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La soddisfazione del cliente è solo il punto di partenza per la costruzione di una
relazione stabile basata non sulle singole transazioni quanto più in generale sul
perseguimento di reciproci vantaggi. Il marketing relazionale, inteso come
complesso di attività atte a stabilire, mantenere e sviluppare rapporti con la
clientela diviene indispensabile per rendere il cliente meno sensibile alle
lusinghe dei concorrenti. Sono molti i modi con cui l’azienda può guadagnare e
contraccambiare la fedeltà del consumatore, ma soprattutto deve ascoltarlo.
L’impresa deve dimostrare un comportamento costantemente proattivo rispetto
ai cambiamenti in atto valorizzando il rapporto con i segmenti di domanda
obiettivo, al fine di superare le loro stesse aspettative e di alimentare per questa
via la fiducia su cui il rapporto si fonda.
La gestione delle varie attività legate alla conservazione della clientela vengono
coordinate, in alcune aziende, da una nuova figura di manager: il responsabile
del servizio.
Come la customer satisfaction anche la fedeltà del cliente va misurata e
monitorata di continuo; un utile strumento per l’archiviazione delle
informazioni ottenute dai consumatori sono i Customer Information Files, che
costituiscono la base di partenza per attività di direct marketing.
I benefici della customer loyalty sono notevoli sia per l’impresa che per il
cliente, non solo in termini economici, ma anche per altri aspetti più
difficilmente monetizzabili.
Il mio lavoro di tesi ha puntato a verificare l’applicazione di principi e tecniche
descritte nel settore turistico e in particolare nell’industria alberghiera. La
focalizzazione sul cliente come asset aziendale da gestire e conservare si sta
diffondendo anche in questo settore dell’economia, tuttavia sussistono ancora
notevoli resistenze. L’obiettivo degli operatori deve essere quello di passare da
un sistema sostanzialmente di tipo artigianale, con un basso valore aggiunto, a
un sistema di moderna industria dell’ospitalità, caratterizzato dalla creazione del
valore per i clienti e che sappia investire sulla formazione professionale. In
Italia, dove prevalgono strutture di piccole medie dimensioni questi concetti
sono portati avanti soprattutto dalle catene e dai gruppi alberghieri.
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In particolare la mia analisi si è concentrata sul gruppo francese Accor. Uno
stage di alcuni mesi presso l’Hotel Sofitel di Venezia mi ha permesso di
osservare di persona l’implementazione delle varie tecniche di soddisfazione e
fidelizzazione del cliente e le modalità di utilizzo dei risultati.
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CAPITOLO 1: LA SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
La rilevanza della customer satisfaction ai fini della sopravvivenza e del
successo aziendale è ormai diffusamente riconosciuta, tuttavia non si è ancora
tradotta in un adeguato apprezzamento delle valenze innovative che
caratterizzano una filosofia gestionale effettivamente orientata alla
soddisfazione.
Nella misura in cui si traduce in una visione condivisa da tutto il sistema,
infatti, la soddisfazione del cliente fornisce un grande contributo nel favorire
l’interazione diretta con la domanda, ma soprattutto costituisce un vero e
proprio linguaggio organizzativo attraverso cui:
9 si manifesta la forza coesiva dell’impresa;
9 si integrano i clienti nei processi di funzionamento aziendali;
9 si stabilizzano relazioni fra le varie componenti dell’azienda;
9 si attiva una visione comune incentrata sull’accrescimento del valore
(attuale e potenziale) del capitale economico e del patrimonio di
conoscenza dell’impresa, attraverso lo sviluppo delle risorse intangibili
basate sulle relazioni interne ed esterne.
Per raggiungere questo traguardo è necessario che le organizzazioni compiano
un “salto” culturale e metodologico attivando tutta una serie di regole atte a
ridurre i conflitti tra i vari portatori di interesse e ad attivare processi di
apprendimento aziendali.
1.1 IL CONSUMATORE COME BENE
Da tempo le aziende leader del mercato riconoscono che il loro capitale va
molto al di là degli elementi del bilancio d’esercizio ed è composto da
dipendenti preparati e motivati, sistemi informativi e di informazione, contratti
e accordi con i fornitori e le imprese distributrici, ma soprattutto, in cima
all’elenco degli assets, dagli stessi clienti.
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Sono proprio loro la principale risorsa invisibile, portatori di conoscenze e
aspettative, bene capitale da tutelare e sviluppare, non solo per difendersi
meglio dalle manovre concorrenziali, ma anche per conseguire migliori risultati
economici e finanziari.
