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ex sindaco di Denver, Colorado
INTRODUZIONE
Le città sono il prodotto di una trasformazione e sedimentazione storica genera-
ta principalmente dai fenomeni antropici. A partire dalle prime forme di urbaniz-
zazione, le città sono la dimostrazione esemplare dell’organizzazione sociale, ne l-
le quali si concentrano il maggior numero di funzioni umane.
Le città contemporanee stanno crescendo sia come numero e sia come popola-
zione. Chi avesse osservato la Terra dallo spazio, due secoli fa, avrebbe visto le
luci di due soli centri abitati da un milione di persone: Londra e Pechino, mentre
oggi, quel numero è salito a 450. La luce è l’at tività umana più visibile dallo spa-
zio ed è quella, che più di ogni altra, dimostra l’impatto dell’uomo sulla terra. Le
aree che mostrano il maggiore impatto luminoso sono quelle più urbanizzate e
corrispondo agli Stati Unici occidentali, il sud e l’o vest del Canada, l’Europa occ i-
dentale e alcune aree del Sudest Asiatico.
Già negli anni ‘ 60 il sociologo e urbanista Lewis Mumford
1
citava “Ieri la città era
un mondo, oggi il mondo è diventato una città”.
Figura 1: La luce dell’uomo sulla Terra.
Fonte: Defense Meteorological Satellite Program, NASA, Earth's city lights, 2000.
Nel 1900, solo il 13% della popolazione mondiale abitava in città. Questa percen-
tuale è salita notevolmente negli anni successivi tanto è vero che nel 2008, per la
prima volta nella storia umana, la maggioranza della popolazione mondiale vive-
va in città. Nell’immediato futuro, gli abitanti delle città continueranno a crescere
1
MUMFORD L. (1961), The City in History. Its Origins, its Transformations and its prospects, New
York .
5
più velocemente di quelli delle campagne che le circondano. Globalmente il nu-
mero di persone che vive in città con un milione o più di abitanti crescerà da cir-
ca mezzo miliardo nel 1975 a quasi due miliardi nel 2025 e ed è previsto che, en-
tro il 2050, la percentuale salirà fino all’70%.
Figura 2: Popolazione mondiale (1980-2050).
Fonte: Population Division of the Department of Economic and Social Affairs of the United Na-
tions Secretariat, World Population Prospects: The 2006 Revision and World Urbanization Pro-
spects: The 2007 Revision, http://esa.un.org/unup.
Quest’urbanizzazione è emblematica del progresso economico e sociale del XXI
secolo e dà prova di come le città siano il motore dell’economia, oltre che il lu o-
go privilegiato della ricerca, dell’innovazione, della partecipazione e della conv i-
venza, della cultura e dell’istruzione.
Tuttavia, le città moderne e soprattutto post-globalizzazione, sono anche luoghi
in cui convergono tensioni di varia natura: le sfide dei mercati internazionali, la
crisi economica, quella energetica, la necessità di uno sviluppo sostenibile, i con-
flitti politici e sociali, la sete di conoscenza e le reti di telecomunicazione e di tra-
sporto.
Le città, quindi, pur avendo il potenziale per fornire trasformazioni positive
all’umanità, devono fronteggiare sfide e minacce che rischiano di compromette-
re la loro stessa sostenibilità. Di fronte a queste sfide gravi e correlate fra loro,
diventa evidente che fare le cose nel solito modo non è più una possibilità attua-
bile. Le città devono usare il loro nuovo potere per diventare “Smart” ossia più
intelligenti.
È proprio da queste sfide che nasce la sperimentazione di nuovi approcci di piani-
ficazione, progettazione, finanziamento, gestione e funzionamento delle infra-
strutture urbane e dei servizi, che prende il nome di “Smart Cit ies”.
6
Smart Cities è un concetto multidimensionale che si sviluppa principalmente su
sei assi fondamentali quali l’economia, la popolazione, i sistemi di governance, la
mobilità, l’ambiente e l a qualità della vita. In base ai sei elementi cardine, Smart
Cities richiede l’individuazione di soluzioni innovative per la gestione di infra-
strutture di trasporto, per un approvvigionamento energetico pulito, per i sistemi
informativi di monitoraggio e per l’equità sociale e la tutela dell’ambientale.
Questi temi, di estrema attualità, non devono essere discussi solamente da un
punto di vista tecnico o tecnologico, ma anche culturale, in quanto, senza il tra-
sferimento di conoscenze tra centri di ricerca, Università, Pubblica Amministra-
zione e le imprese, non si può avere uno sviluppo sostenibile.
