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1 Capitolo primo 
Rilevanza sociale dello stalking 
 
SOMMARIO: 1.1 Perimetro d’indagine. – 1.2 Identikit dello stalker. – 1.3 Le vittime. 
 
1.1  Il perimetro d’indagine 
 
Il presente lavoro è dedicato all’analisi del discusso fenomeno dello 
stalking tenendo conto del suo impatto sociologico, della risposta 
penalistica di riferimento e di quel complesso quadro di situazioni 
giuridiche strettamente connesse allo stesso.  
Comunemente con la parola stalking intendiamo identificare un 
fenomeno che comprende al suo interno una serie di situazioni diverse e 
disomogenee, accomunate tuttavia da un filo conduttore comune: 
l’ossessione. 
Il richiamo al termine tecnico usato nella caccia inglese, “to stalk” vuol 
dire “fare la posta” alla preda, è strettamente connesso al 
comportamento attribuito allo stalker che altro non è che un uomo-
cacciatore che studia, osserva, pedina la sua preda in attesa del 
momento propizio per catturala o aggredirla, intromettendosi nella vita 
della vittima in modo prepotente e suscitando in lei stati di 
preoccupazione, timore, ansia
1
.  
Il fenomeno iniziò a destare interesse da parte di studiosi sociologici-
criminologici sin dagli ultimi anni ottanta, quando si assistette a una 
serie di episodi di molestie di varia natura le cui vittime erano 
principalmente personaggi di spicco dello spettacolo: attrici, cantanti, 
personaggi pubblici. 
L’interesse rivolto dai media a questi episodi, ha sensibilizzato gli 
organi pubblici ad intervenire nei sistemi giuridici con adeguati 
strumenti di tutela.  
Casi come quello della giovane attrice statunitense Rebecca Schaeffer
2
, 
morta per mano di un suo fan che da anni la perseguitava hanno 
permesso l’introduzione, nel “pioniere” stato della California, di una 
                                                        
1
 In tal senso, DE FAZIO L. – GALEAZZI G. M.,“Stalking: il fenomeno e la ricerca”, 
Moderna Group on Stalking, a cura di “Donne vittime di ” Riconoscimento e modelli di 
intervento in ambito europeo, Franco Angeli , Milano, 2005. 
2
Sono state vittime di stalking personaggi famosi come: Theresa Saldana, Michelle 
Hunziker, Catherine Spaak, Gwynwth Paltrow, Halle Berry, Irene Pivetti e anche attori 
maschili quali Richard Gere e Mel Gibson.
 
 
 
 
 
6 
legislazione specifica in materia già nel lontano 1991
3
. I problemi 
riscontrati, sin da subito, nelle prime sentenze riguardanti i reati di 
stalking californiane riguardarono l’eccessiva “void for vagueness”, 
ossia l’eccessiva vaghezza descrittiva
4
 della norma incriminatrice, 
soprattutto rispetto alla reiterazione delle condotte criminose e al così 
detto “credible threat
5
", traducibile con “minaccia credibile
6
” che 
caratterizzava la fattispecie.  
Emergevano, sin da allora, insieme ai profili problematici del 
fenomeno, le difficoltà di realizzare una norma anti-stalking che fosse 
meno vaga possibile ma allo stesso tempo quanto meno restrittiva 
possibile. Il gioco di parole sta a sottolineare la difficoltà riscontrata dai 
legislatori, americani prima ed europei poi, di trovare un giusto 
equilibrio tra vaghezza e dettaglio tale da rendere facilmente 
identificabile un fenomeno per sua natura connaturato e caratterizzato 
da condotte disomogenee tra loro.  
Per comprenderne a pieno le problematiche, procediamo all’analisi, nel 
paragrafo seguente, del possibile identikit dello stalker e dei tratti 
caratteristici delle rispettive vittime. 
                                                        
3
 La prima fattispecie penale di stalking contenuta nel Penal Code del 1991, 646,9 aveva 
il seguente contenuto: “Any person who willfully, maliciously and repeatedly follows or 
harasses another person and who makes a credible threat with the intent to place that 
person in reasonable fear of death or great bodily harm”, Penal Code, 646,9 Stalking. 
4
La dottrina californiana, nella nota sentenza People v. Ewing, 76 Cal. App. 4 199, del 
1999, nella parte dedicata ai Legal Principes, capoverso [3], richiama la sentenza 
costituzionale Connally v. generale Co. [ 46 S. Ct. 126, 127, 70 L. Ed. 322] con cui la 
Corte Suprema degli Stati Uniti aveva descritto “void for vagueness” in questi termini: 
"That the terms of a penal statute creating a new offense must be sufficiently explicit to 
inform those who are subject to it what conduct on their part will render them liable to its 
penalties is a well-recognized requirement, consonant alike with ordinary notions of fair 
play and the settled rules of law; and a statute which either forbids or requires the doing 
of an act in terms so vague that men of common intelligence must necessarily guess at its 
meaning and differ as to its application violates the first essential of due process of law.". 
5
 Una delle prime sentenze californiane a parlare di “credible threat” fu la sentenza della 
Corte Suprema Statunitense People v. Heilman, 25 Cal. App. 4th 391, 30 422 Cal. Rptr. 
2d. 
6
 Con “minaccia credibile”, con riferimento alla legislazione Californiana, si intende una 
minaccia verbale o scritta di violenza che abbia dei connotati di verosimiglianza, ossia sia 
possibile che l’autore possa perpetuarla, in tal senso, MAUGERI A. M., Lo stalking tra 
necessità politico-criminale e promozione mediatica, Giappichelli, Torino, 2010, pag. 55; 
PARODI C., Stalking e tutela penale (Le novità introdotte nel sistema giuridico dalla 
38/2009), Giuffrè, Milano, 2009, pag.19.
 
