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recenti (De Graves, Tinelli) in cui psicologi con competenza grafologica
hanno confrontato protocolli testologici con analisi grafologiche ottenendo
risultati apprezzabili e confermando le possibilità di conoscenza della
personalità offerte dalla grafologia. In questo lavoro intendiamo però non
tanto raffrontare le due tecniche di analisi di personalità quanto piuttosto
integrare le due metodiche tramite l’utilizzo delle informazioni ricavabili
da un test proiettivo e quelle desumibili dall’analisi grafologica.
Considerando che in età evolutiva l’intervento diagnostico si deve avvalere
di professionalità e competenze diverse in quanto la complessità e la
ricchezza di un organismo in evoluzione richiedono un approccio che sia il
più possibile multidisciplinare, ci è sembrato interessante trovare uno
strumento efficace che potesse essere utilizzato da operatori in possesso di
competenze grafologiche semplificando e non complicando la metodica di
indagine. E’ ipotizzabile che la formazione grafologica possa nel clinico
aumentare le possibilità di comprensione della persona in generale e del
bambino in particolare.
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TEST PROIETTIVI E GRAFOLOGIA IN ETÀ EVOLUTIVA
La valutazione psicodiagnostica in età evolutiva si avvale frequentemente
del contributo offerto dall’analisi dei protocolli dei test proiettivi.
Essi si basano sul meccanismo della proiezione. Il termine proiezione è
attualmente utilizzato in vari contesti e con significati non sempre
univoci.In un classico testo sulla terminologia psicoanalitica Laplance e
Pontalis riportano a proposito della proiezione:
-Termine utilizzato in un senso molto generale in neurofisiologia e in
psicologia per denominare l’operazione in cui un fatto neurologico o
psicologico è spostato o localizzato all’esterno, passando dal centro alla
periferia, o dal soggetto all’oggetto. Questo senso comprende varie
accezioni.
-Nel senso propriamente psicoanalitico, operazione con la quale il
soggetto espelle da sé e localizza nell’altro, persona o cosa, delle qualità
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dei sentimenti, dei desideri o persino degli “oggetti” che egli non
riconosce o rifiuta in sé. Si tratta di una difesa di origine molto arcaica
che è in azione particolarmente nella paranoia, ma anche in modi di
pensiero “normali” come la superstizione.
I test proiettivi, nome coniato da Frank nel 1939, consistono nella
presentazione al soggetto di stimoli ambigui o poco strutturati di cui si
chiede appunto una strutturazione o interpretazione, tramite una risposta
libera e in genere diversa da un soggetto all’altro.
In molte metodiche testologiche specifiche per l’età evolutiva è
rintracciabile un certo parallelismo fra interpretazione del segno grafico e
test di personalità. La conoscenza dei significati delle modalità di stesura
del segno grafico è, infatti, largamente e usualmente adoperato nei
cosiddetti ” test carta e matita “ basati sull’interpretazione simbolica del
disegno. Si tratta di test molto usati e molto conosciuti nella pratica clinica,
basta citare il” Disegno della figura umana”, basilare sia nel campo della
psicologia infantile che in quella degli adulti che, secondo le metodiche di
valutazione proposte dalla Goodenough e da Machover, può anche servire
da indicatore per la maturazione intellettiva della personalità.
Altra metodica molto usata e ricca di informazioni è il “ disegno della
famiglia“ reale o inventata. Tramite questo test è possibile ricavare
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elementi essenziali nella comprensione delle dinamiche relazionali del
bambino.
Anche il “ Test dell’albero” e quello della “Figura umana sotto la pioggia”
sono molto usati; per essi sono state esemplificate dagli autori una serie di
interpretazioni che tengono conto sia del contenuto (tipo di tronco, di
radici, di difese messe in atto contro la pioggia ecc.) che del tipo di linea
tracciato o della posizione della figura nel foglio secondo modalità almeno
in parte riconducibili ai vettori descritti da Pulver cioè, ad esempio, alla
posizione del disegno nello spazio del foglio, alla zona più in evidenza e
così via.
Quello che è interessante notare quindi nei test “carta e matita” è che non
solo gli studiosi di grafologia si sono interessati delle possibilità
“psicodiagnostiche” del segno grafico ma anche gli stessi ideatori di questo
tipo di metodiche valutative.