Il termine Smart Cities è stato utilizzato maggiormente nell’America settentrion a-
le (sia negli USA che in Canada), ma si sta diffondendo anche in Europa e nei Pae-
si emergenti , Cina in primis, ma anche Emirati Arabi, India o altre nazioni nelle
quali vi sia una forte attenzione verso il tema delle metropoli del futuro. L’uso di
questo concetto, tuttavia, è applicato in maniera differente da Paese a Paese.
Nel Vecchio Continente, per esempio, le città hanno una lunga storia alle spalle,
con vincoli e risorse diversissime rispetto alle città nei Paesi emergenti, spesso
concepite e fondate ex-novo, per cui è opportuno considerare la base di partenza
e le singole peculiarità di ogni città.
In Europa la Commissione Europea ha lanciato una sfida alle città con il proget-
to “Smart Cities and Communities” , proponendo loro di attuare tutte quelle
azioni in grado di combinare simultaneamente competitività e sviluppo urbano
sostenibile. L’obiettivo dell'iniziativa è quello di ottenere una città che attiri gli
investitori stranieri e contribuisca allo sviluppo dell’imprenditoria locale, grazie
all’incremento di tecnologie pulite ed efficienti e soprattutto a bassa emissione
di CO
2
.
Nonostante il concetto di Smart Cities sia sempre più diffuso nei dibattiti sullo
sviluppo urbano e siano presenti numerosi esempi di questo fenomeno, è ancora
difficile definire il suo significato in modo rigoroso.
Come sarà descritto nel capitolo successivo il presente lavoro si propone di fare
luce sulla definizione spesso sfuggente del concetto di Smart City, evidenziando
in seguito in che modo le azioni e i progetti attuati dalle città (già esistenti e fon-
date ex-novo) risultano essere “Smart”.
OBIETTIVO DELLA TESI E METODOLOGIA ADOTTATA
Il presente lavoro si compone due macrosezioni. A causa delle sue imprecisioni di
definizione, l’obiettivo primario della prima parte del lavoro è fornire una prel i-
minare rassegna dei significati che il concetto di Smart City ha assunto nella let-
teratura, nelle fonti istituzionali e nei vari studi di ricerca. Nello svolgimento di
7
tale compito è necessario sottolineare che il fine del presente documento non è
quello di fornire una definizione empiricamente verificabile di che cos’è una
Smart City, ma piuttosto quello di esplorare le varie ipotesi, gli elementi e le me-
todologie utilizzate per applicare il concetto di Città intelligente nei differenti casi
che si andranno ad analizzare.
Nella seconda parte della tesi saranno presentati alcuni esempi di Smart Cities
che emergono maggiormente nei dibattiti e nei progetti sul futuro dello sviluppo
urbano. Il focus di questa sezione sarà quello di valutare criticamente in che mi-
sura le città hanno avuto successo nel diventare Smart e gli elementi che hanno
caratterizzato questo fenomeno. La critica verterà anche sugli effetti positivi e
negativi che le tecnologie utilizzate, per raggiungere questo scopo, stanno aven-
do sulle città. Gli esempi citati riguarderanno città di tutto il mondo includendo
anche i casi di città fondate ex-novo. La sezione, inoltre, presenterà brevemente
gli obiettivi cui ambisce l’Unione Europea attraverso il bando “European Smart
Cities and Communities” e le città italiane che hanno aderito all’iniziativa.
Si concluderà la sezione con un elenco di buone pratiche per una pianificazione
intelligente, con la finalità di fornire dei punti chiave che possano essere utili nel
percorso che le città devono affrontare per diventare Smart.
PRIMA PARTE
1. Che cosa sono le Smart Cities
I dibattiti sul futuro delle città sviluppati in moti Paesi occidentali, sono sempre
più influenzati da discussioni che riguardano le “Smart Cities” e negli ultimi anni
8
sono sorti numerosi esempi di città proclamate intelligenti. Tuttavia, cosa signifi-
ca effettivamente Smart City non è ancora stato chiarito e, attualmente, il con-
cetto è ancora ricco di retorica e si basa su presupposti privi di un ideologia ben
provata.
Non esistendo ancora una buona base teorica in merito a questo concetto, il pre-
sente capitolo verterà a fornire un quadro generale sui differenti usi che ha as-
sunto il termine di Smart City e, in particolare, presenterà i fattori abilitanti su cui
le città hanno fatto leva per potersi dichiarare Smart e che risultano, quindi, la
guida per il loro sviluppo.