 
 
 
 
7 
1.2 Identikit dello stalker  
 
Si è avuto modo di costatare come il sesso, l’età
7
, il livello culturale e lo 
status sociale di questi soggetti non influisca sulla delineazione delle 
caratteristiche intrinseche dello stalker e pare opportuno a questo punto 
domandarsi se ad influire possa essere un particolare stato psicologico 
degli stessi.  
Ricordiamo che nella maggioranza dei casi, lo stalking nasce quale 
reazione e risposta ad un abbandono, ad un rifiuto, ad un forte e 
incontrastato desiderio di voler rimpossessarsi di ciò che si è perduto
8
 e 
ciò sicuramente è indice di una situazione sentimentale o psicologica 
particolarmente delicata e precaria.  
Lo stalker tende a diventare sempre più schiavo del suo progetto, 
muovendosi in una dimensione che potremmo definire “autistica”, 
caratterizzata da un senso d’infantile onnipotenza
9
 che lo allontana 
dalla realtà facendogli percepire in modo del tutto alterato il mondo 
intorno a lui.  
In alcuni casi gli stalkers possono presentare problemi psicologici di 
diversa natura; possono soffrire di una combinazione di disturbi e 
quindi rientrare nelle tipologie degli psicopatici
10
 o degli psicotici
11
 che 
sono caratterizzate da personalità narcisistiche o, come si usa definirle, 
bordeline
12
, ma che comunque non risultano tali da fare rientrare il loro 
comportamento in una specifica categoria diagnostica
13
. 
                                                        
7
 Sono stati rilevati anche casi di “baby stalking”, i cui protagonisti (stalker) sono soggetti 
adolescenti di età inferiore ai diciotto anni che presentano di solito problematiche tardo 
infantili legate all’abbandono, in questo senso, MERRA S., Stalking, Soeva Edizioni, 
Roma, 2009, pag.44 e ss. 
8
 TOVANI S. – TRINCI A., Lo stalking: il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) e le 
altre modifiche introdotte dalla legge 23 aprile 2009 n. 38, Dike giuridica editrice, Roma, 
2009, pag. 12 e 13. 
9
 Cfr., FERRARIS A. O., Lo stalker: identikit del persecutore, da psicologia 
contemporanea, n. 164, 2001 reperibile sul sito, 
http://www.cesap.net/index.php?option=com_content&view=article&id=45:lo-stalker-
identikit-del-persecutore&catid=88:abusi&Itemid=194 
10
Sono di solito persone sole e infelici, incapaci di avere rapporti con l’altro sesso, con 
uno spiccato senso infantile di onnipotenza. Presentano di solito una personalità molto 
debole e avendo una forte paura dell’abbandono e della separazione appena ne avvertono 
il rischio mettono in atto una serie di comportamenti lesivi, TOVANI S. – TRINCI A., op. 
cit., pag. 18. 
11
Si tratta di soggetti coscienti di ciò che fanno e dei danni che la loro condotta provoca, 
ma non sono capaci di pensare con chiarezza e credono che qualcosa o qualcuno influenzi 
i loro pensieri, Cfr., http://www.ipsico.org/psicosi.htm 
12
Si tratta fondamentalmente di un disturbo della relazione, che impedisce al soggetto di 
stabilire rapporti di amore, affetto o di amicizia stabili nel tempo. Sono persone che 
trascorrono la loro vita in un perenne stato confusione estrema i cui rapporti sono 
destinati a fallire o risultano emotivamente distruttivi per gli altri. Spesso sono soggetti
 
 
 
 
 
