Sovrappopolazione e consumismo, i due volti dell'apocalisse antropica.
Prefigurazioni in Moravia, Pasolini e nella letteratura fantascientifica
Premessa: la scelta di un tema appartenente alle scienze sociali per un lavoro
letterario
Viviamo in un'epoca della storia umana assolutamente unica, in ogni suo aspetto. Per
carità, ogni epoca è unica, essendo la storia un continuum spiraliforme in cui nessun
momento si ripete in maniera identica, sebbene alcune caratteristiche, tendenze ed
idee ciclicamente si ripresentino trasformate ed aggiornate. Ma per la prima volta in
assoluto, dopo secoli di espansione geografica, economica, demografica, iniziamo a
saggiare i nostri limiti e, soprattutto, quelli del pianeta.
“Si sta diffondendo la percezione che alcuni limiti siano stati toccati, o si avvicinino, o siano
diventati visibili. [..] I limiti fisici del pianeta sono oramai visibili e continuano ad essere, di
fatto, invalicabili.”
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Come si discuterà approfonditamente in seguito, uno dei più grandi problemi di
questo nostro assolutamente unico e complicato presente sorge dal fatto che su quello
che è un pianeta con spazi e risorse finite, abbiamo calato un modello economico che
prevede uno sviluppo infinito, illimitato. Il risultato di questa pericolosissima
dissonanza cognitiva collettiva non può che essere, a lungo andare, disastroso. E,
ormai già da qualche decennio, iniziano a vedersi in maniera sempre più evidente
queste nefaste conseguenze.
Dunque l'esigenza di questa piccola forzatura nasce proprio dalla consapevolezza
delle immani difficoltà del presente e dalla prospettiva di un futuro fosco; dalla
volontà di voler, in qualche modo, essere parte di quella scia di persone che
contribuiscono a creare coscienza dei problemi in cui il nostro presente affoga. E la
cosa straordinaria dell'immenso mondo letterario è che persino un tema così
1 M. LIVI BACCI, Il pianeta stretto, il Mulino, Bologna, 2015, p. 162.
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fortemente pragmatico ed apparentemente arido dal punto di vista artistico come
quello della sovrappopolazione, offre in realtà notevoli spunti di riflessione e
suggestioni.
Da sempre la sensibilità dell'uomo creativo percepisce cose che al resto del genere
umano non è dato vedere. Il genio del creativo non legge il futuro, ma percepisce le
vibrazioni primigenie di un fenomeno molto prima che questo si manifesti
apertamente. E dunque il sentire dell'artista, che ovviamente attinge dagli infiniti
mondi dell'immaginazione, si rivela spesso essere non così distante dalla realtà.
Magari non quella presente, quella che è davanti agli occhi di tutti, ma quella che
ancora deve venire.
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Introduzione
Perché delle tante tematiche a sfondo sociale a cui si sono molto spesso dedicati i
letterati del novecento, scegliere proprio il problema demografico della
sovrappopolazione? Innanzitutto perché è uno dei più insidiosi.
“Non ho mai visto un problema che non sarebbe più facile da risolvere se ci fossero meno
persone, e impossibile se ce ne fossero di più”
2
sottolinea argutamente Sir David
Attenborough centrando il punto della questione. La sovrappopolazione è un tema
sotterraneo, che fa da sfondo, da background a molti altri problemi. Soggiace ad essi
e funge da cassa di risonanza. La fame, la sete, l'inquinamento, l'effetto serra,
l'esaurimento delle risorse. La sovrappopolazione in fondo non causa nessuno di
questi problemi, ma li amplifica all'inverosimile. E' un moltiplicatore, un
pericolosissimo moltiplicatore di dinamiche.
“Non si tratta di questo o quello, di consumi o numeri. E' ovvio che si tratta di tutti e due.
L'impatto totale sono i consumi moltiplicati per i numeri.”
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Qualsiasi problema vi sia la sovrappopolazione non può che peggiorarlo,
amplificarlo, esasperarlo. Un eccesso di popolazione è come una lente
d'ingrandimento. Qualsiasi problema ci sia, lo rende più macroscopico. E forse è
proprio per questo che molti non ne percepiscono la problematicità.
