5
soggetti integrati nella società e rispettosi del contesto economico, sociale e
ambientale nel quale operano. La loro responsabilità verrà ulteriormente
ampliata ed inquadrata non solo in termini normativi e vincolistici ma in
chiave etico-sociale in quella che viene ormai definita l’accountability,
1
nozione che sottintende un rapporto armonico tra imprese, istituzioni e società
finalizzato alla capacità reale di soddisfare la domanda di servizio dell’utente.
I principi che emergono dal disegno di legge Fassino – tra i quali
spiccano la tutela del cliente, la sua libertà di scelta, la cultura della qualità, il
monitoraggio del mercato delle prestazioni, le regole deontologiche e
l’informazione al pubblico - propongono in effetti un cambiamento di
mentalità e di ruolo degli Ordini professionali che evidentemente si rifletterà
sull’organizzazione dei relativi servizi. Le professioni intellettuali, dunque,
saranno chiamate a ripensare l’erogazione delle proprie prestazioni nell’ottica
della partecipazione, della qualità, della concorrenza e della innovazione
tecnologica. Alla stessa stregua decisivo sarà il ruolo delle strutture di vertice
delle stesse professioni, Ordini e Federazioni, coinvolti nell’opera di
ammodernamento dei servizi offerti agli iscritti agli albi, implementando il
tradizionale ruolo di tutela della professione con quello di promotore della
qualità dei servizi offerti nell’ambito della professione.
1
Cfr. Saà M. (1999), «Per una cultura dell’accountability, 10.
6
Il disegno di legge sulle libere professioni, anche se ritenuto da più
parti modificabile in senso più liberale e concorrenziale,
2
indubbiamente attua
un cambio di prospettiva, ponendo al centro del proposto intervento
riformatore il consumatore dei servizi piuttosto che il professionista.
La presente indagine, dopo un’attenta analisi di una organizzazione
pubblica, della sua mission e del contesto nel quale svolge le proprie funzioni,
si propone lo studio di come poter organizzare un singolo servizio nella logica
di un’organizzazione di «rete».
L’ente pubblico oggetto dello studio è la Federazione Ordini
Farmacisti Italiani (F.O.F.I.) istituito con decreto legislativo del Capo
provvisorio dello Stato n. 233 del 13 settembre 1946 come ente pubblico con
funzione di rappresentanza degli Ordini provinciali e di tutela e di
promozione dei farmacisti iscritti all’albo.
L’analisi riguarderà in sintesi:
• la mission che storicamente ha dato origine alla nascita delle
associazioni e, in un secondo momento, all’istituzione degli
Ordini professionali dei farmacisti;
• l’analisi del contesto entro il quale la F.O.F.I. si colloca;
2
Cfr. Autorità garante della concorrenza e del mercato (1999), «Riordino delle professioni intellettuali».
7
• le nuove mete che scaturiscono dal citato disegno di legge
Fassino e che dovrebbero guidare gli Ordini e la Federazione
degli Ordini verso un ripensamento della modalità di
realizzazione e di erogazione dei servizi offerti ai farmacisti
iscritti all’albo in funzione dei bisogni dei cittadini;
• la possibilità di costruire una struttura reticolare tra Ministero
della Sanità, Federazione e Ordini provinciali dei farmacisti, e
enti fornitori di attività formative (provider) nell’ambito del
servizio di formazione continua (continuing education).
L’assunto di partenza è che una pubblica amministrazione, nel caso di
specie la FOFI, è sostanzialmente erogatrice di servizi e come tale
inquadrabile, pur nella sua specificità, nella logica aziendale. Fino ad oggi le
organizzazioni del settore pubblico non erano concepite e non avevano alcun
incentivo per operare su mercati aperti.
3
Nei confronti di tale tradizionale
impostazione è in atto un cambiamento di cui sono prova le recenti
introduzioni nel settore pubblico di concetti e strumenti quali direzione per
obiettivi, controllo di gestione, contabilità analitica, efficacia ed efficienza dei
procedimenti ed economicità dell’azione amministrativa, tutte metodologie
mutuate dalla tecnica di gestione aziendale. Gli apparati pubblici, infatti, si
3
Cfr. Normann R. (1992), La gestione strategica dei servizi, 16.
