Prefazione
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come in ogni soggetto che subisce anche la più minima lesione cerebrale, può
essere alterato, sconvolto e rivoluzionato.
Con questa tesi ho voluto approfondire il contesto multidimensionale che
sottostà alla sindrome frontale, dando particolare rilievo alla fase valutativa e
cercando a questo fine di impostare una scheda di valutazione propria di
questa sindrome, sulla base della quale poter individuare consoni e specifici
obiettivi ed interventi di trattamento.
Una corretta valutazione - qualitativa e quantitativa - del livello funzionale
delle differenti componenti cognitive, motorie, comportamentali e psicologiche,
offre un'importante chiave di lettura, anche prospettica, delle implicazioni di
carattere personale, familiare, professionale e sociale legate all'insorgenza ed
al decorso della patologia. Risulta quindi possibile da un lato meglio
preparare l'utente ed i famigliari a misurarsi con il problema ed affrontarne le
conseguenze, dall'altro quantificare con maggiore efficacia il carico di lavoro
che la famiglia e le istituzioni dovranno addossarsi nel prestare un'adeguata
assistenza al malato.
È fondamentale sottolineare l’ importanza che si nasconde dietro valutazioni
periodiche al fine di confrontare punteggi e tempi di esecuzione, verificare
l'efficacia dell'intervento riabilitativo designando il raggiungimento di una
fase di miglioramento, di peggioramento o di stabilità rispetto a risultati
precedenti, e di considerare la necessità di reimpostare nuovi obiettivi di
trattamento.
Il mancato utilizzo di appropriati strumenti di valutazione da parte di
professionisti qualificati non potrà che portare in primo luogo ad un'errata
diagnosi e, di conseguenza, ad un'inappropriata impostazione terapeutica, ed
in secondo luogo ad una misvalutazione del livello funzionale e di
autosufficienza dell'utente e dunque del costo sociale della sua patologia.
Spero nel mio piccolo che il mio elaborato possa essere sfruttato in futuro
come punto di riferimento da tutti i membri dell’équipe riabilitativa in
questione, così che tutti possano ottenere una visione ad ampio spettro della
situazione del paziente, in ogni fase del suo percorso riabilitativo e a distanza
di tempo, fermo restando che l’utilizzo di altre schede di valutazione,
Prefazione
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specifiche e strettamente validate, non potrà che essere di maggior aiuto
nell’approfondire e completare in maniera esaustiva il piano di trattamento
individuale, in particolare dal punto di vista neuromotorio e neuropsicologico.
L’elaborazione di un apposito CD-ROM, presentato in prima pagina, permette
di effettuare un’analisi attenta e dettagliata della scheda di valutazione,
esponendo anche quelle relative a ciascun paziente, e mostra tesi e materiale
bibliografico illustrato, in particolare gli articoli scientifici e le scale di
valutazione di riferimento riprese e confrontate, che si sono dimostrate
importanti per la creazione di questo elaborato.
Ringraziamenti
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Ringraziamenti
Riabilitare significa: abilitare nuovamente, reintegrare, ma anche restituire
onore, ridare stima. Sono questi tutti gli aspetti che ho potuto cogliere,
percepire e che ho cercato di apprendere al meglio in questo mio percorso di
formazione. È solo l’inizio di un lungo percorso, ma è indispensabile
ringraziare tutti coloro che, già da ora, mi hanno permesso di conoscere al
meglio il vero significato della nostra professione.
Sono molte le persone cui sono grata ed esprimo riconoscenza.
Ringrazio il nostro Coordinatore del Corso di Laurea in Fisioterapia
Pierangelo De Dominicis, tutti i nostri docenti e tutors di tirocinio clinico, che
si sono messi a disposizione di tutti noi studenti al fine di arricchire,
ottimizzare e garantire la nostra migliore realizzazione professionale.
Ringrazio in particolare chi ha collaborato e mi ha aiutato nella stesura di
questo mio elaborato finale, tra cui: il Dott. Mauro Zampolini, Responsabile
del Servizio di :euroriabilitazione dell’Ospadale di Foligno, Iliana Prologo,
logopedista del medesimo reparto, la Dott.ssa Elisabetta Todeschini,
Responsabile dell’ Unità Operativa di Riabilitazione Intensiva :euromotoria
(U.O.R.I.:.) di Trevi, Lorena Rasimelli, Responsabile del Centro Ospedaliero
di Riabilitazione Intensiva (CORI) di Passignano.
