destini personali che per
troppo tempo le è stata impropriamente affidata.
Tale codice relazionale tra uomini e donne, storicamente determinato dal contesto socio
culturale, sfociava in un assegnazione di ruoli rigida e difficilmente modificabile.Un
assegnazione, che proprio per queste caratteristiche di imposizione e suddivisione dei
compiti e dei modi di essere a seconda del sesso diviene una chiara applicazione di
stereotipi sessisti. La grande pericolosità dei preconcetti in generale ma in modo
particolare quelli legati al genere è che, oltre a fissare schemi mentali estremamente
semplificati che indirizzano ciò che una persona deve diventare secondo il contesto,
alimentano il giudizio che tale suddivisione incoraggia all'interno della società. In base
a categorizzazioni ricorrenti si decide se un comportamento è attribuibile all'uno o
all'altro sesso e se un comportamento può essere accettato a seconda che
venga messo in atto da un uomo o da un donna.
Questa sorta di “funzione normativa”
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nel definire pratiche desiderabili e accettabili per
ogni sesso penalizza, nonostante sia limitante per entrambe, maggiormente le donne.
Sono loro che, costrette a ricoprire ruoli minoritari a beneficio del mondo che le
circonda e quasi mai volti a soddisfare i propri interessi, si trovano a dover combattere
contro aspri giudizi e forti resistenze ogni volta che imboccano la strada del
cambiamento.
Il concetto di genere e gli studi correlati possono svolgere in opposizione a tali
impostazioni una forte azione. Capire che la società è analizzabile attraverso molteplici
prospettive, costringe la cultura maschile ad abbandonare quel ruolo di egemonia
indiscutibile e giudicante del quale si era auto investita, per vestire i nuovi panni di un
punto di vista parziale che per essere avvalorato ha bisogno di confrontarsi con
l'alterità. Un ottica che quindi dovrà condividere la funzione regolatrice della società
con una nuova o comunque recente prospettiva femminile.
3 B. GELLI ,Psicologia della differenza di genere.Soggettività femminili tra vecchi pregiudizi e nuova cultura, Franco
Angeli, Milano 2009
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Si è visto infatti che soltanto l'attiva influenza dei due sessi l'uno sull'altro, i loro legami, i loro contrasti creano la
condizione femminile e la condizione maschile, quelle modalità di vita cioè in cui i due sessi intrecciano la propria
esistenza. Genere dunque , oltre che un codice binario, è anche un codice che implica reciprocità, dialettica costante
tra le sue componenti di base.
Uomini e donne, maschile e femminile, relazioni e interazioni, infine il modo con cui questi due tipi umani
esperiscono, subiscono e modificano nel tempo il rapporto tra loro e col mondo, tutto ciò è incluso nello statuto del
termine “genere”
4
.
Aver preso coscienza di uno squilibrio esistente nella società e di una insoddisfacente
divisione dei ruoli, non deve solamente condurre all'aggiunta addizionale del genere
femminile a quello maschile inquanto, non si tratta di sovrapporre e modellare la spinta
emancipatrice femminile a ciò che è già in uso ma deve implicare un processo di
evoluzione e ripensamento generale ben più complesso e nobile.
Nobilitante non solo per quel che riguarda le donne ma ogni ambito sociale. Le
potenzialità innovatrici, che il pensare in un ottica di genere porta con sé,devono
investire le istituzioni familiari, educative, lavorative e culturali con l'obbiettivo di
sviluppare un contesto sociale nel quale donne ma anche uomini siano liberi di
compiere scelte congrue alle loro reali aspirazioni. Molto eloquente per quanto riguarda
questa idea di libero sviluppo è la metafora utilizzata dalle autrici Piccone Stella e
Saraceno le quali prendendo spunto da una riflessione di Linda Nicholson:
Il corredo biologico non è una stampella alla quale appendere i diversi artefatti della cultura, ma esso stesso una
variabile[.....]L'aver individuato l'aspetto binario, diviso, del soggetto umano sessuato ha permesso di aprire uno
spazio nel pensiero maschile cosiddetto neutrale, di divaricare la sua apparente unitarietà.Da qui sono nate le nozioni
di differenza sessuale e quella di genere che fornisco l'accesso ad una realtà doppia , a una polarità tra esseri umani
diversi
5
.
Il genere è quindi un importante strumento conoscitivo che ha permesso alle donne di
emergere da una lunga storia celata, affermando la loro presenza in questa nuova
visione dualistica e rifiutando l'utilizzo di differenze biologiche per convalidare
attribuzioni culturali sui generi maschile e femminile. Attraverso una riflessione più
lungimirante si può però auspicare un superamento di questa polarizzazione procedendo
verso una lettura della realtà che non abbia bisogno di categorizzazioni, ma per questo
4 S. PICCONE STELLA– C. SARACENO [a cura di], Genere la costruzione sociale del maschile e femminile,Il Mulino, Bologna
1996, p. 8-9.
5 IVI, p. 19-20.
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servono tanta consapevolezza e tanta volontà di cambiamento che purtroppo in molte
agenzie protagoniste della nostra società sembrano mancare.
1.2 Il genere nelle principali agenzie sociali
1.2.1 I contesti principali
La costruzione sociale dell'identità di genere ha inizio fin dai primissimi anni di ogni
bambino e gli schemi mentali introiettati accompagnano l'individuo per il resto della
vita. Le agenzie protagoniste dell'attuazione di tale processo sono indubbiamente la
famiglia e la scuola mentre tra quelle che meglio consentono un analisi
dell'applicazione e del mantenimento degli stereotipi sessisti nella società troviamo il
mondo del lavoro. Sono questi i contesti che definiscono gli obbiettivi , i metodi e gli
strumenti con cui delineare le caratteristiche e le immagini che compongono il quadro
delle aspettative sociali rispetto ai sessi di appartenenza.
Rivolgere l'attenzione a dinamiche di genere comprende ovviamente uno studio degli
ambiti dove diveniamo donne e uomini e delle situazioni dove esserlo fa differenza.
Un elemento che accomuna tutti questi contesti è la loro azione educativa squilibrata
riguardo i ruoli di genere svolta in maniera irresponsabile e privandola del suo reale
significato. Famiglia, scuola e lavoro sono i luoghi quotidiani di socializzazione dove si
apprende e si trasmette l'associazione tra sesso biologico e ruolo sociale ,in ognuno dei
tre si esplicano atteggiamenti , condotte educative ed aspettative che influenzano la
crescita libera dei bambini, degli adolescenti ed indirizzano infine le scelte lavorative
delle persone con particolari svantaggi per le donne.
Ad ognuno di questi ambienti si possono accostare delle pratiche ben definite e cercare
di descriverle sarà l'intento dei paragrafi che seguiranno; attenzione particolare visto lo
scopo della mia tesi sarà rivolto all'ambito della trasmissione di stereotipi di genere
nelle scuole a cui dedicherò un capitolo successivamente, adesso
la mia attenzione, e spero anche la vostra, sarà rivolta a famiglia e mondo del lavoro.
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