8 
Nonostante le difficoltà riscontrate nell’identificazione sul piano 
diagnostico-scientifico dei comportamenti a rischio e nonostante 
l’impossibilità oggettiva di parlare di un'unica ed efficace 
classificazione, negli anni non sono mancati svariati tentativi, più o 
meno riusciti, di classificazione dei diversi profili di stalker, tali da 
fungere da linea guida per l’inquadramento delle loro personalità.  
In Australia, un importante gruppo di ricerca guidato Paul E. Mullen
14
 
del Victorian Institute of Forensic Mental Health, ha delineato, a 
seguito di un’approfondita analisi
15
, cinque figure di molestatore 
assillante: il rifiutato, il rancoroso, il predatore, il corteggiatore 
incompetente, il bisognoso d’affetto che include una sotto-categoria 
quella dell’erotomane
16
.   
                                                                                                                                          
che sperimentano emozioni devastanti e le manifestano in modo clamoroso, 
drammatizzano ed esagerano molti aspetti della loro vita o i loro stessi sentimenti e 
proiettano le loro inadempienze sugli altri. Si fanno credere vittime degli altri quando ne 
sono spesso i carnefici e si comportano in modo diverso nell’arco di qualche minuto o 
ora. Il disturbo borderline è stato spesso associato a eventi traumatici subiti nell'infanzia, 
ma non è detto che ciò sia sempre vero, analisi compiuta dall’Istituto di Psicologia e 
Psicoterapia comportamentale e cognitiva, Cfr., http://www.ipsico.org/psicosi.htm 
13
 Gli Studi sono stati condotti dalla Moderna Group on Stalking formata da un gruppo di 
studiosi multidisciplinari europei impegnati in progetti di ricerca di tipo multicentrico 
nell’ambito del Programma Daphnae finanziato dalla commissione europea e finalizzato 
alla prevenzione della violenza nei confronti dei bambini, degli adolescenti e delle donne. 
I risultati delle ricerche da loro condotte sono consultabili nel volume, Moderna Group on 
stalking, Donne vittime di stalking: riconoscimento e modelli di intervento in ambito 
europeo, Milano, 2005. 
14
 Professor of Forensic Psychiatry, Monash University, Melbourne Clinical Director, 
Victorian Institute of Forensic Mental Health. 
15
 L’analisi compiuta da Mullen e i suoi collaboratori consiste in una riesamina di ben 
venti tipologie di stalker individuate da diversi autori in un arco temporale che va dal 
1989 al 2009. 
La maggior parte di queste “tipologie di stalker” possono essere distinte in tre ampie 
categorie: quelle classificate secondo un preesistente disordine mentale; quelle 
classificate secondo il rapporto dello stalker con la vittima e quelle che classificano lo 
stalker secondo la motivazione che lo ha spinto a perseguitare la vittima. In questo senso, 
MULLEN – PHATE’ – PURCELL, Stalker and their victims, Cambridge, 2009. 
16
 Il “rifiutato” è il persecutore che è diventato tale in seguito ad un rifiuto. Di solito si 
tratta di un ex che vorrebbe ristabilire la relazione perduta pur essendo consapevole del 
fatto che le sue insistenze, minacce, pedinamenti, aggressioni, hanno l'effetto di 
peggiorare il rapporto con l'oggetto amato e hanno come conseguenza il suo 
allontanamento progressivo. La paura di restare solo e di perdere la persona oggetto dei 
suoi desideri, se pur ritenuta indegna dell’amore e delle attenzioni che in lei riversa, viene 
vissuta come un’umiliazione tanto grave da distruggere la sua  autostima e da mantenerlo 
legato indissolubilmente  a lei. Il ”rancoroso” rientra nella categoria più pericolosa. Si 
tratta di un soggetto che sospinto dal forte desiderio di vendicarsi di un danno o di un 
torto che ritiene di aver subito dalla vittima, è alimentato da una sorta di vendetta 
personale. È fermamente intenzionato a perseguire un piano punitivo e arriva a 
considerare i suoi comportamenti come giustificati traendo dagli stessi confortanti 
sensazioni di potere e di controllo. Il “predatore”, invece, è il molestatore che insegue, 
pedina, desidera la vittima con la quale ambisce ad avere rapporti sessuali. La paura 
eccita questo tipo di stalker e per raggiungere il suo scopo è disposto a dedicare anche
 
 
 
 
 
9 
J.R Meloy e il suo gruppo di ricerca
17
 utilizzando il termine 
“obsessional followers” (inseguitori ossessivi) hanno posto l’accento 
sulla componente cognitiva e motivazionale preponderante del 
fenomeno: le ossessioni.  
Il Dottor Galeazzi e il Professor Curci, a loro volta, parlano del 
fenomeno come di "sindrome del molestatore assillante
18
" costituita da 
tre componenti necessarie, quali l’attore-molestatore, la vittima e una 
serie di comportamenti caratterizzati dalla sorveglianza e dalla ricerca 
di contatto, mentre risultano rilegate tra le componenti accessorie la 
presenza di minacce e di atti di violenza. 
Tra le condotte del molestatore-persecutore possiamo annoverare 
comportamenti considerati per loro natura innocui
19
, ma che innocui 
non sono vista la forma ossessiva con cui vengono posti in essere
20
 e 
                                                                                                                                          
