INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
L’evoluzione industriale post-fordista avvenuta negli ultimi decenni ha
inevitabilmente condotto il contesto urbano verso un cambiamento che include
anche la vita quotidiana del cittadino verso una percezione diversa, migliore e
personalizzata di meta turistica. La rivoluzione digitale si caratterizza per
l’introduzione di nuovi dispositivi smart che si sono radicalizzati anche nelle più
comuni azioni di tutti i giorni, arrivando al punto di non poterne quasi più fare a meno,
e istruendo il cittadino ad un utilizzo sempre più funzionale di questi dispositivi,
ponendosi come obiettivo il miglioramento delle esperienze quotidiane.
La città adesso è considerata intelligente e questo aspetto, seppur ancora
oggi in continua evoluzione, ha permesso l’introduzione di un nuovo concetto di
pianificazione turistica sfociando nell’identificazione della destinazione turistica
intelligente. Grazie ai notevoli studi condotti in ambito europeo, si arriva ad una
definizione quasi universale del termine smartness, inteso come propensione
all’intelligenza attraverso l’importante collaborazione dei soggetti interessati, ovvero
i cittadini, le imprese e le istituzioni. Senza la presenza e la stretta collaborazione di
tali soggetti non è possibile implementare una città intelligente, essi rappresentano
anzi i principali componenti di quest’ultima. Lo sfondo sul quale si svolge
l’interconnessione degli stakeholder è caratterizzato dallo sviluppo delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione, definiti con l’acronimo ICT, entrati in campo
nell’era dell’industria 4.0 insieme all’ IoT, frutto anch’esso della rivoluzione digitale.
L’ “Internet delle cose” consiste nella digitalizzazione e introduzione in rete di
infrastrutture preesistenti, consentendo una più facile fruizione di quest’ultime da
parte del cittadino anche attraverso l’ausilio delle istituzioni e grazie alle quali le
imprese del settore traggono importanti informazioni volte al miglioramento della
fruizione dei servizi.
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L’esperienza del cittadino-turista scaturisce dalla produzione e condivisione
di importanti dati conservati all’interno della rete che necessitano di essere
accessibili e interpretabili. È proprio da questa necessità che negli ultimi anni si
prefigura una nuova professione lavorativa, il data scientist. Si tratta di una figura
recentissima che conosce l’andamento dei Big Data e ne riesce ad estrapolare
importanti informazioni accelerando il processo di pianificazione territoriale.
Anche i social network appartengono alle tecnologie di nuova generazione,
sempre più accessibili oggi grazie alla maggiore fruibilità degli smartphone o tablet
che permettono la condivisione dell’esperienza in maniera quasi istantanea. Le mete
turistiche diventano oggi “Instagrammabili”
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, il social network diventa uno strumento
essenziale per la valutazione della meta da parte del turista, con conseguente
necessità di prestare una maggiore attenzione alla sostenibilità dei luoghi di fruizione
a causa dell’eccessivo sovraffollamento delle mete più ambite dagli influencer.
Giffinger (et al. 2007) analizza il concetto di smart city implementando degli
indicatori che permettono di misurare il livello di intelligenza del territorio attraverso
sei differenti aspetti: mobilità, cittadini e relativa qualità di vita, economia, istituzioni
e ambiente. Egli si basa sulla visione di un contesto urbano ipoteticamente in grado
di sviluppare ognuna delle sei dimensioni. Attualmente vengono stilate delle vere e
proprie classifiche delle città più intelligenti sia in ambito europeo
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che in ambito
nazionale
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, prendendo in considerazione solo alcune delle caratteristiche applicabili
all’interno del territorio nazionale.
Lo scopo di questo elaborato è quello di analizzare e approfondire il contesto
storico e giuridico che ha contribuito allo sviluppo del concetto di intelligenza delle
città, introducendo gli indicatori di intelligenza e applicandoli alle destinazioni
turistiche. Successivamente si vuole analizzare l’applicazione di quanto introdotto
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Il termine è entrato a far parte del dizionario Merriam-Webster nel 2018 ed è volto ad indicare un
posto particolarmente fotogenico ed indicato ad essere condiviso su Instagram.
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Si veda il “Cities Motion Index” stilato di IESE pubblicato annualmente dall’Università di Navarra, o
lo “Smart City Ranking” dall’IMD a partire dal 2019.
