Introduzione
2
Fig.1
La richiesta di energia elettrica è prevista in aumento con tassi
medi del 2,8 % fino al 2000, quindi del 2,3 % nel quinquennio successivo
e dell'1,9 % nel periodo 2005-2010; nel complesso la domanda sulla rete
dovrebbe passare dagli attuali 261 miliardi di chilowattora (TWh) a 300
TWh nel 2000 e a 370 TWh nel 2010.
Il petrolio conferma la sua centralità: dai 95 Mtep del 1996 i
consumi saliranno a oltre 96 nel 2000, per poi rimanere costanti sui 97
Mtep fino al 2005 e quindi tendere nuovamente a salire. La quota del
petrolio sulla domanda totale di energia dovrebbe quindi passare dal 55,7
% di quest'anno al 52 % del 2000 e al 49 % del 2005-2010.
Il consumo di combustibili solidi dovrebbe diminuire in tutti i
settori con l'eccezione della produzione elettrica, in modo tale che, in
valori assoluti, dovrebbe registrarsi una stasi nel prossimo quinquennio e
poi un leggero incremento. Il contributo alla domanda complessiva è però
55
71
86
0
20
40
60
80
100
[
m
3
/
a
n
n
o
*
1
0
9
]
1995 2000 2010
Anno
Consumo di gas in miliardi di m
3
/anno
Introduzione
3
previsto passare dall'attuale 8 % al 7 % del 2005-2010.
L'Italia importa prodotti energetici per circa l'80 % dei propri
consumi. In particolare le importazioni di petrolio (pari al 95 % della
relativa domanda) provengono per circa il 70 % da paesi OPEC e per
quasi il 16 % dall'area dell'ex Unione Sovietica.
Le importazioni di gas coprono circa il 65 % della domanda
relativa, per i 4/5 provenienti da Algeria e Russia (in parti quasi uguali) e
per il rimanente dai Paesi Bassi. Il carbone è interamente di provenienza
estera.
Nella tabella, , sono riportati i valori di energia in milioni di tep
consumati in Italia nel 1995 e le previsioni fino al 2010
Tab.1
Domanda energetica primaria in Italia nel 1995 e prevista al 2010
(milioni di tep)
Anno 1995 (1) 2000 2010
Combustibili solidi 13,7 13,7 14,7
Gas naturale 44,9 58,2 70,0
Energia elettrica primaria 17,1 17,0 15,9
Petrolio 95,4 96,3 97,1
Fonti rinnovabili 0,3 0,4 1,0
Totale 171,4 185,6 198,7
(1) Stime di consuntivo. Fonte: elaborazione UP di fonte varia
Introduzione
4
Inoltre è interessante considerare il bilancio energetico nel 1995
in Italia per fonte (3) e per destinazione (2), sempre in milioni di TEP[27],
riportato nelle figure che seguono.
Fig. 2 - Destinazione
Fig. 3 - Fonte
8%
10%
56%
26%
COMBUSTIBILI SOLIDI
ELETTRICITA' PRIMARIA
PETROLIO
GAS NATURALE
2%
22%
23%
5%
1%
27%
21%
AGRICOLTURA E PESCA
INDUSTRIA
TRASPORTI
USI CIVILI
USI NON ENERGETICI
BUNKERAGGI INT.
CONSUMI PERDITE DEL SETTORE ENERGETICO
Introduzione
5
Visti questi dati è doveroso per il nostro paese ridurre il più
possibile le dispersioni di energia, cercando di migliorare ove è possibile il
coefficiente di utilizzazione dell’energia primaria immessa nei sistemi
energetici per la produzione di energia elettrica, meccanica, termica e
frigorifera. Per poter far fronte a tale aumento della domanda di energia
primaria, è stato sviluppato in questi ultimi anni notevolmente il settore
della cogenerazione da un punto di vista sia tecnologico che legislativo.
2 Impostazione dell’analisi tecnico economica
6
1 La Cogenerazione
1.1 Gli impianti di cogenerazione
Nella produzione di energia elettrica per via termoelettrica, una parte
rilevante del calore fornito al sistema deve essere ceduta (e quindi dispersa) in
ambiente.
I rendimenti di trasformazione non sono particolarmente elevati
anche in impianti di grande taglia e di moderna tecnologia come le central
ENEL. La rinuncia, inoltre, dell'opzione nucleare ed i grossi ostacoli e
difficoltà per la realizzazione delle grandi centrali elettriche, congiunti con la
forte dipendenza energetica del Paese, hanno portato all' inizio degli anni
Novanta ad una nuova strategia espressa nel nuovo Piano Energetico
Nazionale, che punta sostanzialmente alla liberalizzazione
dell'autoproduzione, sulle fonti di energia rinnovabili e sull'uso razionale ed
efficiente dell'energia.
Le scelte fatte negli ultimi anni, hanno portato ad un grosso deficit
nazionale sia in termini di energia sia di potenza elettrica.
Si è quindi ritenuto opportuno allentare i vincoli del monopolio
dell'Ente di Stato per la produzione dell'energia elettrica.
Già la legge n
°
308/82 aveva provveduto a liberalizzare
l'autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili con potenza fino a 3
MW e ad incentivare la realizzazione di nuove centrali di questo tipo,
concedendo contributi in conto capitale pari al 30% della spesa sostenuta.
