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Introduzione
Alla base di questa interessante analisi, vi è lo studio del tema della sostenibilità,
declinata nei suoi molteplici aspetti, con particolare riferimento al settore turistico.
L’obiettivo principale è quello di cercare di comprendere in che modo è possibile fare
turismo sostenibile, a partire dalle aree naturali protette fino ad arrivare alle destinazioni
turistiche di massa, ponendo l’accento su come è cambiato l’atteggiamento della
popolazione – italiana e non – nei confronti del tema della sostenibilità e della
responsabilità e su quali importanti iniziative sono state realizzate in tal senso nel corso
del tempo, e in particolare negli ultimi anni.
L’elaborato si compone di quattro capitoli. Nel primo, viene innanzitutto fatto un
approfondimento relativamente al fenomeno turistico e alla sua evoluzione storica;
successivamente, si cercherà di dare una definizione di “turista” – che sarà studiato in
quanto consumatore -, analizzando in particolar modo chi è il turista contemporaneo e
cosa ricerca da una destinazione. In questo contesto, verranno trattati i temi di turismo
alternativo – in contrapposizione al turismo di massa –, sviluppo sostenibile e ricerca
dell’autenticità.
Il secondo capitolo – che peraltro dà il nome all’elaborato - invece, cerca di dar voce
alle numerose sfide che le destinazioni turistiche di massa devono affrontare prima di
poter essere effettivamente riconosciute come sostenibili. In questo senso, si parlerà di
alcune iniziative messe in atto dai vari Stati europei a favore della sostenibilità, e verrà
introdotto il concetto di “carico turistico”, di fondamentale importanza.
Il terzo capitolo, poi, riporta tutta una serie di esempi di destinazioni turistiche –
principalmente italiane ed europee - che hanno saputo realmente implementare al loro
interno delle buone pratiche di turismo sostenibile, prime tra tutte Rimini e Calvià,
divenute degli esempi di destinazioni turistiche di massa in cui è possibile anche
praticare e supportare la sostenibilità.
Infine, il quarto capitolo si concentra su come è cambiata negli ultimi anni la
consapevolezza della popolazione italiana circa la sostenibilità e il turismo sostenibile,
grazie anche alla realizzazione di importanti progetti che stanno mettendo sempre più al
loro centro questa importante tematica.
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Inoltre, si è cercato di analizzare quali sono le tendenze “green” del momento, e come
potrebbe cambiare lo scenario nei prossimi anni, in un futuro che è stato definito come
“neanche troppo lontano”.
Le motivazioni che stanno dietro a questo lavoro sono da ricercare – senza dubbio – nel
grande interesse provato non solo per l’argomento “turismo”, ma anche e soprattutto per
il tema della sostenibilità, oggi estremamente attuale e destinato ad evolversi e a
svilupparsi sempre più, anche alla luce del recente “fenomeno Greta”.
Grazie alla presente trattazione, è stato possibile portare alla luce numerosi aspetti molto
interessanti relativi al turismo sostenibile, e alla sostenibilità in senso più ampio, e
soprattutto è stato possibile ragionare su quale andamento essi potrebbero prendere in
futuro - anche in considerazione della situazione odierna relativa alla pandemia da
Covid-19, di cui il settore turistico ha fortemente risentito, molto più di tanti altri.
A tal proposito, si è ipotizzato che, proprio per via delle conseguenze portate dalla
pandemia, prossimamente il turismo sostenibile possa divenire sempre più meta
privilegiata di turisti alla ricerca di destinazioni lontane da assembramenti e a stretto
contatto con la natura, nelle quali sia attuabile vivere nel modo più sano e sereno
possibile. Inoltre, è anche stata avanzata l’ipotesi concernente il fatto che in uno
scenario del genere, sarà sempre più importante elaborare nuovi modelli strategico-
gestionali in grado di coniugare da un lato le nuove esigenze dei turisti-consumatori, e
dall’altro quelle delle stesse destinazioni turistiche.
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Capitolo 1: Verso nuove forme “alternative” di turismo
1.1. Cos’è il turismo?
Per alcuni potrebbe risultare apparentemente semplice pensare di dare una definizione
del fenomeno turistico; si potrebbe banalmente pensare “visito le principali attrazioni di
una località; sono un turista”; in realtà, la pratica turistica si presenta come
estremamente variegata al proprio interno, e anche solo provare a definirla in modo più
concreto e specifico risulta essere molto complicato.
