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INTRODUZIONE
Sono molti anni ormai che i mass media (computer, cellulare…) sono
“entrati” nella vita di ognuno di noi. La televisione e le nuove
tecnologie sono diventati mezzi di relazione moderni che hanno
modificato il modo di pensare e di vivere. Internet è il nuovo regno
delle possibilità non solo per gli strumenti di calcolo e di elaborazione
dati, ma anche per le nuove vie e le nuove modalità per accedere
alla conoscenza, per socializzare, per divertirsi, per lavorare, per
creare. Il vivere online, divenuto sempre più fenomeno di massa,
chiama in causa temi nuovi e complessi come il dominio e la
subordinazione, la dipendenza e la libertà, l‟autonomia e il controllo,
la relazionalità e la solitudine, la ricerca di identità nelle molteplici
capacità di essere tante identità.
Senza dubbio sono molti i vantaggi che queste tecnologie hanno
portato, ma non sono da sottovalutare i problemi, che soprattutto nei
giovani, quest‟ultime possono creare. Se Internet offre l‟opportunità
di declinare all‟infinito ogni desiderio individuale e di far diventare
possibili i mondi immaginari, in questo oceano di possibilità estrema
si inseriscono anche tutte le devianze che fanno parte del vivere
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quotidiano. C‟è una continua “fuga” verso le nuove tecnologie che
trovano nella personalizzazione e nella possibilità di uso de-
localizzato le loro caratteristiche più interessanti per il pubblico, sia
esso giovane che adulto. Infatti, non è la rete ad essere “cattiva”, ma
chi è dall‟altra parte della rete, chi immette dati, file, foto, messaggi; il
problema non è la macchina o la tecnologia, ma l‟uomo e la sua
proiezione e materializzazione dei più degradati desideri perversi; è
l‟uomo e la sua inevitabile produzione di violenza e sopraffazione, di
dominio e di potere nei confronti di chi può dominare: i deboli, i
piccoli e i poveri. E‟ tutto questo che genera pericolo, e i pericoli nella
rete ci sono e bisogna evitarli e non ignorarli. Pur riconoscendo la
positività e la ricchezza offerte dalla tecnologia di Internet, bisogna
tener conto di quanto le sue potenzialità tecnologiche possano far
precitare un individuo negli abissi della degradazione,
semplicemente stando seduto di fronte ad un monitor ed una
tastiera.
Oggi a fare notizia ai telegiornali è Facebook, il Social Network
d‟eccellenza, e quasi sempre sono notizie allarmanti che riguardano:
bullismo, violenze sessuali, pedofilia, ecc.
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I Sociali Network sono luoghi virtuali dove potersi “incontrare”,
conoscersi, scambiare opinioni e idee, condividere interessi e saperi,
fare quindi nuove amicizie e comunicare con gli altri. L‟utilizzo della
rete porterebbe con sé molte opportunità di contatto tra i ragazzi,
facilitati a superare le timidezze, a coltivare i propri interessi insieme
agli altri, ma anche diversi pericoli, primo fra tutti quello
dell‟adescamento dei pedofili per non parlare poi degli atti di bullismo
che si ripetono ogni giorno, e benché si tratti di ambienti virtuali, i
pericoli sono ben più che reali. I giovani di oggi imparano da piccoli
ad utilizzare il computer: entrano in Internet e fanno ricerche, si
iscrivono alle chat e ai forum, imparano a creare blog, siti internet,
ecc. Queste sono tutte azioni che per un giovane adolescente sono
ormai apprese e acquisite, mentre per i loro genitori, il più delle volte,
sono cose sconosciute. Non c‟è dubbio che questa rivoluzione
permetti di sostituire il contatto reale con quello virtuale e quindi
aiutare i ragazzi introversi e timidi ad aprirsi e a farsi conoscere;
questo continuo utilizzo di Internet, però, inibisce lo sviluppo delle
capacità critiche di giudizio, l‟immaginazione e la creatività tre aspetti
che, soprattutto nel giovane in crescita, sono molto importanti.
