Società Economia Speculazione – L’importanza di Bretton Woods
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Tesi
secondo la quale l’informatizzazione e la globalizzazione della nostra epoca,
guidate dalle logiche del potere e della speculazione, se non muteranno rotta
condurranno l’intero pianeta alla distruzione.
Premessa
Nel corso di questo breve scritto, nato come relazione compilativa e poi
trasformatosi in Tesi, si è cercato, come prima cosa, di dare una visione sintetica e
unitaria degli sviluppi e dei protagonisti della storia occidentale nell’epoca che si
colloca fra i grandi viaggi del ‘500 e il periodo fra le due Guerre Mondiali.
Si è di seguito posto l’accento sulla Seconda Guerra Mondiale, all’interno della
quale nascono e si incardinano gli Accordi di Bretton Woods, che così vasta rilevanza
hanno avuto nella storia economica dei due continenti, per ciò intendendo soprattutto
Stati Uniti e Europa. Si è infine sostenuta la
Nel primo capitolo abbiamo ritenuto opportuno dilungarci su alcune voci che
noi riteniamo guida necessaria per meglio comprendere i grandi temi trattati.
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CAPITOLO 1
Elementi di base
Appunti di Politica Economica – Ricardo e la Teoria dei costi comparati – Storia delle Banche – Storia
delle Borse – Lehman: Storia di una bancarotta pilotata – La Tobin Tax
Prima di entrare nello svolgimento dei complessi fatti che hanno visto protagonisti Europa e Stati Uniti, e
come questi eventi si siano poi legati alla vita economica e sociale o ne siano stati determinati, pensiamo
potrebbe essere utile un accenno ad alcuni elementi di base
Appunti di Politica Economica
Chiariamo innanzi tutto il concetto che differenzia l’Economia Politica dalla
Politica Economica:
Economia politica è il sistema economico in atto in un paese in un dato
momento. Studia il modo in cui imprese ed individui impiegano le loro risorse per
soddisfare i loro bisogni. Si collega al concetto di Microeconomia, che studia anche
l’andamento dei prezzi all’interno del paese. L’Economia politica studia dunque ciò
che è in atto.
Politica economica – Fa capo alle Autorità competenti in materia,ossia allo
Stato, ma anche alle imprese e ai fenomeni collettivi. E’ l’insieme delle manovre
effettuate per indirizzare/modificare l’economia di un paese. Si collega al concetto di
Macroeconomia. Prende pertanto in considerazione:
1) tutti gli elementi di un sistema economico: reddito, consumo, investimento,
risparmio, spesa pubblica, ecc., relativi a un intero continente, a un Paese o a una
regione geografica.
2) l’ interazione fra Strutture Pubbliche (per esempio Banca Centrale e strutture statali
per gli interventi pubblici) e strutture private (famiglie – imprese private)
3) Mette in atto Strategie a lungo termine: Gli interventi a breve termine, per
definizione, non alterano la struttura economica in profondità. Gli interventi a lungo
termine o strutturali, si coniugano invece con i fenomeni a venire per imbrigliarli.
Il fine della Politica Economica è di garantire la piena occupazione, tramite
l’incontro bilanciato di domanda/offerta di beni, di servizi (curva IS) e di Moneta
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(curva LM). In breve si vuole ottimizzare tutta la catena Produzione-Occupazione-
Reddito (POR).
La messa in opera dei meccanismi propri della politica economica è determinata
dalla necessità di espansione e/o recessione del POR.
Manovre Espansive del POR: si diminuiscono le imposte, il costo del danaro, e
si aumentano gli investimenti pubblici
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. Vi sono conseguenze positive ma anche
negative. Conseguenze positive: aumento del Reddito Nazionale (RN) e del PIL
(Prodotto Interno Lordo): si produce di più e c’è più occupazione. Conseguenze
negative: rischio di inflazione (da notare che tasso di interesse e di inflazione sono
inversamente proporzionali). In sostanza: La manovra espansiva avviene in genere con
l’emissione di titoli di stato che forniscono i soldi per finanziare gli investimenti.
Aumenta però il Debito Pubblico.
Manovre Restrittive del POR: Aumento del prelievo fiscale e del costo del
danaro; diminuiscono gli investimenti. Conseguenze positive: si verifica una maggiore
Stabilità economica e diminuisce il Debito Pubblico in quanto ai rimborsi sui titoli non
fanno seguito nuove emissioni, e nemmeno aumenta la cifra da pagare per i relativi
interessi. Conseguenze negative: diminuzione di domanda e quindi di Produzione, di
Occupazione e Reddito (POR) e conseguentemente del PIL.
I pilastri della Politica Economica sono tre:
1. La Politica di Bilancio (i deficit dei vari Paesi sono sorvegliati dalla UE)
2. La Politica Monetaria (guidata dalla UE)
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L’investimento è l’unica variabile economica capace di far aumentare la produttività del sistema. Questo
succede in quanto è ricchezza distolta dal consumo e rivolta all’incremento del capitale, che è invece
risorsa produttiva. Le manovre annunciate sembrano la prima espansiva del POR e la seconda restrittiva.
A meno che –e noi crediamo che sia così- il Ministro, per tagli alla spesa pubblica, non abbia inteso dire
tagli agli sprechi (tale politica è oggi denominata spending review).