Grazie a voi per la vostra disponibilità ed il tempo dedicatomi, che mi ha
permesso di svolgere, in ognuno dei suddetti Centri di Riabilitazione, l’iter
sperimentale.
Grazie a tutte le persone che si sono resi disponibili nel prendere parte al mio
disegno di studio, specie ai 10 pazienti e alle loro famiglie, che hanno
dimostrato piena apertura e predisposizione.
Ancora un grazie a Valentina Bosi, Ft. del Distretto di Riabilitazione di Città
di Castello, che mi ha sostenuto nell’elaborazione di questo mio lavoro
Ringraziamenti
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dandomi consigli e suggerimenti preziosi, e a Giuseppe Rossi, Insegnate di
matematica e statistica all' ITCG "Ippolito Salviani" di Città di Castello.
Ed infine grazie a tutte le persone che mi sono state vicine compresi i miei
familiari, il mio fidanzato e gli amici, che nel loro piccolo sono stati
fondamentali non solo per lo svolgimento dello stesso, ma in tutto il mio
percorso formativo.
Grazie a tutti!
Key Words
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Key Words
Valutazione multidimensionale, sindrome frontale, griglia di valutazione
multiprofessionale, punteggio d’équipe, trauma cranico encefalico, lesione
frontale, sindrome prefrontale, sindrome disesecutiva, funzioni esecutive,
sindrome moriatica, moria frontale, sindrome disinibita, sindrome pseudo-
maniacale, sindrome pseudopsicopatica, sindrome acinetica, sindrome apatica,
sindrome pseudodepressiva, Sistema Attenzionale Supervisore (SAS), aprassia,
neuroni mirror, imitazione, disinibizione, perseverazioni, confabulazioni,
strategie di Problem Solving.
INTRODUZIONE
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INTRODUZIONE
L’intervento riabilitativo attuato nei confronti di una persona che ha subito un
danno cerebrale, ha inizio a partire da una presa in carico globale, atta ad
individuare e realizzare interventi a scopo bio-psico-sociale.
La fase della valutazione in ambito riabilitativo rappresenta una tappa unica
della presa in carico del paziente con lesione frontale, dove viene elevata
l’importanza di un’osservazione clinica multiprofessionale e della valutazione
delle specifiche capacità e funzionalità del soggetto al fine di ottenere un
quadro d’insieme, in cui ora il soggetto si vede racchiuso, imprigionato.
L’équipe riabilitativa mira alla messa in atto di azioni finalizzate a diminuire
la disabilità attraverso il recupero della menomazione, l’ottimizzazione delle
abilità residue e il miglioramento della partecipazione. L’obiettivo è quello di
migliorare la qualità della vita della persona in questione, attraverso il recupero
del miglior livello fisico, cognitivo, psicologico, funzionale e delle relazioni
sociali nell’ambito dei bisogni e delle aspirazioni dell’individuo e della sua
famiglia.
L’impostazione del più idoneo piano di trattamento da attuare nei confronti del
singolo soggetto non potrà che essere la diretta conseguenza di una dettagliata
e multimodale valutazione del paziente.
Solo a partire da queste premesse si potrà attuare un trattamento riabilitativo
olistico individualizzato.
La scheda di valutazione, specifica per il soggetto con lesione frontale, è stata
da noi impostata tenendo conto di tutti gli aspetti che vengono ad essere
compromessi in questi pazienti, per questo si compone di 8 macroaree di
valutazione corrispondenti a: orientamento personale, orientamento temporale,
orientamento spaziale, orientamento contestuale/consapevolezza, aspetti
cognitivi, aspetti motori e prassici, comportamento ed umore.
INTRODUZIONE
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Si tratta di una griglia di valutazione multiprofessionale, potenzialmente
somministrabile da ogni membro che si occupa della presa in carico del
paziente, così da ottenere un punteggio d’équipe.
Una volta impostata la scheda di valutazione è stato svolto uno studio
sperimentale inerente l’ambito della riabilitazione neuromotoria, con lo scopo
di poter effettuare valutazioni dettagliate e specifiche di pazienti con lesioni
cerebrali frontali, per poter poi stabilire, sulla base delle stesse, correlati
obiettivi riabilitativi.
Il nostro lavoro si è basato sulla somministrazione della scheda a due gruppi di
persone, svolgendo lo studio in parallelo, per poi procedere con la messa a
confronto dei rispettivi risultati.