Sappiamo, inoltre, che Internet è un mezzo anarchico, non esistono
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regole, leggi: ognuno fa e scrive quello che vuole; da un lato, certo,
permette l‟espressione di tante idee e notizie, dall‟altro però, rende
molto difficile tutelare le leggi e la psicologia di un giovane in
crescita. Non bisogna con questo privare ai giovani l‟utilizzo delle
nuove tecnologie, ma bisogna aiutarli a sviluppare quel senso critico
che permette loro di utilizzare questi mezzi che gli permetteranno di
amplificare le sue capacità e di esprimersi in modo nuovo e originale.
In questo lavoro, in generale, parleremo delle nuove generazioni, di
come vivono e come vedono la società e dei fenomeni sociali che
queste nuove tecnologie producono. Più in particolare nel capitolo 1
svilupperemo il tema della cosiddetta società digitale, dei
cambiamenti che sono avvenuti e del nuovo rapporto che si è
stabilito tra i media e la società, faremo poi un breve cenno al
problema della pedofilia e della pedopornografia in rete; nel capitolo
2 ci occuperemo, invece, del problema sociale (vedremo poi che
riguarda sia i maschi che le femmine) forse oggi più ricorrente e più
preoccupante, cioè quello del bullismo; vedremo la differenza tra
bullismo tradizionale ed elettronico, come viene definito e come si
manifesta poi, per rendere il tutto più concreto, citeremo alcuni
articoli di cronaca di questi ultimi periodi; nel capitolo 3 vedremo cosa
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sono i Social Network, scopriremo quali sono quelli più utilizzati e
quali quelli più conosciuti, cosa rappresentano per i giovani,
conosceremo i loro aspetti negativi e quelli positivi; infine, nell‟ultimo
capitolo, analizzeremo i meccanismi di inclusione ed esclusione
sociale nei nuovi media, dall‟accesso alle competenze digitali fino ad
arrivare all‟uso. Ovviamente, per rendere questo lavoro più concreto
e al passo coi tempi, ho integrato il tutto con le statistiche sociali,
specificatamente con le indagini Istat e quelle del Censis.
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CAP 1. LA SOCIETA’ DIGITALE
Sappiamo ormai che i giovani di oggi sono esperti di tecnologie più
dei loro genitori e che, in una sola giornata, prendono parte a diverse
esperienze mediali: guardano la televisione, ascoltano la musica,
chattano con gli amici, si scambiano messaggi al cellulare, giocano
con i videogiochi e navigano in Internet. Queste sono le azioni più
frequenti nella vita di un ragazzo-tipo nella società odierna. E‟
evidente l‟abbondanza dei media nel vissuto quotidiano delle nuove
generazioni. Se, fino a qualche anno fa, la televisione era l‟unico
mezzo con il quale i bambini e gli adolescenti passavano la maggior
parte del tempo libero, oggi a questo mezzo si aggiungono molti più
stimoli e sollecitazioni comunicative: computer, cellulare, videogiochi,
radio, ecc. Se ci si rifà ai dati Istat vediamo che è cambiato il
rapporto con i media: “notevoli trasformazioni sono intervenute in sei
anni (2000-2006) se si considera l‟utilizzo per età. L‟uso del cellulare
9
è talmente aumentato tra i giovani e gli adulti che ha ormai raggiunto
la soglia di saturazione come per la televisione”
1
.
“È la dieta mediatica dei giovani, comunque, ad aver subito le
maggiori trasformazioni. Se si considera la piramide dell‟uso dei
media per le persone dagli 11 ai 24 anni si nota che il cellulare è
aumentato dal 70,5 per cento del 2000 al 90,4 per cento del 2006 e
occupa ora il secondo posto in graduatoria immediatamente dopo la
televisione. L‟uso della radio, invece, è diminuito dall‟85,0 per cento
all‟80,5 per cento e quindi questo media che nel 2000 era quello più
usato dopo la televisione è passato nel 2006 al quarto posto. Infine,
l‟uso di Internet in questa classe d‟età è quasi raddoppiato in sei anni
(dal 33,5 per cento al 63,9 per cento del 2006) passando al quinto
posto in graduatoria rispetto al nono posto occupato nel 2000.
