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Capitolo 1
Introduzione
1.1 Premessa
Fin dai temi più antichi l’uomo ha trovato sostentamento
dalle sorgenti d’acqua dolce, basti ricordare la Mesopotamia,
civiltà sviluppata a ridosso di due fiumi, il Tigri e l’Eufrate.
Nei tempi successivi, l’utilizzo di alcuni sistemi inizialmente
anche rudimentali, poi via via sempre più strutturati, di
approvvigionamento idrico, come gli acquedotti romani, ha
permesso l’evolversi di diverse città e civiltà, anche a
distanze ragguardevoli dalle sorgenti in modo da poter
garantire il soddisfacimento della richiesta d’acqua da parte
degli utenti. Tuttavia, l’annosa questione del mancato
soddisfacimento della domanda idrica è una questione
perpetuata in Italia, soprattutto in Sicilia. La poca
disponibilità delle risorse e la cattiva gestione della
distribuzione a fatto si che l’acqua divenisse un bene limitato
e costoso. Il presente lavoro si inquadra in tale contesto,
analizzando e proponendo soluzioni alla situazione relativa
all’approvvigionamento idrico del comune di Torregrotta, in
provincia di Messina.
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1.2 Obiettivi
L’acqua è un bene primario per l’uomo, ma per diversi
motivi alla popolazione non è sempre stato garantito il
soddisfacimento delle richieste. In quest’ottica la finalità di
questo studio è l’analisi dello stato di fatto e l’individuazione
della rete acquedottistica di un piccolo comune in provincia
di Messina, il comune di Torregrotta. L’obbiettivo che ci
siamo posti è quello di individuare le cause che portano alla
mancata erogazione in diverse zone del territorio comunale
e riuscire a trovare una soluzione progettuale che possa
conciliare fattibilità esecutiva e costi di realizzazione. Alla
determinazione dello stato di fatto hanno collaborato tecnici
ed operari comunali, fatto da cui si evince che l’interesse è
comune.
Figura 1.1 Inquadramento satellitare del territorio in questione
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1.3 Metodologie e fasi del lavoro
In questo studio si sono volute utilizzare metodologie di
calcolo ampiamente affinate nell’ambito dello studio delle
correnti in pressione. Si sono costruiti modelli specifici per il
caso in studio ed i risultati sono stati confrontati con le
analisi effettuate medianti software commerciali. Il lavoro si
articola in capitoli; in particolare:
- nel Capitolo 2 si da spazio all’inquadramento
territoriale e alla situazione idrica attuale;
- il Capitolo 3 è dedicato al calcolo del fabbisogno
idrico attuale e futuro;
- il Capitolo 4 riguarda la verifica dello stato attuale
con specifici modelli di calcolo;
- il Capito 5 si focalizza sulla progettazione
dell’impianto allo scopo di sanare alcune delle
problematiche emerse;
- nel Capitolo 6 si riportano le conclusioni, a cui si è
giunti.
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Capitolo 2
Inquadramento generale e stato di fatto
della rete acquedottistica
2.1 Il territorio servito
L’acquedotto oggetto del presente studio è localizzato nel
comune di Torregrotta, in provincia di Messina.
L’estensione territoriale del Comune di Torregrotta è pari a
Kmq. 4,22, tra le coordinate geografiche di 38°11’ di
latitudine e 12°20’ e 15°22’ di longitudine (rispetto al
meridiano di Monte Mario). Il territorio confina con i
Comuni di Monforte S. Giorgio (Ovest e Sud) Valdina e
Roccavaldina (Est), e con il Mar Tirreno a Nord. Le
caratteristiche orografiche sono dominate per gran parte da
pianura, con andamento lievemente digradante dal confine
Sud, rappresentato da un tratto del Torrente Bagheria, fino
alla fascia costiera. Tuttavia, a Sud-Est, l’orografia si
modifica, innalzandosi bruscamente per formare un rilievo
collinare. La gran parte del territorio si sviluppa lungo la
piana costiera, che caratterizza la parte est della zona
alluvionale formata dalla Fiumara del Niceto. Nella parte
più interna, l’andamento altimetrico si modifica assumendo
l’aspetto collinare. In epoca più recente, in concomitanza con
lo sviluppo di comuni rivieraschi, anche Torregrotta ha
subito un’espansione urbana proprio nell’area più vicina
alle vie di grande comunicazione, strada statale n.113 e linea
ferroviaria ME-PA. Il territorio è ricco di falde acquifere ciò
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è dovuto ai litotipi che caratterizzano il sito, in particolare
nella contrata Benefizzio è presente il più importate
acquifero in pressione, che è la falda del Niceto, luogo dove
sono situati i pozzi che alimentano la rete acquedottistica del
comune.