Gli studi storici ci dicono che il turismo è sempre esistito ed è da considerare come un
vero e proprio fenomeno storico; basti pensare a fenomeni come il pellegrinaggio, le
scoperte geografiche, le colonizzazioni, ecc. per rendersi conto che effettivamente
l’uomo, per svariate ragioni, ha sempre viaggiato.
Va detto, però, che nel corso del tempo, il fenomeno turistico ha subito una lunga serie
di evoluzioni, che si legano inevitabilmente ad importanti cambiamenti negli stili di vita
dell’uomo, e che ci consentono di distinguere le seguenti “epoche” turistiche principali
1
:
1. Turismo moderno: in questa fase, che comprende gli anni tra il Cinquecento e
l’Ottocento, il turismo era principalmente appannaggio di ristrette élites; esso era
concepito per lo più come un viaggio legato al desiderio di conoscenza, cultura e
scoperta, e questo era reso particolarmente evidente anche dalla crescente
diffusione del cosiddetto Grand Tour.
Il Grand Tour può essere pensato come un viaggio di formazione compiuto da
una percentuale molto limitata di viaggiatori, costituita principalmente da
aristocratici e nobili, soprattutto inglesi.
Inizialmente ebbe una durata compresa tra i tre e i quattro anni, si caratterizzò
per il fatto di approfondire in modo concreto tutto ciò che precedentemente
veniva studiato solo teoricamente sui libri, e rappresentò, molto spesso, il
momento conclusivo di un percorso di studi.
1
Cfr. CORRADO DEL BO, Etica del turismo. Responsabilità, sostenibilità, equità, Roma, Carocci
editore, 2017, pp. 22-23.
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La lunga durata del viaggio si giustificava col fatto che era necessario fermarsi
per un lungo periodo nei nuovi paesi se si voleva imparare la lingua e se si
volevano acquisire le nozioni fondamentali di alcune discipline artistiche.
Gli itinerari dell’aristocrazia dell’Europa continentale differivano in parte da
quelli inglesi, ma tutti passavano per l’Italia, che divenne una delle mete
obbligate.
In particolar modo, Roma e Firenze divennero le città privilegiate, per via del
loro primato culturale, anche a livello mondiale.
Chi faceva il Grand Tour viaggiava solitamente accompagnato da un precettore,
e aveva la possibilità di incontrare, durante il viaggio, numerose personalità di
un certo prestigio che contribuivano ad arricchire la formazione prevista.
Tuttavia, col passare del tempo, la durata del viaggio si ridusse drasticamente,
tanto che all’inizio dell’Ottocento difficilmente superava i quattro mesi, e
parallelamente il Grand Tour diventò sempre più accessibile alla borghesia.
Grazie all’evoluzione dei mezzi di trasporto, infatti, il viaggio divenne molto più
veloce e più comodo da compiere, e dal momento che divenne accessibile a gran
parte dei ceti sociali, subì un abbassamento del proprio livello culturale e perse
la propria connotazione di “status symbol”.
Nel corso dell’Ottocento, comunque, il viaggio attraverso l’Europa continentale
passò di moda, e fu sostituito da altri modi di trascorrere le vacanze e di fare
turismo
2
; gli aristocratici inglesi cominciarono a viaggiare in giro per il mondo,
e una delle mete preferite divenne l’India, con i suoi panorami naturali e le
ricchezze architettoniche, e con i safari per la caccia al cinghiale e alla tigre.
Nello stesso periodo, anche l’Egitto fu uno dei paesi che esercitò grande fascino
e l’archeologia rappresentò il principale richiamo; la moda dell’esotico, infatti,
assunse un aspetto più culturale e si diffuse una nuova figura di viaggiatore,
quella dell’erudito eclettico, archeologo dilettante alla ricerca delle
testimonianze delle antiche civiltà.
Inoltre, iniziavano ad essere costruite anche le prime strutture specializzate per il
turista, come le terme.
2
Cfr. PATRIZIA BATTILANI, Vacanze di pochi, vacanze di tutti. L’evoluzione del turismo
europeo, Bologna, Il Mulino, 2009, p. 91.
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I bagni godevano di una grande reputazione, soprattutto tra le donne, perché si
riteneva che fossero utili contro la sterilità, e in molte città svizzere il contratto
di matrimonio garantiva il diritto a una visita con cadenza annuale in qualche
centro termale.