Abbiamo identificato 10 pazienti rientranti nel gruppo studio, comprendenti 3
donne e 7 uomini con un’età media pari a 40 anni e caratterizzati dalla comune
presenza di lesione in sede frontale.
Il gruppo di controllo, invece, è costituito da 40 soggetti sani, comprendenti 18
donne e 22 uomini con un’ età media di 39 anni, che differiscono tra loro per
scolarità e professione.
I criteri di inclusione del gruppo studio comprendono: presenza di lesione
cerebrale in sede frontale, età compresa tra i 18 - 85 anni, distanza dal trauma
1 - 24 mesi, mentre i criteri di esclusione sono: problemi di vigilanza,
incapacità di fornire qualsiasi risposta motoria o paziente contenuto,
afasia/disartria grave, grave deterioramento cognitivo.
Alcuni item che compongono la scheda sono stati ripresi da altre scale di
valutazione specifiche quali: Galverston Orientation and Amnesia Test
(GOAT), Mini - Mental State Examination (MMNE), Frontal Assessment
Battery (FAB), Prove specifiche per la valutazione dell’aprassia, Item Bank per
la misurazione dello Stato Confusionale Post-Lesionale (in via di
programmazione).
È importante considerare che la scheda di valutazione è stata somministrata
anche in lingua inglese nei riguardi di una paziente con nazionalità straniera.
La versione inglese può assumere molta rilevanza, considerando l’alta
incidenza percentuale degli stranieri residenti in Italia sulla popolazione
INTRODUZIONE
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complessiva, che all'inizio dell'anno 2008 era del 5,8%, e raggiunge al 1°
gennaio 2009 un valore del 6,5% (Rapporto Istat, 9 ottobre 2009,
www.superabile.it).
Dal nostro studio abbiamo potuto dedurre che la scheda di valutazione è
risultata utile per l’identificazione e l’approfondimento diagnostico della
situazione clinica post-morbosa di ciascun paziente.
L’impostazione di obiettivi riabilitativi specifici per ciascuno di loro, ha messo
in luce l’evidente eterogeneità clinica che sottostà a una delle più
caratteristiche e frequenti sindromi ad insorgenza nell’uomo ed ha confermato
l’indubbia importanza di un’attenta e completa fase di valutazione in ambito
riabilitativo, come pietra miliare di partenza per l’impostazione del più
consono piano di trattamento individuale.
Le citazioni presenti in questo elaborato sono state riprese da: testi, dispense
universitarie, articoli scientifici di settore, siti internet specifici quali Med Line
e Pedro.
CAPITOLO 1 - Una visione d’insieme, lobo frontale e movimento
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CAPITOLO 1
UNA VISIONE D’INSIEME, LOBO FRONTALE E MOVIMENTO
Le elusive funzioni del lobo frontale continuano tutt’oggi ad affascinare
neuroscienziati e neuropsicologi. Il lobo frontale nell’uomo è sviluppato in
modo impressionante e rappresenta la pietra miliare alla base del controllo
delle azioni del nostro corpo attraverso specifiche aree motorie cerebrali situate
nella zona pre-rolandica.
Il lobo frontale garantisce un’importanza fondamentale per la messa in atto del
movimento volontario e finalizzato, come azione realizzata per raggiungere un
fine e per questo la forma più specifica ed anche più intrigante dell’azione
umana.
Esso inoltre sembra essere responsabile della formazione dei nostri
atteggiamenti e dell’organizzazione del nostro repertorio di azioni attraverso
l’attivazione delle aree cerebrali prefrontali. Funzioni caratteristiche del
comportamento umano, come intenzionalità, regolazione e consapevolezza si
sé, sono sotto il controllo esecutivo del lobo frontale.
Una controversia in corso, derivante dalle continue ricerche riguardanti la
corteccia prefrontale, rimanda all’ipotesi che quest’area possa contenere altre
regioni con funzioni subordinate al modulo esecutivo generale, cui segue un
output integrato del sistema, o alla possibilità che l’intera regione prefrontale
sia implicata in questa funzione integrativa. Le ipotesi più recenti designano
che i moduli neurali delle regioni prefrontali sono altamente dinamici.
Esistono evidenze per entrambe le teorie e la verità probabilmente riguarda la
presenza di elementi di entrambe le visioni, dove sia specializzazione che
versatilità contribuiscono al vero e proprio funzionamento di queste affascinati
regioni cerebrali.