Implementare un orientamento al cliente in questo senso significa per l’azienda
disporre processi, risorse, misure della performance e strutture organizzative in
modo da trattare la clientela come un investimento.
La capacità dell’impresa di generare e trasferire alla propria clientela prodotti e
servizi caratterizzati da un apprezzato e riconosciuto contenuto di valore, eleva
la percezione di soddisfazione, che a sua volta si traduce in una maggiore
disponibilità della clientela stessa a rafforzare su basi più durature la relazione
di scambio con l’azienda.
E’ importante soddisfare i clienti per generare fiducia, e quindi fedeltà, nuova
conoscenza, superiori risultati economici e concorrenziali. Un cliente
soddisfatto risulta non solo propenso al riacquisto, ma anche predisposto a
raccomandare ad altri potenziali clienti l’impresa e i suoi prodotti. Ciò accresce
la notorietà, la reputazione e l’immagine aziendale, producendo ulteriore
fiducia.
Si fa un gran parlare oggi di soddisfazione, miglioramento della qualità del
servizio e dei modi per ottenerlo, ma il numero di imprese veramente orientate
al cliente resta ancora basso.
Adottare una customer orientation è più di un semplice processo di ascolto dei
consumatori, e richiede il perseguimento di tre diversi obiettivi:
1. ottenere informazioni dai clienti per capire i loro bisogni e valori, come
sono serviti dai prodotti esistenti e cosa vogliono per il futuro;
2. usare quelle informazioni quando si prendono decisioni, diffonderle in tutta
l’organizzazione per trasformare le esigenze dei clienti in effettive azioni di
mercato;
3. implementare i cambiamenti con nuovi e originali prodotti/servizi.
Questi tre goals devono essere costantemente rivisti in un processo di continuo
apprendimento.
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Convergenza verso la customer satisfaction
La soddisfazione del cliente può essere definita come la sensazione che
questi ha di vedere realizzate o superate le sue aspettative.
In questi ultimi anni una serie di fenomeni sociali ed economici hanno portato
le aziende ad andare oltre il servizio eccellente e di qualità e ad orientarsi
decisamente verso la customer satisfaction.
Il progressivo aumento della pressione concorrenziale, dovuto alla diffusività delle nuove
tecnologie, alla flessibilità dei processi produttivi e alla globalizzazione dei mercati, ha
determinato l’ampliamento dei territori competitivi, dal punto di vista sia geografico sia
strategico. I confini tra i settori si sono via via affievoliti e sono aumentate le
interrelazioni. Questa concorrenza allargata spinge le imprese a impiegare nuovi
strumenti di marketing oltre a quelli tradizionali e a puntare sul concetto di fedeltà.
L’evoluzione della domanda comporta un aumento della variabilità individuale
e intergruppo. I consumatori hanno esigenze sempre più sofisticate, cresce la
domanda di personalizzazione, la tendenza all’individualismo. Nascono nuovi
bisogni, dettati da processi e modifiche sociali, il valore semantico dei
beni/servizi prevale sul valore d’uso. Inoltre i clienti tendono a rivolgersi a
un unico fornitore per la soddisfazione di un insieme integrato di
esigenze. Si avverte quindi l’esigenza di controllare e mantenere
sistematicamente la soddisfazione della domanda servita, poiché
l’insufficiente appagamento di un determinato bisogno si riflette
negativamente sul rapporto con tutto il sistema d’offerta.
Infine la capacità dell’impresa di accrescere, rispetto ai concorrenti, il livello di
customer satisfaction, ha notevole influenza sulla fedeltà alla marca, sia
sull’immagine dell’azienda e sulle relazioni con la clientela stessa.
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L’orientamento al cliente
Johnson (1998) descrive 4 fasi per l’orientamento al cliente:
1. Customer Strategy and Focus. L’impresa deve bilanciare gli obiettivi del
servizio al cliente con quelli finanziari, economici e di soddisfazione dei
dipendenti. E’ questa la fase in cui vengono assunte le decisioni strategiche
di marketing, come per esempio a quali segmenti di mercato rivolgersi.
2. Customer Satisfaction Measurement: si utilizzano tecniche qualitative e
quantitative per capire qual è il livello di gradimento della clientela e quali
attributi del prodotto/servizio hanno un maggiore impatto.
3. Analysis and Priority Setting: i risultati ottenuti devono essere elaborati per
stabilire quali sono gli aspetti più importanti da studiare.
