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ABSTRACT
Il settore culturale è in forte crescita, presenta un tasso di sviluppo sempre più alto e la
vasta gamma di patrimonio culturale è sempre più esposto a elevati rischi, dovuti a
disastri naturali, come terremoti, incendi, alluvioni, frane, ma anche pericoli indotti
dall’uomo, come i furti, terrorismo, conflitti armati. Le istituzioni devono quindi
munirsi di un sistema di gestione del rischio efficace per la protezione del patrimonio
culturale. Il presente lavoro vuole offrire un panorama delle soluzioni tecnologiche
offerte dal mondo dell’IoT, nell’ambito della sensoristica, che stanno rivoluzionando
la società moderna e proporre delle soluzioni tecnologiche per la gestione del rischio
nei luoghi della cultura, affrontando il problema di integrare nuovi sensori nella
piattaforma EGIDA, un software progettato da DM Cultura, che aiuta le istituzioni a
prevenire e contrastare le condizioni avverse che determinano l’evento dannoso e a
favorire in caso di emergenza, l’applicazione di contromisure efficaci di contenimento
del danno, elaborando “scenari di emergenza”, simulazioni in diretta relazione con i
contesti, le opere d’arte e le persone. In particolare, verranno proposte un’architettura
di Intelligent Protection System (IPS) e delle potenziali interfacce da considerare come
prototipi in fase di sviluppo della piattaforma, per quanto riguarda la gestione degli
allarmi e dei sensori. Inoltre, verranno ideate delle possibili interfacce di
visualizzazione di una dashboard di controllo dei KPI che necessitano di monitoraggio.
Per raggiungere tali obiettivi, è stata analizzata la letteratura sull’evoluzione del
concetto di Risk Management, sul Risk Management nel settore culturale, sulle
metodologie di approccio nelle varie fasi del processo di Gestione del rischio per il
patrimonio culturale e sui diversi agenti di rischio a cui può essere esposto un qualsiasi
bene culturale. È stato approfondito lo studio sul mondo dell’Internet of Things, Smart
Objects, Smart Environments, Cyber Physical Social System, Wireless Sensor
Network, Sensori sintetici e così via. Sono stati, inoltre, valutati i punti di forza e limiti
delle soluzioni attualmente esistenti. Successivamente, nell’analisi e valutazione della
piattaforma EGIDA è stata proposta una soluzione migliorativa relativa all’architettura
logico/funzionale della piattaforma.
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INTRODUZIONE
Al giorno d’oggi, il rischio rappresenta il panorama globale dentro cui ci muoviamo
e agiamo quotidianamente, in funzione di individui singoli o organizzazioni. Ogni
giorno della nostra vita, ci troviamo costretti a prendere delle decisioni e fare delle
scelte, che influenzano il “corso delle cose”, a volte senza che ce ne accorgiamo, altre
volte in maniera più chiara e lampante. Per questo motivo, le scelte sono strettamente
correlate ad un concetto di responsabilità individuale, per il quale scegliere “una
strada” anziché un’altra, potrebbe portare a delle conseguenze rilevanti per sé e per
l’ambiente circostante.
In questo elaborato, si affronta il problema di gestione del rischio (Risk
Management) nel settore culturale. Quello culturale è un settore in forte crescita,
presenta un tasso di sviluppo sempre più alto e la vasta gamma di patrimonio culturale
è sempre più esposto a elevati rischi, dovuti a disastri naturali, come terremoti, incendi,
alluvioni, frane, ma anche a pericoli indotti dall’uomo, come i furti, terrorismo,
conflitti armati. Perché è ritenuto così importante? Il patrimonio culturale racconta le
storie di molti popoli nel mondo. La parte materiale di quel patrimonio, oggetti e siti,
ci racconta delle loro attività, delle loro percezioni, delle loro abilità e delle loro idee.
È unico, insostituibile e sfortunatamente vulnerabile. Le nostre istituzioni del
patrimonio hanno la solenne responsabilità non solo di prolungare la loro
sopravvivenza, ma anche di renderle accessibili, in modo che possiamo conoscere il
nostro passato. Il patrimonio culturale è di fondamentale importanza, in quanto
fornisce informazioni rilevanti sul passato e sull’identità delle comunità di tutto il
mondo, rappresenta testimonianze di una vita trascorsa che ancora resiste e può
assumere un ruolo importante nella crescita economica e nello sviluppo sostenibile di
queste comunità, perché solo conoscendo il passato si può imparare a comprendere
meglio il presente e anche il futuro.
