PREMESSE
presenti nel acquedotto in esame e definire quindi le procedure operative e le tecnologie da
applicare per ottimizzare la situazione.
La sottrazione di acqua ai corpi idrici superficiali e sotterranei è la maggior fonte di pressione
sulle risorse di acqua dolce nel momento in cui le stesse non sono più sufficienti a coprire i
fabbisogni della popolazione locale. L’impoverimento delle risorse idriche superficiali e
sotterranee può influire negativamente sulla sostenibilità, imponendo vincoli sull’economia,
sullo sviluppo locale, sulla biodiversità e sugli ecosistemi. Nel territorio da alcuni anni si
aggravano i problemi relativi alla disponibilità della risorsa, imputabili sia ai prolungati periodi
siccitosi, e non di meno alla mancanza di pianificazione e razionalizzazione degli usi della
risorsa. Basti pensare che per decenni è stato esercitato un prelievo indiscriminato diretto della
risorsa dai fiumi per uso agricolo e industriale che ha determinato impatti di non poca entità sulla
qualità ambientale dei corsi d’acqua provinciali. Anche il corretto funzionamento e l’efficienza
delle reti tecnologiche di distribuzione e depurazione delle acque è senza dubbio alla base di una
gestione sostenibile della risorsa idrica.
Lo stato dell’arte nella gestione delle perdite e delle modalità pratiche e di gestione dei
sistemi acquedottistici è rappresentato in questo momento dall’approccio pratico promosso dalla
Water Losses Task Force dell’IWA (Internationali Water Association). La Task Force, fondata
nel 1996, comprende specialisti da tutto il mondo ed è impegnata nello sviluppo e la
standardizzazione delle migliore pratiche per il controllo delle perdite idriche.
La Strategia d’Azione Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile in Italia individua come
obiettivo generale da perseguire la conservazione o il ripristino della risorsa idrica attraverso gli
obiettivi specifici di: riduzione delle perdite nel settore civile e agricolo, riduzione dei consumi
miglioramento della gestione in tempo reale dei prelievi, accumulo, adduzione e distribuzione.
Sviluppi nell’ultimo decennio
Durante l’ultimo decennio è stato sviluppato, e testato a livello internazionale, un approccio
sistematico e tecnicamente robusto alla gestione tecnica dell’Acqua Non Fatturata (Non-Revenue
Water) e delle sue componenti, principalmente per merito dei membri della Water Losses Task
Force dell’IWA (International Water Association).
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PREMESSE
• 1994: Concetto BABE (background and burst estimates) per l’analisi e la previsione
delle componenti delle Perdite Reali annue e delle componenti delle portate notturne;
• 1994: Concetto FAVAD (Fixed and Variable Area Discharges) per l’analisi e la
previsione delle relazioni tra pressione e livello di perdita e tra pressione e consumi;
• 1999: Sviluppo degli indicatori di performance “best practice” per la gestione
operativa delle Perdite Reali, inclusa una formula per predire le Perdite Reali
Inevitabili (minimo tecnico) specificatamente per ogni singolo sistema,in base ai
valori dei principali parametri;
• 2000: Definizione del Bilancio Idrico Internazionale e degli Indicatori di Performance
“best practice”;
• 2002: Introduzione dei limiti di confidenza del 95% nel Bilancio Idrico ed in altri
calcoli;
Fondazione AMGA organizza periodicamente Workshop, patrocinati da Federgasacqua e
dal Ministero dell’Ambiente, finalizzati a far conoscere ai partecipanti l’approccio alla Gestione
delle Perdite promosso dall’International Water Association e a consentire l’applicazione
pratica delle metodologie nelle proprie reti di distribuzione. Gli obiettivi del Gruppo di Lavoro
sono: promuovere in Italia un approccio positivo alla riduzione dell’Acqua Non Fatturata e in
particolare delle Perdite Reali; supportare le iniziative regionali e nazionali in Italia che
promuovono l’applicazione delle migliori pratiche per la gestione delle reti idriche; stabilire e
mantenere collegamenti con la IWA Water Losses Task Force; promuovere la gestione attiva
della pressione per ridurre le perdite e la frequenza delle rotture e per estendere la vita delle
infrastrutture; promuovere il controllo attivo delle perdite per limitare la vita delle perdite non
segnalate; scambiare liberamente esperienze e informazioni tra i membri e con i colleghi a livello
internazionale (per esempio, i progetti Europei TILDE, CAREW e HydroPlan); raccogliere e
pubblicare i dati sui metodi ed i risultati nel settore della gestione delle perdite in Italia, compresi
confronti sulle performance a livello Regionale, Nazionale e Internazionale (se del caso, in
formato anonimo); ecc.
