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protetto dall'invadenza dello stato, rivalutò il proprio spazio privato e ne difese
l'autonomia da ogni tentativo di intrusione esterna. Un gruppo sociale tentava di
costruire una forma si spazio pubblico a propria misura in opposizione allo spazio
pubblico statale, fondandosi sull'idea di una società separata dal governo e di una
sfera privata separata dallo spazio pubblico. Questo gruppo di privati raccolti in
pubblico, la cosiddetta società civile, si sviluppò come un'autentica sfera
dell'autonomia privata in opposizione allo Stato, condannando apertamente il modo di
governare fondato su leggi generali, astratte, e depersonalizzate e rivendicando
all'opinione pubblica costituita sul dibattito critico e razionale, la legittimità alla
legiferazione. In concomitanza, l'economia di mercato capitalistica, base portante
della società civile, fornì mezzi e motivazioni per imporre sulla scena pubblica le
pretese della borghesia. Nel momento in cui la sfera pubblica, come società civile, si
contrappose allo Stato, definendolo come spazio impersonale dell'autorità, la sfera
privata della società assunse una rilevanza pubblica
3
.
La società civile, infatti, prendeva forma in antitesi alla autorità statale
depersonalizzata. La conseguenza fu che una particolare élite emancipata arrivava a
pensare se stessa sia come parte essenziale del pubblico che come controparte della
pubblica autorità. Si assisteva da un lato alla privatizzazione della società civile,
dall'altro il capitalismo forniva il suo contributo essenziale alla sfera pubblica
nell'istituzionalizzare il libero controllo della libertà produttiva.
L'istituzionalizzazione della sfera pubblica nell'età moderna si basò essenzialmente su
due processi: la rivalutazione dello spazio privato e la nascita della sfera pubblica
3
M Grieco, J. Habermas: le promesse dello spazio pubblico, tratto da www.nelsegno.it.
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letteraria. La rivalutazione dello spazio privato, della famiglia intesa come sfera
dell'intimo, rappresentò la chiave di volta del sistema politico della borghesia.
L'importanza della formazione di una sfera pubblica letteraria, consistette nel fatto
che preparò il terreno ad una politica, che consisteva in un gruppo di privati raccolti in
pubblico che discuteva sulla diversità. Queste esperienze private fecero leva sul
pubblico uso della ragione e sulla crescita della soggettività orientata all'ascolto. É
molto profonda l'intuizione habermasiana che individua il passaggio nodale di
sviluppo di una sfera pubblica democratica nell'educazione ad ascoltarsi l'uno con
l'altro: solo abituandosi alla comprensione nel tentativo di impegnarsi a capire le
intenzioni altrui è possibile la collaborazione e l'elaborazione di un'idea a garanzia
della convivenza nella diversità, un terreno comune su cui incontrarsi e scontrarsi a
partire dalla certezza delle regole condivise.
Nella sfera dell'intimo dello spazio privato, la soggettività di ognuno crebbe orientata
all'ascolto, orientata alla condivisione dei propri sentimenti.
Crescevano i luoghi di incontro dove i privati discutevano di affari e facevano
circolare le informazioni, dibattevano sugli eventi e giudicavano l'amministrazione
statale. I rapporti sociali, lontano dal presupporre l'uguaglianza di status, trascurarono
del tutto la condizione sociale. In politica, la nozione dell'interesse comune nella
“verità” e nel “giusto” assicurava la “nervatura di sostegno” a supporto delle differenti
condizioni sociali. L'idea che la razionalità del migliore argomento e non l'identità di
chi parlava fosse decisiva, divenne un'istituzione.
Con l'avvento delle democrazie di massa la ragione emancipativa della borghesia
13
fondata sull'autonomia del mercato rispetto alla sfera produttiva, cedette il posto,
secondo Habermas, ad una sorta di rifeudalizzazione della società
4
.
Il modello della sfera pubblica borghese presupponeva una netta separazione dello
spazio pubblico dallo spazio privato in modo che la sfera pubblica dei privati raccolti
come pubblico, fungesse da ponte tra i bisogni della società e lo Stato. Da un lato,
quindi, la sfera pubblica formatasi in opposizione al privato, perse la propria
dimensione politica, dall'altro la sfera privata, ridotta alla famiglia vide frantumarsi
l'equilibrio raggiunto tra intimità e lavoro: su entrambi si impose la sfera del sociale,
la condizione di ibridazione tra spazi differenti. La società iniziò ad essere plasmata
dalle spinte corporative dei gruppi di amministrazione e dalle spinte corporative dei
gruppi d'interesse, veri e propri centri oligopolistici di pressione che agivano dietro le
quinte e concedevano ai cittadini una partecipazione politica in larga misura fittizia.
