INTRODUZIONE
1. LE ORIGINI INTERNAZIONALI
rima di analizzare cosa significhi la parola indie nel panorama
musicale italiano attuale, si devono analizzare le correnti musicali
che hanno portato fino a tale contesto.
La definizione più stretta di indie, inteso come progetto non
appartenente a una casa discografica major, ce la fornisce Treccani:
indie agg. inv. Indipendente, detto di produzione musicale (e per estensione
artistica e culturale), e di quanto è relativo a essa.
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Questa definizione non designa un genere musicale, cinematografico o
letterario, bensì una produzione artistica, quindi in questo caso ciò che
riguarda solamente l’atto di fare musica e commercializzarla.
Come scriveva Franco Fabbri nel 1981, «un genere musicale è un insieme
[…] governato da norme socialmente accettate», e successivamente «una
rete di codici, che in molti casi storici erano già largamente riconosciuti
prima ancora che l’invenzione del nome del genere li stabilizzasse».
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L’indie come genere musicale è un concetto abbastanza recente, che non
affonda le sue radici nelle prime distribuzioni indipendenti.
La parola indie fece la sua comparsa nei primi anni ’80 con il significato
del termine originario e privo di altre accezioni: l’abbreviazione di
independent. L’aggettivo era riferito a musicisti di genere rock e pop
underground interessati all’etica dell’autoproduzione DIY, che fin dagli anni
del punk si tradusse in una lotta anarchica anticonsumista volta a
contrastare le major della distribuzione musicale.
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Questo rifiuto verso le
regole della musica commerciale comprendeva l’aspetto delle vendite dei
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Si consulti: http://www.treccani.it/vocabolario/indie_%28Neologismi%29/
2
Antonelli 2012: 54
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Approfondimento su:
https://www.theguardian.com/music/2007/jul/08/popandrock
P
2 Sono così indie
supporti musicali, l’organizzazione dei concerti e le norme da seguire
(nella musica e nel comportamento).
Fin dagli anni ’70, il desiderio di rottura con il passato ed i fenomeni
culturali identitari come quello del punk facevano leva sulla musica come
strumento di protesta e di profondo cambiamento sociale. L’etica DIY
fu associata fin da subito a band che non intendevano sottostare a regole
in materia di contenuti, tematiche, abbigliamento e presenza scenica.
Questo scenario punk esploso nel 1977 si evolse poi in post-punk,
termine ombrello che racchiudeva vari sviluppi sperimentali della musica
punk rock -quindi ispirata all’etica DIY- la quale rompeva con i canoni e
le forme tradizionali del rock
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, smorzandone le sonorità dure.
Il post-punk aprì la strada ai costumi della sottocultura goth, come
movimento coevo alle evoluzioni dell’indie. Una band capostipite di
questa corrente è Siouxsie and The Banshees, che ispirò artisti come i Joy
Division. Lo stile di scrittura dei primi era decadente, ricco di immagini
simboliste, nel quale però permane il messaggio politico spiccatamente
punk, come ad esempio nel loro singolo d’esordio Hong Kong Garden
(1978).
Negli anni ‘80, il termine indie si diffuse assieme al mondo delle fanzine,
fondamentale per la circolazione delle innovazioni musicali. Le fanzine
erano riviste amatoriali non ufficiali incentrate su vari argomenti
5
: in
quelle musicali, rockzine e punkzine, vi si trovavano recensioni di album e
concerti di band della scena rock e punk attuale.
La specificazione indie esposta come una bandiera dell’indipendenza dalle
case discografiche destinate alla fruizione di massa, si applicava fin
dall’inizio ad un esteso frazionamento di generi musicali differenziati fra
di loro per stili e tematiche trattate, tra cui indie rock, indie punk, indie pop
fino ad arrivare ai più recenti indie folk e grunge.
Nella metà degli anni ’80, la rivista musicale NME (New Musical Express)
sancì la nascita ufficiale del termine indie e del non-genere indie pop. Di
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Caratteristiche del post-punk: https://www.allmusic.com/style/post-punk-
ma0000004450
5
Sito di studio e raccolta di fanzine italiane, comprendente un glossario dei
termini tecnici:
http://www.fanzineitaliane.it/fanzinoteca/index.php?lng=it&mod=faq&pg=
pagina&c=10&Faq=1363002038
Donatella Delpiano 3
vitale importanza artistica, NME diede risalto a nuove scoperte musicali
e distribuì la compilation C86.
C86 fu un’antologia in musicassetta del 1986 composta da pezzi
promettenti di band emergenti pop rock, con sonorità che seppur
alleggerite avevano alle spalle il punk.
La rivista continuò a promuovere un nutrito gruppo di artisti fino al 1996,
anno in cui rilasciò la compilation in cd C96 che non riscosse grande
successo, a parte per le band Mogwai e Broadcast.
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I testi delle canzoni proposte in C86 erano resi semplici e diretti dalle
melodie pop. Nonostante in Velocity Girl dei Primal Scream troviamo
stilemi musicali allegri abbinati ad un testo sofferente. Questo tratto sorse
come una forma di originalità, e finì per accompagnare l’indie pop di tutte
le epoche.
Dalla scena legata alle fanzine, nacquero band indie pop anche
importanti, quali i The Smiths, che sanciscono l’abbandono totale dei
temi militanti per appoggiarsi ad esplorazioni interiori. Nell’album
eponimo sono ricorrenti i riferimenti alla sfera sessuale, alla nostalgia, al
senso di inettitudine che l’autore percepisce vivendo nella moderna
società: l’accompagnamento pop riconduce alla moda dell’epoca.
