Introduzione
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Introduzione
Negli ultimi anni la spettroscopia dielettrica si è rivelata un mezzo di fondamentale
importanza in differenti applicazioni biomediche.
La biocompatibilità dei materiali, l’ingegneria tissutale [Bagnanchi et al.; 2004], la
caratterizzazione dell’ematocrito [Treo et al.; 2005] e la individuazione di tessuti tumorali
tramite la tecnica di imaging a microonde [Fear et al.: 20003] sono solo alcuni degli
ambienti di applicazione di tale tecnica.
La combinazione della misura di costante dielettrica di sospensioni cellulari unita
all’applicazione inversa della teoria delle misture (EMT), ha permesso l’estrazione di
importanti informazioni riguardanti il campione biologico: la struttura cellulare e le
modifiche a cui essa và incontro a causa dell’azione di fattori esterni [Boninconto et al.;
2004].
Gli eritrociti umani sono particolarmente adatti a testare la sensibilità della tecnica
proposta per la loro deformabilità e la loro capacità di assumere forme e dimensioni
differenti al variare della natura e delle caratteristiche chimiche (pH, osmolarità) del
mezzo disperdente.
Normalmente a pH 7.4 ed osmolarità di mOsmol/kg
1
i globuli rossi presentano una
caratteristica forma a disco biconcavo. La diminuzione della osmolarità del mezzo esterno
causa il rigonfiamento (sweelling) della cellula mentre l’incremento della osmolarità
determina l’effetto esattamente opposto portando il sistema ad assumere un profilo
schiacciato.
Alla vista di quanto detto si può capire quanto interessanti possono essere in ambito
ematologico i risultati conseguiti dalla spettroscopia dielettrica soprattutto se si pensa che
alterazioni morfologiche delle cellule del sangue sono il primo indicatore di malattie a
danno del sistema emo-poietico quali anemia, talassemia ma anche di ipotiroidismo e di
patologie renali ed epatiche [Lee; 1999].
Le alterazioni degli eritrociti possono riguardare la loro forma ed il loro volume (la
presenza di una variabilità nelle dimensioni e nella forma sono definite rispettivamente
anisocitosi e poichilocitosi).
1
Per osmolalità si intende quindi il numero di osmoli per kilogrammo di acqua (mosmol/Kg): il volume totale sarà
pertanto composto da un litro di acqua più il piccolo volume occupato dai soluti. Il termine è spesso confuso con
osmolarità (osmoli per litro di soluzione), peraltro con differenza trascurabile.
Introduzione
2
Riportiamo alcune delle possibili alterazioni a carico degli eritrociti: sferocitosi (perdita
della forma a disco biconcavo), ellissocitosi (cellula aforma ovale), stomatocitosi (presenza
di una area pallida centrale allungata a fessura) ed echinocitosi (superficie regolarmente
spinosa).
Per ottenere la misura della permettività, primo passo della procedura, si utilizza quale
sensore un cavo coassiale; la tecnica negli ultimi anni ha conosciuto un notevole
miglioramento in termini di accuratezza e range frequenziale [Wei et al.; 1992, Popovic et
al.; 2005].
Le maggiori problematiche legate al metodo riguardano:
la scelta del modello per rappresentare l’ammettenza (o cosa analoga l’impedenza)
dell’interfaccia sonda- liquido di misura;
la determinazione del valore della impedenza nel vuoto della sonda che sappiamo
essere funzione della frequenza;
eliminazione delle impedenze spurie quali quelli dovute al dis-adattamento del
connettore od agli effetti radiativi [Athey et al.; 1982, Stuchly et al.; 1982]
Motivi di minor dispendio in termini di risorse computazionali e di tempo hanno orientato
la scelta dell’equivalente circuitale del set-up sperimentale verso la modellizzazione
dell’impedenza di interfaccia liquido - terminazione del cavo come una capacità di shunt
trascurando metodi più complicati quale quello che prevede il coinvolgimento del
modello di Funzione Razionale (RFM).