Si arriva così al secondo punto. La scelta di questo specifico tema deriva dal fatto che
è oggi uno dei più grandi e pericolosi tabù.
“Sul punto si è creato un blocco mentale. L'argomento è tabù, è religiosamente
scorrettissimo e proprio non se ne deve parlare. E così continuiamo a essere impegnati in
una rincorsa inevitabilmente perdente, insensata e anche suicida.”
4
Così sentenzia col suo
stile deciso e diretto Giovanni Sartori, che per anni è stato una importantissima voce
del Corriere della Sera, recentemente scomparso. La rincorsa di cui parla è quella allo
2 A.WEISMAN, Conto alla rovescia, quanto potremo ancora resistere?, Einaudi, Torino 2014, p. 139.
3 Ibidem.
4 G.SARTORI, Il paese degli struzzi, clima, ambiente, sovrappopolazione, Edizioni Ambiente, Milano,
2011, p. 160.
6
sviluppo:
“Noi predichiamo lo sviluppo; ma tanto più sviluppo, tanto più inquinamento. Finché non
ammetteremo che il maggiore sviluppo deve essere neutralizzato da una minore
popolazione. [..] A popolazione crescente, sviluppare il sottosviluppo può soltanto produrre
un collasso da ipersviluppo.”
5
Continua poco più avanti: “Il vangelo dello sviluppo a
oltranza può solo aggiungere ai danni ecologici prodotti dal mondo industriale avanzato, gli
ancor più smisurati danni ambientali prodotti da un mondo preindustriale sovrappopolato
che si sviluppa bruciando foreste (Indonesia) e carbone (Cina).”
6
Si comprende che l'argomento è tabù perché è sostanzialmente anti-libertario, anti-
democratico ed anti-egualitario. Questa è la scomoda tesi che nega ai paesi del terzo
mondo il nostro stesso percorso di sviluppo economico. Ma affermare che non possa
esserci per ogni abitante del pianeta la possibilità di un benessere pari a quello di un
europeo medio significa negare i diritti dell'uomo e del cittadino e tutte le conquiste
civili e sociali degli ultimi duecento anni. E' un'affermazione gravida di conseguenze,
ideologicamente inaccettabile. E se la sovrappopolazione è oggi uno dei maggiori
tabù è anche per questo, perché il pensiero dominante ci spinge al di là della ragione e
delle prove scientifiche, nel territorio della speranza, probabilmente dell'illusione,
certamente dell'ipocrisia. Una “diagnosi sacrilega”, come la definisce lo stesso
Sartori, che scriveva tutto ciò nel 2002. Da allora alcuni dei paesi in via di sviluppo di
cui parlava hanno fatto un enorme salto in avanti dal punto di vista economico, con
l'affacciarsi delle catastrofiche conseguenze da lui ben previste.
Massimo Livi Bacci, professore di demografia all'università di Firenze, rincara la
dose col suo stile più posato ed accademico: “La questione popolazione sembra scivolare
silenziosamente fuori dall'agenda internazionale. Come se i progressi della tecnica ci
autorizzassero a non preoccuparci dei tre o quattro miliardi di persone in più che dovremo
accogliere sul pianeta, nutrire, vestire, alloggiare, istruire e avviare al lavoro prima della fine
del secolo. E che avranno un notevole impatto sull'ambiente.”
7
5 G.SARTORI, G.MAZZOLENI, La Terra scoppia, sovrappopolazione e sviluppo, Rizzoli, Milano, 3°
ed. aggiornata, 2004, p. 29.
6 Ivi, p. 69.
7 M. LIVI BACCI, Il pianeta stretto, op. cit. p. 10.
7
Dalle parole di Livi Bacci deduciamo che la sovrappopolazione è innanzitutto uno
degli aspetti del problema ecologico, ovvero del rapporto problematico tra uomo e
ambiente. E questo sarà la colonna portante della trattazione, in particolare nel primo
capitolo, in cui si discuterà dei vari aspetti del fenomeno con l'ausilio soprattutto dei
sopra citati Livi Bacci e Sartori, molto diversi nell'approcciare alla discussione del
problema e per questo potenzialmente complementari.