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INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
La tesi di laurea da me svolta è divisa in due parti. La prima parte “Stato dell’arte sulle
perdite nelle reti di acquedotto” è quella compilativa. E’ un quadro completo delle problematiche
nel campo della gestione dei acquedotti e delle buone pratiche esistenti per capire, analizzare e
combattere le perdite d’acqua nelle reti di acquedotto.
La seconda parte “Simulazioni numeriche sui acquedotti di Volterra” è la raccolta degli studi
eseguiti per L’Ente Gestore dei acquedotti di Volterra e riguarda i studi eseguiti da me
sull’analisi, gestione e ottimizzazione dei acquedotti.
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Stato dell’Arte sulle perdite nelle reti di acquedotto
I. PERTE : STATO DELL’ARTE SULLE PERDITE NELLE
RETI DI ACQUEDOTTO
Capitolo 1: LEGISLAZIONE E NORMATIVA IN VIGORE
http://www.ambientediritto.it/Legislazione/ACQUA/ACQUA.htm
LEGGE “Galli” 5 gennaio 1994, n. 36 “Disposizioni in materia di risorse idriche.”
Con la legge nota come “Legge Galli”, è stato avviato in Italia un profondo processo di
modernizzazione e riorganizzazione del settore idrico, reso scarsamente efficiente dall’estrema
frammentazione degli operatori (oltre 13.000 nel 1994). Questa frammentazione impediva
l’affermarsi di una gestione efficiente di tipo industriale e determinava una disomogeneità degli
standard qualitativi del servizio. Per fare fronte a questa situazione, la legge assegna alle autorità
regionali e locali la riorganizzazione dei servizi di acquedotto e smaltimento attraverso
un’integrazione territoriale.
I principi della legge Galli:
• integrazione territoriale e industriale, attraverso l’introduzione degli Ambiti Territoriali
Ottimali (A.T.O);
• separazione tra le seguenti funzioni:
- programmazione, regolamentazione, organizzazione e controllo del servizio idrico,
che devono essere svolte dalle autorità locali;
- gestione del servizio, affidata ad un operatore unico indipendente;
- proprietà delle infrastrutture;
• copertura completa dei costi operativi e di investimento;
• obblighi di efficienza e produttività;
Nel contesto dell’analisi dei fabbisogni si ritiene tecnicamente accettabili perdite nelle reti di
adduzione e di distribuzione non superiori al 20% e prosegue affermando che ove si superino tali
livelli si dovranno prevedere interventi per una diminuzione, entro un ragionevole periodo di
tempo, dei volumi d’acqua dispersi.
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Stato dell’Arte sulle perdite nelle reti di acquedotto
Decreto 8 gennaio 1997, n. 99: Ministero dei Lavori Pubblici - G.U.R.I. 18 aprile 1997, n. 90
Regolamento sui criteri e sul metodo in base ai quali valutare le perdite degli acquedotti e
delle fognature.