1.1 Le differenti definizioni di Smart Cities
Il termine “Smart Cities” è stato coniato per la prima volta nei primi anni Novanta
per indicare uno sviluppo urbano che iniziava a gravitare verso la tecnologia,
l’innovazione e la globalizzazione
2
. Questo nuovo approccio di sviluppo consiste-
va nel collegare la commercializzazione della tecnologia a efficaci iniziative del
settore pubblico e del settore privato, con la finalità di creare nuove infrastruttu-
re per la crescita economica, la diversificazione e la competitività globale.
L’importanza delle tecnologia per lo sviluppo urbano, è stata ripresa dalla World
Foundation for Smart Communities
3
, quando, a partire dal 1997, anno in cui fu
fondata, ha iniziato a promuovere il concetto di “Smart Communities” per indic a-
re quelle città che utilizzavano le tecnologie dell’informazione come catalizzat o-
re per trasformare la vita ed il lavoro delle persone al fine di fronteggiare le sfide
del nuovo millennio. Dagli anni Novanta fino ad oggi, al concetto di Smart Cities
non è ancora stata attribuita una precisa definizione, tuttavia l’interesse prev a-
lente è rivolto alla nascita di nuove tecnologie per il miglioramento della vita dei
cittadini e alla preoccupazione per la sostenibilità.
Per la comprensione del termine Smart Cities, è necessario innanzitutto fare
chiarezza sul significato o, come in questo caso, dei significati delle due parole
che compongono l’espressione.
Il termine “Smart” significa pronto, intelligente, vivace, brillante e anche “ elegan-
te”. Quest’aggettivo si accoppia a lla tutta quella serie di oggetti intelligenti,
chiamati “Smart Objects”, che permettono di soddisfare una funzione in maniera
efficiente, pratica ed elegante. Gli Smart Objects sono oggetti di uso quotidiano
dotati della capacità di elaborare e comunicare informazioni che permette loro di
interagire con gli esseri umani e con l’ambiente esterno. Sebbene i dispositivi in-
telligenti più conosciuti siano gli “smart phone” e le “smart card”, sempre più di
2
GIBSON D.V., KOZMETSKY G., SMILOR R.W. (1992), The Technopolis Phenomenon: Smart Cities,
Fast Systems, Global Networks. Rowman & Littlefield, New York.
3
La World Foundation for Smart Communities è un organizzazione no-profit che opera in collabo-
razione con l’Istituto della California per le Smart Communities presso la San Diego State Univer-
sity. Da: http://www.smartcommunities.org/about.htm
9
frequente, si stanno diffondendo oggetti intelligenti di diversa natura che con-
sentono un’ampia gamma di applicazioni in settori quali la domotica, l’edilizia, la
sanità, l’energia, l’ambiente, la sicurezza, la logistica ed i trasporti. A proposito
dei trasporti, un oggetto intelligente è rappresentato dalla“smart car”, un veicolo
di nuova generazione in grado di migliorare il sistema della mobilità urbana gra-
zie alla dotazione di dispositivi high-tech che aiutano il guidatore a prevenire gli
incidenti stradali, forniscono agli automobilisti le informazioni sul traffico in tem-
po reale sulle reti stradali e ottimizzano le prestazioni del motore, aumentando
l'efficienza energetica e riducendo i consumi. Per quanto riguarda l’energia, inve-
ce, un elemento intelligente sempre più conosciuto è la “smart grid”, una sorta di
griglia intelligente che facilita il bilanciamento delle forniture energetiche, sia a
livello nazionale che a livello locale, e che supporta infrastrutture energetiche a
basse emissioni di CO
2
. La maggior parte degli Smart Objects sono collegati tra
loro tramite internet.
Figura 3: Principali applicazioni degli Smart Objects.
Per quanto concerne il sostantivo “City”, in questo caso non bisogna pensare ne-
cessariamente ad una “città” nel senso stretto della parola. Una città intelligente
è, spesso, una zona geograficamente delimitata che può avere diverse forme:
può essere un quartiere, un villaggio, una città, o addirittura un’intera regione
4
;
quindi si tratta di un’area che varia in scala a seconda del progetto che si intr a-
prende.
4
WENNING H. (2006), Smart Cities. Omgaan met onzekerheit, Eburon.