Dunque, è importante proteggere e tutelare il patrimonio culturale, in modo tale da
conservarlo con rispetto e cura, parsimonia, trasmetterlo alle generazioni future e
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preservare il suo valore economico: se il patrimonio venisse gestito correttamente,
conservato con cura e tutelato adeguatamente potrebbe fornire un flusso continuo di
entrate.
Ogni paese dispone di qualche sistema di gestione del patrimonio culturale, che
aiuta a conservare e gestire i beni culturali; alcuni di essi sono rimasti immutati per
secoli, mantenendo la loro impronta tradizionale, altri invece, si sono evoluti
adattandosi ai nuovi usi moderni, ma ognuno di essi ha lo scopo principale di
proteggere il valore costituito da un determinato bene o da un gruppo di beni. I sistemi
di Risk Management consistono in un processo di pianificazione, implementazione dei
piani di gestione e controllo continuativo delle prestazioni.
Per una buona gestione del patrimonio culturale, ciò che si dovrebbe chiedere è:
quali sono i potenziali rischi a cui è esposto? Con che probabilità? Con quale
frequenza? Quali sono le conseguenze, le perdite i danni che potrebbero subire i beni
culturali al verificarsi di tali rischi? Dunque, la gestione del rischio per il patrimonio
culturale nasce proprio con lo scopo di identificare tutti i rischi ad esso connessi,
analizzarli nel minimo dettaglio, al fine di stabilirne le priorità e analizzare le
vulnerabilità del patrimonio. Ogni sistema di risk management deve garantire che gli
impatti negativi siano ridotti al minimo, quindi deve essere un processo continuo.
Pertanto, è necessario gestire il rischio sia prima che esso si verifichi, sia durante,
tramite attività di monitoraggio e controllo, sia dopo che si è verificato. Ciò vuol dire
scegliere con cura e parsimonia tutte quelle azioni preventive di breve o lungo termine,
da adottare per ridurre al minimo il rischio di esposizione dei beni culturali, ma, anche,
azioni correttive, di risposta, da adottare per limitare i danni conseguenti.
Le perdite conseguenti si traducono in termini di perdita di valore per il bene del
patrimonio: se, ad esempio, un grave incendio che danneggia una casa storica, essa
subisce una perdita di valore totale o parziale per l’edificio e per il suo contenuto;
stessa cosa nel caso di oggetti preziosi che, durante un terremoto, potrebbero cadere e
rompersi, senza alcuna possibilità di recuperarli. Il valore del patrimonio culturale sta
in ciò che è insostituibile una volta distrutto.
Ogni organizzazione che implementa un sistema di gestione del rischio per la
protezione del patrimonio culturale dovrà preoccuparsi di decidere la modalità più
corretta per aumentare la sicurezza contro furti e atti vandalici, migliorare la
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manutenzione degli edifici per ridurre le perdite d’acqua, installare aria condizionata,
assumere servizi specializzati di gestione dei parassiti, installare sistemi di allarme
antincendio, attuare piani di preparazione e risposta alle catastrofi, intensificare i
trattamenti di conservazione e restauro, ecc.
Purtroppo, per quanto si possano adottare misure specifiche finalizzate alla
prevenzione e alla riduzione dei danni alle opere d’arte, dipinti, oggetti preziosi e così
via, è inevitabile che anche il passare del tempo causi dei danni spesso irreversibili. È
possibile, però, ritardare gli effetti del naturale decadimento tenendo sotto controllo
alcuni parametri microclimatici coinvolti nel processo di deterioramento dei materiali
che costituiscono i beni culturali. Il monitoraggio dei parametri microclimatici riveste
quindi, un ruolo di primaria importanza a cui sempre più le istituzioni preposte
rivolgono la loro attenzione.