La sfera dell'opinione pubblica dilatata dall'istituzione del suffragio universale e dalle
diffusione dell'informazione, venne svuotata dio potere attraverso la rimozione del
particolarismo degli interessi in conflitto sempre latenti, e attraverso la riduzione della
partecipazione dei cittadini a mera acclamazione plebiscitaria di una scelta politica
preconfezionata.
Nel corso del ventesimo secolo le forme di socializzazione borghesi non si sono
estinte bensì trasformate, adeguandosi ai mutamenti della società capitalistica, ma con
un grande limite: l'astinenza dal dibattito politico e letterario che inizialmente
rappresentava il senso della loro esistenza
5
. Da un lato, la comunicazione pubblica si
4
M Grieco, J. Habermas: le promesse dello spazio pubblico, tratto da www.nelsegno.it.
5
Ibidem.
14
riduce ad una infruttuosa ricezione individuale senza dibattito, che uniforma la
rimozione del discorso critico comportando la depoliticizzazione dello spazio
pubblico e il suo inevitabile impoverimento, dall'altro l'espansione dell'accesso alla
dimensione pubblica (simbolo di partecipazione dell'intera comunità politica
all'interesse generale) si risolve nell'incapacità della maggioranza di apprezzare le
istituzioni democratiche e di impegnarsi per migliorarle e valorizzarle. Per Habermas,
lo spazio pubblico governato dalla ragione rischia il declino, poiché la pubblica critica
lascerà poco a poco il posto ad una pubblicità di manipolazione al servizio di interessi
privati. La comunicazione è ridotta ad una serie di riti di acclamazione, lo spazio
pubblico si limita ad essere un palcoscenico per la messa in scena di eventi pubblici e
perde la sua natura originaria di luogo nel quale si argomentano e si formano opinioni
ed idee.
La dicotomia tra lo spazio pubblico e la sfera privata pare non aver esaurito il proprio
potenziale espressivo, continuando a suscitare interesse in quanti, a vario titolo,
cercano di tracciare una nuova semantica delle moderne società democratiche. Il
concetto di spazio politico è stato ripensato alla luce delle trasformazioni nell'era
moderna.
Lo spazio pubblico è arrivato all'eccessiva frammentazione dettata da una prevalenza
del singolo sulla collettività, l'individuo e la sua soggettività divengono il perno
principale, è indeboliscono il senso comune e creano le condizioni per una nascita di
una supremazia dello spazio privato sullo spazio pubblico. Anche la sfera privata cede
parte della propria intimità al pubblico attraverso l'accessibilità ai propri pensieri e
15
alle proprie emozioni. Basti pensare ai continui format televisivi cosiddetti reality
dove la vita privata quotidiana del cittadino si trasforma in un modello di
intrattenimento collettivo. Internet, strumento di comunicazione di massa farà il resto,
rendendo visibile la vita di milioni di persone ad altri milioni di persone sparse per il
mondo. È quello che ha sostenuto Daniel Innerarity, professore di storia della filosofia
presso l'Università di Saragozza, nel testo Il nuovo spazio pubblico nel quale constata
come il confine tra l'azione pubblica e l'intimità privata tende ad essere sempre più
labile
6
.
Ciò che emerge dalle riflessioni di Innerarity conducono alla morte dello spazio
pubblico. Esso, per continuare ad assolvere le sue funzioni sociali e politiche,
necessita allora di nuovi paradigmi che sappiano interpretare i cambiamenti provocati
dalla contemporaneità.
1.2 Spazio pubblico e sfera privata
La sfera pubblica è un prodotto essenzialmente moderno. L'idea di base è che la sfera
pubblica nasce e si sviluppa con il rafforzarsi delle istituzioni democratiche
rappresentative e con l'evoluzione del concetto di pubblico. L'esperienza della polis è
stata una delle esperienze partecipative storicamente più significative, capaci di
influenzare il pensiero di autori come la filosofa hannah Arendt.
La polis era strutturata in modo che le disuguaglianze non fossero evidente sul piano
della partecipazione politica. Essa si basava su una netta separazione tra la sfera
6
A. Vittoria, Il nuovo spazio pubblico, Daniel Innerarity, in www.tafter.it,2008
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politica e quella domestica, e mentre la libertà risiedeva esclusivamente nella sfera
politica, la sfera domestica era il luogo e dove v viveva e sedimentavano le
disuguaglianze.
Nella sfera domestica non vi era la libertà, essa non esisteva. Il capofamiglia era
l'unico depositario della libertà ed era l'unico che poteva partecipare alle attività
politiche. La libertà politica era legata ai legami di parentela, di vicinato o di amicizia.