Il presente decreto definisce i criteri ed il metodo in base ai quali sono valutate le perdite
degli acquedotti e delle fognature. Indica altresì la guida per l'effettuazione delle rilevazioni e
l'organizzazione del relativo sistema di monitoraggio nonché le regole per la stesura dei rapporti
che il gestore trasmette all'Osservatorio dei servizi idrici. Si applica a tutti gli impianti di
acquedotto, alle fognature, intese come impianti di smaltimento dei reflui derivanti dall'uso di
acque distribuite da acquedotti, con esclusione delle fognature bianche, si applica inoltre a tutte
le fognature nere degli impianti a sistema separato e a quelle miste in quanto destinate allo
smaltimento delle acque nere, anche se alimentate da risorse idriche di cui l'utente si
approvvigioni autonomamente. Le procedure di valutazione delle perdite sono finalizzate alla
formulazione di "bilanci idrici nelle reti e negli impianti". Definisce le varie parti costituenti un
impianto di acquedotto e i possibili usi dell'acqua correlati all'impianto stesso. Definisce l'elenco
dei volumi di acqua che partecipano alla formazione dei bilanci idrici nei servizi di acquedotto e
di fognatura. Descrive le modalità di valutazione delle perdite degli acquedotti e delle fognature:
parametri di valutazione, strumenti di controllo, strategie di riduzione. Riporta gli adempimenti
dei soggetti gestori.
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Stato dell’Arte sulle perdite nelle reti di acquedotto
Capitolo 2: TIPOLOGIA DELLE PERDITE, MODI E PARAMETRI DI
VALUTAZIONE
1. Tipologia delle perdite
Secondo la classificazione riportata da Lambert (1994), le perdite possono essere pensate
come formate da tre principali componenti, riconducibili a loro volta ai vari sottosistemi del
sistema idrico. Esse sono:
• perdite di sottofondo;
• perdite da rotture segnalate;
• perdite da rotture non segnalate;
Le perdite di sottofondo comprendono un numero molto elevato di singole perdite di
dimensioni contenute derivanti da trafilamenti nelle giunzioni tra condotti, tra organi idraulici e
sugli allacci delle utenze alle condotte di distribuzione. Esse rappresentano, nel loro complesso,
una parte significativa della perdita totale in quanto, non potrebbero essere rintracciate con le
tecniche di localizzazione a causa delle loro dimensioni, presentano lunghi periodi di
permanenza. Tali perdite, infatti, non sono mai riparate e della loro formazione permangono fino
a quando il componente della rete viene sostituito. In reti di distribuzione con campagne di
localizzazione efficienti le perdite di sottofondo possono rappresentare l’aliquota maggiore del
totale di perdita residua.
Le rotture segnalate rappresentano la parte degli eventi di fallanza che risultano essere
individuati dagli utenti mediante segnalazioni dovute ad affioramenti delle stesse sulla superficie
esterna o la conseguenza di disservizi nell’erogazione. Generalmente presentano elevati valori di
portata persa, conseguentemente all’intervallo di tempo di intervento tra il momento nel quale si
generano a quello nel quale vengono riparate, normalmente dell’ordine dei giorni.
Le perdite di rotture non segnalate sono la componente derivante da rotture che risultano
essere individuabili unicamente mediante compagne di ricerca attiva delle perdite. La durata di
una perdita di rottura non segnalata dipende dalla frequenza di attività di ricerca delle perdite e
può variare da alcuni giorni ad anni, nel caso di sistemi idrici nei quali non venga effettuata
nessuna richerca attiva. Le caratteristiche di tali rotture per dimensione e portata persa sono
paragonabili a quella delle perdite da rotture segnalate.
I volumi persi dai singoli componenti sono caratterizzati dalla portata uscente da ogni
tipologia di perdita alla pressione di riferimento, dal tempo per il quale ognuno di essi
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Stato dell’Arte sulle perdite nelle reti di acquedotto
contribuisce ai volumi totali di perdita ed attraverso la relazione tra la portata e la pressione per
componente.