In questo lavoro di tesi, si vuole mostrare una prospettiva di gestione del rischio più
moderna e innovativa, che tiene conto dell’evoluzione che ha avuto l’IoT (Internet of
Things) negli ultimi anni: la società moderna, infatti sta cercando sempre di più di
integrare le nuove tecnologie nei diversi contesti applicativi, per poter rendere gli
ambienti e gli oggetti più “intelligenti”. Anche i musei si stanno avvicinando a questa
nuova realtà contemporanea e più efficiente, integrando tecnologie “intelligenti”. In
un luogo della cultura, come un museo la sicurezza dei beni culturali rappresenta la
massima priorità, pertanto, il monitoraggio in tempo reale delle minacce, la
memorizzazione dei dati e la possibilità di poter agire nell’immediato rappresentano
strumenti efficaci che l’IoT è in grado di offrire. Quindi, l’adozione di dispositivi
intelligenti, interconnessi, capaci di entrare in contatto tra loro e scambiarsi le
informazioni raccolte dai sensori può rivoluzionare le modalità attraverso cui un
museo si occupa di Risk Management: si parla di smart museum.
L’obiettivo della tesi è quello di proporre un sistema di protezione intelligente per
la gestione del rischio, individuando le tipologie di sensori più adeguate in grado non
solo di rilevare e tenere traccia dei dati ambientali che stanno monitorando, ma anche
di apprendere dal contesto e dagli eventi che si verificano nell’ambiente circostante,
di saper riconoscere i pericoli e mandare notifiche e segnali di allarme in maniera
tempestiva. Successivamente, l’obiettivo è quello di integrare questi sensori nella
piattaforma EGIDA, che è una soluzione progettata da DM Cultura per il supporto
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della prevenzione, la protezione, messa in sicurezza e gestione delle emergenze dei
luoghi della cultura. Questa piattaforma aiuta le istituzioni a prevenire e contrastare le
condizioni avverse che determinano l’evento dannoso e a favorire in caso di
emergenza, l’applicazione di contromisure efficaci di contenimento del danno. Elabora
“scenari di emergenza”, simulazioni in diretta relazione con i contesti, le opere e le
persone, al fine di individuare il ruolo di dispositivi, le misure di prevenzione, le azioni
di mitigazione e molto altro, da condividere con l’intero personale.
Al fine di raggiungere questi obiettivi, il documento è così articolato:
• Il primo capitolo consisterà in una trattazione in merito l’evoluzione che ha
avuto, nel corso degli anni, il concetto di rischio, che comparve per la prima
volta nell’epoca premoderna per indicare i pericoli che avrebbero potuto
compromettere gli spostamenti in mare e gli ostacoli che si presentavano a
causa di energie naturali e soprannaturali. Nel corso degli anni, questo
concetto è stato ampiamente trattato nella letteratura scientifica, mutando il
suo significato a seconda anche delle applicazioni e del contesto in cui ci si
trova. Verrà effettuata una classificazione dei rischi a cui gli individui e le
organizzazioni sono esposti. Nel dettaglio, saranno analizzati i rischi
finanziari, di mercato, rischi di tasso di interesse, rischi di cambio, rischi
commodity, rischi di correlazione, i rischi di liquidità, rischi di credito, i
rischi operativi e così via.
Successivamente, si parlerà di Risk Management e in cosa consiste la
gestione del rischio, dei diversi ambiti applicativi e del motivo per il quale
rappresenta uno strumento efficace per le organizzazioni. Verranno
analizzate nel dettaglio le diverse fasi in cui consiste il processo di Risk
management (identificazione, valutazione, trattamento, reporting,
monitoraggio e controllo), le diverse accezioni, i diversi approcci
metodologici trattati da molti autori nella letteratura scientifica e alcuni
cenni storici sul concetto di Risk managament, che viene completamente
rivoluzionato nel corso degli anni. Inizialmente, infatti questo termine
veniva utilizzato esclusivamente in riferimento a sistemi di
autoassicurazione contro il rischio finanziario dei portafogli delle grandi
società. Questo atteggiamento si traduceva, in pratica, semplicemente in una
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prevenzione dei rischi di perdite prima che queste si verificassero. Poi, con
l’avvento della globalizzazione sono comparsi nuovi tipi di rischi e quindi
si è diffusa sempre più la necessità di estendere ulteriormente l’attività di
gestione del rischio a tutti i rischi aziendali, entrando quindi in un’ottica di
Enterprise Risk Management.