La tecnica, applicabile solo nell’ipotesi che si propaghi il solo modo TEM è stata proposta
per la prima volta da Wei e Sridhar [1989] nel caso di cavo coassiale direttamente immerso
nel liquidi sotto misura. Successivamente la tecnica è stata applicata a differenti
configurazioni da Fioretto et al.; [1993] e Freda et al. [2002] ed è stata recentemente estesa
all’analisi di mezzi solidi da Kang et al. [2005].
Il passo finale nella nostra metodologia riguarda l’applicazione della Teoria delle misture.
La teoria, la cui applicazione risulta valida nelle condizioni di campo quasi-statico e di
misture a bassa frazione volumetrica è stata estesa da Maxwell a strutture sferiche multi-
strato e successivamente adattate a differenti geometrie delle inclusioni (ellissoide prolato,
cilindro etc.) [Maxwell; 1881, Fricke; 1924, Bianco et al.; 1984, Giordano; 2003] ed al range
Introduzione
3
delle microonde da Merla et al. [2005] considerando per ciascuno strato delle inclusioni un
modello alla Debye a singolo rilassamento.
Il testo è organizzato come segue: Il Cap I si descrive il modello circuitale, vantaggi e limiti
del metodo proponendo dei miglioramenti alla tecnica, il Cap. II è incentrato sull’analisi
delle conseguenze elettriche (corrente, potenziale e campo) indotte nella membrana degli
eritrociti dall’azione di un campo esterno sia sugli gli effetti biologici conseguenti all’
esposizione:
break-down, porazione ed elettro-fusione. I capitoli III e IV sono invece relativi alle misure
sulle sospensioni cellulari. Nel Cap. III si descrive la preparazione del campione biologico
ed il protocollo sperimentale seguito; nel Cap. IV si procede all’analisi dei risultati ed alla
stima delle caratteristiche geometriche della cellula.
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
3
CAPITOLO I
Metodologie di misura della permittività di soluzioni biologiche e specifiche del problema
proposto
1.1 Introduzione alla spettroscopia dielettrica
La spettroscopia dielettrica, intesa come lo studio della risposta di un dielettrico a un campo
elettrico variabile nel tempo rappresenta un potente mezzo per investigare una grande quantità di
processi
Dalle misure di spettroscopia dielettrica è possibile acquisire informazioni sui meccanismi di
polarizzazione che avvengono nei materiali, come:
rotazione di piccole molecole (liquidi);
meccanismi di polarizzazione per orientazione: orientazione di dipoli permanenti;
polarizzazione atomica ed elettronica;
polarizzazione alla Maxwell-Wagner;
migrazione di cariche.
Tale tecnica permette, quindi, di stabilire un legame tra le proprietà dinamiche microscopiche
delle molecole che costituiscono un materiale e i fenomeni che lo caratterizzano
microscopicamente (spettro di permettività)
Nell‟ambito degli studi sulla interazione campo E.M. – materia vivente, la spettroscopia
dielettrica sta assumendo un rilievo crescente. Ciò è dovuto principalmente: alla non invasività
della misura e le crescenti applicazioni in ambito clinico. Negli ultimi anni, infatti, la
spettroscopia dielettrica si è rivelata un valido strumento in varie applicazioni biomediche: la
biocompatibilità dei materiali, l‟ingegneria tissutale [Bagnanonchi et al.; 2004], l‟ematologia,
con la possibilità che essa dà di caratterizzare l‟ematocrito [Treo et al. 2005], e l‟oncologia con
la breast cancer imaging [Fear et al.; 2003]. Inoltre combinando misure di permettività “in vivo”
su soluzioni biologiche con l‟applicazione inversa della Effective Medium Theory (EMT) si è
giunti a ricavare informazioni su campioni biologici riguardanti: struttura cellulare e variazioni
morfologiche imposte da agenti fisico-chimici. Questi dati risultano di particolare interesse se si
considera che le alterazioni suddette sono un indicatore primario di patologie emato-poietiche
[Lee; 1999]. Ulteriori aspetti di interesse ingegneristico riguardano la relativa semplicità della
strumentazione necessaria, l‟uso di campioni che non necessitano manipolazioni che ne
potrebbero alterare le caratteristiche e la possibilità di condurre indagini su un ampio range di
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
4
frequenze (da pochi Hz a centinaia di GHz).