4. Implementation: le priorità stabilite nella fase terza vanno attivate,
focalizzandosi di più sulla qualità dove si è visto che è la qualità l’aspetto
più importante per i clienti o sul valore nei processi in cui è questo elemento
a essere maggiormente considerato.
1.2 SODDISFARE LA CLIENTELA CREANDO VALORE
Esistono due strategie principali per soddisfare i clienti: ricercare
vantaggi di costo o differenziare la propria offerta.
Mentre la prima è facilmente imitabile dai concorrenti, grazie anche alla rapida
diffusione delle informazioni e delle tecnologie, una strategia di benefit
leadership risulta più difficile da copiare e meno vulnerabile.
L’obiettivo delle imprese che si concentrano sulla leadership nei costi è
acquisire un vantaggio di costo all’interno del settore o del segmento in cui
operano e ciò implica generalmente la collocazione sul mercato di una singola
linea di prodotti con caratteristiche limitate o standardizzate. Un tempo la
leadership nei costi si basava sul ruolo chiave di una singola variabile: benefici
delle economie di scala o della curva di esperienza perseguiti attraverso
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l’acquisizione aggressiva di una quota di mercato. I deludenti risultati, in
termini di competitività, delle imprese che hanno utilizzato questi strumenti
hanno evidenziato la necessità di andare oltre e di analizzare le singole attività e
i fattori che influenzano la determinazione dei costi.
Le fonti del vantaggio di costo sono numerose e la generalizzazione è difficile.
Le durature riduzioni di costi si ottengono soprattutto accumulando molte
centinaia di piccoli specifici cambiamenti a livello di apparecchiature,
progettazioni e procedure operative e amministrative che riguardano l’impresa
nel suo complesso.
Nel caso della seconda strategia, invece, ciascuna azienda ha di fronte una
gamma di opportunità di diversificazione peculiare e differente rispetto ai
concorrenti, che non si basa solo sulle caratteristiche tecniche del prodotto e del
mercato di destinazione. Il vantaggio di differenziazione è incentrato
sull’incremento del valore dell’offerta percepito dal cliente e ottenibile
conciliando le aspettative e le preferenze dei segmenti target con le capacità
dell’impresa di creare unicità. Attraverso l’analisi della catena del valore e la
valutazione sistematica dell’importanza che rivestono le diverse attività nel
determinare la differenziazione si possono distinguere le fonti di vantaggio dal
lato della domanda e da quello dell’offerta.
Incrociando queste due politiche (costi bassi o benefit leadership) con un’altra
variabile chiave, l’ampiezza dei target di riferimento, si ottengono altre 2
strategie possibili: focalizzazione sul costo e differenziazione focalizzata.
Si tratta in totale di 4 diversi approcci nel creare vantaggio competitivo, che
non si escludono reciprocamente, ma prevedono una certa sovrapponibilità.
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Chi sono i clienti ?
Per “clienti“ s’intende qui tutti i soggetti, interni ed esterni all’impresa,
che entrano in rapporto con essa sia come fornitori di risorse, consensi e
contributi, sia come fruitori di una qualche forma di beneficio (bisogni
soddisfatti, vantaggi economici e/o sociali ricevuti).
L’ampiezza della definizione consente di considerare clienti tutti gli
stakeholders dell’impresa, ovvero quei gruppi o individui che sono portatori di
interessi verso di essa e che ne influenzano il raggiungimento degli scopi.
La coesione di questi diversi soggetti intorno alle iniziative strategiche
dell’azienda dipende dal “valore” che tali iniziative sono in grado di produrre in
relazione ai diversi clienti-chiave.
Insieme ai clienti esterni in senso stretto (finali, intermedi), vanno considerati
anche i clienti interni, portatori di competenze professionali e manageriali
(personale, managers), gli altri attori del sistema competitivo (fornitori,
concorrenti diretti, produttori di beni-servizi sostitutivi, potenziali nuovi
entranti) gli interlocutori sociali e gli azionisti.
Nel breve periodo tra gli stakeholders potrebbero sorgere delle rivalità, nel
senso che il miglioramento delle esigenze dell’uno potrebbe andare a scapito
dei bisogni di un altro. Nel medio-lungo periodo, invece, è possibile e
necessario salvaguardare simultaneamente i legittimi interessi di ognuno,
attraverso un allineamento tra le parti.
In altri termini, le aspettative dei diversi clienti possono essere stabilmente
soddisfatte soltanto se l’impresa crea un sistema di offerta che permetta a tutti
di ottenere uno spread positivo tra benefici e costi percepiti.