2.2 Introduzione storica
L’acquedotto di Torregrotta si è sviluppato insieme al paese,
rimarcando lo status dei servizi del comune sia nel passato
che nel presente. La prima linea risale agli anni ‘60, costituita
da tubi in ghisa, tale sistema idrico “primitivo” erogava
acqua alla zona di Grotta e Crocieri, unici nuclei abitativi.
Lungo il percorso sono presenti diversi pozzi dei quali, in
passato, i residenti facevano ampio uso sia per scopo
agricolo che civile. Un esempio è il pozzo situato in
prospicienza della cupola geodetica non più in uso, oltre a
svariati esempi nella piana, in particolare nelle campagne
lungo la contrada Benefizio e via Regione Siciliana. Con
l’avvento del boom dell’edilizia, negli anni 70/80 sorgono i
primi problemi, con l’approvazione dei Piani di
Fabbricazione si rende necessario una modifica sostanziale
alla rete. Si va così a costruire una rete prevalentemente
costituita in acciaio e vengono adeguati i pozzi al fine di far
defluire una portata maggiore ai serbatoi. Questi ultimi sono
situati nella contrada di Maddalena bassa. Il serbatoio
riportato nella figura 2.2 è dotato di due vasche di accumulo
complessivamente da 1000m
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mentre il secondo è dotato di
una sola vasca da 250m
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. Nel 1972 per far fronte alla
crescente domanda, nasce una nuova linea idrica capace di
alimentare i comuni di Torregrotta, Valdina, Venetico e
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Spadafora, rappresentati a livello politico e amministrativo
da un consorzio intercomunale chiamato “consorzio
Niceto”. L’aumento esponenziale della popolazione
provocò dei disagi sin dagli anni ‘80, portando a delle
manomissioni della rete a danno dei cittadini dei paesi
limitrofi generando una vera e propria “guerra dell’acqua”.
Negli anni ‘90-2000 si è voluta sviluppare la rete con la
realizzazione di un ulteriore serbatoio ubicato nella contrata
Maddalena alta, dotato di una capacità di 600m
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, inoltre si
sono aggiunte ulteriori maglie costituite da condotte in
polietilene, entrate in funzione negli anni 2000. Nel 2017 a
seguito di un continuo verificarsi di anomalie nella rete, si è
voluto eseguire un lavoro di miglioramento del pozzo con la
posa di un’elettropompa da 80 HP e l’allargamento del
pozzo da 25cm a 40cm di diametro, risolvendo in parte il
problema relativo all’eccessiva riduzione del volume idrico
nei serbatoi. Altre anomalie sono dovute al cattivo stato di
un pozzo consortile che, secondo quanto riportato dai
tecnici, risulterebbe in parte franato.
