2per realizzare una mappa nazionale che sottolinei le differenze che
intercorrono tra le varie regioni, una seconda destinata a colmare, nei
limiti del possibile, le lacune relative ai dischi, alle band e ai musicisti
che non sono direttamente citati nel testo e che hanno contribuito a
creare e sviluppare il black metal, in Italia e nel resto del Mondo.
Non potendo contare su una nutrita bibliografia specifica
sull’argomento, i testi di riferimento riguardano principalmente gli
studi e le ricerche effettuate in Inghilterra e negli Stati Uniti — in
particolar modo quelle di Harris sul metal estremo e di Chambers sulle
subculture e la musica — ed i testi di sociologia della musica italiani
— Del Sordo, Nobile, Fabbri — fondamentali per contestualizzare la
ricerca nell’ambito del nostro Paese.
Per quanto riguarda il capitolo relativo all’influenza della filosofia
sul genere black metal, si è preferito consultare direttamente le opere
scritte dagli autori, implementandole con l’utilizzo di testi critici e
monografie dedicate.
Infine, le due appendici sono state realizzate grazie alle preziose
informazioni contenute nella più vasta e completa enciclopedia della
musica metal presente sul web e all’esperienza di oltre sei anni
maturata dall’autore come redattore di webzine dedicate alla musica
rock e metal.
3Capitolo primo
Black metal e rock satanico
1. Cos’è il black metal
Un lavoro sviluppato con l'intento di esplorare le dinamiche
interne a uno specifico genere musicale non può trascendere da una
accurata delimitazione del campo d'indagine. Ancor più quando
l’oggetto stesso dell’indagine si presenta come un microcosmo chiuso,
con alcune caratteristiche peculiari, e quando la copertura
bibliografica sull’argomento, in particolar modo di concrete analisi
storico-sociologiche, si presenta molto scarsa, permettendo di
avanzare solo alcune ipotesi sulla nascita e la crescita di un genere
simile in una nazione periferica, dal punto di vista musicale, come la
Norvegia.
La stessa definizione di genere associato alla musica è tuttora
soggetta ad ampi dibattiti che esulano dalla portata di questo lavoro.
Un genere è nell'accezione più vasta un modo di produrre musica, a
differenza di uno stile che si può definire come lo specifico modo di
produrre quel determinato genere [Harris 2006, 11-12].
Ulteriori definizioni, più propriamente sociologiche, sono state
fornite da Franco Fabbri e Simon Firth: entrambi sottolineano la
stretta connessione che lega le variabili economiche a quelle sociali
ma, come vedremo in seguito, questo tipo di interpolazione tra i due
campi ha un'influenza minore in un genere come il black metal, in cui
la quasi totalità dei gruppi è slegata dalle logiche del mercato
mainstream. Più completa e più adatta all’oggetto di questo studio è la
definizione di Keith Negus [1999, 29-30], che sottolinea come la
cultura di un determinato genere nasca e cresca dal complesso
interscambio tra le organizzazioni commerciali e le etichette
discografiche, l'attività dei fans, degli ascoltatori e dell'audience, dalla
rete dei musicisti e dal retroterra sociale. Nel caso del black metal,
organizzazioni commerciali ed etichette discografiche possono essere
4viste secondo un’accezione ampia del termine, includendo al loro
interno, oltre alle majors anche le piccole etichette indipendenti
mentre il complesso interscambio che coinvolge fans, musicisti e
semplici ascoltatori, si adatta alla descrizione di un fenomeno
caratterizzato dal fitto scambio di informazioni (dalla pubblicazione di
fanzine amatoriali, allo scambio di supporti audiomagnetici, oggi
rivisto e aggiornato con l'avvento di internet e della banda larga) che
ha caratterizzato un genere di nicchia come il black metal, fin dagli
esordi. Nel prendere come base di partenza la precedente definizione
di Negus, analizziamo quali sono le caratteristiche peculiari del genere
musicale qui in esame.