TV-Telegiornale h.8.00 di domenica l 28 aprile 2013:
“…Il ministro dell’Economia Saccomanni ha
annunciato diminuzione delle tasse e taglio della
spesa pubblica…” 2
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3. La Politica di Regolamentazione del mercato (guidata dalla UE)
1.Politica di Bilancio: si concretizza nella politica delle Entrate (Politica Fiscale-
Tasse e Imposte) e delle Uscite della Pubblica Amministrazione (Spesa Pubblica, la
quale corrisponde ai servizi che lo Stato amministra per i cittadini tramite il Governo
centrale, i Ministeri, le Regioni, le Province, i Comuni e gli Enti pubblici). Sono dette
imposte dirette quelle applicate alla fonte (per esempio sugli stipendi)- Le imposte
indirette sono invece quelle pagate al momento dell’acquisto dei prodotti, ossia l’IVA e
le Accise
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, per esempio, su alcool, tabacchi e carburante. Con queste Entrate lo Stato
dovrebbe provvedere ai servizi per i cittadini, in ciò includendo -come appena detto-
le spese correnti degli stipendi statali ma anche gli investimenti per le infrastrutture.
Pur essendo la Politica di Bilancio una questione interna agli Stati, l’Unione
Europea ha voce in capitolo per quanto attiene agli eventuali disavanzi di bilancio,
regolati dal Patto di Stabilità e Crescita
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(Risoluzione del Consiglio Europeo,
art.1466/67 del 1997). Il Patto ha lo scopo di garantire la stabilità dell’Euro rispetto
alle altre monete. I deficit di bilancio vengono per solito finanziati con privatizzazioni
(vendita di beni statali) o con prelievi fiscali (Entrate). Teoricamente possono anche
essere ridotte le Uscite tagliando: Spese correnti della Pubblica Amministrazione,
Investimenti (infrastrutture, impianti, attrezzature), Interessi sul Prestito Pubblico (non
emettendo nuovi titoli), Pensioni (lo Stato sta cercando di privatizzare il settore),
Assistenza ad aree o a Imprese in difficoltà (ambito sorvegliato dalla UE). L’avanzo
serve invece eventualmente a estinguere, almeno in parte, il Debito Pubblico, o a
pagarne gli enormi interessi. Secondo il Patto, il Deficit di ogni Paese non può superare
il 3% del Prodotto Interno Lordo (PIL), e il Debito Pubblico contratto mediante
l’emissione e la vendita di Titoli non può superare il 60% del PIL
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IVA: imposta generale sui consumi; colpisce l'incremento di valore che un bene o un servizio acquista ad ogni
passaggio economico. Accisa: Imposta sulla fabbricazione e vendita di prodotti di consumo (dal latino accidere:
cadere sopra).
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Il Patto di stabilità e crescita (PSC) o Trattato di Amsterdam, è un accordo raggiunto nel Dal l1997 dai paesi
membri dell'UE sul controllo delle rispettive politiche di bilancio. Scopo: mantenere stabili i requisiti di adesione
all'Unione Economica e Monetaria della UE (Eurozona). Tuttavia la prevista Procedura di Infrazione per Deficit
Eccessivo (PDE), dopo essere stata giudicata non obbligatoria dalla Corte di Giustizia europea nel 2004, si configura
come istituto privo di potere.
In Italia, nel 2012, il Debito Pubblico è salito al 127% del PIL. Così titola il
TG 24 ore- Economia on line di Sky Tv (notizia del 22 aprile 2013)
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A parte la non-obbligatorietà dell’adesione al Patto di Stabilità (vedi nota in calce)
la UE può emettere Raccomandazioni che andrebbero recepite dal Paese in oggetto con
misure concrete. Dopo due Raccomandazioni può pubblicizzare la situazione dello
Stato; quindi può richiedere un Deposito obbligatorio (ma quanto questa obbligatorietà
sia stata finora applicata non ci è dato sapere) presso le proprie casse, corrispondente ad
un decimo dell’eccedenza sul massimo del Deficit previsto (3% del PIL) oppure pari
allo 0,2% del PIL stesso. Se dopo due anni la situazione non è ancora sanata, il Deposito
è trasformato in Ammenda e requisito.
La copertura del deficit di bilancio ha tre strumenti principali: prelievo fiscale,
privatizzazioni e tagli alla spesa pubblica.
2. La Politica Monetaria: coopera al raggiungimento degli obiettivi “Prezzi-
Occupazione – Reddito (POR)” manovrando i seguenti strumenti:
Tassi di interesse: quando i tassi vengono abbassati le imprese chiedono soldi per
effettuare investimenti e sale l’occupazione;
Liquidità: si ottiene stampando moneta, e immettendola in circolazione mediante
l’acquisto di titoli emessi dal Ministero del Tesoro, la compravendita di titoli sul
mercato aperto, e la concessione di prestiti (anticipazioni) alle banche. La liquidità, o
base-monetaria, può essere allargata in rapporto al PIL atteso e alla moneta circolante
(liquidità corrente). In altre parole: la liquidità, in un sistema sano, è pari alla
quantificazione dei beni e dei servizi prodotti in un paese in un periodo dato, e destinati
a usi finali, ovvero a consumi, investimenti, esportazioni.
Tassi di Cambio: Favorendo l’apprezzamento delle monete estere sull’Euro, si
favoriscono le esportazioni, e quindi si favorisce il transito di moneta per la Banca
Centrale Europea (BCE) e per le banche centrali dei vari Paesi. Si provocano come
logica conseguenza aumenti delle Riserve bancarie e quindi maggiori possibilità di
prestiti per gli investimenti.
Alla politica monetaria soprassiede oggi l’Unione Europea.