Figura 2.1 serbatoio-1 (Contr. Maddalena bassa)
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2.3 Le opere di presa ed adduzione ai
serbatoi
L’acquedotto di Torregrotta si serve di tre pozzi di
captazione distinti, ubicati in contrada Benefizzio. Un pozzo
è di proprietà del comune di Torregrotta mentre gli altri del
consorzio A.C.A.V.N. (Azienda Consortile Acquedotti Vena
e Niceto). Quest’ultimo eroga il servizio all’acquedotto del
comune attraverso un ripartitore ubicato in prossimità dei
serbatoi della Maddalena bassa. Nel pozzo di proprietà
comunale è presente una elettropompa sommersa a 33 metri
dal piano di campagna da 80HP (con un riduttore di
pressione posto in prossimità dell’impianto la potenza utile
la si fa scendere a 60HP) utilizzata per addurre l’acqua dal
pozzo ai serbatoi, con una portata media erogata
dall’elettropompa sommersa di 32 l/s. La prevalenza
geodetica tra l’impianto e i serbatoi della maddalena bassa è
di 50 metri. Mentre la prevalenza tra il serbatoio della
Maddalena alta e l’impianto è di 141 metri, tale dislivello è
superato da un impianto di sollevamento sito in prossimità
del campo sportivo. L’impianto di captazione e
sollevamento di proprietà del consorzio è dotato di una
potenza di 180KW capace di far superare alla corrente idrica
il dislivello presente tra la quota del pozzo e il partitore.
Inoltre la portate media captata dai due pozzi consortili è di
15l/s ciascuno, secondo quanto riportato dal PRG
Acquedotti 2012. Le condotte di mandata, dal pozzo
comunale ai serbatoi, sono in polietilene con diametro 110
mm per la condotta che rifornisce i serbatoi della Maddalena
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bassa mentre è dello stesso materiale ma diametro di 125
mm la condotta che rifornisce i serbatoi della Maddalena
alta. In figura2.2-3 si riporta uno schema semplificativo e
uno planimetrico del sistema descritto.
Figura 2.2 schema semplificato degli impianti di captazione e
adduzione
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Figura 2.3 schema planimetrico degli impianti di captazione e
adduzione
2.4 I serbatoi
In testata alla rete di distribuzione troviamo tre serbatoi,
due ubicati in Contrada Maddalena bassa, nei pressi del
cimitero, mentre il terzo è situato nella Maddalena alta. I
primi due d’ora in avanti saranno chiamati
rispettivamente “serbatoio 1 e 2”, mentre l’ultimo
“serbatoio 3”. Il ruolo dei serbatoi è di compenso e
distribuzione, essi collegano direttamente l’adduttrice
con la rete di distribuzione tramite un circuito idraulico
appositamente predisposto nella camera di manovra.
L’adduttrice esterna entra nella camera di manovra ed
alimenta attraverso un collettore, con saracinesche di
sezionamento, le vasche. La rete viene alimentata tramite
dei collettori con saracinesche di sezionamento dal fondo
della vasca.
Il serbatoio 1 è caratterizzato da un edificio semicantinato
composto da due vasche di forma circolare con diametro
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pari a 12 m, mentre l’altezza utile della vasca è di 4,40m,
con un totale di volume di 500m
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per ogni vasca. La
condotta di arrivo è in polietilene da 110 mm PN16 con
diametro interno da 90mm, mentre quella di mandata è
di 110mm in acciaio.
Figura 2.4 progetto del serbatoio di Torregrotta anno 1974
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Figura 2.5 serbatoio 1
Il serbatoio 2 è il più vetusto poiché risale a prima del
1974. È caratterizzato da un edificio a forma rettangolare,
dotato di una vasca con capienza 250m
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. Esso è collegato
in serie col serbatoio 1, ai fini dei calcoli possiamo
considerarli formati da un unico serbatoio come già è
stato fatto indicato nella figura 2.2. La pigna di presa è
collocata per entrambi a quota 75 m.s.l.m., mentre il
livello idrico teorizzato in progetto è a quota 80 m.s.l.m.
Il serbatoio 3 è stato edificato in tempi successivi, è a
forma rettangolare dotato di una vasca da 600 m
3
, la
condotta di arrivo è da 125 mm in polietilene PN16 con
diametro interno da 102 mm, mentre la condotta di
mandata è di 125 mm in polietilene PN16 102 mm di
diametro interno. Il livello idrico della vasca è a quota 171
ms.l.m.