molto del suo tempo alla pianificazione delle proprie azioni. A differenza del 
“rancoroso” che prova soddisfazione nello spaventare la vittima, il “predatore”, ama 
spiarla di nascosto, osservarla nella sua vita quotidiana, senza gesti espliciti o clamorosi e 
senza lasciare trapelare le sue vere intenzioni. Il “corteggiatore incompetente”, ha un 
comportamento caratterizzato dalla sua scarsa o inesistente competenza relazionale nei 
confronti dell’altro sesso. Questo tipo di molestatore è generalmente meno resistente nel 
tempo perché vede la donna come semplice oggetto e ciò lo porta a riproporre i propri 
schemi comportamentali cambiando spesso persona da molestare. Il “bisognoso d’affetto” 
è motivato dalla ricerca di attenzioni e dal voler istaurare rapporti con gli altri che 
possono riguardare l’amicizia o l’amore. Spesso il rifiuto dell’altro viene negato e 
reinterpretato sviluppando la convinzione che egli abbia bisogno di sbloccarsi e superare 
qualche difficoltà psicologica  concreta. Questa categoria, include l’erotomane che è un 
soggetto egoista, narcisista e con forti difficoltà relazionali che ha la convinzione 
infondata e ossessiva che un'altra persona provi sentimenti amorosi nei suoi confronti. 
Cfr., MULLEN – PHATE’ – PURCELL, Stalker and their victims, Cambridge, 2009, 
pag. 59 e ss. 
17
 J. Raid Meloy e il suo gruppo di ricerca, operativi in ambito psichiatrico forense a San 
Diego e autori di numerosi contributi sul tema, hanno coniato due definizioni. La prima, 
quella di erotomania non delirante o borderline ("borderline or non delusional 
erotomania"), si riferisce a un gruppo di pazienti coinvolti in comportamenti di stalking 
che, pur non essendo convinti che l'oggetto delle molestie sia effettivamente innamorato 
di loro, manifestano un intenso e tumultuoso attaccamento e infatuazione non ricambiati 
rivolti ad una persona, con cui di solito avevano intrattenuto nel passato un'effettiva 
relazione. La seconda, è quella di obsessional followers. Si tratta pertanto di un gruppo di 
comportamenti trans-nosografici, una serie di attività che sfumano in comportamenti 
accettati socialmente e considerati normali, che possono assumere, per pervasività, 
coerenza e persistenza nel tempo, effetti psicologici sul destinatario e rischio di violenza 
associato, dignità di focus dell'attenzione clinica oltreché di quella legale, In tal senso, 
GALEAZZI G. M. – CURCI P., Sindrome del molestatore assillante (stalking): una 
rassegna, in Italian Journal of Psychopatology, 2001, vol.7, n. 4. 
18
 In questo senso, GALEAZZI G. M. – CURCI P., op. cit., pag. 105 e ss. 
19
 Le condotte moleste sono, spesso e per loro natura, inoffensive, come nel caso di 
telefonate, messaggi inviati sul telefonino, mail, social network o l’invio di mazzi di rose, 
regali. 
20
 Nello stesso senso, MAFFEO V., Il nuovo delitto di atti persecutori (stalking): un 
primo commento al d.l. n. 11 del 2009 (Conv. con modif. dalla l. n. 38 del 2009), Cass. 
pen., 2009, 7-8, p. 2719.
 
 
 
 
 
10 
viste le conseguenze che questi comportamenti causano alle vittime
21
.  
Si è soliti parlare di stalking come di un “fenomeno” piuttosto che di un 
fatto perché le condotte che lo caratterizzano sono dissimili e non 
sempre hanno una chiara vocazione finalistica o un’altrettanta definita 
proiezione offensiva nei confronti della vittima
22
.  
La cronaca annovera casi molto diversi tra loro
23
spesso caratterizzati da 
una “escalation persecutoria
24
” che altro non è che una progressione 
verso l’alto degli atti persecutori così che, da semplici pedinamenti, 
appostamenti, minacce, sia possibile arrivare, in brevi lassi temporali, 
ad aggressioni, violazioni di domicilio, violenze personali e nei casi più 
gravi persino omicidi.  
Vi sono altre classificazioni, oltremodo significative, come la 
distinzione tra stalking delle celebrità da stalking emotivo, o stalking 
occupazionale
25
; oppure si distingue lo stalker in domestic stalkers, non 
domestic stalkers, erotomatic stalkers
26
. Tuttavia in questa sede non 
pare opportuno spingersi oltre, basti dire che queste scrupolose analisi 
delle tipologie e delle condotte dei molestatori assillanti sono state, di 
certo, un valido aiuto per intervenire in modo tempestivo sui 
comportamenti a rischio, per comprendere la pericolosità del fenomeno 
e per creare un impianto normativo idoneo a tutelare nel modo più 
adeguato il numero crescente di vittime.  
                                                        