2. Metodologie per il calcolo delle perdite
Per il calcolo delle perdite reali possono essere utilizzati diverse metodologie che vengono di
seguito descritte:
2.1 Bilancio Idrico;
2.2 Analisi delle portate notturne;
2.3 Component Analysis;
2.1 Bilancio idrico
2.1.1 Bilancio idrico secondo il Decreto 8 gennaio 1997, n. 99
Le informazioni riguardanti i consumi idrici (la loro entità, la loro distribuzione spaziale, la
loro evoluzione temporale, sia a breve, sia a lungo termine) sono di fondamentale importanza:
• per la pianificazione dell’uso della risorsa idrica e dei suoi allocamenti;
• per la progettazione delle reti di adduzione e distribuzione (adeguamenti, allacciamenti,
ampliamenti, costruzione di nuove tratte e parti);
• per la loro manutenzione (riparazioni, sostituzioni per rottura o vetustà);
• per la gestione in tempo reale mirata, quest’ultima, alla soddisfazione della richiesta
idrica nel rispetto di svariati vincoli, ma attuata cercando un risparmio energetico
nell’utilizzo degli organi di controllo (in particolare delle pompe);
Per il complesso di impianti e per ciascun impianto gestito debbono essere definiti i valori
dei parametri di seguito indicati che consentono una valutazione oggettiva del funzionamento del
servizio e delle perdite, con riferimento ad un anno solare (e a periodi più limitati, per valutazioni
più particolareggiate, con adeguamento dei parametri):
- durata del periodo d'osservazione in giorni: gg [n°];
- popolazione residente servita dalla rete di distribuzione: PR [n°];
- popolazione fluttuante in termini di giorni di presenza nel periodo di osservazione di gg
giorni: GF[n°];
3
- volume impegnato nell'ambiente: A01 [m];
3
- volume di acqua prelevato complessivamente dall'ambiente: A02 [m];
3
- volume in ingresso agli impianti di trattamento: A04 [m];
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Stato dell’Arte sulle perdite nelle reti di acquedotto
- volume in ingresso alla distribuzione: A09 [m3] (A09=A02s+A06-A03s+A07s-A08s);
- rendimento al trattamento: RT=A06/A04 [-];
- rendimento primario: R1 = A10/A09 [-];
- rendimento al consumo: R2=(A10+A11)/A09 [-];
- rendimento netto R3=(A10+A11+A12)/A09 [-];
- rendimento idraulico del servizio: R4=(A05+A08+A18)/A19 [-];
- indice delle perdite totali in distribuzione: P1=A17/A09=1-R3 [-];
- indice dell'acqua non servita all'utenza: P2=(A09-A10-A11)/A09 [-];
- indice delle perdite in distribuzione: P3=A15/A09 [-];
- rapporto finanziario: R5=A20/A19 [-];
2
- indice lineare delle perdite totali: I1=A17/L [m], ove L rappresenta la lunghezza
complessiva della rete;
- indice superficiale delle perdite totali: I2=A17/S [m], ove S è la superficie totale interna
delle condotte della rete;
2
- indice lineare delle perdite in distribuzione: I3=A15/L [m];
2
- indice lineare di consumo netto: I4=(A10+A11+A12)/L [m];
3
- indice demografico di consumo netto: I5=(A10+A11+A12)/(PR+GF/gg) [m/ab];
- indice di eccedenza: I6=(A10-Amc)/A10) [-], ove Amc rappresenta la dotazione minima
contrattuale stabilita per l'utenza;
- A02 volume di acqua prelevato dall'ambiente (A02p relativo all'acqua grezza e A02s per
l'acqua pronta all'uso);
- A03 volume delle perdite e di eventuali apporti (contributo negativo) di acqua negli
impianti di trasporto primario (A03p) e secondario (A03s);
- A06 volume prodotto dagli impianti di trattamento, costituito dall'acqua
complessivamente uscita dagli impianti per essere immessa all'utilizzazione (A06=A02p-
A03p-A05);
- A05 volume di perdita di processo negli impianti di trattamento;
- A07s per l'acqua pronta all'uso secondo le specifiche del ricevente;
- A08 volume consegnato ad altri sistemi di acquedotto (A08p relativo all'acqua grezza
A08s per l'acqua pronta all'uso secondo le specifiche del fornitore);
- A10 volume misurato dell'acqua consegnata alle utenze;
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