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INTRODUZIONE
Il presente elaborato ha come obiettivo quello di creare delle proposte di
traduzione di alcune delle canzoni dei Måneskin, una band italiana diventata ormai
internazionale e scelta proprio perché simbolo di un fenomeno molto particolare,
i/le parlanti non italofoni/e hanno iniziato a cantare canzoni in italiano, pur non
conoscendo il significato dei testi, ma allo stesso tempo manifestando il desiderio
di capire il significato dei brani.
Si risponderà ad alcuni quesiti come, per esempio, se è possibile tradurre le
canzoni e come fare per tradurle, qual è la posizione dei Translation Studies e quali
sono le teorie che sono state proposte. Infatti, la prima parte dell’elaborato sarà
proprio concentrata su alcune questioni teoriche circa la traduzione musicale,
cercando di capire se la musica ha un carattere universale, se usa una lingua
universale e se è possibile tradurre le canzoni, per poi decidere, sulla base delle
strategie che sono state proposte dai/dalle vari/e studiosi/e, quelle più valide per
tradurre poi alcune canzoni dei Måneskin, tenendo conto della differenza tra
singable translations e non singable translations.
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CAPITOLO 1.
Musica e traduzione: una visione d’insieme
Singing translations: il caso Måneskin… cosa vuol dire?
L’espressione ‘singing translations’ significa, letteralmente, ‘traduzioni che
cantano’, di conseguenza si tratta di traduzioni di particolari tipi di testo, quelli
musicali o le canzoni; ‘il caso Måneskin’, invece, fa riferimento al case-study del
presente elaborato, una band italiana ormai diventata internazionale, di cui alcune
canzoni verranno analizzate e poi tradotte dall’inglese all’italiano o viceversa.
A questo punto sorgono alcune domande: si possono tradurre le canzoni? Se
sì, come?
Per rispondere è necessario chiarire prima alcuni concetti che stanno alla
base di questo lavoro di traduzione di testi musicali: cos’è la musica e perché la
musica necessita, spesso, di traduzione? Che cos’è la traduzione? Che cosa
comporta, invece, la traduzione musicale? Qual è il ruolo dei Translation Studies
rispetto a quest’ultimo ambito? Chi è la figura che avrà poi il compito di tradurre i
testi musicali e quali sono le difficoltà che potrà incontrare?
1. Il carattere universale della musica
Per molto tempo si è provato a dare una definizione universale alla parola
‘musica’, ma senza risultati. Probabilmente perché qualsiasi definizione è quasi
sempre frutto di un’ideologia dominante, o forse perché la maggior parte delle
persone non sa spiegare cosa sia la musica o cosa significhi realmente per loro.
(Desblache, 2019b).
In più, “even within Western confines, the notion of music is wide-ranging
and varies depending on whether it refers to acts of composition, performance,
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listeners’ experience, genre (pop song, symphony…) or style (classical, baroque,
jazz…).” (Desblache, 2018: 297-298).
“La musica è il linguaggio universale dell’umanità”, sostiene invece Henry
Wadsworth Longfellow (1835).
Essa riesce a ‘comunicare’ indipendentemente dalla lingua e dalla cultura,
viene recepita attraverso i sensi e per questo accomuna tutti, infatti “music is said
to transcend cultures and to carry a universal message across.”
(http://www.translatingmusic.com; data ultimo accesso 17 marzo 2022). Anche se,
a volte, “ […] la musica è, come tutti i linguaggi, associata a tendenze, culture; […]
talvolta può essere non intesa, non ben recepita dall’audience, insomma può
essere una parte delle culture o delle sottoculture.”
(https://translature.wordpress.com/2015/03/27/tradurre-il-testo-musicale-spunti-
di-riflessione/; data ultimo accesso: 17 marzo 2022).
Se intendiamo la musica come l’estensione della cultura, da un lato essa si fa
trasportare dall’onda della globalizzazione, si unifica alla corrente dominante, è
uguale in tutto il mondo; dall’altro lato, la musica è marcante di differenza e porta
con sé il carico di caratteristiche culturali specifiche.
(https://translature.wordpress.com/2015/03/27/tradurre-il-testo-musicale-
spunti-di-riflessione/; data ultimo accesso: 17 marzo 2022).
A questo proposito, interviene anche Philip Bohlman, etnomusicologo
americano, sostenendo che è necessario avere a disposizione una qualche forma di
traduzione per poter comprendere la musica fra diverse culture. (Minors, 2013).
Il musicologo Deryck Cooke, però, non è d’accordo col concepire la musica
come un linguaggio universale, infatti “[…] insists that music is first a language,
but that it is a cultural and regional text.” (Cooke, 1959: 258).
È vero che la maggior parte di/delle musicisti/musiciste, di chi studia musica
e degli/delle storici/storiche sono d’accordo nel considerare universale l’abilità di
apprezzare e fare musica (Desblache, 2018), ma “[…] while musical experiences
can connect people from different cultures, music does not use a universal
language.” (Desblache, 2018: 300).
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Music has always brought together people from all over the world, lyrics - not so
much. As music is a universal language that people around the world can
understand with their heart, lyrics imply knowledge of a source language and, thus,
a language divide.
(https://www.polilingua.com/blog/post/song-translation-what-to-consider-
and-which-technique-to-choose.htm; data ultimo accesso 16 marzo 2022).
