2
Le conseguenze positive, in termini di nuove fonti di
reddito ed opportunità di scambio, risultano limitate e
sovrastate da profondi sconvolgimenti a livello sia ambientale
che culturale.
Ciò accade perché economia e turismo impattano
l’ambiente accomunati da una scarsa progettualità nella
conservazione. Lo sfruttamento irrazionale delle risorse, la
scarsa consapevolezza da parte dell’uomo, sia esso abitante o
turista, rendono fragili gli equilibri socio-ecologici e
sottolineano in molti casi l’urgenza di creare piani e
atteggiamenti più focalizzati sulla conservazione, il "risparmio"
delle risorse e la loro valorizzazione.
La conservazione ambientale è in stretta relazione con
l’impatto che l’uomo ha sull’ecosistema, sui suoi equilibri, sulle
sue risorse. La qualità stessa della vita di chi abita un territorio
non può prescindere da come esso viene utilizzato e manipolato
in funzione dell’economia, dell’urbanistica, dei trasporti,
dell’efficienza.
Negli ultimi anni è cresciuta la consapevolezza dei danni
arrecati da un modello di sviluppo turistico “tradizionale”. A
fronte di tale consapevolezza si è sviluppato un approccio
diverso allo sviluppo turistico: il turismo sostenibile.
3
Il concetto di sostenibilità è inteso come “soddisfazione
dei bisogni del presente senza compromettere la possibilità di
soddisfare quelli delle generazioni future”. Un nuovo modo di
viaggiare consapevole, etico e responsabile che va incontro ai
paesi di destinazione, alla natura e alle comunità locali.
La ricerca di complementarietà tra sviluppo e
conservazione dell’ambiente e delle risorse naturali nelle attività
turistiche va ricercata, ove ragionevole, promuovendo la qualità
del binomio servizi/ambiente e tenendo bene a mente
l’applicazione del concetto di sostenibilità nelle attività turistiche.
Il presente Lavoro si pone l’obiettivo di introdurre dei
punti di riflessione e di analizzare il fenomeno in modo
realistico.
Lo Studio è diviso principalmente in quattro parti.
Nel primo capitolo si introduce il turismo partendo dalla
definizione del termine e dallo studio delle sue origini che
affondano nell’Ottocento, proseguendo con l’analisi della sua
evoluzione in vero e proprio fenomeno di massa,
soffermandosi peraltro sulle cause e sulle motivazioni del
viaggio in sé; si passa poi ad una suddivisione in gruppi - sulla
base di precise variabili - delle tipologie turistiche, per giungere
in seguito ad una classificazione dei centri d’interesse turistico.
4
Il secondo capitolo affronta il tema degli effetti che il
prodotto turismo produce, evidenziando come accanto ad un
positivo ritorno economico ci siano spesso svariate
conseguenze negative. Sono presi maggiormente in
considerazione gli esiti sia dal punto di vista sociale, sia dal
punto di vista ambientale.
Si è svolto infatti uno studio sul concetto di identità
locale di una comunità – concetto strettamente legato a quello
di appartenenza alla propria terra d’origine e alle tradizioni -, e
sul rischio rappresentato dalla tendenza globalizzante del
turismo di massa ad unificare le differenze culturali.
Si è poi analizzato l’impatto ambientale del fenomeno
turistico sul nostro pianeta, analizzando le alterazioni e lo stress
che l’ambiente subisce in presenza di uno sviluppo turistico non
controllato o pianificato e quindi di un sovraccarico a scapito
del territorio e del paesaggio.
Il punto nodale della presente Elaborazione si sviluppa a
partire dal terzo capitolo, entrando nel vivo del tema della
sostenibilità, richiamandone le definizioni e i requisiti,
illustrando peraltro le iniziative che gli organi internazionali
hanno intrapreso negli ultimi anni - sulla base di essa - in seno
all’attività turistica.
Si è approfondito inoltre il concetto di risorsa in merito
alla vocazione turistica di un luogo, e si è cercato di definire il
5
ruolo dei soggetti interessati (dagli enti pubblici alle associazioni
di categoria ai tour operator) nella promozione e soprattutto
nella tutela di tali risorse in un’offerta strategica integrata,
principio - questo - alla base dei Sistemi Turistici Locali.
Il filo logico concettuale intrapreso continua nel quarto
ed ultimo capitolo, il più consistente, che rapporta il concetto di
sostenibilità turistica alla sub-regione salentina.
