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1. L’argomento
Nell’immaginario popolare, un parco naturale è un luogo in cui si
proteggono specie animali e vegetali rari, ma anche territori o paesaggi
naturali che, in un contesto sempre più urbanizzato, sono diventati
estremamente scarsi. I parchi sono visti come «i santuari della natura, gli
ultimi paradisi, le arche di Noè» [Gambino 2001: 12] In questo senso, il
parco svolge quindi, una rilevante funzione conservazionista. Ma il parco è
anche una meta di svago, un posto tra i tanti, dove trascorrere le proprie
vacanze a contatto con la natura. Il parco è una meta in quanto offre una
serie di attrazioni “turistiche” attualmente di grande rilievo: la natura,
appunto, il “mangiare sano di una volta”, i prodotti artigianali, i paesini
arroccati nelle colline, le coste incontaminate, ecc. Di conseguenza, il parco
svolge una rilevante funzione turistico-ricreativa.
Tuttavia, almeno in Italia , i parchi naturali sono luoghi in cui gli
insediamenti abitativi sono diffusi e consistenti, così come di conseguenza
risultano essere importanti le varie attività umane che vi si svolgono
(l’agricoltura, la pastorizia, l’artigianato, ecc). Oggi in Italia vi sono 20
parchi nazionali istituiti e 4 in attesa di provvedimenti attuativi.
Complessivamente essi coprono oltre un milione e mezzo di ettari, pari al 5
% circa della superficie nazionale e interessano il territorio di 471 comuni,
72 comunità montane e 45 province per una popolazione di circa 2,2 milioni
di individui . Mentre, considerando i parchi naturali regionali e tutti gli altri
tipi di aree protette, la superficie del territorio italiano sottoposta a misure di
protezione risulta essere pari al 10,54 % . Una prima lettura di questi dati
mostra come i parchi naturali italiani interessano da vicino la vita e
soprattutto le attività lavorative di migliaia di individui.
3
Questo fondamentale aspetto dei parchi naturali è divenuto, negli
ultimi anni, un tema dominante sia delle politiche di gestione delle aree
protette, sia in generale delle politiche ambientali. I parchi naturali, visti
dapprima come vincolo dalle popolazioni locali che vi risiedono, hanno
acquisito sempre più la funzione di laboratorio per la sperimentazione di
nuove politiche di gestione del territorio, non più basate su un uso
indiscriminato e irresponsabile delle risorse naturali, ma orientate dai
principi dello sviluppo sostenibile e quindi i parchi naturali si configurano
come luoghi in cui è possibile ricucire il legame tra sviluppo economico,
sociale e ambientale. In breve, concepiti essenzialmente come vincolo, i
parchi si sono delineati in seguito come un progetto politico, economico e
sociale del territorio in grado di coniugare sostenibilità ambientale e
sviluppo locale. Questo vale soprattutto per quei territori poveri e
marginalizzati, cioè esclusi dai processi di urbanizzazione e
industrializzazione. In questi casi appunto, l’istituzione di un parco riflette
la speranza che esso possa funzionare da “motore di sviluppo” per tali aree
sfavorite.
Inoltre, in questo senso, i parchi diventano espressione e veicolo di
un variegato universo valoriale. Cioè, oltre ai valori strettamente ecologici, i
parchi naturali hanno la capacità di comunicare sia una cultura e un modo
diverso di governare il territorio sia i valori locali (le tradizioni, i cibi, i
modi di lavorare la terra, ecc.) di un territorio immettendoli in una
dimensione nazionale e internazionale. Ciò appare più vero se si considera
uno degli aspetti più controversi della globalizzazione, cioè l’emergere delle
identità locali [cfr. Martelli 1999: cap. 1 parte II]. In tal senso, è possibile
affermare che i parchi sono un potente mezzo per la riscoperta e la
diffusione delle mille identità locali e soprattutto essi si inseriscono (e
quindi non si pongono in alternativa) nei processi di globalizzazione in atto.
4
Quello fin qui detto mostra l’importanza che i parchi ricoprono nelle
società odierne, essi sono contemporaneamente musei della natura e modi
alternativi di gestire il territorio. Tuttavia, questo è un lavoro in cui si
vogliono principalmente indagare gli aspetti comunicativi dei parchi
naturali. In pratica, due sono gli oggetti di riflessione primari di questa tesi.