Internet è usato dai giovani molto più di qualunque media a stampa
compresi i libri”
2
. Possiamo analizzare anche la tabella sottostante di
una recente indagine del Censis/Ucsi – mentre prima abbiamo preso
in riferimento maggiormente i giovani, qui l‟utenza è sia giovane che
adulta.
1
Istat, Adolfo Morrone (a cura di), “L‟uso dei media e del cellulare in Italia.
Indagine multiscopo sulle famiglie “I cittadini e il tempo libero”, Anno 2006, n. 2-
2008, p.11
2
Ivi, p.12
10
E‟ evidente che, ad oggi, sono molti i giovani che preferiscono la
multimedialità alla monomedialità: “la quota di multimediali cresce
con l‟età e raggiunge il massimo tra le persone dai 20 ai 24 anni
(14,0 per cento)”
3
. Secondo il Censis/Ucsi l‟80,7% dei giovani si
connette al web e se in passato la tendenza dei ragazzi era quella di
fruire privatamente dei media, oggi, attraverso di essi, ricercano
3
Ivi, p.15
11
relazioni sociali tra pari, un modo di individuazione attraverso cui
costruire e manifestare la propria personalità.
4
Come dice il Rapporto
Censis/Ucsi “la diffusione dei nuovi media non ha penalizzato quelli
già esistenti: quello appena trascorso è stato il decennio della
moltiplicazione e integrazione dei media, e dell‟espansione del loro
impiego”
5
.
E‟ cambiata, in definitiva, la fruizione dei media: con l‟avvento del
digitale e del satellitare la televisione ha permesso un‟ampia scelta di
canali tematici dedicati ciascuno ad uno specifico target di
riferimento: dai cartoni animati per i bambini, ai documentari e film
per ragazzi e adulti, dai reality ai canali educativi; per non parlare
dell‟enorme offerta informativa che ha portato il web, cambiando
l‟immagine dell‟utente da semplice recettore a consumatore
autonomo: può compiere scelte, esprimere gusti, dare giudizi, e
gestire da solo la qualità e la quantità di tempo trascorso in rete.
Stiamo attraversando una crisi – la prima grande crisi della società
digitale – che ha accelerato il processo di trasformazione del sistema
dei media già in atto, incoraggiato dalle nuove tecnologie,
4
cfr. Felini D., Pedagogia dei media. Questioni, percorsi e sviluppi, La Scuola,
Brescia 2004.
5
Ottavo Rapporto Censis/Ucsi sulla comunicazione I MEDIA TRA CRISI E
METAMORFOSI Sintesi per la stampa (documento pdf), Roma 2009, p.1
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determinando velocemente un nuovo posizionamento dei diversi
mezzi. C‟è una sempre maggiore espansione dei mezzi gratuiti a
favore di quelli a pagamento: l‟esempio più rappresentativo è il
quotidiano: prima della crisi la metà degli italiani aveva un contatto
stabile con i quotidiani, adesso questa porzione si è ridotta ad un
terzo; poi ci sono le nuove forme di televisione: tv satellitare, digitale
terrestre (quest‟ultima tuttavia a pagamento) – stiamo assistendo
oggi al graduale switch over del segnale analogico nelle regioni –
l‟impiego di Internet è passato dal 45,3% del 2007 al 47% degli
italiani nel 2009, diventando familiare per i giovani nell‟80,7%.
Importante è il dato sui quotidiani online (si passa dal 21,1% al
17,7%)
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in quanto la consultazione in rete di portali che pubblicano
notizie di cronaca, politica, gossip, ecc., è sempre maggiormente
favorita. Inoltre va notato che non è solo la tv a perdere pubblico,
anche se in proporzione minore, sono tutti gli altri media tradizionali,
dalla radio alla carta stampata, ad assistere alla diminuzione del
numero dei loro consumatori. C‟è una continua “fuga” verso le nuove
tecnologie che trovano nella personalizzazione e nella possibilità di
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http://www.censis.it/277/372/6697/6935/6956/6958/content.asp