21
 Sussiste il reato di stalking ex art. 612 bis c.p. allorché il comportamento minaccioso o 
molesto di taluno, manifestatosi con condotte reiterate, abbia cagionato un grave e 
perdurante stato di turbamento emotivo, essendo sufficiente che gli atti ritenuti 
persecutori abbiano un effetto destabilizzante della serenità, dell'equilibrio psicologico 
della vittima, Trib. di Bari, sez. II, 5 aprile 2012, Massima Redazionale, 2012. 
22
LOSAPPIO G., Nuove norme in materia di violenza sessuale ed atti persecutori: 
stalking. Prime riflessioni sul D. L. 23 febbraio 2009, Convegno svoltosi a Trani, 9 
maggio 2009, organizzato dall’Unione Giuristi Cattolici, sez. di Trani “R. Dell’Andro”, 
Cfr. Testo della relazione reperibile sul sito, http://www.ugcitrani.it/files/losappio-.pdf 
23
 Si pensi all’ex fidanzato che non riesce ad accettare la fine di una relazione, al fan 
innamorato della sua star del cinema, all’ex dipendente che non riesce ad accettare il 
licenziamento, fino ad arrivare al condomino invadente, prepotente che pone in essere 
atteggiamenti provocatori nei confronti dei vicini. 
24
CADOPPI A., Stalking, solo un approccio multidisciplinare assicura un’efficace azione 
di contrasti, in Guida dir., 2007, n. 7; BARTOLINI F., Lo stalking e gli atti persecutori 
nel diritto penale e civile. Mobbing, molestie, minacce, violenza privata, La Tribuna, 
2009, pag. 96; TOVANI S. – TRINCI A., Lo stalking: il reato di atti persecutori (art. 
612-bis c.p.) e le altre modifiche introdotte dalla legge 23 aprile 2009 n. 38, Dike 
giuridica editrice, Roma, 2009, pag. 12 e 13; A. M. MAUGERI A. M, op. cit., pag. 106. 
25
 Lo stalking delle celebrità consiste nel perseguitare il personaggio famoso o di 
pubblico interesse cercando di entrare in contatto con lui; lo stalking emotivo è il più 
comune, e si tratta della persecuzione dovuta alla rottura di un rapporto di coppia; lo 
stalking occupazionale, riguarda le molestie intentate sul posto di lavoro che poi 
finiscono per invadere anche la sfera privata della vittima, PARODI C., op. cit., pag. 28. 
26
 Si veda, MULLEN – PHATE’ – PURCELL, Stalker and their victims, Cambridge, 
2009, pag. 65-66, reperibile sul sito, http://www.scribd.com
 
 
 
 
 
11 
1.3 Le vittime 
 
La vittima preferita “per eccellenza” dai molestatori assillanti è 
senz’altro la donna ma la cronaca annovera casi che vedono come 
sfortunati protagonisti anche gli uomini
27
.  
Dati raccolti dall’unica ricerca di tipo epidemiologico sullo stalking che 
è stata realizzata dall’O.N.S.
28
 in collaborazione con il sindacato di 
Polizia Co.I.S.P. nel periodo 2001/2007
29
, dimostrano come le ipotesi 
più frequenti di stalking riguardino donne e che circa il 20% della 
popolazione femminile sia o sia stata vittima di stalking
30
. 
Un’altra importante indagine messa a punto dall’ISTAT
31
 nel 2006, ha 
rivelato che nel nostro Paese le donne che hanno subito comportamenti 
persecutori sono 2 milioni 77 mila; vittime di ripetute richieste di 
parlare, richieste di appuntamenti, appostamenti all’uscita dal lavoro o 
da scuola, messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati. 
L’indagine ISTAT ha rilevato che il fenomeno è più frequente fra le 
donne separate o divorziate (riguarda il 28,4 per cento di loro), fra le 
donne più giovani (dai 16 ai 34 anni d’età) e fra quelle con livelli di 
istruzione più elevati (il 22,9 per cento delle laureate e il 22,1 per cento 
delle diplomate).  
                                                        
27
 Le donne autrici di stalking per lo più agiscono nei confronti di persone che non 
conoscono intimamente. Si tratta di donne il cui livello d’istruzione è più elevato rispetto 
quello dello “stalker uomo”. Così, BENEDETTO G. – ZAMPI M. – RICCI MESSORI 
M. – CINGOLANI M., Aspetti giuridici e medico-legali, Riv. It. Med. Leg., 2008, 
pag.137. In Svizzera, il 10 dicembre 2009 è stata inaugurata la prima casa per mariti e 
fidanzati vittime di stalking. La casa offre, a disposizione degli uomini una persona a 
tempo pieno aiutata da rete di medici, psicologi, avvocati con cui è possibile consultarsi e 
confrontarsi. Il luogo è sconosciuto, i posti disponibili sono dieci, con tariffe che variano 
a seconda delle possibilità economiche di ciascuno, notizia reperita dal sito svizzero, 
http://www.pianetadonna.it/societa/stalking-sportello/casa-accoglienza-per-uomini-
vittime-di-stalking.html 
28
 Osservatorio Nazionale Stalking. 
29
 La ricerca ha ricerca ha avuto per oggetto 16 regioni e un campione di 9600 interviste. 
30
 Dati reperiti all’indirizzo, http://www.stalking.it/?p=322 
31
 L’ISTAT è il principale produttore di statistica ufficiale a supporto dei cittadini e dei 
decisori pubblici, opera in piena autonomia e in continua interazione con il mondo 
accademico e scientifico. L’indagine sulla sicurezza delle donne svoltasi nel 2006 
dall’ISTAT è la prima interamente dedicata al fenomeno della violenza fisica e sessuale 
contro le donne ed è frutto di una convenzione tra l’Istat – che l’ha condotta – e il 
Ministero per i diritti e le pari opportunità – che l’ha finanziata con i fondi del Programma 
operativo nazionale “Sicurezza” e “Azioni di sistema” del Fondo sociale europeo. In 
precedenza alcune informazioni inerenti questa tematica erano state rilevate all’interno 
dell’indagine sulla sicurezza dei cittadini nel modulo “Molestie e violenze sessuali” 
effettuata rispettivamente nel 1997-1998 e nel 2002.
 