Ad un primo livello, estremamente generico, il black metal è
considerato uno dei sottogeneri estremi dell'heavy metal, laddove il
termine estremo va inteso come un radicalismo portato
conseguenzialmente ai limiti del parossismo di quelle che sono le
caratteristiche musicali dell’heavy metal e, come nel caso del black
metal, anche del punk.
Signorelli definisce il black metal come un misto di disagio,
occultismo self made, ideologie pericolosissime (quasi sempre, ma
non solo, di estrema destra) e soprattutto uno spirito ferocemente anti
cristiano e anti commerciale, un genere che, salvo pochissime
eccezioni è, assieme al punk “puro”, la musica meno compromessa
con il mercato che si sia mai vista; lo spirito di autoproduzione e
autogestione che anima i gruppi che attivano la scena black è del tutto
uguale a quello del punk politic, ma se nel punk l’autonomia è al
servizio di un progetto politico o sociale, nel black è esclusivamente al
servizio del Male Assoluto [2001, 13]
Stilisticamente, poi, affonda le proprie radici tanto nel death metal
e nel thrash metal, quanto, come detto, nel punk. Dai primi due stili
riprende l’aggressività sonora e lirica (anche connotato politicamente,
sebbene di opposto "colore" nella maggior parte dei casi), dal terzo
una attitudine anti-musicale intesa come pressoché totale rifiuto della
melodia e un atteggiamento sfrontatamente antagonista nei confronti
dei valori religiosi e di qualsiasi autorità costituita (sebbene in palese
contraddizione con l’idolatria nazifascista più o meno latente che
caratterizza diverse band) che nel caso del black metal sfocia anche in
5gravi episodi di cronaca proprio a sfondo religioso o razziale, che
verranno brevemente passati in rassegna più avanti.
In assenza di una definizione univoca si possono tratteggiare i
punti in comune presenti tra i diversi stili del black metal:
• Chitarre fortemente distorte;
• Trascurabile (quanto non del tutto assente) utilizzo del
basso;
• Timbrica vocale acuta ai limiti del grido, comunemente
denominato screaming;
• Uso del doppio pedale nelle parti di batteria e della tecnica
del blast beat (colpi eseguiti tra grancassa e un altro fusto a
velocità uguali o superiori ai 150 battiti per minuto).
La struttura delle canzoni riprende raramente lo schema strofa-
ritornello, essendo quest’ultimo di fatto assente dalla tipica canzone
black metal.
Nella figura 1 sono a confronto due testi, sul lato sinistro una
canzone gothic metal (Amaranth, del gruppo finlandese Nightwish,
pubblicata sul disco Dark Passion Play del 2007, etichetta Nuclear
Blast) strutturata secondo il modello strofa-bridge-ritornello (indicati
dalle parentesi nere, verdi e rosse), sul lato destro la canzone Submit
to self-destruction, del gruppo svedese Shining (pubblicata sul disco
Angst, Självdestruktivitetens Emissarie nel 2002, etichetta Avantgarde
Music) la cui struttura non è scandita dalla ripetizione di una forma
melodica, ma si presenta come una prosa dallo schema libero.
Si può osservare come, la canzone sul lato sinistro della figura
contenga un tema iniziale interamente strumentale che introduce la
prima strofa, seguita dal bridge e dal ritornello con una presenza più
invasiva delle tastiere.
Successivamente lo stesso schema viene ripetuto (tema iniziale
strumentale, più breve, strofa, bridge) ed il ritornello viene ripetuto
due volte; infine la terza strofa assume i caratteri di un’introduzione
evocativa al break centrale ed al ritornello finale ripetuto due volte
fino alla fine della canzone. Uno schema che risulta del tutto assente
nella canzone degli Shining, musicalmente costruita come una serie di
6anticlimax nei quali il ritmo decresce progressivamente per aumentare
di nuovo.
