2
subunità β dell’eterodimero della tubulina, la proteina che costituisce i
microtubuli del fuso mitotico, accelerando la polimerizzazione della
tubulina ed allo stesso tempo stabilizzando i microtubuli formatisi,
inibendone la depolimerizzazione (fig. 2).
Figura 2:schema del meccanismo d’azione del paclitaxel.
L’inibizione della depolimerizzazione dei microtubuli tra la profase e
l’anafase della mitosi porta all’arresto del ciclo di divisione cellulare, con
la conseguente morte delle cellule cancerose.
Il primo problema che si è dovuto affrontare, di seguito all’estrazione
del paclitaxel dalla corteccia del tasso, è stato quello
dell’approvvigionamento del principio attivo, in quanto l’estrazione
avrebbe comportato alti costi e basse rese, oltre alla rapida estinzione della
specie. Tale ostacolo è stato superato con la scoperta della 10-
deacetilbaccatina III 3 (DAB, fig. 3), un diterpenoide che include il
complesso sistema tetraciclico del paclitaxel e che viene isolato con buone
rese da diverse parti della pianta del tasso europeo (Taxus baccata),
3
soprattutto dalle foglie (1 g di DAB per 1 Kg di foglie fresche), che ne
costituiscono una fonte più facilmente rinnovabile.
5
HO
OH
O
HO
H
O
O
O
O
O
OH
OH
NH
H
OO
43
HO
1
20
19
18
17
16
15
14
13
12
11
10 9
8
7
6
5
4
3
2
3'
2'
1'
Figura 3
La semisintesi del paclitaxel, partendo dal composto 3, richiede la
sintesi asimmetrica del residuo N-benzoil-3-fenilisoserinico 4 con
configurazione (2’R, 3’S) (fig. 3),
6
seguita dalla condensazione di tale
residuo amminoacidico con l’ossidrile in 13 della DAB.
5-9
In questo modo
la semisintesi del paclitaxel a partire dal composto 3 consente un migliore
approvvigionamento del farmaco, oltre a favorire lo sviluppo di nuovi
tassoidi con migliori proprietà farmacologiche, come lo stesso docetaxel,
che presenta più elevata citotossicità del paclitaxel verso alcune linee
tumorali.
10
4
2. Studi sulle conformazioni biologicamente attive del paclitaxel e
docetaxel in soluzione
L’elemento chiave dell’attività antimitotica del paclitaxel è stato
individuato, attraverso studi di relazione struttura-attività (SAR),
11,12
nella
catena laterale fenilisoserinica al C13, oltre che nell’anello ossetanico e nel
benzoato in C2, rivelandosi essenziale, in questi termini, anche una precisa
stereochimica ai carboni C2’ e C3’.
13
Non è ancora noto, invece, quali
siano le conformazioni biologicamente attive adottate dalla molecola, per
cui le attuali ricerche sui tassoidi si sono concentrate sullo studio di queste
ultime, in particolare delle conformazioni per prime riconosciute dal sito di
binding sulla β -tubulina (conformazioni di riconoscimento), e di quelle
assunte in seguito al legame col microtubulo nel complesso paclitaxel-
tubulina (conformazioni legate). E’ evidente, infatti, che una migliore
valutazione della precisa geometria delle conformazioni assunte dal
paclitaxel in ambiente polare, quale è quello del citosol, e dei fattori che
influenzano il comportamento conformazionale della catena laterale
amminoacidica ha grande rilevanza per lo studio di come la tubulina
discrimina tra le varie conformazioni della molecola; d’altro canto gli studi
SAR,
11,12
e recenti studi cristallografici sulla tubulina condotti da
Nogales,
14
hanno definito il sito di binding sui microtubuli come una tasca
idrofobica. Ciò ha conferito notevole importanza agli studi conformazionali
anche in ambiente apolare, che hanno come scopo principale la
determinazione della conformazione del paclitaxel legato alla tubulina,
onde ottenere informazioni più dettagliate sulla struttura del sito di binding.