Il primo, come si è potuto ben capire, è costituito dai parchi naturali e dagli
aspetti sociali che li contraddistinguono. Il secondo è rappresentato dall’ente
di gestione dei parchi naturali e dalle sue attività di comunicazione. Certo, è
ovvio che le attività di comunicazione che si svolgono in un parco naturale
sono molteplici. In fin dei conti, se si considerano le diverse comunità locali
che vivono in un parco, le tante amministrazioni locali ed enti pubblici che
vi hanno sede, così come le innumerevoli attività produttive che vi si
svolgono, viene fuori un immenso reticolo comunicativo difficile da
interpretare, ma fondamentalmente estraneo alla materia di fondo di questa
tesi. La comunicazione dell’ente di gestione di un’area protetta, analizzata a
pieno titolo con le categorie proprie della comunicazione pubblica, è, in
ultima analisi, l’oggetto di studio principale di questa tesi. In sintesi, i
motivi di tale scelta possono essere riassunti considerando sia l’importanza
che tale ente ricopre all’interno di un’area protetta, sia il ruolo primario che
lo Stato gli ha affidato nella gestione dell’area.
Ovviamente trattandosi di comunicazione pubblica e quindi di una
comunicazione che ha per oggetto gli affari di interesse generale, non si
potevano non analizzare dapprima gli aspetti sociali dei parchi naturali e
questo spiega il motivo per cui sopra ho individuato due oggetti primari di
riflessione condotti in questo lavoro.
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2. Le ipotesi di ricerca
A partire da questi due oggetti, delineati sopra, ho cercato di
dimostrare, in questo lavoro di tesi, i seguenti punti:
i. un parco naturale può essere concepito come sistema di relazioni
sociali, oltre che di strutture e ambiente. Ricorrendo alla teoria
relazionale di Donati [1998], i parchi naturali, come realtà sociali, si
costituiscono a partire dalle relazioni sociali che li collegano (che li
mettono in relazione) con l’intera società nella sua articolazione
(sistema economico, politico, societario e culturale);
ii. la comunicazione dell’ente di gestione di un parco naturale è un
fenomeno proprio della comunicazione pubblica. Essa deve riguardare
le interazioni dei sotto-sistemi sociali in cui la realtà sociale del parco
si articola. Riprendendo Luhmann [1992
3
], ho sostenuto che il parco
naturale deve trovare la giusta risonanza in ciascuno dei sotto-sistemi
sociali; inoltre, ho cercato di dimostrare che la comunicazione
dell’ente di gestione è sia una comunicazione fortemente pubblica, sia
una comunicazione fortemente ecologica in quanto ispirata alla
mission fondamentale di un’area protetta: proteggere la natura;
iii. infine, studiando da vicino la realtà “comunicativa” di alcuni parchi
nazionali e regionali italiani, ho cercato di verificare se le attività di
comunicazione dei parchi naturali sono in grado di “leggere” e
comunicare il territorio protetto nella pluralità degli aspetti naturali,
sociali e culturali in cui esso si articola.
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3. L’articolazione del lavoro
Nel dettaglio, il primo capitolo ha avuto come tema centrale di
riflessione la questione ambientale, cioè la necessità di tutelare l’ambiente;
tale questione è stata analizzata attraverso considerazioni di carattere
sociologico. In particolare, tale tema è stato approfondito sia ricorrendo alla
storia dell’ecologismo sia analizzando il rapporto uomo-natura sia, infine,
definendo in termini relazionali il concetto di protezione dell’ambiente. In
breve, lo scopo primario di questo capitolo è stato quello di fornire un
quadro di riferimento generale all’oggetto di studio di questa tesi e cioè ai
parchi naturali. Tale scelta è stata motivata dalla convinzione che la
creazione dei parchi naturali è avvenuta in stretta dipendenza all’emergere
della questione ambientale e che l’evolversi del rapporto tra uomo e
ambiente naturale ha condizionato fortemente la concezione dei parchi
stessi.