Per quanto riguarda gli sviluppi oltreoceano, l’aggettivo indie è stato
applicato per la prima volta ai Velvet Underground ed al loro album
eponimo (1967) da Jon Savage (giornalista della rivista Sounds) nel libro
Time travel. L’album The Velvet Underground & Nico, fondamentale come
ispirazione per vari sottogeneri nati successivamente, si è potuto
considerare indie anche se proto-punk (rock subito precedente al periodo
punk, chiamato anche garage rock). Per capire come mai solo negli anni
’80 l’etica DIY sia stata fondamentale per attuare una rivoluzione,
possiamo solo analizzare le tendenze musicali che orbitavano attorno
all’indie.
Non solo prima degli anni ‘70 e dell’avvento del punk nel Regno Unito,
ma fin dagli anni ‘50 esistevano case discografiche indipendenti
statunitensi, come la Sun Records di Sam Phillips e la Motown di Berry
6
Sulle differenze stilistiche tra C86 e C96:
http://www.tangents.co.uk/tangents/main/2002/dec/c96.html?LMCL=RDu4
B_
4 Sono così indie
Gordy
7
. Queste case discografiche producevano artisti country, blues e
soul di fama mondiale, come ad esempio Elvis Presley, Johnny Cash, i
Jackson 5, Stevie Wonder, Marvin Gaye. I musicisti in questione, di fatto
nati indipendenti, non sono mai stati chiamati indie, nemmeno quando il
termine era poi di uso comune.
L’indipendenza della produzione non è sempre stata abbastanza per
determinare la nascita di un nuovo genere musicale, almeno non senza
associarvi uno stile di vita che allora doveva ancora sbocciare.
La ribellione verso i dettami del punk e del rock come punto cardine di
una corrente artistica: è questa la risposta statunitense al punk stesso
fornita dalla no wave newyorkese della fine degli anni ‘70, fra cui
compaiono anche registi e artisti concettuali.
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La visione radicale del punk, sommata al rifiuto dell’etica di mercato
mainstream della new-wave britannica, ha lasciato vita molto breve,
seppur influente, alla scena musicale. Nella compilation No New York,
prodotta da Brian Eno nel 1978, troviamo brani lo-fi esasperati da testi
nichilisti.
Alla fine degli anni ‘70, abbracciando l’ondata di cambiamenti del punk e
lasciandosi trasportare dalle derivazioni post-punk più orecchiabili, non
si è potuto proporre il punk ad un pubblico estraneo agli ambienti
alternativi. Anche se rinnovati e transitati verso una concezione
psichedelica, gli inventari del pop e del rock non si sono scostati del tutto
dalle proposte moderne.
Assodato che negli Stati Uniti l’indie non sia stato trasferito direttamente
dalla scena post-punk britannica, in questo frangente viene essenziale
discernere la cultura indie da quella hipster e da quella beat.
La musica beat inglese dei Beatles ha influito anche sul pop indipendente
statunitense, ma l’accezione di beat che meglio aderisce è quella che
designa un movimento giovanile degli Stati Uniti degli anni ’50.
Beat generation è un termine che fu introdotto dallo scrittore Jack Kerouac
così come hipster, in riferimento ai giovani erranti che abitano il romanzo
Sulla strada ed altre produzioni letterarie della corrente.
7
Storia delle etichette indipendenti statunitensi:
http://theconversation.com/explainer-indie-music-28321
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Gendron 2002: 275-288
Donatella Delpiano 5
La cultura hipster degli anni ’40 e ‘50 era condivisa da giovani bianchi di
classe media che ascoltavano jazz/bebop di artisti di colore, come Charlie
Parker.
Negli Stati Uniti del tempo, il binario del lifestyle e quello del genere
musicale si congiunsero nella visione del movimento hipster come una
proiezione dell’esistenzialismo di Sartre, in chiave non marxista.
L’interesse per la filosofia esistenzialista fece parte della cultura di almeno
un paio di generazioni (dagli anni ’30 ai ’70, circa) e ciò ha plasmato gli
atteggiamenti simbolo di varie neonate subculture giovanili: in Europa il
rock dei Beatles, poi l’etica DIY del punk e l’abbigliamento goth della new-
wave, oltreoceano i già citati hipster.
Questi erano gli hipster del passato, dai quali discendono quelli del
presente, spesso riconosciuti dal mercato musicale come ascoltatori di
indie.
L’hipster si è sempre servito della musica indipendente di vario genere
(band pop-rock, cantautori bohemien, jazz, Afro beat, elettronica e così
via), come fondamento per la sua identità artistica. Nessun musicista può
essere definito hipster in quanto musicista; per dare un nome al genere si
utilizzerà indie nel senso più esteso del termine, con la mera accezione di
“alternativo”.
Un musicista appartenente al movimento hipster, o che si indirizza al
movimento hipster, può suonare musica prodotta da una major e
funzionare, allo stesso momento, come artista indie.
Per fare un esempio statunitense dei primi anni ’70, il rock progressivo
degli Yes non era musica indipendente e non veniva chiamato indie, ma
sovrapponeva tutti gli interessi culturali, letterari e filosofici dei giovani
hipster.
Se ci spostiamo però nell’era contemporanea, esempi come i Mumford
and Sons sono una band folk non americana e non più indipendente, che
ha grande riscontro di vendita non scrollandosi di dosso due etichette:
quella di suonare indie e quella di piacere al nuovo movimento hipster.
Lo stesso concetto si applica al settore artistico e cinematografico, nel
quale molte produzioni non indipendenti rientrano nella cultura hipster
e per tale motivazione vengono etichettate come indie.
Si fa fatica a credere che nei primi anni ‘10 del ventunesimo secolo, la
rinascita della cultura hipster non abbia stabilito un nuovo legame tra
musica indipendente e moda, sia negli Stati Uniti che in Europa.