Il secondo capitolo sarà dedicato alla ricerca dei segnali, dei sintomi della
sovrappopolazione nei diari di viaggio di Pasolini e Moravia, grazie alle loro preziose
esperienze in India e in Africa, dove questo fenomeno demografico è oggi più forte e
grave.
Infine nel terzo capitolo l'analisi si sposterà sulla letteratura di fantascienza, ovvero
su come l'immaginazione si è prefigurata lo scenario di un mondo sovrappopolato o,
come e grazie a quali misure, lo ha evitato.
Se il primo capitolo sarà per lo più dedicato alla situazione presente, sia per il
secondo che per il terzo capitolo si andranno a ricercare le radici storiche del
problema, vagliando la sensibilità artistica e culturale di tipologie molto diverse di
letterati. Le esperienze letterarie dei resoconti di viaggio da un lato e i voli
immaginativi della letteratura fantascientifica dall'altro offrono entrambi, in maniera
molto diversa, una panoramica del problema quando ancora non vi erano che solo
alcune avvisaglie. Ovviamente nei resoconti di viaggio non si troverà affrontato in
maniera diretta il problema, ma si dovranno scovare gli indizi e le cause remote e
profonde, concorrenti e concomitanti alla sovrappopolazione. Motivo per cui il primo
capitolo, non particolarmente inerente al mondo letterario, è necessario: perché è solo
dopo aver ben tracciato le coordinate del problema che si potranno scovare a ritroso i
germi del fenomeno nella vasta gamma di suggestioni offerte dal mondo dei creativi.
8
Capitolo primo: poco mondo per troppe persone
E' con una certa sorpresa che dobbiamo constatare la difficoltà nel riuscire a trovare
una definizione completa, soddisfacente ed esaustiva di sovrappopolazione.
L'enciclopedia Treccani ne dà questa fin troppo concisa definizione:
“Eccedenza della popolazione rispetto ai mezzi di sussistenza.”
8
Che cosa si intende per mezzi di sussistenza? Cibo, acqua e un riparo? E' una
definizione sufficiente, esauriente? E oggi cibo, acqua e un riparo possono dirsi
sufficienti? Il dizionario Garzanti, sempre estremamente breve ed essenziale, tira in
ballo un paio di elementi interessanti e fondamentali:
“Popolazione eccessiva in rapporto alle risorse naturali ed economiche di un luogo.”
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V olendo creare una definizione ex novo, più completa e sicuramente aggiornata alla
situazione socio-economica planetaria del ventunesimo secolo, si può dire che:
“C'è una situazione di sovrappopolazione quando le risorse che è possibile sfruttare
senza alterare troppo gravemente gli equilibri ecologici di un territorio o di tutto il
pianeta non sono abbastanza da permettere ad ogni essere umano di vivere
dignitosamente, in uno stato di benessere materiale sufficiente a garantirgli una certa
qualità, un certo standard di vita.”
In questo modo, oltre a focalizzare l'attenzione sul problema ambientale, viene posto
al centro dell'attenzione anche un altro, atavico dramma umano, forse la tragedia per
eccellenza della condizione umana, ovvero quella riguardante la qualità materiale
della vita. Insomma, i grandi poli della problematica sono di natura ecologica da un
lato e socio-culturale e politica dall'altro. E il mondo migliore che ci auspichiamo è
giusto al centro. Troppo ecologismo è fuori dalla realtà, una utopia primitivista. Ma in
questo momento è l'eccessivo antropocentrismo ciò che sta mettendo in discussione il
futuro e la salute della biosfera. I due poli, a causa sia del nostro stile di vita e del
nostro sistema economico che dell'eccessiva presenza umana, finiscono per essere
contrastanti. Per l'appunto, troppe persone, e con troppi desideri consumistici, per
8 http://www.treccani.it/vocabolario/sovrappopolazione/
9 https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=sovrappopolazione
9
poco mondo:
“Siamo troppi e vogliamo troppo su un pianeta la cui base di risorse si fa sempre più
piccola.”
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La lunga conta: quanti siamo e quanti diventeremo
Secondo i dati della Banca Mondiale, la popolazione planetaria nell'anno 2017 è di
sette miliardi e mezzo di individui, milione più, milione meno. Prima della fine del
millennio, nel 1999, era stato tagliato il traguardo dei sei miliardi. In soli diciassette
anni, ovvero nello spazio di metà generazione, la popolazione è cresciuta di un
miliardo e mezzo di individui. E' impressionante se si pensa che il mondo ai tempi
dell'Europa dei fascismi, negli anni 30', era abitato da “sole” due miliardi di persone.