1.2 Metodologia di misura e specifiche del problema proposto
Per poter stimare il valore della costante dielettrica della membrana plasmatica e dei
compartimenti cellulari in genere, applicando in modo inverso la Teoria delle misture (Cap. II), è
necessario effettuare misure di costante dielettrica.
In letteratura sono proposte diverse metodologie di misura di ε nel range delle micro-onde
[Cook; 1952; Tanabe et al.; 1976; Stuchly et al.; 1978] tuttavia non esiste una tecnica
considerabile migliore delle altre in modo assoluto, bensì la valutazione sull‟opportunità
dell‟utilizzo di una metodologia và fatta caso per caso a seconda delle criticità della misura e
delle specifiche del problema.
Nessun metodo inoltre riesce a superare, allo stato attuale dell‟arte, le difficoltà collegate al
misurando rappresentato dal materiale biologico e che possono essere così riassumibili:
i valori di ε‟ (parte reale della costante dielettrica) tipici di queste sostanze sono
generalmente alti (ε‟ = 50-80), cosa che, come vedremo nel proseguo (par 1.4) implicherà
un‟accurata valutazione delle dimensioni del campione in modo da assicurare la
convergenza delle equazioni che governano il fenomeno (Nicholson-Ross; [Stuchly;
1978])
in misure a banda larga il fattore di dissipazione (tanδ = ε‟‟/ ε‟) può subire ampie
variazioni;
il materiale da testare è in genere disponibile in limitate quantità;
il campione è altamente sensibile a variazione in temperatura.
E‟ ora nostra intenzione confrontare varie metodologie di misura di tale parametro e procedere
alla valutazione di quella che tra queste meglio soddisfa le richieste del problema; richieste che
sono:
effettuare misure a banda larga: ciò si rende necessario, poiché consente di acquisire i dati
su un‟ampia banda di frequenze consentendo l‟estrazione dei parametri di interesse su
tutto lo spettro indagato con un'unica misura.
utilizzare campioni per la misura di dimensioni contenute ;
rendere possibile un controllo della temperatura del campione;
permettere una calibrazione accurata del sensore.
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
5
La terza e la quarta specifica sono necessarie per garantire la più alta accuratezza delle misure
dalla quale ovviamente dipende la precisione con cui si potranno estrarre i valori delle costanti
dei compartimenti cellulari tramite l‟uso della teoria delle misture.
Comune a tutte le tecniche è la misura del coefficiente di riflessione (o anche del coefficiente di
trasmissione o dell‟impedenza) sulla struttura trasmissiva che contiene il dielettrico; operazione
questa che costituisce il primo passo nella determinazione della permittività ed è eseguito
solitamente, tranne che per misure nel tempo, con l‟uso di un analizzatore di rete (VNA);
Il secondo passo dal quale dipende in larga parte l‟accuratezza del valore ottenuto per la costante
dielettrica, è la determinazione della permittività complessa dalla conoscenza del coefficiente di
riflessione (S
11
) o, in modo equivalente, dell‟impedenza (Z
m
) (problema inverso).
Tale misura di costante dielettrica può essere effettuata sia nel dominio del tempo sia nel
dominio della frequenza, in entrambe i casi Tab. 1.2.1.
METODI DI MISURA DELLA PERMETTIVITA’ (ε
*
)
TEMPO FREQUENZA
1 PORTA 2 PORTE 1 PORTA 2 PORTE
CAVO
COASSIALE
CAVO
COASSIALE
GUIDA D’ONDA
CAVO
COASSIALE
RISONATORE
A CAVITA’
GUIDA D’ONDA
STRUTTURE
PLANARI
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
6
Di seguito saranno analizzati in modo schematico vantaggi e svantaggi di ciascuna metodologia;
una più ampia sezione sarà invece dedicata alla esposizione della misura in frequenza ad una
porta con cavo coassiale utilizzata in questo lavoro per la valutazione della permittività delle
sospensioni di eritrociti.