 
 
 
 
12 
Coerentemente con questi dati
32
, infatti, sono più frequentemente 
vittime di stalking, le donne con una più intensa vita sociale e una più 
ampia sfera di autonomia: le donne che escono la sera, che hanno una 
vita sociale, che vanno al cinema a teatro o concerti, che utilizzano 
regolarmente un’auto e la guidano personalmente.  
Interessante notare che ulteriori studi
33
, hanno evidenziato che a volte il 
tipo di donna perseguitata è portatrice a sua volta di problemi 
psicologici di conflittualità. Spesso questi problemi la inducono, 
soprattutto inizialmente, in modo più o meno consapevole, a mandare 
messaggi equivoci al suo persecutore, ad esempio non esprimendo un 
rifiuto chiaro e creando un legame ambivalente. Questo non riuscirsi a 
fare rispettare, imponendo dei propri limiti, può comportare, almeno nei 
primi tempi, un rafforzamento dei sentimenti in capo al persecutore 
finendo di fatto per agevolarlo
34
.  
Il fenomeno appare diffuso piuttosto uniformemente sul territorio 
italiano e analizzando nello specifico il territorio della Lombardia, dati 
ufficiali ottenuti dalla ricerca effettuata dalla Sezione Distrettuale di 
Milano nel 2009
35
,  riportano che, già nei primi mesi dall’entrata in 
vigore della legge contro lo stalking sono state denunciate ben 2.950 
persone, che le vittime del fenomeno sono per l’80,03 % donne e per il 
19,97 % uomini, gli autori del reato sono per lo più uomini e di 
nazionalità italiana.  
Non appare molto diversa la situazione all’estero, come dimostra uno 
studio americano condotto una decina di anni fa dal NVAW (National 
Violence Against Women), che ha riscontrato su un campione di 8000 
donne e 8000 uomini che il 12% della popolazione femminile viene 
perseguitata da un molestatore assillante
36
. 
                                                        
32
Risultano, più di frequente, vittime di comportamenti persecutori le dirigenti, le 
imprenditrici, le libere professioniste e a seguire le studentesse. 
33
 Sul tema si veda, FORNARI U., Trattato di psichiatria forense, Utet, Torino, 2008, 
pag. 495. 
34
 Dati reperiti all’indirizzo http://www.stalking.it/?p=322 
35
 Dati reperiti all’indirizzo, http://www.ami-
avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=797 
Inoltre da una ricerca condotta a Milano dall’Osservatorio Nazionale stalking, è emerso 
che le manifestazioni di stalking sono per il 65% telefonate, per il 30% 
appostamenti/pedinamenti e per il 5% altro. Nel 47% dei casi la vittima conosce l’autore, 
per il 13% l’autore è sconosciuto e per il 40% è un partner o ex partner. Il 20% delle 
vittime denuncia il fatto, l’80% no. Le presunte vittime per il 17% dei casi mostra 
indifferenza, per il 30% vivono un forte stato di ansia, per il 33% preoccupazione e per il 
20% dei casi soffrono disturbi del sonno, Così, E. MENON, Lo stalking in Lombardia: i 
dati statistici della Sezione Distrettuale di Milano, http://www.ami-
avvocati.it/leggi_articolo.asp?id_articolo=797 
36
ROSSI R., Il danno di stalking non può attendere, reperibile sul sito internet, 
http://www.personaedanno.it/cms/data/articoli/000245.aspx; Nello specifico, il National 
Institute of Justice e il National Center for Injury Prevention and Control, ha rilevato la
 
 
 
 
 