Uno dei testi più noti e più usati in questo ambito è “Il significato del
disegno infantile”; in esso l’autrice Anna Oliverio Ferrari si occupa, fra
l’altro, degli aspetti proiettivi della linea e dello spazio e scrive:
“La linea, indipendentemente dal contenuto ha una forte carica
espressiva; essa possiede una vitalità propria……….C’è quindi
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un’espressione immediata attraverso la linea che può manifestare sia
stati emotivi che mentali consci o inconsci, nonché tratti della personalità
dell’autore. Vi sono alcune semplici regole generali d’interpretazione
valide sia per i tracciati dei disegni che per la scrittura: il benessere e il
rilassamento allargano e arrotondano i movimenti e i rispettivi tracciati;
la vitalità si esprime in segni ricchi e abbondanti spinti verso l’alto; il
malessere restringe e comprime ;l’aggressività esaspera, spezza
determinando punte e svolazzi; la sensibilità affina e diversifica i
movimenti dando al tratto un piacevole chiaroscuro …….In generale la
forza e l’intensità del tratto sono indicativi sia dell’energia del soggetto
che dello stato emotivo al momento del disegno……….. Passare e
ripassare la pennellata o la matita molte volte sulla stessa area
ombreggiando o cancellando addirittura intere parti della composizione
può indicare l’esistenza di problemi emotivi come ansia, timori……”
Il libro della Oliverio Ferrari è del 1978,e pur non citando nella bibliografia
alcun testo specifico di interesse grafologico possiamo in esso ritrovare
delle somiglianze evidenti fra quanto affermato dall’autrice e quanto
riportato da in vari lavori di grafologia morettiana.
Deragna in un lavoro sugli effetti del training autogeno respiratorio sulla
grafia nota come la rilassatezza e il senso di benessere conseguenti agli
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esercizi di training in un gruppo di gravide portino ad un aumento del grado
di curvilineità della grafia.(Vedi figura 1)
Fig.1
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Inoltre, classicamente, nei testi di grafologia morettiana la scrittura
Angolosa (“punte “) è associata a aggressività, conflitto con l’ambiente,
contrasto; la Pressione (“forza e intensità”) elevata ad energia e vitalità;
la scrittura Ritoccata (“passare e ripassare “) a indecisione e insicurezza
;le marcature subitanee della scrittura Intozzata II modo (“piacevole
chiaroscuro”) a emotività .
In effetti lo studio del disegno rappresenta una modalità semplice di
indagine psicodiagnostica in cui poter investigare contemporaneamente
linea e contenuto, tratto grafico e simbolismo espresso; sono poche le altre
metodiche proiettive di indagine della personalità che ci offrono questa
duplice possibilità.
Esistono alcune tecniche in età evolutiva che permettono e anzi richiedono
una somministrazione grafica.
Uno dei più noti ed usati è il Test di frustrazione di S.P. Rosenzweig in cui
il bambino è invitato a scrivere un breve testo in una sorta di fumetto in 24
vignette. In questo caso lo spazio a disposizione è esiguo e quindi poco
adatto per una vera e propria analisi grafologica. (Vedi figura 2)
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Fig.2
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Esistono poi tutta una serie di strumenti testologici in genere classificati
come” reattivi di frasi da completare” (citiamo fra essi lo S.S.C.T. ) Stein
Sentence Completion Test o lo Washington University Sentence
Completion
Test(W.U-S.C.T.) più usati nel Nord America che in Europa ;essi si basano
in parte sugli stessi principi delle favole da completare presupponendo uno
stimolo a cui il soggetto deve rispondere per scritto su un apposito foglio
già predisposto. Si tratta di reattivi che si possono agevolmente prestare ad
una analisi comparativa grafologico-simbolica ma appunto poco usati in
Italia e indirizzati ad un’età più adolescenziale e post-adolescenziale che
infantile. Uno dei test proiettivi più usati nelle valutazioni
psicodiagnostiche dell’età evolutiva è il test delle favole della Duss. Si
tratta di una metodica basata su una serie di favole da completare indaganti
aree diverse dello sviluppo psicologico del bambino. Questa metodica di
cui in seguito esporremo a grandi linee contenuti e modalità di
somministrazione e di interpretazione, pur essendo una tecnica predisposta
per la somministrazione orale, ci è sembrata adatta ad uno studio anche
grafologico considerando la possibilità di somministrazione scritta proposta
e validata in Italia dal gruppo della Prof.ssa Lis. Infatti in un lavoro
pubblicato nel 1984 la possibilità di somministrazione collettiva e quindi
grafica è stata autorevolmente proposta, da Battaglia e Lis che hanno
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dimostrato la possibilità d’uso di tale metodo tramite lo studio della validità
di costrutto, della validità di discriminazione (rispetto all’età e al sesso dei
soggetti)e della validità concorrente(mediante la correlazione con altri test
e con una scheda del comportamento in classe).