Figura 1: Esempi di struttura di canzoni a confronto
7Elaborazione: Propria ; Fonte: www.darklyrics.com
Nightwish - Amaranth
Baptised with a perfect name
The doubting one by heart
Alone without himself
War between him and the day
Need someone to blame
In the end, little he can do alone
You believe but what you see
You receive but what you give
Caress the one, the Never-Fading
Rain in your heart - the tears of snow-
white sorrow
Caress the one, the hiding amaranth
In a land of the daybreak
Apart from the wandering pack
In this brief flight of time we reach
For the ones, whoever dare
You believe but what you see
You receive but what you give
Caress the one, the Never-Fading
Rain in your heart - the tears of snow-
white sorrow
Caress the one, the hiding amaranth
In a land of the daybreak (x2)
Reaching, searching for something
untouched
Hearing voices of the Never-Fading
calling
Caress the one, this Never-Fading
Rain in your heart - the tears of snow-
white sorrow
Caress the one, the hiding amaranth
In a land of the daybreak (x2)
Shining – Submit to self-destruction
Cruel punishment of self-destruction, a
way of letting him in
Burning flesh, repenting sins of past
A hope of future bliss but my soul is
doomed to slavery
My wounds can not be counted in
numbers - all everything for his glory!
A solid trip with a dark desire to deprave
the (remaining) chastity of my haunted
soul
Pale, hungry i wait for his command...
Bitter is the journey to hell - for i must
bow before the fires of hell
A child of the dark, a hunter, with a
blessing of evil,
That is a curse with which i wander - hand
in hand
This is a leason in demonic possession
Possession of evil - possession of my
lovely end...
8Dal punto di vista delle tematiche affrontate nei testi, il genere si è
sempre contraddistinto per la sua componente anticristiana e satanica,
riflessa nelle liriche. Col passare degli anni, però, molte band hanno
progressivamente abbandonato questi temi, in favore di testi dai
contenuti pagani (legati spesso alle terre di origine e alle loro
tradizioni popolari), nazionalistici o filosofici, rielaborando in chiave
personale il concetto di Übermensch teorizzato da Friedrich
Nietzsche1 mettendo, quindi, al centro del proprio pensiero l’uomo, in
grado di scegliere autonomamente e senza vincoli religiosi i propri
ideali e la propria condotta morale. Parallelamente, a partire dagli anni
'90, si è sviluppata una corrente legata a tematiche gotiche, affascinata
dal vampirismo e dalla filmografia horror degli anni '30 e '60 che ha
generato autentici conflitti interni, che verranno passati brevemente in
rassegna più avanti, nel tentativo di ridefinire i confini del genere
emarginando quei gruppi che mal si allineavano agli standard “puri”.
Un altro tratto caratteristico del black metal è rappresentato dal
cosiddetto corpsepaint [Foto 1], l'uso di un pesante trucco bianco e
nero sul volto durante le esibizioni live e le foto promozionali.
Sebbene non rappresenti una vera e propria novità (si pensi, ad
esempio, alle maschere dei Kiss, la rock band nata negli anni Settanta
e capitanata da George Simmons e Paul Stanley), in ambito black
metal assume un significato diverso rispetto alle rock band degli anni
'70-80.
Il pesante cerone bianco sul volto esprime, nelle intenzioni dei
musicisti, il carattere malvagio ed inumano, la grottesca maschera
della morte. Il corpsepaint affonda le proprie radici in una tradizione
folklorica medievale, diffusa in particolar modo nell’Europa centrale e
settentrionale, particolarmente nei paesi scandinavi e nell’attuale
Germania e Austria, chiamata Oskorei (“Caccia selvaggia”).
La connessione tra black metal ed Oskorei è stata analizzata dal
ricercatore e musicista austriaco Gerhard Petak [1994] che sottolinea
l'analogia tra questa pratica, a metà tra il rito di iniziazione per
1
Il concetto di “oltreuomo” viene introdotto dal filosofo tedesco nella sua
opera più celebre, Also sprach Zarathustra, tuttavia, tenuto conto del
carattere ambiguo di un genere come il black metal, appare più plausibile fare
riferimento alla Volontà di Potenza (Wille zur Macht), opera incompiuta e
completata dalla sorella.