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Una categoria professionale particolarmente a rischio è quella delle 
persone che svolgono una “help profession”
37
. Si tratta dei 
professionisti che lavorano nell’assistenza socio-sanitaria come medici, 
psicologi, assistenti sociali e infermieri. Per la natura stessa della loro 
professione, entrano spesso in contatto con soggetti bisognosi di aiuto 
che spesso soffrono di disturbi psicologici e per questo si affidano 
ciecamente alle loro cure covando in loro speranze eccessive di 
guarigione che, se smentite dalla realtà dei fatti, non tardano a 
trasformarsi in sentimenti di vendetta e in persecuzioni assillanti.  
Risulta di non trascurabile importanza ai fini dell’analisi del reato 
parlare anche dell’impatto che le condotte protratte di molestie 
assillanti hanno sulla salute delle vittime
38
.  
Il gruppo di ricerca Moderna Group on Stalking
39
, finanziato dalla 
commissione Europea all’interno del programma di ricerca Daphne, 
                                                                                                                                          
frequenza e le caratteristiche dello stalking su un campione di 8.000 donne e 8.000 
uomini, il più possibile rappresentativo, considerata la metodologia usata, della 
popolazione americana adulta. Lo stalking veniva definito come un "tipo di condotta 
diretto ad una persona specifica che implica ripetuta prossimità fisica o visiva, 
comunicazione non consensuale o minacce verbali, scritte o implicite o una loro 
combinazione, che provocherebbe timore in una persona "ragionevole", in cui per 
"ripetuto" si intende avvenuto in almeno due occasioni. Così definite, la prevalenza di 
molestie assillanti lifetime ammontava all'8% della popolazione di sesso femminile e al 
2% di quella maschile. Inoltre, l'1% delle donne e lo 0,4% degli uomini era stata 
molestata in modo assillante nell'anno precedente il sondaggio. Il 74% delle vittime era 
nel range di età 18-39. La maggioranza delle vittime conosceva il suo molestatore, in 
particolare il 59% delle vittime donne era stata molestata da un ex-partner intimo e solo il 
23% da uno sconosciuto. Per gli uomini il quadro era differente, perché le vittime più 
frequentemente erano state molestate da conoscenti o sconosciuti, ma non partners e, in 
questo caso, il 90% dei molestatori era dello stesso sesso. La presenza di minacce 
esplicite aveva riguardato meno della metà delle vittime. Solo il 7% delle vittime 
riportava come possibile motivazione delle molestie un disturbo mentale nell'aggressore o 
l'uso di droghe o alcool. L'81% delle donne che aveva dichiarato di essere stata molestata 
in modo assillante da un partner intimo riportava anche episodi di violenza fisica e il 31% 
era stata abusata sessualmente”, Cfr., GALEAZZI G. M. – CURCI P., op. cit., pag. 106 e 
ss.  
37
 Un importante studio dell’Istituto di Ricerca Psico Sociale con un’analisi svolta a 
Roma, Napoli e Pescara sulla vita quotidiana di medici e avvocati, mirata specificamente 
sul fenomeno dello stalking e condotta su un campione di 100 persone dei quali il 60% 
uomini e il 40% donne con un’età tra i 35 e i 60 anni, ha riscontrato che circa il 25% è 
stata vittima di stalking in un’età compresa tra i 35 e 57 anni; ed è generalmente un uomo 
(78%); il persecutore è generalmente conosciuto dalla vittima (75%); la persecuzione è 
stata condotta con modalità differenziate (sms 49%, telefonate 29%, regali non graditi 
22%); l’esperienza di essere vittima di stalking ha causato conseguenze sul piano 
psicologico e sociale della vittima nel 69% dei casi; le persecuzioni non sono state 
denunciate in oltre il 69%  dei casi; circa il 15% dei loro pazienti o clienti sono state 
vittime di stalking, PARODI C., op. cit., pag. 33. 
38
 I soggetti molestati presentano casi di “Sindrome da stress”, che si verifica quando la 
vittima è sottoposta ad eventi traumatici, vive nella paura del suo persecutore e non riesce 
a liberarsi dal pensiero di rincontrarlo, in tal senso, TOVANI S. – TRINCI A., op. cit., 
pag. 26 e ss.
 
 
 
 
 