Nel secondo capitolo ho ristretto la mia analisi esclusivamente a un
campione a scelta ragionata di parchi naturali. Attraverso l’analisi dei
diversi aspetti organizzativi ho cercato di mostrare che i parchi naturali, non
soltanto rappresentano un enorme patrimonio ambientale, ma sono, nello
stesso tempo, una grande realtà economica, sociale e culturale. In questo
senso, uno studio sociologico sui parchi naturali è stato necessario in
considerazione del fatto che un parco naturale non è soltanto un luogo in cui
si proteggono specie animali e vegetali sempre più rare, è altresì un luogo in
cui migliaia di persone vivono, lavorano o si svagano. Inoltre, i punti di
vista delle persone che abitano il parco sono molteplici: per alcuni è una
speranza di sviluppo e di riscatto, per altri non è niente di più che una serie
di vincoli e di strutture burocratiche.
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Nel terzo capitolo ho approfondito le strategie comunicative proprie
delle aree protette e precisamente dell’ente di gestione dei parchi. Ho
analizzato la comunicazione dell’ente di gestione utilizzando tre diversi
approcci, nel tentativo, però, di fornire un approccio integrato di lettura del
fenomeno in esame. In altre parole, ho dapprima inquadrato la
comunicazione dell’ente di gestione nell’ottica della comunicazione
ecologica, così com’è stata precisata da Luhmann [1992
3
]. Inoltre, ho
ulteriormente specificato la comunicazione dell’ente di gestione, sia
ricorrendo alle categorie proprie della comunicazione pubblica, sia
adoperando i concetti del marketing territoriale. Tale percorso di analisi mi
ha permesso, quindi, di definire la strategia comunicativa di un ente di
gestione di un parco naturale e, principalmente, mi ha consentito di
individuare l’utenza a cui tali attività comunicative devono rivolgersi. Ho
chiuso il capitolo mostrando i risultati di una ricerca qualitativa sulle attività
di comunicazione di nove parchi naturali italiani.
Infine, nel quarto capitolo, ho analizzato ulteriormente le attività di
comunicazione dei parchi con le nuove tecnologie e ricorrendo alla
metodologia e tecnica di analisi multidimensionale della comunicazione
[Martelli 2002], ho esaminato i siti Internet di dodici parchi naturali
regionali italiani.
L’interesse conoscitivo che mi ha guidato in questo lavoro è stato
quello di definire sociologicamente un fenomeno sociale qual è la
protezione dell’ambiente, collegandola successivamente alla realtà dei
parchi naturali, di cui la protezione dell’ambiente rappresenta la mission
principale. In questo senso ho cercato di dimostrare che la protezione
dell’ambiente non comporta solamente la tutela di animali rari o di paesaggi
incantevoli. La protezione dell’ambiente, così come la concezione stessa di
parco naturale, chiama in causa tutte le componenti societarie. In breve, in
8
un parco naturale (e in generale, ovunque), una politica di protezione
ambientale comporta sia l’introduzione di nuovi modelli di sviluppo
sostenibile, sia l’emanazione di norme che integrino l’individuo nella
comunità ambientale e sia, infine, la diffusione di un determinato
orientamento valoriale a sostegno delle attività di tutela.
Queste considerazioni assumono un ruolo determinante nell’analisi e
nella definizione della politica di comunicazione di un parco naturale.
Infatti, è il concetto stesso di parco naturale, che ho proposto in questa tesi,
che chiama in causa ognuno dei sotto-sistemi societari e la comunicazione a
tal proposito svolge l’importante funzione di far trovare al parco la giusta
risonanza in ognuno di questi sotto-sistemi. In altre parole, la
comunicazione dell’ente di gestione deve essere in grado di leggere e
comunicare il territorio protetto nella molteplicità dei suoi aspetti e delle sue
politiche. Questo è stato, in ultima analisi, quello che ho cercato di
verificare attraverso le due ricerche di seguito riassunte.