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Si fa riferimento all’ “ICity Rank” con classifica pubblicata nel report annuale da Forum PA.
INTRODUZIONE
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nel contesto delle isole minori siciliane, in particolare degli arcipelaghi principali,
confrontandolo e associandolo alle politiche distrettuali già in atto in tali territori.
Nel primo capitolo viene analizzato il contesto storico, utile per comprendere
come la graduale evoluzione delle tecnologie scientifiche abbia coinvolto anche il
turismo. Vengono evidenziati inoltre anche gli interventi normativi in ambito europeo,
recepiti in Italia attraverso vari progetti e forme di finanziamento volte allo sviluppo
delle componenti intelligenti nelle città.
Il secondo capitolo analizza nel dettaglio la definizione di Smart City,
evidenziando le componenti che caratterizzano una città per far sì che essa sia
definita intelligente e le caratteristiche di quest’ultima. Attraverso l’applicazione di tali
componenti nell’ambito turistico, si evidenziano le caratteristiche che una
destinazione dovrebbe possedere per essere considerata una destinazione turistica
intelligente.
Nel terzo capitolo si mettono in risalto le politiche di rete attuate dai comuni
che hanno già recepito lo sviluppo del concetto di smart city e che porteranno alla
definizione di distretto turistico intelligente. Si analizza in particolare la propensione
all’intelligenza dei distretti delle isole Eolie, Egadi e Pelagie, per capire quanto essi
abbiano recepito l’evoluzione digitale in termini di turismo.
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CAPITOLO 1 - SMART CITY IN EPOCA 4.0
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CAPITOLO 1 - SMART CITY IN EPOCA 4.0
1.1 L’evoluzione dell’industria turistica intelligente
Analizzando il contesto storico delle rivoluzioni industriali, verificatesi dal XVIII
secolo al XX secolo, possiamo notare come il turismo si sia immancabilmente
adattato all’evoluzione industriale fino ad essere definito turismo smart o turismo 4.0.
Il simbolo identificativo della prima rivoluzione industriale, che avviene fra il
1760 e il 1840, è la locomotiva. In questi anni il turismo, accessibile inizialmente solo
dalle classi più abbienti
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, si diffonde anche fra la società industriale e non
rappresenta più un viaggio a mero scopo culturale ma ne viene enfatizzato il lato
emotivo (F. Piersimoni 2021).
L’industria 2.0 ha vita dal 1870 fino alla Seconda guerra mondiale ed è
caratterizzata dalla presenza della catena di montaggio di Ford. È soprattutto grazie
allo sviluppo dei trasporti e al riconoscimento delle ferie pagate che si diffonde la
valenza ricreativa del viaggio fino a divenire una vera e propria industria, definito
anche turismo di massa e accessibile anche alle classi meno abbienti
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(F. Piersimoni
2021).
Durante la terza rivoluzione industriale, avvenuta durante il secondo
dopoguerra, assistiamo alla crescita di prodotti personalizzati che porterà
all’integrazione dell’informatica nella catena di montaggio di Ford e alla nascita dei
distretti industriali. In questo contesto il turismo di massa, insediatosi sempre di più
nelle mete turistiche, se da un lato permette il miglioramento dello stato economico,
dall’altro provoca forti impatti ambientali, con conseguente sviluppo del concetto di
turismo sostenibile
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(F. Piersimoni 2021).
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Si fa riferimento al Grand Tour, un viaggio di formazione orientato alla conoscenza e intrapreso
solo dagli aristocratici (F. Piersimoni 2021).
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In questo periodo il turismo rappresenta una fonte primaria di accrescimento dell’economia del
Paese, assistiamo infatti alla nascita delle prime strutture turistiche e di nuove professioni turistiche
(F. Piersimoni 2021).
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La diffusione del turismo di massa provoca un importante impatto ambientale, a tal proposito
l’OMT, nel 1987, si occupa per la prima volta di dare una definizione di turismo sostenibile, ovvero
quel turismo volto a mantenersi in vita in un’area turistica senza alterare l’ambiente o inibire le altre
attività (F. Piersimoni 2021).
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L’industria 4.0 nasce alla fine degli anni Novanta e si protrae fino al giorno
d’oggi. In questo contesto le telecomunicazioni si digitalizzano interconnettendosi
fra loro e permettendo l’aumento della produzione di dati.