2 Impostazione dell’analisi tecnico economica
7
Alle fonti rinnovabili, entro certi limiti, viene assimilata anche la
produzione combinata di energia elettrica e termica, correntemente detta
COGENERAZIONE, a partire da una unica fonte di energia primaria; una
delle metodologie, infatti, che si può seguire per migliorare le condizioni di
utilizzo della "fonte primaria" costituita dal combustibile è quello di
impiegare, qualora ne esistano i presupposti ovvero nei casi in cui le utenze
richiedano contemporaneamente energia termica ed elettrica, il calore fornito
dal processo termodinamico realizzato per la produzione di quest'ultima. Tra
gli usi più ricorrenti ricordiamo il riscaldamento per climatizzazione, la
produzione di acqua calda sanitaria, ed ovviamente l'uso diretto nei processi
industriali.
Con tali sistemi si possono realizzare, in linea di principio
coefficienti di utilizzo del combustibile del 75-80% a fronte di valori del 35-
40% dei migliori sistemi di produzione di sola energia elettrica. Le condizioni
specifiche dell'utenza, e l'uso che si fa del calore residuo, possono attenuare il
consistente divario sopraindicato: permane, tuttavia, in generale, un
significativo vantaggio a favore dei sistemi cogenerativi. A tale vantaggio
energetico corrisponde, sempre in linea generale, un vantaggio economico in
termini di spesa di gestione per acquisto di combustibile e di energia elettrica,
il quale però è fortemente dipendente dalla struttura delle tariffe del
combustibile (in particolare del metano) e dell'energia elettrica.
A fronte di questo risparmio va generalmente tenuto conto un
maggiore costo del sistema cogenerativo rispetto alla soluzione
2 Impostazione dell’analisi tecnico economica
8
tradizionale corrispondente che, ovviamente, deve essere individuata caso per
caso.
Il calore recuperato assume maggiore importanza considerando quei
casi in cui gran parte dell'energia termica prodotta con processi di
combustione ad elevate temperature viene poi di fatto utilizzata a temperature
relativamente basse, determinando quindi una degradazione qualitativa
dell'energia stessa esprirnibile in termini exergetici. Infatti, anche se i
suddetti processi avvengono in componenti aventi una buona efficienza dal
punto di vista energetico (le prestazioni in termini di rendimento termico
convenzionale dei generatori di calore variano da 0.70 a 0.90 circa a seconda
del combustibile utilizzato -) appare evidente la possibilità di colmare il salto
di temperatura esistente tra il livello di produzione e di impiego del calore
mediante l'utilizzo di macchine atte alla produzione di energia meccanica e/o
elettrica.
Negli ultimissimi anni si è verificato un sostanziale cambiamento e
rinnovo del quadro di riferimento legislativo (Leggi 9 e 10 del Gennaio 1991)
e tariffario tendenti ad incentivare lo sviluppo e la realizzazione dei sistemi
Cogenerativi
2 Impostazione dell’analisi tecnico economica
9
1.2 La fattibilità
A meno di situazioni particolarmente sfavorevoli, l'autoproduzione
di elettricità con utilizzo di calore prodotto consente sempre di realizzare
apprezzabili vantaggi.
Tuttavia, l'entità e la valenza economica di tali vantaggi sono
funzione di un insieme complesso e disperso di fattori contingnti, di
condizionamenti esterni imposti da un mutevole panorama legislativo e
tariffario, di uno scenario tecnologico in costante evoluzione. La varietà delle
circostanze applicative fa sì che la valutazione della fattibilità tecnico-
economica di una iniziativa di cogenerazone sia piuttosto complessa.
La problematica dello studio di fattibilità può essere affrontata sotto
due ottiche diverse:
• quella dell'esecutore dello studio, per il quale é importante chiarire le
specifiche e la metodologia di analisi;
• quella dell'utilizzatore dello studio (il committente dell'impianto), per il
quale é importante poter verificare l'attendibilità dell'analisi.
Lo studio di fattibilità rappresenta la prima fase dell'iter realizzativo
di un impianto di cogenerazione. La sequenza delle azioni da intraprendere é
applicabile alla maggior parte degli impianti industriali.
Per quanto lo studio di fattibilità richieda una frazionegeneralmente
piccola dello sforzo intellettuale e finanziario necessario per realizzare
l'opera, esso riveste una importanza fondamentale per la buona riuscita
2 Impostazione dell’analisi tecnico economica
10
dell'opera.
Il sotfware sviluppato non fa altro che venire in aiuto a coloro che
realizzano tale studio, calcolando sia il costo energetico del sistema
tradizionale che quello del sistema proposto, ottimizzando i contratti di
fornitura di energia elettrica e termica, facendo un conftronto energetico ed
economico tra i due sistemi in esame.
Inoltre consente il calcolo degli indici energetici ed economici di
interesse quali: IEN, coefficiente di utilizzazione del combustibile (CUC) e
risparmio energia primaria (REP) per la valutazione energetica, valore attuale
netto (VAN), tasso di rendimento implicito (TIR) e “Pay-back” per quella
economica.
Con tale software si è cercato di minimizzare i tempi dedicati nello
studio di fattibilità all’analisi energetica ed economica e di ridurre la
possibilità di errori nell’elaborazione dei dati di progetto.
Nella tabella che segue sono riportate le scelte necessarie da
considerare, per la realizzazione dell’impianto, durante l’esecuzione dello
studio di fattibilità, da ciò si deduce l’importanza dello studio per la corretta
determinazione dei parametri di progetto; Il programma gestisce gran parte di
queste variabili.