Quindi le analisi conformazionali in solventi polari hanno l’obiettivo di
determinare quelle conformazioni riconosciute dalla tubulina, mentre quelli
5
effettuati in ambiente apolare guardano verso l’identificazione della
conformazione del paclitaxel legato al microtubulo.
Le strutture tridimensionali del paclitaxel sono state investigate
attraverso analisi di spettroscopia NMR in congiunzione con studi di
modellistica molecolare,
15-22
ed analisi cristallografiche ai raggi X,
23
evidenziando l’elevata flessibilità del residuo amminoacidico e la relativa
rigidità del sistema diterpenico. Ciò ha contribuito a concentrare
l’attenzione di diversi gruppi di ricerca sullo studio del comportamento
conformazionale in soluzione della catena laterale del paclitaxel lungo il
legame C2’-C3’. I risultati di tali ricerche hanno mostrato che la rotazione
attorno ai legami singoli della catena laterale è limitata, e che le
conformazioni di quest’ultima sono determinate non solo da fattori
puramente sterici, ma anche dalla tendenza a formare una rete di interazioni
di legame idrogeno intramolecolari tra i gruppi funzionali. In particolare gli
studi condotti sulla molecola del paclitaxel in solventi apolari, come CDCl
3
e CD
2
Cl
2
, hanno evidenziato un sistema di legami idrogeno tra l’ossigeno
del carbonile in C1’, l’ossidrile in C2’ ed il gruppo ammidico in C3’. Nel
paclitaxel, inoltre, data la presenza di gruppi esterei lipofilici sulla catena
laterale e sul sistema diterpenico, giocano un ruolo determinante anche le
interazioni idrofobiche descritte da Vander Velde;
18
infatti, attraverso una
combinazione di studi NMR e di modellistica molecolare sul paclitaxel in
soluzione di DMSO-d
6
/D
2
O,
15
è stato visto che in solventi più polari la
conformazione della catena laterale viene alterata. L’interazione chiave, in
queste conformazioni assunte dal paclitaxel in ambiente acquoso, è il
cluster idrofobico tra il fenile del benzoato in C2, il metile dell’acetato in
C4, ed il fenile in C3’, mentre il fenile del gruppo benzammidico della
catena laterale non sembra essere coinvolto in questo tipo di interazioni.
18
6
In base a questi studi, fondati su dati NMR e di modellistica
molecolare, sono stati proposti tre domini conformazionali per la catena
laterale amminoacidica del paclitaxel: la conformazione A, tipica in
solventi apolari,
24
e le conformazioni B e C, rilevanti in solventi polari (fig.
4).
15,17,18,20
NHCOC
6
H
5
C
6
H
5
H
H
COOHO
A
H
C
6
H
5
OCHN C
6
H
5
H
COOHO
B
H
COO
HO
C
6
H
5
H
C
6
H
5
OCHN
C
Figura 4: proiezioni di Newman delle conformazioni assunte dalla catena
laterale del paclitaxel lungo il legame C2’-C3’ (A in CDCl
3
e CD
2
Cl
2
; B e C
in DMSO-d
6
/D
2
O).
La conformazione A,
15,17
caratterizzata da una disposizione sfalsata
gauche con un angolo diedro H2’-C2’-C3’-H3’ di circa 60°, è la
conformazione più comunemente osservata in solventi organici apolari
aprotici, come CDCl
3
e CD
2
Cl
2
.
Questa conformazione è stata proposta
come quella probabilmente assunta dalla catena laterale del paclitaxel in
seguito al binding con la tubulina, sulla base della predetta idrofobicità del
sito di legame.
La conformazione B,
15,17
che possiede una disposizione
sfalsata anti al legame C2’-C3’ con un angolo diedro H2’-C2’-C3’-H3’ di
circa 180°, presente in ambiente acquoso, è stata proposta da Vander Velde
come la “conformazione di collasso idrofobico”.
18
La conformazione C,
20
dotata di un arrangiamento quasi eclissato al legame C2’-C3’ con un
angolo diedro H2’-C2’-C3’-H3’ di circa 120°, è stata identificata da Ojima
sulla base di studi svolti su analoghi fluorurati di paclitaxel e docetaxel,
utilizzando tecniche
19
F-NMR in solventi polari.