10
Le due parole prese singolarmente hanno significati ben precisi, tuttavia è dal lo-
ro accostamento che hanno origine differenti definizioni. Di seguito, si elenca
una serie di definizioni attribuite al concetto di Smart Cities, proposte da enti di-
versi, imprese, gruppi di ricerca, Think Tank ed esperti in politiche urbane:
- “Le Smart Cities sono territori con un’alta capacità di apprendimento e inn o-
vazione, che è incorporata nella creatività della loro popolazione e delle loro
istituzioni, e nelle loro infrastrutture digitali per la comunicazione”. ( Nicos
Komninos - 2002)
5
;
- “Una Smart City è una città ben funzionante, che ruota attorno a sei caratte-
ristiche: smart mobility, smart environment, smart economy, smart gover-
nance, smart people e smart living, costruite sulla combinazione “intellige n-
te” delle dotazioni e delle attività di cittadini indipendenti e consapevoli. (Eu-
ropean Smart Cities Project – 2007);
- “Una città è Smart quando gli investimenti nel capitale umano e sociale e
nelle infrastrutture di comunicazione tradizionali (trasporti) e moderne (ICT)
alimentano la crescita economica delle infrastrutture e determinano un alta
qualità della vita, con una saggia gestione delle risorse naturali, attraverso la
partecipazione”. (3rd Central European Conference in Regional Science –
CERS – 2009)
6
;
- “Una Smart City è uno spazio urbano, ben diretto da una politica lungimiran-
te, che affronta la sfida che la globalizzazione e la crisi economica pongono
in termini di competitività e di sviluppo sostenibile con un’attenzione partic o-
lare alla coesione sociale, alla diffusione e disponibilità della conoscenza, alla
creatività, alla libertà e mobilità effettivamente fruibile, alla qualità
dell’ambiente naturale e culturale” . (Forum PA-2010)
7
;
- “Le Smart Cities sono comunità intelligenti che hanno capito l’importanza di
realizzare un’economia basata sulla banda larga e sull’innovazione, e hanno
intrapreso azioni per progredire verso questa direzione”(Intelligent Comm u-
nity Forum - 2011)
8
;
- “Le Smart Cities sono città che utilizzano le nuove tecnologie per la pianific a-
zione, la progettazione, la costruzione e la gestione delle infrastrutture al fine
5
KOMNINOS N. (2002), Intelligent Cities: Innovation, Knowledge Systems and Digital Space, Lon-
don: Spon Press.
6
CARAGLIU A., DEL BO C., NIJKAMP P. (2009), Smart Cities in Europe, 3rd Central European Con-
ference in Regional Science – CERS, p. 50.
7
Forum PA, Carlo Mochi Sismondi, Smart city: siamo pronti a immaginare città più intelligenti?,
2010. Da: http://saperi.forumpa.it/story/42038/smart-city-siamo-pronti-immaginare-citta-piu-
intelligenti.
8
L'ICF (Intelligent Community Forum) è un think tank che studia lo sviluppo economico e sociale
della comunità del XXI secolo. Da: www.intelligentcommunity.org.
11
di migliorare la qualità della vita ed il benessere economico ed ottimizzare
l’uso di risorse limitate.” (IBM - 2011)
9
.
La definizione dell’Ingegnere -Architetto Nicos Komninos, sebbene sia quella più
datata, anticipa alcuni aspetti fondamentali che, come si vedrà nel paragrafo
successivo, saranno ripresi da altri teorici in materia di Smart Cities. Nel definire il
significato del concetto di Smart Cities, Komninos concilia l’aspetto tecnologico ,
identificato nelle infrastrutture digitali per la comunicazione, a quello sociale, in-
troducendo l’importanza della ruolo popolazione nello sviluppo urbano intelli-
gente.
La seconda definizione presentata è strettamente legata al progetto European
Smart Cities elaborato dal Centro di Scienze Regionali di Vienna, e considera una
serie di aspetti diversi dello sviluppo urbano compresi in sei dimensioni basate su
teorie di competitività regionale, su un’economia guidata dall’ICT, sulla rete dei
trasporti, sulle risorse naturali, sul capitale umano e sociale, sulla qualità della vi-
ta dei cittadini e sulla partecipazione della collettività ai processi di governo della
città. La natura olistica di tale definizione, piuttosto che individuare che cosa
s’intende per Smart City, identifica gli assi strategici sui quali basare le azioni per
intraprendere lo sviluppo urbano intelligente.
Le due definizioni successive, una elaborate da Forum Pa e l’altra presentata in
occasione della Third Central European Conference in Regional Science, eviden-
ziano aspetti ancora diversi: la “coesione sociale” (la prima) e la “partec ipazione”
(la seconda). Questi due elementi sono ritenuti requisiti fondamentali perché
una città sia una Smart City.