Il Salento viene descritto in tutte le sue sfaccettature
geografiche, culturali, paesaggistiche, tradizionali, artistiche e
così via, fornendo uno spaccato che evidenzia la sorprendente
molteplicità delle risorse di questa bellissima terra che può
coniugare a quello balneare - vero motore del movimento dei
vacanzieri - molti altri tipi di turismo "pulito".
In questa sezione della Ricerca si è cercato di proporre
una gamma di tipologie turistiche su cui il Salento può puntare
proprio perché rispondenti ai requisiti di quella sostenibilità che
è ormai un elemento essenziale per la tutela del proprio – e in
questo caso ricchissimo - patrimonio sociale, culturale e non
ultimo ambientale.
Il turismo degli eventi religiosi e folcloristici può essere
ad esempio alla base della valorizzazione delle tradizioni locali,
di cui il Salento è orgogliosamente provvido; ciò vale anche per
il turismo enogastronomico, che punta sulla tipicità dei piatti e
6
sull’alta qualità e genuinità dei prodotti locali – dell’agricoltura
come dell’artigianato.
Altre importantissime risorse da mettere in luce sono i
piccoli centri d’arte del Salento, ricchi di bellezze storiche,
architettoniche e culturali che non hanno nulla da invidiare ad
alcune grandi città d’arte. Alla descrizione di questi si accostano
alcune proposte d’itinerari mirati alla conoscenza di aree
territoriali particolarmente disseminate di attrattive di questo
tipo.
Un entroterra come quello descritto non può non
puntare al turismo rurale, grazie soprattutto alla presenza nella
zona di un gran numero di dimore masseriali, che si stanno
appunto attrezzando per l’offerta agrituristica, consentendo
peraltro uno sviluppo agricolo e la tutela e riqualificazione del
territorio extraurbano; così come non si può non puntare - di
conseguenza - sul turismo ambientale o ecoturismo, che
potrebbe essere potenziato con proposte – alcune delle quali
qui suggerite - di percorsi escursionistici che mirino alla
conoscenza degli ambienti meno noti del paesaggio rurale.
Avvalendosi dell’esempio dell’Ecovillaggio di Borgo
Cardigliano - sito in località Specchia -, si è poi passati all’analisi
di un modello di complesso turistico che risponde
perfettamente a tutti i criteri di sostenibilità ambientale.
7
Cos’è il turismo? La domanda, apparentemente
banale, nasconde diverse insidie. È un’industria, certo,
ma non solo, un fenomeno sociale, certo, ma non solo. È
un fenomeno dei nostri tempi, nelle proporzioni in cui lo
conosciamo e questa frase riassume ma forse non spiega
ciò che il turismo in realtà sia. È un fenomeno spaziale,
sociale, economico e culturale. Un fenomeno complesso che
costituisce una delle principali novità della modernità.
Organizzazione Mondiale del
Turismo
1
1
L’Organizzazione Mondiale del Turismo è la sola organizzazione intergovernativa che funge
da forum mondiale per le politiche turistiche e le questioni ad esse correlate. I suoi Membri
comprendono 138 paesi e territori e più di 350 Membri Affiliati appartenenti ai settori
pubblico e privato. L’OMT ha il compito di incentivare e sviluppare il turismo quale
strumento importante per la promozione della pace e della comprensione internazionale,
dello sviluppo economico e del commercio internazionale.
8
CAPITOLO 1
1. IL FENOMENO TURISTICO
Il turismo, concetto squisitamente connesso a quello del
tempo libero e quindi del loisir contrapposto al lavoro, è
approdato alquanto tardi negli studi di carattere geografico.
Le motivazioni possono essere individuate sia nell’entità
del fenomeno, che fino al secondo dopoguerra ha interessato in
Europa la ristretta fascia sociale dell’aristocratico turismo di élite,
sia nella difficoltà di approccio al tema, per carenza di dati
sistematici, e probabilmente anche per una sorta di indifferenza
verso un argomento considerato trascurabile o secondario,
poiché relativo all’homo ludens piuttosto che all’homo oeconomicus.
Una volta assunte le connotazioni del turismo di massa e
divenuto attività economica di enorme vitalità, la cui domanda
continua a crescere e le cui entrate rappresentano un fattore di
riequilibrio della bilancia dei pagamenti di molti Paesi, esso
acquista un peso economico pari ad altre grandi attività umane,
9
quali l’industria ed il commercio; considerato perciò uno dei
principali comparti dell’economia internazionale, il turismo ha
coinvolto progressivamente l’interesse di numerose discipline,
tra cui l’economia, la sociologia, la psicologia sociale, il diritto, la
statistica, l’urbanistica e non ultima la geografia.
