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Introduzione
Uomini e donne sono diversi, vivono in mondi diversi, con valori e regole diversi:
l’unica cosa che hanno in comune è l’appartenenza alla stessa specie.
Gli uomini detengono il controllo del telecomando e cambiano continuamente
canale, mentre le donne non disdegnano le pubblicità. Quando sono sotto pressione, i
primi bevono alcolici e invadono altri paesi, le seconde mangiano cioccolato e si danno
allo shopping.
Le donne criticano gli uomini accusandoli di essere insensibili, disattenti, di non
ascoltare, di non essere affettuosi o compassionevoli, di non parlare, di non impegnarsi
nelle relazioni.
Contrariamente, gli uomini le accusano di non saper guidare, di non essere in
grado di leggere le indicazione e le carte stradali, di non avere il minimo senso
d’orientamento, di parlare troppo senza mai arrivare al punto.
Gli uomini sembrano non trovare mai quello che cercano, ma i loro cd sono tutti
in ordine alfabetico; le donne riescono sempre a trovare il paio di chiavi mancanti, ma
raramente la strada più diretta per raggiungere una meta. I primi pensano di essere il
sesso più sensibile. Le seconde sanno di esserlo.
I maschi non si capacitano di come una donna non riesca a vedere la spia
dell’olio che lampeggia sul cruscotto, però riesca ad individuare un calzino sporco in
un angolo buio a cinquanta metri di distanza.
Se una donna si perde, si ferma e chiede indicazioni; per un uomo ciò
rappresenta un segno di debolezza. ( Allan e Barbara Pease, 2001)
Nella società in cui viviamo continuano a persistere questi tipi di stereotipi?
Obiettivo del presente lavoro di tesi è la costruzione e la validazione di uno
strumento finalizzato alla rilevazione degli atteggiamenti nei confronti degli stereotipi di
genere.
Lo stereotipo è un insieme di credenze, rappresentazioni semplificate della
realtà e opinioni rigidamente connesse tra di loro, che un gruppo sociale associa a un
altro gruppo.
L‟uso della parola risale al 1700, quando veniva utilizzata dai tipografi per
indicare la riproduzione, tramite lastre fisse, delle stampe.
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Il termine, dal greco stereòs = rigido e tòpos = impronta, viene introdotto per la
prima volta nelle scienze sociali da Walter Lippmann (1922) nell‟ambito di uno studio
sui processi di formazione dell‟opinione pubblica. Secondo Lippmann il rapporto
conoscitivo con il mondo esterno non è diretto, ma mediato dalle immagini mentali che
ognuno si costruisce di quella realtà. Tali immagini, gli stereotipi appunto, altro non
sono se non delle semplificazioni superficiali e rigide che la nostra mente crea quali
scorciatoie per comprendere l‟infinita complessità del mondo esterno. Proprio per
questo loro carattere di costruzione mediata socialmente, gli stereotipi, che possono
essere più o meno rigidi, rivestono una funzione in qualche modo difensiva dell‟identità
del gruppo che li ha prodotti, poiché concorrono al mantenimento del sistema sociale
che li ha generati. Caratteristica degli stereotipi è la loro persistenza attraverso le
generazioni, restano infatti quasi indifferenti alla realtà che si evolve e che modifica le
condizioni in cui avevano avuto origine e senso.
Il genere è la declinazione culturale della dimensione biologica del sesso.
Le diversità sessuali si articolano, in ogni società, in comportamenti che sono
ritenuti appannaggio dei due sessi, atteggiamenti che vengono condivisi come maschili
o femminili dal gruppo sociale di riferimento.
Le differenze di genere riguardano la posizione relativamente assegnata al
maschile e al femminile nell‟organizzazione della vita, del lavoro e della famiglia. Le
idee relative al genere sono, quindi, pervasive di ogni ambito sociale.
Gli stereotipi di genere sono un insieme rigido di credenze condivise e
trasmesse socialmente, su quelle che sono e devono essere le caratteristiche e le attività
tipiche dei due sessi. L‟uso degli stereotipi di genere conduce a una percezione rigida e
distorta della realtà, che si basa su ciò che noi intendiamo per femminile e maschile e su
ciò che ci aspettiamo dagli uomini e dalle donne. Si tratta di aspettative consolidate
riguardo i ruoli sociali nel lavoro e nella famiglia e sulle caratteristiche culturali,
caratteriali e relazionali che uomini e donne dovrebbero assumere in relazione al loro
sesso biologico.
Nei capitoli che seguono verranno descritti gli strumenti e i metodi di un‟indagine
pilota, al fine di rilevare la persistenza o meno degli stereotipi di genere nella nostra
società. Nel capitolo primo verrà descritta la costruzione dello strumento di rilevazione:
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il questionario, del quale vengono presentate le dimensioni di analisi, e il five factor
model, composto da una lista di quarantacinque aggettivi che rimandano ai cinque
fattori quali l‟estroversione, la gradevolezza, la coscienziosità, la stabilità emotiva e
l‟apertura verso l‟esperienza. Nel secondo capitolo vengono esposti i dati ottenuti
dall‟indagine, che verranno analizzati attraverso il programma SPSS. Nel terzo capitolo
verranno descritti i metodi di rilevazione degli atteggiamenti, la scala di Likert, e il
modello di Rash, attraverso il quale si giungerà alla validazione degli strumenti di
rilevazione.