4. Metodologia
Ho indagato sulla comunicazione dei parchi naturali attraverso due
diverse ricerche. La prima, di tipo qualitativo, è stata condotta nei mesi di
luglio, agosto e settembre del 2003 in nove diversi parchi naturali italiani,
sei situati in Emilia-Romagna e tre in Sicilia. Con tale ricerca, dall’evidente
carattere descrittivo ed esplorativo, ho voluto indagare in profondità le
attività di comunicazione degli enti di gestione di questi parchi. L’indagine
è avvenuta svolgendo una intervista standard presso i nove parchi; a tal fine
è stata intervistata una persona per ogni parco. In linea di massima è stata
9
intervistata la persona che nel parco si occupava della comunicazione, ma
quando questa non era presente (perché non disponibile o non prevista dalla
pianta organica) l’intervista è stata rivolta al presidente o al direttore del
parco.
Preciso ora, sia le categorie concettuali che hanno orientata questa
ricerca sia il fine conoscitivo che ho prestabilito di raggiungere svolgendola.
Per quanto riguarda le ipotesi e le categorie concettuali, queste si
fondano sugli approfondimenti che sono stati condotti nel corso di questa
tesi e in particolare, queste riguardano sia le teorie della comunicazione
pubblica che mi hanno permesso di inquadrare, nelle sue categorie, le
attività di comunicazione dell’ente di gestione di un parco naturale, sia gli
approfondimenti di marketing territoriale, che sono stati utili a porre in
relazione il territorio e le attività di comunicazione (ma non solo) dell’ente
di gestione. In breve, definendo pubblica la comunicazione dell’ente di
gestione, si è visto come questa, attraverso l’ottica del marketing territoriale,
fosse in grado di leggere e comunicare il territorio protetto nella molteplicità
dei suoi aspetti e delle sue politiche. Inoltre, non va certamente dimenticato
il percorso sociologico che ho condotto nella prima parte di questa tesi, con
cui ho cercato di proporre un modello dei parchi naturali come realtà
sociale. In particolare tutto ciò mi ha consentito di individuare:
ξ i destinatari della comunicazione dell’ente di gestione suddivisi in
quattro distinti gruppi di utenza (acquirenti attuali interni, acquirenti
attuali o potenziali esterni, influenzatori interni e influenzatori
esterni). Tale suddivisione mi ha permesso di articolare la
comunicazione dell’ente di gestione in due differenti ambiti: la
comunicazione rivolta verso l’utenza interna e la comunicazione
rivolta presso l’utenza esterna;
10
ξ in considerazione dei quattro tipi di utenza sopra delineati, mi è stato
possibile individuare sia una comunicazione autoprodotta, cioè quelle
iniziative comunicative assunte e gestite direttamente dall’ente, sia
una comunicazione eteroprodotta che si riferisce a quell’insieme di
messaggi gestiti e veicolati da soggetti ad esso esterni (stampa,
televisione, radio, ecc);
ξ infine, ricorrendo sia alla normativa in vigore sui parchi sia ad un
approfondimento sociologico che è stato condotto nel corso di questa
tesi, ho delineato gli ambiti di attività dell’ente di gestione. Così sono
emerse:
o attività di tutela e di conservazione, che rappresentano lo scopo
principale dell’ente di gestione;
o attività mirate sviluppo economico, ma allo stesso tempo
sostenibile, dell’area protetta;
o attività normativa in quanto all’ente è affidato il compito di
produrre piani e regolamenti in riferimento alla protezione e all’uso
delle risorse naturali;
o attività culturale in quanto i parchi sono sia l’espressione sia il
veicolo di un determinato orientamento valoriale e tale funzione è
indubbiamente una componente importante delle attività che l’ente
di gestione è chiamato ad intraprendere.
Tutti questi punti rappresentano per la mia ricerca quelle che Gallino
definisce ipotesi descrittive [1997: 58]. È stato tramite dette ipotesi che mi
sono avvicinato alla comunicazione degli enti di gestione dei parchi naturali.
In altre parole, tali ipotesi hanno orientato sia la definizione dei miei
obiettivi conoscitivi, sia la lettura (o l’interpretazione) delle «testimonianze»
che ho raccolto.