Le grandi imprese nei settori tecnologici (ad esempio IBM, Cisco, Microsoft e
molte altre) ed alcuni Think tank (come l’ICF), considerano, invece, il concetto da
prospettiva esclusivamente tecnologica in quanto ritengono che lo sviluppo di
servizi elettronici, internet, e le reti wireless siano gli elementi abilitanti per lo
sviluppo urbano e la competitività a livello internazionale. Secondo questa inter-
pretazione, le Smart Cities devono essere costruite su una rete digitale che con-
nette qualsiasi cosa: case, uffici, scuole, biblioteche, strutture sanitarie, e attra-
verso il World Wild Web devono essere collegate ad altre istituzioni di tutto il
mondo. L’u tilizzo di smart-object in diversi settori costituisce, inoltre, la risposta
alle sfide ambientali, sociali ed economiche che derivano dalla scarsità di risorse,
dal cambiamento climatico, dall’invecchiamento della popolazione e dalla glob a-
lizzazione. L’economia di queste città dipende quindi dal cyberspazio, da internet
e da tutta una serie di tecnologie intelligenti.
9
IBM, Smarter Cities Series: A Foundation for Understanding IBM Smarter Cities, 2011. Da:
http://www.redbooks.ibm.com/redpapers/pdfs/redp4733.pdf.
12
L’eterogeneità delle definizioni presentate dimostra come il concetto di Smart
Cities, venga modellato a seconda della necessità e dell’interesse prevalente
dell’ente promotore del progetto Smart Cities. Tuttavia, nonostante le varie sfa c-
cettature, alcune definizioni presentano delle analogie: l’interesse per la comp e-
titività e la crescita economica attraverso l’utilizzo della te cnologia, e la tutela e
l’ottimizzazione delle risorse naturali , ritenuta una delle principali problematiche
che le città del XXI secolo devono affrontare.
1.2 Verso una visione condivisa di Smart City
La mancanza di una definizione univoca, da origine ad una serie di fraintendi-
menti e distorsioni del significato del concetto di Smart Cities. Parte del proble-
ma, riguarda proprio il modo e la varietà in cui viene impiegato il termine. Spesso
si confonde l’espressione “città intelligente” con una vasta gamma di t ermini
quali “città cablata” , “città digitale” , “città creativa” e così via, quando in realtà
questi hanno significati diversi.
Per esempio quando si parla di “città cablata” , ci si riferisce alla costruzione di
una rete di fibre ottiche che collega le abitazioni di una città a un servizio di co-
municazione interattiva innovativo (che non è necessariamente intelligente). La
terminologia “città digitale” , invece, è usata per parlare delle esperienze di tele-
matica pubblica che hanno sviluppato la metafora della città che si riproduce con
i suoi conflitti, luoghi d’incontro e di scambio, nello spazio comuni cativo delle reti
telematiche, ossia nel cosiddetto cyberspazio. Mentre, per “città creativa” c o-
munemente s’intende un modello di sviluppo urbano largamen te trainato dalla
presenza di quella che Richard Florida chiama classe creativa
10
, ossia professioni-
sti altamente qualificati che attraverso l’uso delle tecnologie diffuse nel territ o-
rio, sono in grado di creare una città competitiva, aperta e creativa.
Come si è potuto osservare nelle precedenti definizioni, talvolta l’aspetto pr e-
dominante nel concetto di Smart City sembra essere quello tecnologico, in parti-
colare al centro dell’idea di Città Intelligente
11
vi sono le tecnologie ICT – Infor-
mation Communication technology (alle quali sarà dedicato un intero capitolo).
10
Nel suo bestseller “The Rise of the Creative Class”, Richard Florida (2002) descrive in tutti i suoi
aspetti, la nuova classe creativa, i cui membri svolgono lavori la cui funzione è quella di creare
«meaningful new forms». Florida definisce la classe creativa come una classe economica, il cui
nucleo centrale è costituito da persone che lavorano nel campo della scienza e ingegneria, archi-
tettura e design, educazione, arte, musica e divertimento, la cui funzione economica è quella di
creare nuove idee, nuove tecnologie e/o nuovo contenuto creativo. Attorno a tale nucleo, la clas-
se creativa include un gruppo ampio di professioni creative nel business e nella finanza, nella leg-
ge, nella salute e nei campi correlati.
11
GRAHAM S. (2002), Bridging urban digital divides: urban polarisation and information and
communication technologies (s), Urban Studies 39(1), pp. 33–56. Secondo l’idea di Graham, le
ICT, tra cui linee telefoniche mobili e fisse, TV satellitari, reti informatiche, commercio elettronico
e servizi internet, sono una delle principali forze economiche che possono guidare le città e le re-
gioni urbane, producendo numerosi effetti sociali e spaziali.