La nascita e l’affermarsi del turismo sono strettamente
collegati al tempo libero (in inglese: management of leisure time; in
francese: aménagement des loisirs). Nei Paesi economicamente più
evoluti, l’uomo conosce oggi, ancora prima del pensionamento,
vari momenti di riposo (ore libere dalle attività lavorative, pause
settimanali o weekend, ferie annuali retribuite).
J. Urry, ispirandosi alle teorie di Michel Foucault, adotta
la prospettiva del turismo come risultato di un’opposizione tra
«ordinario» e «straordinario», tra «attività del tempo libero» e
«lavoro regolato e organizzato».
2
Il riferimento al turismo
comporta così una connotazione legata all’organizzazione di
tale tempo libero, al viaggio e al riposo.
3
Il tempo libero in particolare può essere destinato in
certi casi alla semplice ricreazione e in certi altri al turismo nel
più lato senso del termine.
2
J. Urry, Lo sguardo del turista. Il tempo libero e il viaggio nelle società contemporanee, Seam, Roma, 1995,
p.16.
3
J.-P. Lozato-Giotart, Geografia del turismo: dallo spazio visitato allo spazio consumato, Franco Angeli,
Milano, 1990, cap.1.
10
Se la ricreazione (o il riposo ricreativo) si realizza nella
propria abitazione o non molto lontano da questa (in palestra,
in piscina, in un circolo, in una discoteca, al cinema, in aree
verdi attrezzate ecc.), il turismo implica spostamenti, a raggio più
o meno lungo, compiuti sia per il bisogno di staccarsi da un
modo di vita monotono e insieme tumultuoso, sia per il
bisogno, antico quanto l’uomo, di conoscere genti e luoghi
diversi.
4
4
P. Innocenti, Geografia del turismo, La Nuova Italia Scientifica, Carocci, Roma, 1998, cap.1.
11
1.1 Una molteplicità di definizioni
L’interesse destato dal turismo in cultori di varie
discipline e la sua continua evoluzione hanno determinato il
succedersi di varie definizioni, talvolta parzialmente contrastanti
tra loro.
La definizione più semplice si rifà al significato letterale
del neologismo, che deriva dall’inglese to tour (girare, viaggiare),
come ricorda ad esempio l’Enciclopedia Italiana, che fa cioè
coincidere turismo con «ogni spostamento nello spazio (viaggio)
che non sia motivato da ragioni economiche dirette» e con
«tutte le attività, le manifestazioni e le strutture a cui questo
spostamento senza fine di lucro dà luogo».
5
A questa definizione ne sono seguite - negli anni
Sessanta – alcune in cui vengono ribadite, ad esempio, le
implicazioni di carattere economico-territoriale. Si ricordi tra le
altre quella dell’economista Bertolino, che considera il turismo
come lo «spostamento dei soggetti dal luogo abituale di
residenza in uno o più luoghi di temporanea dimora, al fine di
soddisfare un bisogno di relax o di ricreazione fisica o spirituale
o per esigenze di carattere culturale, con conseguente
5
M. Fregonese, C. Muscarà, Gli spazi dell'altrove: geografia del turismo, Patron Editore, Bologna,
1995, p.21.
12
trasferimento di reddito a scopo di consumo».
6
Il turismo in sé
assume in effetti un’importanza fondamentale ai fini
dell’espansione economica di un paese, stimola la domanda
complessiva, crea occupazione e costituisce un mezzo
preponderante per procurarsi divise estere. Non meno
importante è il suo contributo all’equilibrio della bilancia dei
pagamenti; vi sono infatti paesi in cui l’apporto valutario del
turismo non è inferiore a quello delle esportazioni.
Dal punto di vista sociologico, la definizione del Miossec
rivela una venatura di pessimismo nei confronti della società
urbana, da cui il turismo consentirebbe un’autentica fuga: «Il
turismo è l’evasione da un mondo di lavoro, di ingombro, di
concentrazione nel quale gli effetti agglomerativi giocano un
ruolo importante».
7
In questo senso Iso-Ahola sostiene che il turismo
rappresenta in effetti più un’attività orientata alla fuga che alla
ricerca, specialmente per ciò che riguarda le vacanze brevi.
