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# PREMESSA SULL'ARTISTA
Stanley Donwood, pseudonimo di Dan Rickwood, autore di lavori potenti, fa parte della
generazione di artisti più influenti ed innovativi del giorno d’oggi, per quanto egli sia tanto
schivo e riservato che non se ne conosce nemmeno con sicurezza la reale data di nascita, che
probabilmente è il 1968.
Nato nell'Essex in Gran Bretagna, appena lasciata la sua città natale per frequentare la Exeter
University, si mise a lavorare come lavapiatti in un piccolo ristorante, che adesso viene usato
da sfondo importante e suggestivo in alcune delle sue storie brevi, pubblicate nel libro
intitolato Slowly Downward del 2005. Dopo l'esperienza passata per alcuni anni nel
ristorante, le sue esperienze lavorative crebbero in numero e varietà: divenne addetto alle
consegne in un ufficio postale, curatore forestale, artista di graffiti, e infine lavorò come
vigile del fuoco. Attorno a questo periodo, iniziò a lavorare sulle copertine della band
inglese Radiohead e nel 2006 fondò una propria casa discografica per talenti emergenti, di
nome "Six Inch Records" - dietro il quale si nascondono misteri di gusto numerologico.
Molte delle sue ultime opere d'arte, in realtà, celano significati profondi attorno alla mistica
della numerologia, e si rispecchiano solitamente nei valori dei prezzi e delle misure delle
sue opere.
Oltre alla sua veste di artista visivo contemporaneo, Stanley Donwood porta la veste anche
di scrittore di brevi fiction di gusto suspence, spesso lasciate finire in inquietanti opened
endings. Fino ad ora, su richiesta di committenti di importanti riviste britanniche di
letteratura, l'artista ha pubblicato di proprio nome due libri di storie brevi: Slowly Downward
nel 2005, e nel 2007 Household Worms, che girano intorno alla figura dell’ uomo di carattere
insicuro e insoddisfatto, spesso vittima della propria coscienza, tipico della nostra attuale
società, dove egli si trova dibattuto fra disperazione, disoccupazione, sogni mai realizzati, e
influenzato dalle dubbiose e incerte informazioni sul mondo che lo circonda.
I lavori intorno ai libri non si limitano a fare di Stanley uno scrittore, ma proseguono anche
nei lavori fuori, al loro esterno- sulle copertine, e non solo le sue, ma anche di numerosi altri
libri e romanzi, fra cui spicca anche l'ultima edizione de "L’isola del Tesoro" di Robert
Louis Stevenson.
L'artista britannico non è estraneo nemmeno al mondo virtuale, in quanto egli gestisce
di persona il proprio sito ufficiale, come il maggior centro informativo che dà notizie sulle
ultime opere messe in circolazione dalla propria fabbrica: la "Slowly Downward
Manufactory'', e sull'avventura esecutiva delle opere più famose.
Dal 2006, Donwood cominciò a pubblicare sul proprio sito, ogni qualvolta sull'orizzonte si
avvicinasse il progetto per una nuova mostra o evento, una pagina di giornale (scaricabile
in versione PDF per i collezionisti), nel quale mostrava in anteprima alcuni dei nuovi lavori
impegnati nella mostra, il tema e le tecniche di esecuzione che usava come medium
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conduttore, per far fluire al meglio il proprio messaggio per l'intera durata del evento. Sulla
tradizione dei giornali e della loro facile fruizione nel mondo informativo, si tenne, nel 2011
anche la promozione dell'ultimo album dei Radiohead, The King Of Limbs, grazie ad un
giornale distribuito gratuitamente nelle più importanti capitali europee dallo stesso artista
e dal cantante del gruppo inglese. Il giornale venne intitolato: ''The Universal Sigh'' e aveva
la funzione non solo di annunciare la nascita del nuovo album dei Radiohead, ma anche di
far fluire la notizia, su un supporto tattile e in grado di dissolversi da solo nel tempo, dopo
che non si aveva più bisogno di esso.
Il problema ambientale è infatti una delle maggiori preoccupazioni dell'artista, e i suoi
metodi e temi di lavoro rispettano sempre le condizioni di lasciare la minor traccia possibile,
in modo da non danneggiare l'ecosistema.