1.2.1
Introdotte per la prima volta tra la fine degli anni‟60 e l‟inizio degli anni‟70, le misure nel
dominio del tempo risultavano in quel periodo particolarmente vantaggiose rispetto alle
metodologie di misura nel dominio della frequenza poiché consentivano la misura in pochi
secondi della costante dielettrica su un ampio range di frequenze, mentre le tecniche in frequenza
necessitano di misure su ogni singola frequenza avevano dei tempi di misura più lunghi e
difficoltà nell‟acquisizione dei dati. Ad oggi, grazie all‟introduzione degli analizzatori di rete, le
tecniche di misura nel dominio della frequenza non presentano più queste problematiche e sono
ugualmente veloci rispetto alle misure nel tempo che, grazie al continuo sviluppo della
tecnologia (generatori di impulsi con tempo di salita molto rapido, campionatori ad elevata
frequenza e oscilloscopi digitali) rimangono sempre un ottimo metodo di misura.
Il più comune metodo di misura nel tempo è il TDR (time domain reflectometry); La tecnica
sfrutta per la determinazione della costante dielettrica l‟andamento nel tempo del coefficiente di
riflessione, osservabile sull‟oscilloscopio. Per ottenere contemporaneamente sia la parte reale sia
la parte immaginaria della costante dielettrica si trattano i segnali nel tempo come segnali in
frequenza estraendo dalla tensione riflessa e dalla tensione trasmessa, entrambe acquisite
dall‟oscilloscopio, i parametri di scattering.
Da questi è estraibile la costante dielettrica risolvendo un‟equazione di legame tra l‟impedenza
della terminazione del cavo e la permittività, meglio nota come equazione di Cole che nel caso di
circuito aperto si presenta nella forma:
) cot( )
2
(
*
0
x x
p v
p
jwd
c
con:
c = velocità della luce nello spazio libero (3 x 10
8
m/s);
' K
c
v ;
X=[ d( *)
0.5
]/c;
v
0
(j )+r(j )=p
(1.2.1.1)
cvc
(1.2.1.4)
(1.2.1.2)
(1.2.1.4)
(1.2.1.3)
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
7
La 1.2.1.1 è tutt‟oggi la più usata per la soluzione del problema inverso con le misure TDR.
Le misure nel tempo non presentano alcun vantaggio rispetto alle misure in frequenza poiché il
segnale viene comunque trasformato in frequenza; questa operazione introduce, inoltre, errori
relativi al campionamento e al troncamento necessari per il computo della trasformata di Fourier
discreta.
Per questo motivo le misure nel tempo non vengono utilizzate per la nostra misura anche
considerando la difficoltà della messa a punto di un‟adeguata strumentazione.
1.2.2
Le misure in guida d‟onda sfruttano per la determinazione della sia il coefficiente di riflessione
sia il coefficiente di trasmissione o il coefficiente di propagazione in guida.
Quando il legame tra parametri di scattering e costante dielettrica è ottenuto tramite il
coefficiente di propagazione in guida si determina una semplice espressione di legame tra
costante di propagazione e permittività. Nel secondo caso (coefficiente di trasmissione o il
coefficiente di propagazione in guida) si genera un sistema di equazioni non lineare la cui
soluzione è abbastanza impegnativa. Entrambe le procedure hanno vantaggi e svantaggi che
andremo ad analizzare in dettaglio.
Con la misura del coefficiente di propagazione in guida, solitamente determinato da misure di
parametri di scattering, si possono effettuare “misure differenziali” ossia misure su strutture
uguali (sezione, impedenza caratteristica) ma di lunghezza differente eliminando, in questo
modo, i problemi relativi all‟esatta conoscenza della geometria della struttura.