11
Gli obiettivi conoscitivi che mi sono preposto di raggiungere sono
sintetizzati nei seguenti punti:
ξ il primo obiettivo riguarda un approfondimento sull’emittente della
comunicazione che ho scelto di esaminare, cioè l’ente di gestione. In
altre parole, ho cercato di rilevare se gli enti siano forniti di personale
ad hoc che si occupa della comunicazione, se gli enti fanno ricorso a
collaborazioni esterne (agenzie di comunicazione, collaborazioni
giornalistiche, ecc), se nel predisporre le attività di comunicazione
vengano seguite particolari metodologie o tecniche (ad esempio
ricerche di mercato, indagini, ecc), quali siano le difficoltà maggiori
che l’ente incontra nel predisporre le attività di comunicazione e, di
conseguenza, quali iniziative l’ente ritenga opportune per migliorare
la comunicazione e quali collaborazioni l’ente intraprende con gli altri
enti del territorio in merito alla comunicazione;
ξ il secondo obiettivo conoscitivo mira ad accertare se e quali siano le
iniziative intraprese dall’ente di gestione che vengono supportate da
campagne di comunicazione o informazione e quali siano, fra queste
iniziative, quelle che dovrebbero ricevere una maggiore attenzione e
cura nel predisporre le attività di comunicazione;
ξ il terzo obiettivo mira a cogliere la differenza tra la comunicazione
rivolta verso l’interno e la comunicazione rivolta verso l’esterno. In
breve ho cercato di comprendere come si articola, in seno all’attività
di comunicazione dell’ente di gestione, la comunicazione rivolta verso
l’utenza interna e quella rivolta verso l’utenza esterna; questo terzo
obiettivo viene incluso in una riflessione più generale sui destinatari
della comunicazione dell’ente di gestione, in particolare, vi è un target
privilegiato verso cui solitamente viene indirizzata la comunicazione
dell’ente?;
12
ξ infine, ho cercato di individuare quali sono i mezzi che l’ente di
gestione adopera per le proprie attività di comunicazione e quali fra
questi ritiene più efficaci per raggiungere un determinato target di
riferimento (quali per comunicare con i residenti e quali per
comunicare con i fruitori ad esempio).
La seconda ricerca ha avuto come oggetto d’indagine i siti Internet di
12 parchi naturali regionali italiani. Tale ricerca è stata eseguita utilizzando
la tecnica derivata dalla teoria multidimensionale della comunicazione
pubblica [Martelli 2002]. L’obiettivo di questa ricerca è stato duplice:
infatti, da un lato ho indagato sulla capacità comunicativa di questi siti
[ibidem: 11]; dall’altro ho cercato di verificare se, nei siti Internet da me
analizzati, fossero presenti le caratteristiche tipiche dei portali territoriali,
cioè se questi siti sapessero dar voce al territorio protetto, leggendolo e
comunicandolo nei suoi molteplici aspetti, naturali, sociali, politici e
culturali.
La scelta dei siti non ha seguito nessun criterio statistico che ne
assicurasse la rappresentatività. Ho invece scelto i siti a partire da tre criteri
di scelta:
i. una maggiore rappresentatività regionale; ho infatti ho scelto i siti
cercando di includere il maggior numero di regioni italiane;
ii. una maggiore rappresentatività dei diversi tipi di parchi esistenti:
parchi scarsamente, mediamente e altamente antropizzati;
iii. e, ovviamente, la disponibilità di un sito Internet funzionante.
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5. I risultati ottenuti
Attraverso i colloqui che ho avuto con molte persone del settore sia
nell’ambito delle interviste che ho condotto, sia in ambito generale nei
contatti che stabilito durante la preparazione di questa tesi, ho potuto
constatare che, anche se la concezione di parco si dimostra ormai lontana
dalle vecchie idee conservazioniste e in particolare, abbia ormai quasi perso,
in larga parte, gli attributi del recinto e del vincolo, le attività di
comunicazione, salvo rare eccezioni, si dimostrano ancora insufficienti a
trasmettere l’odierna concezione di parco, legata a nuovi modelli di sviluppo
sostenibile e, fondamentalmente, a una visione integrata del territorio
protetto (la natura, ma anche le attività dell’uomo). Questo deficit si riflette,
principalmente, sulle attività di comunicazione che l’ente di gestione
dovrebbe indirizzare verso l’utenza interna. Infatti, tramite i dati che ho
raccolto e presentato in questa tesi, ho potuto accertare una netta supremazia
di strutture e di mezzi di comunicazione dedicate all’utenza esterna. Ad
esempio, le strutture di comunicazione più presenti sono risultati i centri
visita e gli sportelli informativi per i visitatori entrambi rivolti
principalmente all’utenza esterna. Anche per quanto riguarda i mezzi di
comunicazione si è registrata la stessa tendenza. Infatti, i mezzi di
comunicazione più diffusi fra i parchi in esame sono risultati i materiali
promozionali, quelli divulgativi e la carta dei sentieri che, com’è stato
precedentemente precisato, sono solitamente indirizzati all’utenza esterna.