L’orientamento alla customer satisfaction è fondamentale per governare la
crescente complessità del processo di creazione del valore; esso infatti si
configura come un linguaggio che consente di:
9 integrare i consumatori in processi di funzionamento aziendale creando
così un’interazione più diretta dell’impresa con la domanda e le sue
esigenze;
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9 stabilizzare le relazioni tra le varie componenti dell’organizzazione come
forza connettiva, insieme di norme condivise, punto di riferimento dei
processi decisionali.
La creazione del valore per i clienti esterni in senso stretto
Secondo Cantone (1996) l’impresa soddisfa le aspettative del cliente
quando questi attribuisce al sistema d’offerta un “valore d’uso percepito”(VUP)
corrispondente o superiore al “valore atteso”(VA).
Per valore d’uso percepito s’intende la differenza tra benefici (Bp) e costi (Cp)
percepiti dal cliente a seguito dell’acquisizione-utilizzo del sistema d’offerta,
che per le aziende di servizi comprende i servizi base e quelli ausiliari.
VUP = Bp-Cp
Oppure
VUP = Bp/Cp
I costi percepiti sono dati dall’insieme di sacrifici che il cliente sostiene per
entrare nella disponibilità del sistema d’offerta, quindi non sono solo i costi
monetari (Cm), ma anche tutti i costi opportunità (Co) per i tempi d’attesa, lo
sforzo fisico, i disservizi connessi.
Cp = Cm+Co
Il valore atteso invece è determinato dalla differenza tra benefici (Ba) e costi
(Ca) che il cliente si attende.
VA = Ba-Ca
Oppure
VA = Ba/Ca
La relazione tra valore d’uso percepito e valore atteso si lega al livello di
soddisfazione (S) del cliente in questo modo :
S = VUP-VA
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Oppure
S = VUP/VA
Secondo Cantone dunque il cliente può ritenersi soddisfatto solo quando S>0
oppure S>1 e in questo caso si parla di soddisfazione assoluta.
Qualora il sistema d’offerta dell’impresa produca uno spread positivo e più
elevato rispetto a quello generato dai sistemi d’offerta alternativi erogati dalle
imprese concorrenti l’impresa acquisisce un vantaggio competitivo.
Per massimizzare il valore d’uso percepito l’impresa può attuare delle strategie
customer value-based finalizzate ad aumentare i benefici percepiti dai clienti
(ad esempio con miglioramenti del prodotto/servizio che consentano di
soddisfare al meglio i bisogni) o a ridurre i costi percepiti dai clienti (denaro,
tempo, disservizi, sforzo fisico sforzo psicologico, ecc. ) o a combinare in modo
adeguato entrambe le opzioni.
Attraverso invece l’azione di marketing, in particolare attraverso la
comunicazione di mercato, si può influenzare il valore atteso cercando di
acquisire un posizionamento differenziale nelle percezioni di mercato e
evitando che si formino aspettative troppo elevate e non compatibili con il
sistema d’offerta e di produzione –erogazione dell’impresa.
L’analisi della distribuzione delle preferenze (valori attesi) che il mercato
attribuisce ai sistemi d’offerta alternativi e, a erogazione avvenuta, la
misurazione della soddisfazione dei clienti, che tali sistemi producono, possono
evidenziare la necessità di una ridefinizione del valore nelle aspettative del
mercato.
In questo caso si può procedere in diversi modi a seconda della situazione:
9 se, nel percepito del mercato, il valore atteso si trova a un livello
nella scala di preferenza dei clienti che rende il sistema d’offerta
poco attrattivo rispetto ai concorrenti, è bene influenzare il processo
attraverso cui si formano le decisioni di acquisto e fare in modo che
le aspettative tendano verso il sistema d’offerta dell’impresa;
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9 se, a seguito del processo di erogazione si genera insoddisfazione dei
clienti, l’azione deve puntare a colmare il gap tra le aspettative di
valore dei clienti (VA) e il valore che effettivamente ricevono;
9 se, infine, la soddisfazione generata è inferiore a quella realizzata da
sistemi d’offerta di imprese concorrenti, le iniziative devono essere
rivolte a ridurre il gap competitivo rispetto ai concorrenti.