Questa è, secondo Ojima,
7
la conformazione prevalente in solventi polari protici a temperatura
ambiente, in equilibrio conformazionale con la struttura B.
20
Basandosi su
questi dati sperimentali, Ojima ipotizza che questa terza conformazione in
soluzione potrebbe essere la struttura molecolare per prima riconosciuta dal
sito di binding sulla β -tubulina nei microtubuli.
20
Recenti ricerche, condotte da Viterbo e dai suoi collaboratori sulla
sola catena amminoacidica attraverso calcoli ab initio e semiempirici,
25
hanno messo in evidenza due possibili conformazioni della catena laterale,
denominate ch 1 e ch 5’, rispettivamente prevalenti in ambiente apolare ed
in ambiente polare. La conformazione ch 1, quella nettamente
predominante in ambiente apolare, è caratterizzata da una forma ad L e da
un angolo diedro H2’-C2’-C3’-H3’ calcolato di 52°,
25
paragonabile a
quello posseduto dalla conformazione A, anch’essa prevalente in solventi
apolari, confermando tali calcoli. Sulla base della già descritta idrofobicità
del sito di binding sui microtubuli, Viterbo ed i suoi collaboratori hanno
ipotizzato che, nella molecola di paclitaxel legata al recettore sulla
tubulina, la catena laterale amminoacidica al C13 viene a trovarsi in una
conformazione molto simile alla ch 1,
25
cioè quella favorita in ambiente
apolare.
D’altra parte Ojima, attraverso lo studio di analoghi fluorurati del
paclitaxel legati alla β -tubulina con tecniche spettroscopiche
19
F-NMR e
studi di modellistica molecolare,
26
ha ipotizzato che la conformazione della
molecola legata al microtubulo possiede un angolo diedro H2’-C2’-C3’-
H3’ di 180°, molto simile alla conformazione B.
In definitiva vi sono due ipotesi contrastanti relativamente alla
conformazione del paclitaxel legato alla tubulina: quella di Viterbo e dei
suoi collaboratori,
25
che la assimilano alla conformazione A, assunta in
ambiente idrofobico,
e quella di Ojima,
26
che la mette in relazione con la
8
conformazione B del paclitaxel, presente in ambiente polare.
E’ importante
ricordare che tali ipotesi non sono frutto di esperimenti eseguiti
direttamente sul paclitaxel. L’ipotesi di Ojima si basa infatti su studi
eseguiti su analoghi fluorurati, mentre l’ipotesi di Viterbo deriva da calcoli
eseguiti sulla sola catena laterale. Inoltre, recentissime ricerche condotte su
quattro tipi differenti di sostanze naturali ad attività antimitotica, il
paclitaxel, gli epotiloni A e B, la eleuterobina e la discodermolide,
accomunati dallo stesso meccanismo d’azione, hanno portato diversi
ricercatori ad ipotizzare un farmacoforo ed un sito di binding sulla tubulina
comuni per queste molecole.
27
L’importanza dell’argomento in questione è
evidenziata dall’accesso dibattito che vede coinvolti autorevoli gruppi di
ricerca, tra i quali quelli dei professori Iwao Ojima, Samuel J. Danishefsky,
e Susan B. Horwitz.
28
La determinazione di queste analogie strutturali
infatti non solo permetterebbe una migliore conoscenza della struttura del
sito di binding sulla tubulina e del meccanismo d’azione, ma anche il
disegno razionale di nuovi inibitori della depolimerizzazione dei
microtubuli.
9
3. Obiettivi del lavoro
Come già detto, gli studi conformazionali sui tassoidi si sono
concentrati sulle conformazioni assunte in soluzione dalla catena laterale
C13, ed in particolare sugli isomeri rotazionali lungo il legame C2’-C3’,
allo scopo di determinare quelle più attive verso i microtubuli. La
conoscenza delle conformazioni attive è, infatti, una tappa fondamentale
per arricchire le nozioni riguardanti la struttura del sito di binding sulla
tubulina e per la progettazione mirata di analoghi del paclitaxel, o di nuove
molecole, aventi caratteristiche farmacologiche migliori.