Altrimenti, noti i parametri di scattering, è derivabile un‟equazione che lega il coefficiente di
riflessione prodotto dal disadattamento tra materiali diversi in guida (aria e campione di misura)
all‟impedenza della sezione.
Il coefficiente di riflessione è funzione dei parametri di scattering e l‟impedenza è funzione della
costante dielettrica incognita, perciò si ottiene un legame diretto fra parametri di scattering della
struttura e costante dielettrica.
L‟equazione è non lineare, pertanto una sua inversione è, in alcuni casi, complessa.
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
8
Fig. 1.2.2.1 Modi TE (trasversale elettrico) e T. (trasversale magnetico) usato nelle guida d’onda e frequenza
critica dei primi modi TE e TM in una guida rettangolare ( a = 2b) riferita alla frequenza critica del modo
fondamentale TE
10
posta uguale ad uno [Buffa; Le guide d’onda].
Le misure hanno il vantaggio di essere facilmente effettuabili su liquidi poichè la struttura risulta
particolarmente adeguata per tale scopo, non si ha alcun problema infatti nel loro inserimento
all‟interno della guida
Tuttavia le guide d‟onda di qualsiasi sezione soffrono lo svantaggio di non essere praticamente
utilizzabili a frequenze basse essendo le loro dimensioni legate alla lunghezza d‟onda nel vuoto
della frequenza di lavoro; (già a 1 GHz , per esempio, la dimensione a di una guida a sezione
rettangolare dovrebbe essere di circa 20 cm); ciò le rende non rispondenti alle nostre esigenze di
misura poiché alle frequenze di nostro interesse (3GHz massimo) sarebbero necessarie guide
d‟onda di sezioni ampie, compromettendo così l‟uso di un volume ridotto del campione
biologico di misura.
Esse sono, inoltre, di difficile installazione perché rigide e pesanti e di costo elevato dato che
l‟interno delle guide (specialmente a frequenze più elevate) è lavorato meccanicamente con
precisione e spesso viene argentato e dorato per ridurre le perdite per effetto pelle (l‟effetto pelle
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
9
è, comunque, ben inferiore che nei cavi coassiali dato che le correnti sono distribuite su un‟area
molto vasta). In ultimo le guide d‟onda presentano una frequenza-soglia di lavoro e sono,
impiegabili in un range ristretto di frequenze (consigliato circa ± 20 % attorno alla frequenza
centrale di utilizzo): allontanandosi da questo valore centrale cresce il return loss e peggiora la
qualità di tutto il sistema. Tale inconveniente può essere in parte superato aumentando le
dimensioni del dispositivo.
1.2.3 Misure in frequenza due porte: Strutture planari
Altre misure di costante dielettrica a due porte si effettuano su strutture planari.
L‟utilizzo di una struttura planare per le misure è estremamente recente.
L‟uso delle strutture planari consente la misura della permittività, considerando una struttura
molto semplice da realizzare, in quanto il dielettrico campione è parte integrante della struttura
(ad esempio il substrato di una microstriscia) e non è necessario cambiare la forma del materiale
che viene già fabbricato in lamine di vario spessore.
Le tecniche di estrazione della costante dielettrica prendono in considerazione, per quanto
riguarda la parte reale, una misura di impedenza della struttura realizzata tramite la misura dei
parametri di scattering che dipende dalla costante dielettrica e dalla capacità per unità di
lunghezza della struttura [Duhamel 1997, Duhamel 2001Lanzi 2002].
La capacità per unità di lunghezza solitamente si può determinare in forma chiusa con
accuratezza dell‟1%, per determinate relazioni nella geometria della struttura (larghezza del
conduttore centrale, spessore del substrato e spessore del conduttore).
Per quanto riguarda la parte immaginaria si effettuano misure sulle perdite [Green 1998, Yue
1998, Han 2001].
L‟uso di tale struttura non è però adeguato alla misura di liquidi che necessitano di un
contenitore.