Secondo Rust (1997), invece, il valore percepito dal cliente dopo l’acquisto di
un prodotto/servizio risulta essere fortemente influenzato da due componenti:
l’utilità data dalla qualità del bene e la disutilità derivante dal prezzo o costo
che deve sostenere. In pratica si può affermare che:
Valore = Utilità della qualità – Disutilità del prezzo
La relazione tra qualità e utilità è diretta (all’aumentare della prima cresce pure
la seconda), mentre è inversa tra prezzo e utilità; la funzione di utilità varia da
persona a persona e ciò aiuta a spiegare perché i soggetti prendono decisioni
differenti.
In particolare la curva della relazione tra disutilità e prezzo risulta più inclinata
per un individuo povero rispetto a quella di un soggetto ricco. Infatti di fronte a
Quality
Utility
Figura 1: l’utilità della qualità (Fonte: Rust)
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una stessa variazione di prezzo, cui corrisponda una maggiore qualità, la
persona facoltosa percepisce un leggero incremento di disutilità, mentre chi è
povero vede aumentare di molto il suo livello di disutilità.
Un altro aspetto considerato è il grado di incertezza relativa al servizio che si
vuole consumare. Se un soggetto lo ha precedentemente sperimentato dispone
già di alcune informazioni riguardo al risultato che otterrà, e si trova dunque in
una posizione più avvantaggiata rispetto a chi invece si avvicina per la prima
volta.
Non è solo l’esperienza, tuttavia, a influenzare le aspettative, bisogna anche
considerare l’immagine dell’azienda, la pubblicità, il passaparola, ecc.
La creazione di valore per i clienti interni
L’assunto base della creazione del valore, ossia la massimizzazione
della differenza netta tra benefici e costi percepiti si applica anche ai clienti
interni, portatori di competenze professionali e manageriali. I benefici in questo
caso sono sia di natura monetaria (retribuzioni e altri benefits economici) sia di
natura non monetaria (opportunità di crescita professionale, status, opportunità
di vivere in un ambiente dinamico innovativo, internazionale, ecc.). Anche per i
costi si può parlare di costi monetari (minor livello di retribuzione, costi per
raggiungere il luogo di lavoro, minori opportunità di miglioramenti retributivi,
ecc.) e di costi opportunità (connessi all’inadeguatezza del lavoro, alla mancata
o ritardata crescita professionale al più basso livello di immagine allo sforzo
fisico derivante dall’ambiente e dal tipo di lavoro, allo stress psicologico, ecc.).
Anche qui le imprese possono agire sia sul miglioramento dei benefici percepiti
che sulla riduzione dei costi, o su una combinazione favorevole di entrambe.
Molto spesso sono le componenti di natura non monetaria, a influenzare in
misura maggiore le percezioni dei clienti interni, anche perché il denaro
costituisce un motivatore temporaneo non durevole.
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Uno studio ha rivelato che i fattori più importanti per il personale sono 10:
1. svolgere un lavoro interessante
2. ottenere condizioni di lavoro adeguate alle proprie conoscenze e capacità
3. ricevere una giusta retribuzione
4. sicurezza sul posto di lavoro
5. essere guidati da una direzione competente
6. operare in un clima positivo
7. giustizia e correttezza
8. feedback sui risultati del lavoro
9. opportunità di crescita professionale sia in materia di capacità che di
responsabilità
10. adeguate opportunità di carriera basate sui meriti.
La prontezza dei dipendenti nel soddisfare le esigenze della clientela dipende da
quanto bene essi sono guidati e organizzati. Per questo è necessario innanzitutto
selezionare con cura le persone, utilizzando anche in questa fase le indicazioni
dei clienti, poi illustrare l’orientamento dell’azienda, la sua missione, i suoi
valori.
Nella fase di scelta dei candidati è opportuno valutare non solo le conoscenze e
le capacità attuali della persona, ma anche il suo potenziale futuro. Proprio per
rispondere all’esigenza di ottenere un profilo completo dei soggetti, i processi
di selezione tendono sempre più a comprendere varie prove. Accanto al
colloquio tradizionale e a eventuali test, sono presenti prove di brainstorming,
role-playing, colloqui di gruppo tra i candidati.
Le leve più adatte per contribuire all’aumento del valore per gli stakeholders
interni sono comunque la formazione e l’addestramento, trasmettere le skills
applicabili direttamente alla mansione e quelle utilizzabili in futuro.
La formazione in particolare non è un’esigenza una tantum, al momento
dell’assunzione. Per evitare che il personale perda il contatto con gli standard di
base del servizio e per insegnare come rispondere alle mutate esigenze, è
necessario predisporre periodici riaddestramenti e aggiornamenti.