Con lo scopo di approfondire lo studio delle relazioni tra
conformazione ed attività si è proceduto alla progettazione di analoghi del
paclitaxel e del docetaxel a conformazione vincolata. I composti ciclici
sono frequentemente usati per simulare le conformazioni bio-attive di
sequenze lineari,
29
perciò si è progettato l’inserimento di spaziatori tra il
C2’ ed il carbonio in orto del fenile in C3’, dando luogo a dei cicli a cinque
ed a sei termini rispettivamente, nei quali la rotazione attorno all’asse C2’-
C3’ è limitata (fig. 5).
30
R
1
O
OH
O
HO
H
O
O
O
O
O
OH
O
NH
R
2
O
O
n
5a R
1
=Ac;
5b R
1
=H;
6 R
1
=Ac;
R
2
=Ph; n=1
R
2
=t-BuO; n=1
R
2
=Ph; n=2
3'
1'
2'
Figura 5
10
Sono stati scelti questi derivati ciclici perchè, ad una prima analisi
conformazionale usando modelli molecolari (Dreiding) e simulazioni al
computer (programma Chem 3D), si è visto che la catena laterale
dell’analogo indanico 5a, data la relativa rigidità dell’anello ciclopentenico,
possiede una conformazione quasi eclissata al legame C2’-C3’, molto
simile alla conformazione C del paclitaxel, mentre quella dell’analogo
tetraidronaftalenico 6 può assumere due conformazioni, dette a mezza sedia
(half-chair), dovute alla mobilità della porzione cicloesenica,
rispettivamente paragonabili alla conformazione A, preponderante nei
solventi apolari, ed alla conformazione B, riscontrabile in solventi acquosi
(fig. 6).
30
NH
OH
COOR
R
1
O
NH
OH
COOR
R
1
O
NHCOR
1
HC
6
H
5
HO
H
COO
COO
H
R
1
OCHN
C
6
H
5
HO
H
H
C
6
H
5
R
1
OCHN
HO
H
COO
AB
1'
2'
3'
4'
5'
1'
2'
3'
4'
Figura 6
Inoltre è stato riportato che l’introduzione di un gruppo metilico in
C2’ sulla catena laterale è ben tollerata in termini di attività biologica,
31,32
rendendo possibile questo tipo di approccio.
Una volta sintetizzati, questi
11
analoghi a conformazione vincolata possono, quindi, essere utilizzati nei
test di attività come inibitori della depolimerizzazione dei microtubuli,
contribuendo all’identificazione delle conformazioni attive.
In particolare l’oggetto di questa tesi è stato la sintesi degli analoghi
indanico del docetaxel 5b e tetraidronaftalenico del paclitaxel 6 (fig. 5),
mentre la sintesi dell’analogo indanico del paclitaxel 5a è già stata
pubblicata dal gruppo di ricerca
in cui ho svolto la mia tesi.
30
12
4. Risultati e discussione
4.1. Sintesi
Per i composti 5b e 6 è stata utilizzata una numerazione analoga a
quella applicata al paclitaxel.
Lavori precedenti riportano la semisintesi del paclitaxel secondo due
vie distinte, la prima implica la condensazione della catena laterale
sottoforma di acido carbossilico protetto con la DAB III opportunamente
protetta,
5,8
la seconda via, invece, prevede la reazione del β -lattame
corrispondente alla catena laterale desiderata con la baccatina protetta.
6,33,7
La sintesi degli analoghi indanici e tetraidronaftalenici di paclitaxel e
docetaxel è stata realizzata seguendo il primo tipo di approccio, come
mostrato dal seguente schema retrosintetico (schema 1).
34
COOH
N
O
R
1
O
O
HO
BzO
O
N
O
R
1
O
AcO
HO
R
2
O
OR
3
O
HO
BzO
O
AcO
R
2
O
OR
3
O
O
DMP
DMP
n
n
+
n=1, 2
Schema 1
La progettazione delle sintesi delle catene laterali analoghe è stata
eseguita tenendo conto della necessità di ricalcare la stessa stereochimica
del paclitaxel. L’analisi retrosintetica delle stesse, secondo lo schema 2, ha
permesso di individuare nell’estere α,β insaturo C il prodotto di partenza
dell’intera via sintetica, e nel α -idrossi-β -amminoestere B l’intermedio
comune ad ambedue le catene laterali analoghe, visto che questi prodotti
possono essere sintetizzati per semplice addizione dei rispettivi gruppi
13
acilici (benzoile e terz-butossicarbonile) all’azoto amminico, risultando un
metodo di sintesi molto versatile.