In Francia e in Gran Bretagna, le cure termali acquisirono grande prestigio e
alcune località divennero particolarmente rinomate (ad es. Bath, che ebbe
particolare successo grazie alla vasta offerta di luoghi per lo svago e negozi
esclusivi che proponevano tutte le novità della moda del momento).
Successivamente, iniziò a diffondersi anche il turismo montano; l’ambiente
naturale si trasformò in nuovo laboratorio di esperimenti e di scoperte
scientifiche, un vero e proprio luogo da studiare, e Saint-Moritz divenne la meta
privilegiata degli appassionati di alpinismo.
Inoltre, gli americani si identificarono come inventori di un altro tipo di vacanza:
quella nei parchi naturali.
All’amore per i paesaggi urbani si sostituì il desiderio di scoprire luoghi
selvaggi, non contaminati dalla presenza dell’uomo.
È interessante notare che l’inizio del turismo moderno viene fatto risalire
convenzionalmente al 5 luglio 1841, data in cui Thomas Cook, pastore
protestante e imprenditore inglese nonché fondatore della prima agenzia di
viaggio, la Thomas Cook and Son, organizzò un viaggio di gruppo per circa
cinquecento attivisti partendo dalla stazione di Leicester e arrivando a una
manifestazione di astemi a Loughborough, a ben undici miglia di distanza.
2. Turismo di massa: si caratterizza come un fenomeno essenzialmente
novecentesco durante il quale per la prima volta nel corso della storia tutti i ceti
sociali ebbero accesso al turismo.
Viene solitamente definito come un prodotto della società industriale, e si lega
ad elementi quali la diffusione del reddito e del benessere
3
, la conquista del
tempo libero da parte delle classi lavoratrici, l’ingresso delle vacanze nella
3
Cfr. MARIA CRISTINA MARTINENGO, LUCA SAVOJA, Sociologia dei fenomeni turistici,
Milano, Guerini e Associati, 1998, p. 10.
10
struttura delle preferenze di una percentuale crescente di popolazione e la nuova
moda dell’abbronzatura
4
.
Sul fronte dell’offerta, durante questa fase, si verifica un vero e proprio boom
dell’edilizia, con la costruzione di un grandissimo numero di strutture ricettive e
ricreative (ad es. ostelli, alberghi, appartamenti, pensioni, ecc.).
3. Turismo globale (anche detto post-moderno): si afferma verso la fine del
Novecento; in questa fase, la differenza tra turisti è relativa principalmente alla
differenziazione delle loro esperienze, sulla base di differenti criteri, e inizia a
svolgere un ruolo di fondamentale importanza il Web.
Si diffondono sempre più i percorsi letterari, le strade del vino, i pacchetti
benessere e i sentieri della natura, la cui clientela di riferimento include gruppi
di persone di estrazione economica, culturale e relazionale molto diverse, ma
accomunate dall’interesse verso un certo tipo di esperienza
5
.
Fatta questa premessa, è, comunque, opportuno precisare che la definizione più diffusa
di turismo è quella data dalla WTO (World Tourism Organization, Agenzia
Specializzata delle Nazioni Unite
6
), la quale definisce il fenomeno come “l’insieme
delle attività realizzate dalle persone durante i loro viaggi e soggiorni in luoghi diversi
da quello di residenza, per un periodo di tempo che va da almeno due giorni (minimo
un pernottamento) a un anno, a scopo di vacanza, lavoro o altri motivi”
7
.
Appare, dunque, evidente che il fenomeno turistico è ampiamente connotato da una
complessità che risulta non solo dalle varie forme che esso assume, ma anche dalle
diverse tipologie di turisti, dalle caratteristiche del prodotto turistico e dall’impatto della
pratica sull’ambiente circostante.
Ciò spiega la ragione per la quale definirlo è tutt’altro che semplice e ovvio.
4
Cfr. PATRIZIA BATTILANI, Vacanze di pochi, vacanze di tutti. L’evoluzione del turismo
europeo, Bologna, Il Mulino, 2009, p. 147.
5
Cfr. PATRIZIA BATTILANI., op. cit., p. 162.
6
Si veda: https://www.unwto.org/ (Data consultazione: 15/02/2020).
7
Cfr. AURELIO ANGELINI, ANGELA GIURRANDINO, Risorse culturali, ambientali e
turismo sostenibile, Milano, Franco Angeli, 2019, p. 29.