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Capitolo I
Costruzione di uno strumento per la misurazione
degli atteggiamenti relativi agli stereotipi di
genere
Premessa
Nel seguente capitolo verranno descritti gli strumenti di rilevazione e di
misurazione degli atteggiamenti relativi agli stereotipi di genere: il questionario e il
modello a cinque fattori.
Con il termine atteggiamento si indica la disposizione di ogni persona di produrre
risposte determinate dall‟ambiente familiare o sociale.
Gli atteggiamenti sono, quindi, credenze di fondo che non possono essere rilevate
in modo diretto. Da ciò consegue la necessità di procedere all‟operativizzazione dei
concetti o variabili latenti tramite l‟individuazione di indicatori direttamente osservabili,
che presentino un rapporto di indicazione con il concetto che si intende misurare.
1.1 Il questionario
Le domande che compongo il questionario dell‟indagine sono nate dalla
lettura di libri quali Gli uomini vengono da Marte, le donne da Venere ( John Gray,
1992), Perché le donne non sanno leggere le cartine e gli uomini non si fermano
mai a chiedere? ( Allan e Barbara Pease, 2001) e da ricerche nei blog e social
network.
Inoltre il questionario è stato costruito esplicitando le dimensioni di analisi,
attraverso le quali si vogliono indagare gli atteggiamenti riguardo gli stereotipi di
genere.
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1.1.1 L’individuazione delle dimensioni per l’analisi
Sono state individuate le seguenti aree di analisi:
Dimensione lavorativa, che può essere indagata tenendo in considerazione
la percezione dei ruoli degli uomini e delle donne sul posto di lavoro;
Dimensione familiare, che è misurata in riferimento ai compiti all‟interno
della famiglia;
Dimensione formativa/culturale, che si articola nelle predisposizioni a
determinate aree del sapere;
Dimensione caratteriale, che si compone delle caratteristiche
comportamentali;
Dimensione relazionale, in cui vengono analizzate le differenti modalità di
rapportarsi alle persone.
Figura 1.1: Albero delle aree per la rappresentazione delle dimensioni di analisi
Per ogni dimensione si dovrà procedere all‟individuazione delle variabili da rilevare
secondo la procedura di operativizzazione.
1.1.2 L’operativizzazione delle variabili latenti
Per ognuna delle dimensioni considerate è necessario procedere all‟individuazione
delle variabili manifeste per misurare la corrispondente variabile latente.
Dovendo rilevare degli atteggiamenti, sono state costruite batterie di domande
basate su una versione semplificata della scala di Likert.
Stereotipi di
genere
Dimensione
lavorativa
Dimensione
familiare
Dimensione
formativa/
culturale
Dimensione
caratteriale
Dimensione
relazionale
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Nella seguente indagine sono state utilizzate quattro modalità di risposta: “Non
sono affatto d’accordo”, “Non sono d’accordo”, “Sono d’accordo”, “Sono molto
d’accordo”
Per rilevare gli atteggiamenti nella dimensione lavorativa sono state considerate le
affermazioni riportate nella seguente batteria di domande.
Dimensione lavorativa
Esprimi il tuo grado di accordo con quanto espresso dalle seguenti affermazioni
Non sono
affatto
d‟accordo
Non sono
d‟accordo
Sono
d‟accordo
Sono molto
d‟accordo
1.Le donne tendono a sottovalutarsi
2.Esistono ostacoli alla realizzazione
lavorativa delle donne
3.Nel mondo del lavoro l‟aspetto fisico per
una donna è una barriera
4.Per le donne nel mondo del lavoro la
maternità e la presenza di figli sono un
ostacolo alla realizzazione personale
lavorativa
5.I pregiudizi culturali nel mondo del lavoro
ostacolano la carriera delle donne
6.La donna bella non ha capacità intellettuali
o professionali
7.Determinate professioni non possono essere
svolte dalle donne (es. pilota)
8.Le donne per fare carriera devono assumere
comportamenti maschili
9.Le donne devono rinunciare alla carriera se
si dedicano alla famiglia
10.Le donne se lavorano devono rinunciare
alla maternità
11.Per le donne le relazioni sono più
importanti del lavoro
12.Le donne devono rinunciare alla cura
dell‟estetica se vogliono imporsi
professionalmente
13.Le donne non sanno lavorare in gruppo
14.Per gli uomini è importante raggiungere gli
obiettivi
15.Determinate professioni restano tipiche
degli uomini (es. politico, professore
universitario,chef,chirurgo)
16.Gli uomini danno importanza al potere,
alla competenza, all‟efficienza, ai risultati
17.Gli uomini sono più portati per il problem-
solving
18.L‟autostima degli uomini in ambito
lavorativo aumenta con i successi conseguiti
19.Nella vita lavorativa gli uomini vogliono
potere e prestigio sociale