Nell‟ambito delle misure su materiali biologici gli esempi di uso di strutture planari sono pochi e
di recente sperimentazione.
Nello studio dell‟interazione dei campi elettromagnetici con i tessuti, in special modo quello
nervoso, (d‟interesse per l‟uso della telefonia mobile) l‟utilizzo di una struttura a microstriscia ha
permesso di ottenere misure di alta sensibilità fino a 45 GHz. [Tofighi 2000, Tofoghi 2002].
La microstriscia supporta modi quasi TEM fino a frequenze elevate sopra i 40 GHz senza
introdurre modi di ordine superiore .
La conoscenza dei parametri di scattering della struttura avviene tramite un analizzatore di rete.
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
10
Fig. 1.2.3.1 Patch rettangolare. Vista frontale (sinistra); Vista laterale (destra) [Contarino; Allineamenti
adattativi basati su elemeti a microstriscia].
Qualora si volesse far lavorare la microstriscia a frequenze più basse la struttura non presenta
limiti inferiori per mantenere la propagazione del modo quasi TEM (mantenendo le dimensioni).
Il modello della funzione razionale (RFM), già usato per rappresentare l‟ammettenza di ingresso
di un cavo coassiale, viene applicato anche in questo caso (struttura a microstriscia).
Si possono infatti esprimere i parametri di scattering S
ij
con una funzione razionale
M
m
Q
q
m q
mq
N
n
P
p
n p
np
ij
j
j
S
1 1
0 0
1
con =
0.5
,
np
e
mq
parametri della funzione.
La modellizzazione tramite la funzione razionale dei parametri di scattering è possibile per il
fatto che, essendo la struttura passiva, la risposta del sistema deve essere anch‟essa passiva e
stabile e quindi descrivibile con una funzione reale positiva.
I parametri della funzione si determinano tramite una stima ai minimi quadrati tra i risultati di
simulazioni e la funzione razionale calcolata per quei determinati valori di permittività
complessa e frequenza.
Noti i parametri la funzione si riduce ad un polinomio di grado noto:
0
21
0 1
21
S B S A
P
p
Q
q
q
q
P
p
(1.2.3.1)
(1.2.3.2)
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
11
la radice di tale polinomio che soddisfa le condizioni ‟‟>0 e ‟>1 è la soluzione fisica del
problema ossia rappresenta la costante dielettrica del materiale sotto misura.
La microstriscia supporta modi quasi -TEM fino a f > 40 GHz senza introdurre modi di ordine
superiore, né presenta limiti inferiori alla propagazione dello stesso, consentendo di lavorare in
un ampio range di f ; nonostante ciò presenta i due principali inconvenienti che ne rendono
difficoltosa l‟effettuazione: il primo relativo alla determinazione dei parametri del modello di
funzione razionale, il secondo relativo al difficile adattamento della transizione tra microstriscia
e cavo coassiale di connessione all‟analizzatore . Perciò è più opportuno utilizzare strutture che
eliminino i disadattamenti tra connessioni, ad esempio l‟uso di un‟unica struttura guidante
connessa direttamente all‟analizzatore (cavo coassiale) e cercare delle metodologie di soluzione
del problema inverso che non rendano necessaria la determinazione per ogni frequenza della
stima dei parametri di un modello. Per la microstriscia si ha inoltre la necessità di utilizzare un
volume non estremamente ridotto di campione biologico, come anche avveniva nelle guide
d‟onda, che non rende le strutture adeguate alle specifiche richieste dal problema
1.2.4 Misure in frequenza ad una porta: i risonatori
Tale strumentazione permette di effettuare misure di alta precisione soprattutto se è importante
acquisire dati sulla parte immaginaria di sostanze a basse perdite questo a fronte di un suo
utilizzo in frequenza possibile unicamente a “banda stretta”, ossia in concomitanza della
frequenza di risonanza (f
R
) della cavità e di un elevato costo della struttura.