• Nel secondo capitolo, viene introdotto il significato di Patrimonio culturale
secondo il Decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n.42 (Codice dei Beni
culturali e del paesaggio). Questo termine racchiude in sé significati molto
più complessi, che richiedono necessariamente una catalogazione, per poter
essere analizzati meglio. Saranno analizzate nel dettaglio, infatti diverse
categorie: beni storici e artistici, beni archivistici, beni librari, beni
archeologici, beni architettonici, beni etnoantropologici, paesaggi,
fotografia e cinema, strumenti musicali, beni naturalistici, numismatica e
patrimonio scientifico e tecnologico. Questa catalogazione prende spunto
dalla suddivisione principale dei beni culturali in beni mobili, beni immobili
e beni culturali d’insieme, come i musei, i paesi, i borghi e così via.
Successivamente, verrà evidenziata l’importanza del Patrimonio culturale,
del suo valore e l’importanza di coinvolgere le comunità e gli enti, al fine di
sensibilizzare i cittadini a riconoscere la loro identità nel Patrimonio stesso,
riconoscerlo come proprio e cooperare per la sua conservazione. Per questo
motivo, si parlerà anche del processo di gestione del rischio del patrimonio
culturale, che consta in diverse fasi: Identificazione dei rischi e, in
particolare, degli agenti principali che costituiscono fonte di minaccia per i
beni culturali (forze fisiche, fuoco, acqua, luce, raggi UV, temperatura,
umidità, attività criminali, animali nocivi, inquinanti, negligenza), poi fase
di Analisi e Valutazione, durante la quale vengono stabilite le priorità dei
rischi, Trattamento, durante la quale il responsabile del processo decide se
evitare, ridurre, trasferire (ad esempio, trasferendo il rischio di furto o
danneggiamento ad una compagnia di assicurazione) oppure accettare il
rischio e gestirlo con consapevolezza (ad esempio, quando si consente ai
visitatori di scattare foto ad un’opera d’arte utilizzando il flash è perché in
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quei casi il rischio di riportare danni a causa della luce del flash è ridotto al
minimo); e una fase di Monitoraggio e Controllo.
In seguito, si analizzerà il quadro normativo, che oltre a dare potere a chi si
occupa di gestione del patrimonio culturale, fornisce strumenti legali
sufficienti per la sua protezione e tutela; e le best practices, ovvero le
procedure o le azioni più significative che permettono di ottenere i migliori
risultati nel contesto culturale. Nell’ambito del patrimonio culturale
dell’UNESCO, ad esempio, secondo l’autore Kalman (2014) una buona
pratica consiste nel seguire le linee guida dell’UNESCO (Organizzazione
delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura),
dell’ICOMOS (International Council on Monuments and Sites) e del
TICCH (Comitato internazionale per la conservazione del patrimonio
industriale).
• Nel terzo capitolo, si parlerà dell’importanza per i luoghi della cultura di
tenere sotto controllo molteplici fattori ambientali per poter garantire quanto
più possibile la salvaguardia dei beni culturali. In particolare, ci si
soffermerà nel dettaglio sui parametri fisici Temperatura, Umidità Relativa,
Luce e raggi UV e Inquinanti atmosferici, i quali potrebbero causare
fenomeni di deterioramento per le opere d’arte e i materiali. Queste
grandezze sono dinamiche, infatti il loro valore cambia continuamente e
queste oscillazioni possono creare effetti sia a breve che a lungo termine,
influenzando lo stato di conservazione dei beni. Per il monitoraggio sono
necessari strumenti adeguati, in termini di precisione, atti a fornire il valore
della grandezza che si sta rilevando. Saranno analizzati, quindi, i diversi
strumenti tradizionali utilizzati per rilevare questi parametri. Questi
strumenti però richiedono la presenza di un esperto, richiedono calibrazione
e causano un impatto visivo sui visitatori e nelle sale espositive, da non
sottovalutare. Il nostro obiettivo è, invece, quello di sfruttare i vantaggi
offerti dall’Internet of Things e trovare soluzioni più innovative ed
efficienti.
• Il quarto e ultimo capitolo è incentrato sul mondo dell’Internet of Things
(IoT). Con questo termine identifichiamo un insieme di tecnologie,