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Si sviluppano in questo
contesto nuovi dispositivi personali come smartphone e tablet che collaborano al
cruciale cambiamento dell’industria del turismo (F. Piersimoni 2021).
L’utilizzo sempre più diffuso di internet permette la riduzione dei costi dell’ICT
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con un conseguente incremento della visibilità delle piccole aziende sul mercato,
che invece si erano viste svantaggiate durante la fase fordista in confronto alle
grandi imprese. In ambito turistico si diffonde la necessità di differenziare i prodotti
attraverso la collaborazione del turista in prima persona che rende il proprio viaggio
personalizzato. È proprio grazie alla diffusione dei dispositivi elettronici, simboli
chiave dell’industria 4.0, in ambito turistico che si associa al turismo il termine smart
(F. Adamo 2018).
Lo sviluppo dell’ICT permette la nascita di nuove tecnologie, quali l’IoT
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e il
Cloud computing, ritenute da Adamo (2018) di vitale importanza per lo sviluppo delle
destinazioni turistiche. Come afferma M.V. Camerada (2018, p. 107) “il sistema IoT
rende smart oggetti di uso comune”, permettendo di collegare in tempo reale i
dispositivi elettronici agli elementi fisici più importanti delle mete turistiche (F. Adamo
2018) e, attraverso la raccolta e l’integrazione in forma autonoma dei dati scaturiti
da queste esperienze, trarre importanti informazioni strategiche utili agli operatori
del settore (M.V. Camerada 2018). Questo enorme quantitativo di dati viene
immagazzinato all’ interno di piattaforme online definite Cloud computing, alle quali
hanno accesso terzi (F. Adamo 2018), qualificati talvolta anche come nuove figure
professionali quali il Chief information officer o il data scientist (M.V. Camerada
2018).
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Questo periodo viene definito “nuova era digitale” a seguito della caratterizzante rivoluzione
digitale (Wikipedia).
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Information and Communication Technology (“Tecnologia dell’Informazione e della
Comunicazione”): sigla usata per indicare il settore dell’informatica e delle telecomunicazioni
(Treccani).
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Internet of Things, neologismo elaborato nel 2018 dagli studiosi dell’Auto-ID Center del
Massachussetts institute of technology (M.V. Camerada 2018).
CAPITOLO 1 - SMART CITY IN EPOCA 4.0
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È proprio grazie alla presenza di questo vasto numero di informazioni, definite
anche Big Data o Open Data qualora vi fosse libero accesso (F. Adamo 2018), che
gli operatori turistici possono analizzare il comportamento del viaggiatore,
migliorando la fruizione di beni e servizi turistici del territorio, potenziando la
soddisfazione della clientela e creando un marchio territoriale (M.V. Camerada
2018).
M.V. Camerada (2018) attenziona inoltre il problema della privacy e della
sicurezza informatica scaturito dall’enorme quantitativo di informazioni dei
consumatori accessibili da parte di terzi, col conseguente bisogno di garantire la
protezione e la tutela dei dati presenti in rete.
Il concetto di smart city nasce e si sviluppa in questo contesto, dove le
componenti, sviluppatesi a seguito della rivoluzione digitale, sono intrinseche alla
città evoluta, non più valutate distintamente e in maniera statica ma strettamente
interconnesse fra di loro, partecipando in egual misura al processo di formazione
dell’intelligenza urbana.
Nonostante al giorno d’oggi non si sia ancora giunti ad una ufficiale
definizione di smart city a causa dell’attualità del concetto e della sua continua
tendenza all’evoluzione, è possibile affermare che in generale il termine è utilizzato
per indicare la connessione fra strutture e strumenti digitali al fine di consentire un
miglioramento della qualità di vita anche attraverso politiche di sviluppo sostenibile
(E. Ferrero 2015).
Considerando quanto appena analizzato, i principali componenti che
caratterizzano una smart city sono tre: le imprese che includono le ICT nei loro
processi produttivi conducendo un’analisi comportamentale dei cittadini in maniera
più attenta e approfondita, i cittadini che collaborano attivamente a questo nuovo
processo di produzione attraverso la generazione di dati scaturiti dalle proprie
esperienze e infine le istituzioni che ponendosi come figura di guida e di
intermediazione svolgono il compito di necessario ausilio alla migliore fruizione dei