La metodologia più usata per la determinazione dei parametri dielettrici per mezzo di una cavità
risonante è il metodo detto “cavity perturbation”. Il materiale sotto misura costituisce il “carico”
della cavità risonante e la ε è valutata attraverso lo shift del valore della f
R
rispetto al valore che
essa ha a struttura scarica (∆ f
R
). La metodologia si basa su una importante approssimazione: il
campione sotto misura deve essere molto “piccolo” così da poter considerare che il campo allo
interno della cavità contenete il campione cambi solo di poco rispetto a quello presente nella
cavità vuota e che l‟effetto perturbativo (∆ f
P
) su f
R
,dovuto alla sua introduzione, sia irrilevante
se confrontato con ∆ f
R
.
Sono possibili misure in cavità anche di sostanze liquide introducendo all‟interno della struttura,
tramite delle opportune aperture un capillare per contenere il liquido sottomisura.
Un altro punto fondamentale nella realizzazione di un apparato per misure in cavità è ottenere il
massimo adattamento dell‟alimentazione con la struttura. Questo punto costituisce una difficoltà
poiché è necessario monitorizzare l‟esatta potenza elettromagnetica depositata nella struttura per
evitare perdite nei conduttori che altererebbero le misure.
(1.2.1.4)
CAPITOLO I – metodologie di misura e specifiche del problema proposto
12
Da quanto detto si evidenzia che, sebbene alcuni requisiti delle misure in cavità siano
particolarmente adatti al soddisfacimento delle nostre specifiche, come ad esempio il volume
assai ridotto di liquido necessario per la misura, altre caratteristiche le rendono completamente
inadeguate allo scopo.
Gli alti costi della strumentazione, la difficoltà di realizzazione, progettazione della cavità e della
sua alimentazione, il limitato uso in frequenza della strumentazione fanno si che sia più
opportuno realizzare misure di costante dielettrica con altre tecnologie
1.2.5. Misure in frequenza una porta: Cavi coassiali
Nell‟ambito della misure a una porta una struttura trasmissiva largemente usata anche in passato
che ovvia molti degli inconvenienti esposti per le cavità è il cavo coassiale.
Rispetto alle misure a una porta con risonatore, il cavo coassiale effettua misure su di un ampio
range di frequenze e non presenta problemi tecnici di progettazione.
La semplicità della realizzazione dell‟apparato sperimentale lo fa sicuramente preferire anche a
misure a due porte sia su guida d‟onda che su microstriscia o CPW.
Inoltre per alcune strutture della cella di misura, solitamente realizzata tramite l‟uso di connettori
sull‟estremità libera del cavo, è possibile utilizzare quantità di campioni estremamente ridotte
(fino a 100 l).
Tale struttura si adatta quindi molto bene alle necessità del nostro problema essendo nel range di
frequenze di nostro interesse (100 MHz, 3 GHz) le più vantaggiose in termini di realizzabilità
della struttura, costo, errore prodotto durante le operazioni di misura e adeguate all‟indagine
dielettrica dei liquidi necessitando di un bassissimo volume di soluzione per la misura pur
rimanendo irrisolti gli svantaggi prima citati legati all‟impiego della tecnica in alta frequenza:
effetto radiativo del cavo e dimensioni ridotte del coassiale (fattore quest‟ultimo limitante
l‟accuratezza meccanica del cavo). L‟uso della tecnica del cavo coassiale terminato sia in corto
circuito sia con un circuito aperto (open-ended) in combinazione con l‟uso di un analizzatore di
rete vettoriale (VNA) è risultata già da anni [Stuchly 1980] un valido mezzo per la misura delle
proprietà dielettriche dei materiali con particolare riferimento ai liquidi.
1.3 Dal Lumped-Capacitance Method alla De-embedding Procedure: vantaggi e svantaggi e
validà del modello circuitale proposto.
Il principio su cui si basano le misure con cavo coassiale consiste nel modellizzare la
terminazione del cavo all‟interfaccia con il dielettrico tramite un circuito equivalente, parallelo di
(1.3.1)