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“Misure preventive dirette a combattere la violenza contro i bambini, 
gli adolescenti e le donne, e a proteggere le vittime e i gruppi a rischio” , 
ha documentato l’impatto delle condotte di stalking sulla salute, 
analizzando il percorso di aiuto che le vittime hanno deciso di adottare 
e valutando al contempo la soddisfazione degli utenti rispetto ai gruppi 
e alle agenzie che si occupano di aiutare i soggetti vittime di molestie 
persecutorie. La ricerca è stata condotta su un campione italiano di 127 
vittime di stalking, tramite un questionario online nel periodo che va 
dall’ottobre 2006 al marzo 2007, quindi prima dell’entrata in vigore 
della normativa sugli atti persecutori. Si è riscontrata una paura 
“elevata” della vittima nei confronti del suo persecutore così come sono 
emersi frequenti casi di violenza sessuale e la necessità di rivolgersi a 
medici curanti, al pronto soccorso o a trattamenti specialistici
40
.  
L'esperienza maturata dal Moderna Group on Stalking ha permesso, 
inoltre, l’individualizzazione di alcune regole base
41
 che le vittime 
dovrebbero seguire per evitare di aggravare la loro situazione e per 
tutelarsi dal loro persecutore nel modo più efficace. Queste semplici ma 
efficaci regole prevedono innanzitutto che la vittima deve spiegare “una 
sola volta” allo stalker che non vuole avere alcun contatto o relazione 
con lui, inoltre non deve mai rispondere alle sue chiamate, né rispedire 
le lettere ricevute o eventuali regali, visto che tali gesti potrebbero 
essere interpretati dallo stalker come richieste di contatto. Bisogna 
evitare i luoghi frequentati dallo stalker e conservare le prove di ogni 
contatto avuto con lui (lettere, e-mail, bigliettini, etc.) documentando, 
ove possibile, ogni forma di comunicazione su un diario personale o su 
un'agenda. E' necessario procurarsi un secondo numero telefonico solo 
per gli amici stretti e i parenti, lasciare il vecchio numero collegato ad 
una segreteria telefonica e registrare tutti i messaggi dello stalker. Tutti 
questi elementi potrebbero essere fondamentali ai fini di eventuali 
indagini e per supportare un eventuale processo contro il persecutore. 
Le vittime di stalking devono informare del loro disagio le persone a 
loro più vicine, rivolgersi alle diverse agenzie di aiuto, alla polizia 
locale, agli avvocati e alle associazioni che forniscono quel supporto 
psicologico che potrebbe essere loro d’aiuto. Questo gruppo di ricerca 
europeo multidisciplinare è composto da psichiatri, criminologi, medici 
legali, giuristi, psicologi di tutta Europa ed è impegnato in progetti di 
ricerca di tipo multicentrico nell'ambito del Programma Daphne. 
L’ultimo di questi è della durata di diciotto mesi – da marzo 2009 a 
settembre 2010 – finanziato dal Dipartimento per le Pari Opportunità 
                                                                                                                                          
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 Gruppo multidisciplinare costituitosi nel 2003 con l'obiettivo di approfondire i percorsi 
di aiuto per le donne vittime di stalking. 
40
 Per ulteriori approfondimenti, MODERNA GROUP ON STALKING, Percorso di 
aiuto per le vittime di stalking, Franco Angeli, Milano, 2008, pag. 23 e ss. 
41
 In questo senso si veda, ASSOCIAZIONE DONNE GIURISTE,  e violenza alle donne. 
Le risposte dell’ordinamento, gli ordini di protezione, Franco Angeli, Milano, 2009.
 
 
 
 
 
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della Presidenza del Consiglio dei Ministri
42
, che affronterà il tema 
delle molestie assillanti, con particolare riferimento al problema del 
rischio di violenza grave  quali omicidio, tentato omicidio, violenza 
sessuale e lesioni gravi con lo scopo di costruire una sorta di checklist 
ad hoc per il nostro paese in grado di fornire utili indicazioni a tutti gli 
operatori che si trovano a dover affrontare casi di molestie assillanti, 
indirizzando in maniera mirata gli interventi di prevenzione. 
L’arma più efficace per combattere il fenomeno persecutorio ed 
arginare i casi di violenza è, sopra ogni dubbio, la prevenzione, unica e 
sola in grado di consentire alle vittime di “ri-iniziare” a vivere in modo 
sereno.  
Avremo modo, nel seguito della trattazione, di approfondire il tema 
della prevenzione occupandoci di alcuni nuovi istituti introdotti con il 
decreto legge 23 febbraio 2009, n.11, quali l’ammonimento, introdotto 
con l’art. 8 del d.l. n.11 del 2009; il “Divieto di avvicinamento ai luoghi 
frequentati dalla persona offesa”, introdotto con l'art. 9, comma 1, lett. 
A) del d.l. n. 11 del 2009 all’articolo 282-ter; e dell’obbligo di 
comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza previsto all’art. 282-
quater c.p.p. e introdotto sempre dal decreto legge 23 febbraio 2009, 
n.11. 
                                                        
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 “Il progetto in esame affronta il tema delle molestie assillanti con riferimento al 
problema del rischio di violenza grave (omicidio, tentato omicidio, violenza sessuale, 
lesioni gravi). Il rapporto tra stalking e violenza grave verrà analizzato partendo dallo 
studio di un'ampia casistica riguardante i reati di omicidio, tentato omicidio violenza 
sessuale e lesioni tra i quali si cercherà di selezionare i casi nei quali il delitto è stato 
preceduto da molestie assillanti. I casi saranno reperiti attraverso relazioni autoptiche, 
perizie, fascicoli giudiziari e fascicoli penitenziari al fine di cercare di individuare 
possibili strategie di prevenzione basate sull'identificazione di specifici fattori di 
rischio”. Per maggiori approfondimenti sul progetto, si consulti, 
http://wop.ing.unimo.it/ricerca.shtml