COOR'
COOR'
NH
2
OH
COOR'
NH
OH
R
O
nn
n
R=Ph; t-BuO
R'=Et
n=1, 2
A CB
n=1 13
n=2 31
Schema 2: analisi retrosintetica delle catene laterali analoghe.
I composti C sono stati ottenuti rispettivamente dal 1-indanone 10 e
dal α -tetralone 28, dapprima per trattamento con dietilcarbonato in
presenza di una base forte (NaH), i relativi β -chetoesteri ottenuti (11 e 29)
sono stati ridotti con NaBH
4
ai corrispondenti β -idrossiesteri (12 e 30), che,
per disidratazione catalizzata da acido p-toluensolfonico (PTSA), hanno
dato i prodotti 13 e 31, come riportato in letteratura, dove sono reperibili
anche i dati NMR di questi prodotti (schema 3).
35,36
OO
COOEt
OH
COOEt COOEt
n
n
nn
n=1 10 11 12 13
n=2 28 29 30 31
Schema 3
Per la sintesi regio ed enantioselettiva del α -idrossi-β -amminoestere B
si è pensato di ricorrere alla recente amminossidrilazione asimmetrica (AA)
di Sharpless,
37,38
già utilizzata nella sintesi della catena laterale del
14
paclitaxel.
39
Questa è stata la via tentata inizialmente dal gruppo di ricerca
in cui ho svolto questa tesi sperimentale, applicandola all’estere α,β
insaturo 13 per la sintesi del α -idrossi-β -amminoestere 23a. Il metodo
risultava immediato e con rese del 24% rispetto al 13, comportando un
esiguo numero di passaggi (schema 4).
COOEt
COOEt
NH
2
OH
13 23a
COOEt
NH
2
OH
23b
+
Schema 4
Questa via aveva mostrato un’eccellente regioselettività, ma non
un’altrettanto buona enantioselettività, in quanto aveva fornito i prodotti in
miscela quasi racemica.
Per risolvere questo problema si è deciso di adottare una via
alternativa di sintesi, basata sulla diidrossilazione asimmetrica (AD), anche
questa già utilizzata nella sintesi della catena laterale del paclitaxel (schema
5).
40,41
COOEt
COOEt
N
3
OH
COOEt
OH
OH
COOEt
NH
2
OH
23a
13
18a 14a
Schema 5: analisi retrosintetica della catena laterale analoga indanica via
diolo vicinale come intermedio.
15
La AD, applicata al 1H-indene-2-carbossilato 13, ha dato il (2’R,3’S)
2’,3’-diidrossiestere 14a con buone resa (65%) ed enantioselettività,
mostrando un eccesso enantiomerico (e.e.) del 92% (schema 6).
COOEt
13
COOEt
OH
OH
14a
Schema 6
Questa reazione si è rivelata molto semplice e versatile, essendo, tra
l’altro, disponibili in commercio le miscele dei reagenti già pronte per l’uso
(AD mix α e AD mix β, Aldrich).
L’e.e. è stato determinato tramite analisi HPLC dei rispettivi 3’-
mentilcarbonati 15a e 15b, ottenuti per reazione dei dioli con (-)
mentilcloroformiato enantiomericamente puro (schema 7).
42
COOEt
OH
OH
14a
COOEt
O
OH
O
O
15a
COOEt
O
OH
O
O
15b
+
COOEt
OH
OH
14b
+
Schema 7
Il gruppo di ricerca di cui ho fatto parte aveva tentato la sintesi del
composto 23a attraverso la formazione dell’ortoacetato ciclico 20, metodo
già impiegato nelle sintesi delle catene laterali di paclitaxel e docetaxel.
40,43