Occorre prestare molta attenzione al concetto di musica come linguaggio
universale: è universale la capacità della musica di poter raggiungere chiunque, in
ogni parte del mondo, soprattutto adesso che “[…] songs and other music from all
countries, generations, styles, can be heard at the touch of a click or button
anywhere at any time.” (Desblache, 2018: 300).
La musica ha il grande potere universale di suscitare emozioni, perchè “[…]
no other non-religious (multimodal) ‘text’ moves people as deeply as the
combination of lyrics and music, becomes an intrinsic part of their lives […].”
(Susam-Sarajeva, 2008: 188).
Sa anche essere universalmente persuasiva, capacità confermata dal
cosiddetto effetto Château Lafite (Bencivelli, 2011), un effetto persuasivo per cui,
come è stato dimostrato, i clienti in un ristorante lussuoso scelgono i piatti più
costosi del menu se in sala viene suonata della musica classica. O ancora, chi non
ha mai provato quella fastidiosa sensazione di avere una canzone in testa per giorni?
Questo è l’effetto Song-stuck-in-my-head e, indipendentemente dal fatto che il
significato di una canzone venga compreso o meno, questa resta come stuck,
bloccata in testa, anche perché “[…] we don’t always pay enough attention to what
it’s saying and how it’s being understood.” (https://amp.classicfm.com/music-
news/study-proves-music-is-universal-language/; data ultimo accesso: 28 marzo
2022).
“Music is above all a form of social communication, intercourse, and
dialogue. It works differently, however, from natural language.” (Chanan, 2013:
xii).
Sia nella musica che nel linguaggio naturale ci sono i senders e i receivers.
Nella musica i senders sono solo “composers and musicians – and there are the
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receivers, which is everybody.” (Chanan, 2013: xiii, citando Steiner, 1966: 32-38).
Nel linguaggio naturale, invece, senders e receivers sono esattamente lo stesso
numero. La differenza allora fra musica e linguaggio naturale è che “with music the
number of senders is extremely restricted while the number of receivers is very
large’ (ibid.). There is consequently the problem of a language which isn’t working
as you’d suppose it should.” (Chanan, 2013: xiii, citando Steiner, 1966: 32-38). Il
linguaggio naturale, infatti, non è altro che un “linguaggio solitamente usato nella
comunicazione fra individui di un gruppo sociale che lo condivide”
(https://www.treccani.it/enciclopedia/linguaggio-naturale_%28Enciclopedia-
della-Matematica%29/; data ultimo accesso 21 aprile 2022), ma se nella musica
chiunque può essere un receiver, significa che si tratta di una forma di linguaggio
che non è indirizzata a un ristretto gruppo sociale, e quindi non tutti la condividono.
Dunque, la musica non funziona come un linguaggio naturale e non usa neanche un
linguaggio universale.
Se lo usasse, allora questo significherebbe che chiunque può ascoltarla e
avere un’opinione, ma il problema è che questa convinzione “[…] does raise the
issue of how we interpret and understand its meaning.” (Minors, 2013: 1).
Infatti, anche se ci sono canzoni che trattano temi universali come l’amore,
“[…] it’s not easy to break free of language barriers to communication!”
(https://www.languageconnections.com/blog/challenges-in-song-translation/; data
ultimo accesso 24 marzo 2022).
In a 2018 cross-cultural study, the Natural History of Song, it was found that the
lack of linguistic familiarity and social context for interpreting the songs didn’t
interfere with the identification of them. If you hear a song sung in an unfamiliar
language, but in a rhythm you’ve heard before, chances are, it’ll be recognizable to
listeners from diverse social backgrounds. But the catch is this: they can’t
understand its meaning!
(https://www.languageconnections.com/blog/challenges-in-song-
translation/; data ultimo accesso 24 marzo 2022).
Dunque, finché si tratta di provare emozioni suscitate dall’ascolto di una
canzone, di riconoscere un preciso motivetto… allora si può parlare di linguaggio
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universale, ma “even if a song is recognized across cultures, it won’t be understood
until its lyrics are translated and localized.”
(https://www.languageconnections.com/blog/challenges-in-song-translation/; data
ultimo accesso 24 marzo 2022).
La soluzione per capire davvero il messaggio che una canzone vuole
trasmettere è la traduzione, infatti “[…] musical meaning can be made explicit only
by language and the process of ‘translation’ therefore presupposes some sort of vital
relationship between music and text.” (Kramer, 2003: 126).
1.1 La musica e i suoi generi
La relazione tra la musica e il testo esiste solo nella musica cantata con la
voce. Infatti, si possono distinguere due tipi di musica: quella strumentale e la vocal
music.
La musica strumentale è una semplice composizione musicale senza parole.
“Most often the music is produced by musical instruments and can be perceived by
people in various countries without translation.” (Qin, 2017: 93).
Invece, “the vocal music is different and it is the music form of singing by
human voice to express emotions with lyrics.” (Qin, 2017: 93).
I generi musicali della vocal music si dividono in due grandi categorie:
audiovisuale e audio (fig. 1).
Figura 1. I generi musicali (Cheng Hui-Tung, 2018: 354).
La categoria dell’audiovisuale comprende l’opera, il musical e il musical
animato e mette insieme due codici, cioè quello uditivo e quello visivo.