Vi era una quasi totale assenza dei diritti individuali, infatti, il cittadino poteva si
partecipare e discutere dei problemi comuni, ma solo nella misura in cui non si
problematizzava la polis come unico modello di comunità e non si metteva in
discussione la supremazia della stessa.
Per fare ciò c'era bisogno di un istituto democratico sopraggiunto solo con l'avvento
della modernità: il diritto di libertà individuale
7
.
I teorici della democrazia moderna hanno subito il fascino della polis per via delle sue
caratteristiche, come l'uguaglianza nella partecipazione e nell'accesso al discorso
pubblico e alle sue decisioni. E' in questo senso che la polis ha certamente esercitato
una discreta influenza sulle concezioni moderne di democrazia, soprattutto per via del
nucleo normativo che la caratterizza, ovvero l'uguaglianza come reciprocità. Dopo
queste brevi considerazioni, possiamo dire che la sfera pubblica non è un prodotto
moderno, essa è piuttosto il frutto di un lento processo cominciato nelle città-stato
greche e che la modernità ha avutola sua massima espressione. Come scrive la Arendt:
«Il sorgere della città stato significò per l'uomo ricevere accanto alla sua vita privata
una sorta di seconda vita, il suo bios politikos. […] di tutte le attività necessarie e
7
Tommaso Ederoclite, rivista scienze politiche e sociali, Sfera pubblica, 2009.
17
presenti nella comunità umana , solo due erano stimate politiche e costitutive di quello
che Aristotele chiamo il bios politikos cioè l'azione (praxis) e il discorso (lexis), da cui
trae origine il dominio degli affari umani, dal quale ogni cosa meramente necessaria o
utile è rigorosamente esclusa
8
.
La sfera pubblica quindi nasce nell'antichità ma si sviluppa solo con l 'affermazione
della modernità.
«La sfera pubblica era riservata all'individualità era il solo posto dove gli uomini
potessero dimostrare il loro effettivo e insostituibile valore»
9
.
Tipico delle società moderne è il processo di individualizzazione attraverso la quale la
sfera pubblica è andata lentamente frammentandosi. In questo contesto la sfera
politica è diventata autonoma differenziandosi cosi da quella economica, indicando in
questo modo una graduale emancipazione del singolo dalla autorità politica. L'identità
del cittadino non si forma più in esclusiva indipendenza dal contesto fattuale delle
leggi e tradizioni della propria città, ma nell'ambito più astratto, di un'identità
orientata ai principi generali di orientamento all'agire.
«L'eccellere stesso, aretè, come l'avevano chiamato i greci, è sempre stato
caratteristico della sfera pubblica dove si poteva distinguere dagli altri eccellendo.
Ogni attività compiuta in pubblico può raggiungere una eccellenza mai conseguita in
privato. Infatti l'eccellere ha bisogno della presenza degli altri, e questa a sua volta
come requisito formale l'esistenza di un pubblico costituito dai propri pari e che non
8
Hannah Arendt, Vita Activa. La condizione umana, Ed. Bompiani, 2008.
9
Ibidem.
18
può essere la casuale presenza abituale dei propri uguali o inferiori»
10
.
Possiamo tracciare due modelli di sfera pubblica, che sono emersi nell'arco della
modernità. Abbiamo innanzitutto un modello liberale di sfera pubblica nella quale
l'individuo è l'espressione di una razionalità economica e di mercato e quindi
inevitabilmente il soggetto è inteso come un puro agente economico in opposizione
alla sfera politica. L'individuo liberale viene concettualizzato come titolare di diritti di
una sfera privata insondabile e insindacabile che non può essere fatto oggetto di
discussioni pubbliche.
Nel modello liberale la sfera pubblica ha in particolare la funzione di osservazione,
controllo e limitazione del potere statale. Il pubblico è da questo punto di vista
l'istanza principale del controllo del potere. Il modello incontra però dei limiti nel
momento in cui cerca di spiegare la funziona e l'utilità dei discorsi pubblici l'impatto
che hanno sulle vedute dei singoli.
Il modello repubblicano invece propone una nozione profondamente politica di
individuo, incentrata sulla sua capacità di costruire la propria individualità nel corso
dei processi pubblici di auto definizione. Infatti, nel modello repubblicano, i diritti
politici di maggiore peso sono i diritti politici di partecipazione che si esercitano in un
quadro di democrazia deliberativa. L'obbiettivo principale del processo politico nel
modello repubblicano non è quello di pervenire al controllo delle leve amministrative
del potere statale quanto quello di acquisire e tenere vico un potere comunicativo, e
delle virtù civiche che si pongono come antagonistiche nei confronti del potere
politico e amministrativo dello stato.
10
Hannah Arendt, Vita Activa. La condizione umana, Ed. Bompiani, 2008.