Molti di coloro a cui la questione non desta preoccupazione obiettano che il tasso di
crescita della popolazione mondiale sta calando.
“E' evidente una tendenza alla lenta riduzione della crescita annuale media rispetto al
massimo del 2,1 per cento toccato fra il 1965 e il 1970, quando l'aumento percentuale annuo
si calcolava tuttavia su una popolazione totale che allora era circa la metà di quella attuale.
In futuro la base di calcolo sarà sempre più grande”
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, scrive Gianni Mazzoleni,
giornalista che ha collaborato con Sartori nello scrivere a quattro mani “La Terra
scoppia”. Ciò che Mazzoleni vuole dire è che il tasso di crescita in diminuzione viene
compensato dall'aumento della popolazione, creando una sorta di equilibrio. Se si
applica una percentuale più bassa ad un numero più grande, il risultato non varia o
varia di poco. Per fare un esempio, nel 1960 la popolazione umana cresceva ad un
ritmo di 1,86% all'anno, aumentando di 55 milioni. Nel 2016 è cresciuta dell'1,13%,
ovvero ad un ritmo più basso, ma è aumentata di ben 83 milioni. Questo perché nel
1960 la percentuale si applicava a tre miliardi di individui, che era la popolazione
mondiale a quel tempo, mentre nel 2016 si applica a sette miliardi e mezzo. E dunque
10 A.WEISMAN, Conto alla rovescia, quanto potremo ancora resistere?, op. cit. p. 496.
11 G.SARTORI, G.MAZZOLENI, La Terra scoppia, sovrappopolazione e sviluppo, op. cit. p. 110.
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il meccanismo dello spropositato aumento della popolazione non è stato ancora
disinnescato. E Sartori mette in guardia dalle astuzie dei negazionisti, come quella
che consta nel “dichiarare che un certo fenomeno è in diminuzione. La diminuzione di un
aumento, oppure un aumento che si capovolge in una diminuzione? Per esempio, le nascite
pro capite sono quasi dappertutto in diminuzione. Resta che la popolazione mondiale
continua a crescere. Dunque non si tratta, in realtà, di una diminuzione, ma di un minore
aumento. [..] Vengono dette diminuzioni ma sono, in verità, rallentamenti di una crescita, di
un totale che continua a salire.”
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E sale ad un ritmo insostenibile, nonostante un lieve rallentamento. Ogni anno una
nuova Germania (che è il paese più popoloso d'Europa) compare sulla faccia della
Terra.
Le previsioni per il futuro sono, ovviamente, sempre più incerte man mano che si
avanza con gli anni. Ma per il 2050 “l'incertezza si riduce di parecchio e possiamo con
una certa sicurezza assumere che la popolazione mondiale aumenterà tra due e due miliardi
e mezzo.”
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Si toccherà quindi la già quasi distopica soglia dei nove miliardi e mezzo.
Ma è molto interessante, ed importante per il prosieguo del lavoro, in particolare per
quanto verrà detto nel secondo capitolo, l'articolazione territoriale di questa
monumentale crescita. Perché “quasi tutto l'aumento futuro (il 98%) avverrà nei paesi in
via di sviluppo, poiché nei paesi sviluppati è previsto che la popolazione rimanga
approssimativamente stazionaria; oltre la metà dell'aumento di popolazione nei prossimi 35
anni si concentrerà nell'Africa subsahariana (che raddoppierà di numero) e circa il 28% nel
subcontinente indiano.”
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La nostra unica e sacra casa
Ma perché tutto questo è un problema? Sartori in un articolo del 16 gennaio 2005, nel
frattempo le voci si sono fatte ancora più unanimi, cita il direttore dell'autorevole
12 G.SARTORI, G.MAZZOLENI, La Terra scoppia, sovrappopolazione e sviluppo op. cit. p. 248.
13 M. LIVI BACCI, Il pianeta stretto, op. cit. p. 29.
14 Ibidem.
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