8
Più
recentemente inoltre, in seguito all’analisi dei primi risultati di
ricerche motivazionali, si è venuto scoprendo il significato
psicologico sostanziale dello spostamento nello spazio e del
6
S. La Francesca, Una definizione di turismi, da La domanda e l'offerta turistica, in
http://www.lemonnier.it/LMU/LMU/pdf/STRULaFrancesca/05_Stru_La_Francesca_05.
pdf.
7
C. Muscarà, Gli spazi del turismo: per una geografia del turismo, Patron Editore, Bologna, 1983,
p.21.
8
S.E. Iso-Ahola, Toward a Social Psychological Theory of Tourism Motivation: A Rejoinder, in Annals of
Tourism Research 9, 2., 1982, pp.256-262.
13
viaggio nella ricerca dell’«altro da sé», e di ciò che può essere
altrimenti definito come esotico in senso generale.
9
L’espansione del turismo prodottasi dal secondo
dopoguerra ha non solo calamitato l’interesse degli esperti di
varie discipline tra le quali la sociologia e l’economia, ma
richiamato anche l’attenzione dei geografi per quanto concerne
gli effetti relativi allo spazio: il fenomeno turistico, infatti,
produce esiti tali sul territorio, da connotare sostanzialmente
una località o una regione turistica.
In ambito geografico, una delle definizioni più
accreditate resta quella del geografo economista Nice che, oltre
a mettere in evidenza che il turismo si manifesta come un
fenomeno di circolazione a scopo di diporto di uomini e di
redditi fra luoghi diversi e su distanze più o meno grandi, ne
sottolinea appunto il carattere spaziale e in particolare la
capacità di imprimersi nello spazio geografico.
10
Vista la crescente attenzione riservata al turismo dalla
nostra società in risposta alla cultura dominante del lavoro e il
conseguente proliferare ed accrescersi delle attività turistiche
nello spazio, possiamo ben giustificare il perché della nascita di
una geografia del turismo.
9
M. Fregonese, C. Muscarà, op. cit., p.21.
10
B. Nice, Geografia e studi turistici, in Rivista Geografica Italiana, LXXII, 3, 1965.
14
Non si tratta più di uno svago riservato ad una
circoscritta categoria di viaggiatori privilegiati: il turismo è
esploso in maniera tale che ha ormai un impatto spaziale in grado
di trasformare e stravolgere in maniera totalizzante un
paesaggio.
Quello turistico insomma, è un fenomeno che ha un
ruolo dominante oltre che dal punto di vista finanziario, sociale
e culturale, anche su quello geografico e ambientale, ed ha
conseguenze rilevanti in ogni angolo del globo.
15
1.2 I primordi del turismo
e la nascita del turismo moderno
Precursori dei turisti sono stati in qualche misura i
mercanti resocontisti (come Marco Polo), i grandi viaggiatori-
esploratori ed i missionari, spesso accompagnati da antropologi
ed etnologi. Ma è solo con i Grand Tour
11
sette-ottocenteschi che
si può parlare di emergenza del fenomeno turistico, per quanto
di élite.
12
Tuttavia sono la rivoluzione industriale e il
conseguente affermarsi della civiltà urbana e di nuove e più
moderne comunicazioni a provocare modificazioni veramente
profonde nel turismo.
13
Già verso la fine dell’Ottocento, con la nascita delle
prime stazioni balneari, il turismo comincia ad acquisire
caratteristiche di massa; fenomeno questo largamente favorito
dal miglioramento del sistema dei trasporti, particolarmente per
merito dell’estensione della rete ferroviaria.
14
Alla vigilia della
11
L'espressione Grand Tour viene usata per la prima volta per il viaggio in Francia di Lord
Granborne nel 1636. Il Grand Tour veniva allora considerato un momento fondamentale nella
formazione dei giovani rampolli appartenenti alle famiglie europee dell'aristocrazia e, in
seguito, dell'alta borghesia emergente. Esso consisteva nella visita ai maggiori centri
irradiatori della cultura dell'epoca, con una certa predilezione per il Sud dell'Europa e in
particolare l'Italia e le sue vestigia della cultura classica.
12
Risale appunto all'Ottocento la comparsa, per la prima volta, nella letteratura inglese, del
termine tourist (turista), che può ricollegarsi sia al verbo, pure inglese, to tour (girare, andare in
giro), sia al verbo francese tourner (girare).
13
M. Casari, G. Corna-Pellegrini, F. Eva, Elementi di Geografia Economica e Politica, Carocci,
Roma, 2003, p.94.
14
J. Urry, op. cit., pp.20-25.