Molto più sviluppate appaiono, invece, le attività di comunicazione
tese a raggiungere una certa visibilità presso il pubblico esterno al parco
tramite i mass media (stampa e televisione). Tale tendenza è emersa
14
dall’analisi delle interviste che ho condotto nell’ambito della ricerca
qualitativa presentata in questo lavoro di tesi.
In generale, anche per i siti Internet dei dodici parchi esaminati, si
possono condurre le stesse considerazioni. In tali siti, infatti, ho rilevato una
comune tendenza di fondo: essi sono realizzati alla stregua di una semplice
brochure turistica e, soprattutto, questi siti appaiono scollegati sia dal resto
di Internet (dei veri e propri siti-fortezza), sia, soprattutto, dal territorio del
parco a cui si riferiscono. In altre parole, gli enti realizzano i loro siti
seguendo la stessa logica di supremazia della comunicazione esterna seguita
per i mezzi tradizionali. A tal proposito, la considerazione più rilevante può
essere condotta a proposito della situazione di non collegamento tra sito e
territorio di riferimento. In breve, i siti dei parchi in esame non riescono a
configurarsi sia come luoghi di interazione (virtuale) tra l’ente e i vari
soggetti territoriali, sia come luoghi di partecipazione di questi soggetti.
Non riescono, in parole povere, a dar voce al territorio e alla pluralità dei
suoi aspetti.
Invece, credo che gli enti dei parchi dovrebbero cominciare ad
organizzare le proprie attività di comunicazione in un’ottica più integrata,
dovrebbero, cioè, cominciare a predisporre le proprie attività di
comunicazione a partire da una considerazione più attenta della realtà
territoriale, nella molteplicità dei suoi aspetti, su cui insistono. In altre
parole, gli enti dovrebbero cercare di minimizzare la tentazione di adottare
gli strumenti e le modalità tipiche della comunicazione aziendale o
dell’advertising classico, ambendo, ad esempio, al costosissimo passaggio
televisivo. Con questo non voglio affermare che la pubblicità o gli spot
televisivi siano del tutto inutili, voglio solo sottolineare che la promozione
di un territorio si ottiene anche attivando e curando forme di comunicazione
più “povere” e meno “spettacolari”.
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A mio avviso, gli enti dei parchi dovrebbero cercare di potenziare la
comunicazione rivolta verso l’utenza interna. Questa è una delle azioni che
considero prioritarie per lo sviluppo socio-economico di un’area protetta.
Principalmente perché la comunicazione verso gli utenti interni di un’area
protetta è un’attività fondamentale per promuovere il progetto parco, con
tutte le valenze ampiamente viste in questa tesi, ai suoi stessi abitanti.
In breve, una maggiore cura della comunicazione interna si dovrebbe
tradurre nella predisposizione e nel rafforzamento di strutture e mezzi di
comunicazione esclusivamente dedicati alla realtà territoriale in cui il parco
insiste, come il giornale del parco o lo sportello informazioni per i residenti
e le attività economiche locali, per citarne solo alcuni. Ma si potrebbe
tradurre anche in altre attività, come la concessione dell’uso del marchio del
parco per promuovere, ad esempio, i prodotti tipici locali. Infatti, il marchio
si configurerebbe come un mezzo di comunicazione e di valorizzazione del
territorio e quindi delle comunità locali e del loro ambiente. Infine, si
potrebbe ancora tradurre in un utilizzo più consapevole delle nuove
tecnologie, Internet tra tutti. Mi riferisco cioè, al sito Internet del parco
come “portale territoriale” in grado, quindi, di soddisfare sia i residenti del
parco sia i non residenti (fornendogli informazioni e servizi e assicurandogli
la partecipazione e l’interazione).