La modalità di somministrazione grafica sembra quindi non inficiare la
attendibilità del test e oltretutto può rivelarsi estremamente utile in quanto
facilmente applicabile nell’ambito scolastico che in età evolutiva
rappresenta un luogo privilegiato di studio per le relazioni interpersonali e
spesso anche il primo momento in cui può essere sospettato e/o individuato
un disturbo di sviluppo con la conseguente diagnosi e presa in carico
precoce.
Ci siamo pertanto serviti della somministrazione grafica individuale del test
delle favole di L Duss per capire se poteva risultare utile ai fini diagnostici
o anche solo conoscitivi della personalità del bambino per operare una
interpretazione che si avvalesse sia dello studio per così dire
contenutistico(quanto ricavabile dalle risposte del bambino)che dell’aspetto
per così dire formale (anche se tale sicuramente non è)cioè dell’analisi
grafologica di tali risposte.
Indubbiamente tale metodologia di lavoro, se pure a nostro parere
complessivamente valida, risulta avere alcune limitazioni rispetto allo
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spettro di utilizzazione del test. In particolare risulta ridotto il range
cronologico di somministrazione. Infatti se nella modalità classica questo
test può essere somministrato fin da quando l’uso dello strumento
linguistico è sufficientemente sviluppato (circa 4 anni) in questa forma
richiede anche la conoscenza e la padronanza delle capacità di scrittura
(quindi all’incirca dalla II-III elementare)
Inoltre non è possibile ,soprattutto in caso di somministrazione collettiva,
interrogare il bambino sul significato delle risposte chiedendo spiegazioni o
stimolando una maggiore complessità e si possono quindi rischiare risposte
poco chiare. Infine possiamo ipotizzare che il dover scrivere, soprattutto in
bambini che non utilizzano lo strumento grafico con disinvoltura possa
portare ad una certa inibizione e difficoltà di risposte autentiche.
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MATERIALI E METODI
CAMPIONE
L’indagine testologica integrata proiettiva e grafologica è stata
somministrata a 15 bambini afferiti al Settore TSMREE ( Tutela Salute
Mentale e Riabilitazione dell’Età Evolutiva) di un ASL romana nel periodo
gennaio- dicembre 1999.L’eta’ media del campione è di 12 anni, con un
massimo di 14 e un minimo di 10 anni .I maschi sono 11, le femmine 4.La
diversità numerica fra maschi e femmine rispecchia ,almeno in parte, il
dato epidemiologico classico per quel che riguarda il disturbo affettivo
relazionale in età evolutiva, secondo il quale i maschi affetti sono la
maggioranza e quindi sono più frequentemente presi in carico ,per questo
tipo di problemi, nei dei Servizi di Neuropsichiatria Infantile.
Tutti i bambini hanno effettuato una prima visita alla presenza dei genitori
con raccolta dell’anamnesi e di un disegno spontaneo, ed una o due sedute
di valutazione con somministrazione anche del test di Duss e la coppia
genitoriale ha effettuato almeno un colloquio clinico e uno di risposta al
termine della valutazione. I soggetti da sottoporre a questo tipo di indagine
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non sono stati evidentemente tutti quelli giunti al Settore con indicazione
ad una valutazione psicodiagnostica ma sono stati scelti quelli che
soddisfacevano ad un criterio anagrafico, in quanto dovevano
padroneggiare lo strumento scrittura cognitivo, in quanto sono stati scartati
quelli con deficit cognitivo medio o grave e clinico cioè di gravità del
quadro psicopatologico in quanto non sono stati inseriti i casi di gravità
media o superiore. Al termine la diagnosi è stata emessa secondo i criteri
dell’ICD10 (Decima revisione della classificazione internazionale delle
sindromi e dei disturbi psichici e comportamentali ).