Un altro tema, molto amato dall'artista, legato anch'esso alla tematica del Climate
Change, è quello relativo al ruolo delle istituzioni e dalla loro funzione nel mondo attuale:
concerne la problematica della sicurezza, del dovere e delle indicazioni da seguire, messe a
punto da forze dominatrici spesso invisibili, ma di forte impatto sui nostri destini.
Nei paesaggi immaginari dell'artista sono sempre presenti delle formule rassicuranti come
il listino delle indicazioni, suggerimenti precauzionali, istruzioni per l'uso o segni di
indicazioni di percorso: niente che un uomo normale, colto magari nell’atto di scappare da
un disastro spaventoso, non farebbe per salvare la propria vita.
Donwood prende in esame le abitudini quotidiane di tutti noi, da una parte, e ci mostra ciò
che fa parte della nostra coscienza e mente collettiva; dall'altra le sconvolge senza pietà e
senza il minimo preavviso, instaurando “un rapporto privilegiato con la realtà ‘orrenda’
del mondo, una realtà non filtrata dai media, la critica dei quali resta uno dei temi centrali,
nel corpo del suo lavoro”.
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Nel 2004 Donwood si ritrova ad essere spettatore diretto di una disastrosa alluvione in
Cornovaglia, Inghilterra, e da quel momento in avanti il suo linguaggio rappresentativo
cambia radicalmente, da quello precedente e più rassicurante, in cui lo spettatore era, per
così dire, “avvisato e mezzo salvato”. Da un momento all'altro, lo spettatore è coinvolto e
travolto, trascinato senza scampo da onde gigantesche che arrivano ad affondare la nostra
abituale visione del mondo. Banchieri e politici scappano insieme a noi dal disastro, e
nemmeno le più grandi forze dell’autorità, del passato e del presente, sono più in grado di
fermare il flusso travolgente.
Di fronte agli immaginari apocalittici in cui ci immergeremo, troveremo alcune ancore
di salvataggio, nelle ultime invenzioni tecnico-scientifiche, ma quello che ci riporterà di
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Cit. in http://www.metromorfosi.com/2010/09/24/arte/stanley-donwood.html
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nuovo in superficie non avrà bisogno di elettricità e di precisione tecnica, perché ci sarà
portato dalle tradizioni migliori dell’immaginario del passato.
Questo sarà il modo in cui Stanley Donwood ci aiuterà a ritrovare le coordinate precise del
nostro presente.
# Per un’arte senza elettricità e tecnologia sofisticata
Stanley Donwood si può definire uno sperimentatore: oltre a fare ricorso, nelle sue
opere, alle tecniche più innovative di riproduzione, egli sperimenta anche i media del
passato, quali soprattutto vecchie stampanti, usate per la stampa dei giornali che hanno
scritto la storia dell’isola britannica.
#/Albian-Press-1860
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#/Columbian-Press-1844
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Molte delle primissime macchine da stampa, impiegate in passato per giornali e quotidiani,
utilizzavano dei telai in ghisa (per questo chiamate anche Printing o Monotype Casters) che
avevano un peso notevole per riuscire a lasciare sul foglio una traccia di rilievo adeguato e
dall'altra parte, la robustezza della struttura sopportava anche il peso di scarico del
meccanismo a rullo che schiacciava la matrice contro il foglio.
La matrice originale di queste macchine da stampa, le Monotype Casters
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, era in realtà la
tastiera dei caratteri mobili, detta Monotype Keyboard. I caratteri del testo che si voleva
realizzare con questo sistema, venivano allineati ed ordinati con la Monotype Keyboard, per
essere successivamente trasportati su un nastro di carta e inseriti nella Monotype Caster, in
grado di completare il processo di stampa. Subito dopo la definitiva impostazione della
Caster, questo metodo permetteva l'avvio di una coda di stampa continua, senza interruzioni
o una necessaria e obbligata supervisione ulteriore.
Stanley Donwood inizia ad interessarsi a questo sistema di produzione in serie, soprattutto
per il significato ideologico e sociale che una tecnica del genere comprende in sé, e decide
di usarlo per una delle proprie stampe del 2007, dopo lo scandalo verificatosi nello stesso
periodo per colpa di Murdoch e delle “comunicazioni'' giornalistiche. Per realizzare una
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Con questa stampante fu realizzata l'intera serie di Fleet Street Apocalypse del 2007.
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A causa della sua eccessiva grandezza (76x112cm), l'opera fu realizzata suddividendovela in due sezioni. Solo la
Columbian Press del 1844, simbolo della via che segnò la nascita del primo giornale britannico, fu in grado di imprimere
su un foglio stampe di tale grandezza.
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L'inventore del sistema della stampa giornalistica Monotype, fu l'americano Tolbert Lanston, che nel 1890 ottenne il
brevetto per patentare la sua invenzione: il Monotype Caster.
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delle sue opere più celebri, Donwood si reca a Fleet Street e si fa prestare, dall'istituto di St.
Bride, l'unica macchina stampatrice antica rimasta.
L'opera che Donwood ha realizzato, nell'istituto di St. Bride, è un ibrido fra la stampa
eseguita con il sistema della Monotype Caster, la linoleografia e la tecnica per la realizzazione
della stampa monotipo (o la mono-stampa). Il Monotipo (come suggerisce il nome) è una
tecnica che genera un'immagine unica e irripetibile, che viene realizzata con l'aiuto di un
torchio calcografico in cui lastra, o una matrice viene disegnata direttamente con
l'inchiostro, con colori ad olio o con inchiostri a base di acqua, a seconda della capacità
assorbente del supporto sul quale verrà poi impressa l'immagine. A seconda dell'effetto
desiderato, per l'opera finale, le tecniche d'esecuzione del monotipo possono variare, e si
può stendere uniformemente sulla matrice, a mezzo di un rullo, del colore che poi viene
levigato e l'eccesso sottratto con una spatola o stecca in legno, per avere come risultato una
stampa uniforme e di qualità artistica.
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Da quest'ultimo metodo, Donwood ha preso degli spunti per la sua stampa, che però, in
prova finale, risulta essere sostanzialmente una linoleografia.
Generalmente il processo del Monotipo
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non necessita di un disegno preparatorio da
riportare sulla lastra che fa da matrice, ma si può eseguire il disegno sulla stessa, applicando
direttamente l'inchiostro o il colore, in favore della velocità e dell'unicità della stampa
conseguente. Nel caso di Donwood, l'artista, prepara il disegno su un foglio, che sposta in
conseguenza allo spolvero sul linoleum da intagliare. Così l'artista sostituisce la matrice
originale del Monotype Caster, i caratteri del Keyboard, e utilizza una matrice in linoleum. La
tecnica del linoleum è simile a quella del monotipo, per la sua caratteristica di bassa tiratura:
infatti, la matrice in linoleum può essere utilizzata fino a che non sia usurata, cosa che
avviene abbastanza presto. Con Donwood, la matrice ha la possibilità di essere utilizzata
solo un'unica volta perché l'inchiostro, che utilizza per la realizzazione della stampa, lascia
tracce permanenti all'interno del disegno inciso sulla matrice.
L'intero processo dell'esecuzione dell'opera di Stanley, con l'uso di una macchina da stampa
di questo genere, si può definire abbastanza rischioso per il fatto che è molto facile che il
foglio da incidere rimanga danneggiato, rotto, piegato o macchiato erroneamente
dall'inchiostro o dal peso della matrice, solitamente a causa di un movimento o di una spinta
sbagliati durante l'impressione.
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Questo metodo ''di sottrazione'' fu usato da G. B. Castiglione, detto il Grechetto
(1609-1665), ovvero l'artista al quale si attribuisce l'invenzione della stampa detta “monotipo”. Cfr. Il monotipo, in
“grafica d’arte”, anno III, luglio-settembre 1992, numero speciale sulle tecniche (a cura di P. Bellini), p. 46.
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Il Monotipo può essere considerato come una ''immagine dell'immagine'', perché il
disegno sulla lastra, insieme all'inchiostro e/o al colore, viene direttamente trasposto sul foglio come sua immagine
speculare. Dopo la stampa, di solito non è possibile eseguirne un'altra con la stessa matrice, in quanto il colore residuo
non è sufficiente per un'ulteriore tiratura, ma nel caso ciò riesca essa è molto differente dalla prima, per la minore
intensità cromatica e definizione dei particolari; viene perciò chiamata ''ghost print'', una specie di “immagine fantasma”
della precedente. Cfr. A. Griffiths, Monotypes, in “Print Quarterly”, vol. V, n. 1, London, March 1988.