8
configureranno sempre più quali strutture erogatrici di servizi sviluppati ed
adattati seguendo i cambiamenti del settore dove si collocano le loro attività e
proponendosi, al tempo stesso, come aziende capaci di problem solving in
grado, cioè, di rispondere con flessibilità ai diversi problemi che il “cliente” le
porrà.
9
SERVIZIO FARMACEUTICO
E MISSION DEGLI ORDINI DEI FARMACISTI
1.1 Dalle Associazioni agli Ordini dei Farmacisti: l’evoluzione
della mission e del servizio farmaceutico
Secondo la definizione formulata da uno studioso particolarmente
attento alle problematiche dell’organizzazione del lavoro, “la professione è la
modalità responsabile e socialmente riconosciuta con cui una persona
esercita un ruolo in vista della gestione e dell’innovazione di processi definiti
di servizio (professione come struttura produttiva), modalità che richiede
definite abilità e competenze e regole deontologiche fondate su corpi di teorie
e tecniche conseguite attraverso una storia di curriculum di studi e di
esperienze legittimate da corpi sociali e/o dallo Stato che in un modo o in un
altro certificano o autorizzano la persona ad esercitare la professione. Ogni
specifico sistema professionale – prosegue lo stesso autore – è costituito
insieme da un’idea di servizio, da forme di organizzazione del lavoro e di
istituzione sociale relative a soggetti dotati di elevate conoscenze e
competenze, da un mercato e da un complesso di cultura e simboli: potremmo
chiamare questo sistema una «professional idea», ossia una concezione di
10
servizi professionali offerti agli utenti attraverso forme di lavoro e di
organizzazione, mercato, culture specifiche idonee a realizzare un servizio.”
4
Professione e servizio, dunque, sono necessariamente associati.
Anche altri studiosi si sono confrontati con l’universo delle
professioni intellettuali evidenziandone contenuti (conoscenza di una base di
nozioni scientifiche astratte; auto-regolazione del lavoro; difficoltà per il
cliente di poter valutare la prestazione; produzione di principi deontologici;
identificazione di standard professionali) e finalità (orientamento al servizio
per la risoluzione di problemi strettamente connessi con valori centrali per la
società).
5
In aggiunta a tali impostazioni è possibile considerare la professione
anche nell’ottica della relazione produttore-consumatore: dipendere dalla
competenza di altri, infatti, è una fonte di incertezza per ridurre la quale
nascono vari meccanismi e istituzioni sociali di cui il professionalismo è una
delle espressioni.
6
L’evoluzione della professione del farmacista contiene tutti gli
elementi fin qui descritti e rintracciabili nelle motivazioni strategiche che
4
Cfr. Butera F., in Giannini M. – Minardi E. (1998) «Dalla sociologia delle professioni», 36.
5
La definizione è degli autori della cosiddetta “scuola funzionalista”. Cfr. Tousijn W. (1987), «Tra Stato e
mercato.», 14.
6
Ibidem, 19.
11
hanno dato vita alle prime associazioni di farmacisti seguendo un percorso
comune alle altre attività professionali e scandito dalle seguenti tappe:
• ricerca di “certificazione” attraverso la creazione di associazioni
e codici di condotta;
• delimitazione del ruolo della professione attraverso la
determinazione di una propria area esclusiva di competenza;
• riconoscimento legale come espressione di interesse pubblico.
Il percorso storico che si suole seguire nel raffigurare le evoluzioni di
qualsiasi professione, peraltro, è costellato di date ed eventi quali la prima
legislazione di settore, la costituzione delle prime associazioni o degli Ordini
di categoria. Generalmente la fase legislativa esprime in realtà il segmento
finale di un certo percorso storico. Per questo motivo si possono individuare
tre epoche storiche all’interno delle quali queste tappe si sono susseguite
caratterizzando il ruolo della professione e del servizio farmaceutico:
a) l’età dei mestieri
b) l’età industriale
c) l’età sociale
12
a) - L’età delle arti e dei mestieri e la certificazione della professione
farmaceutica
La nascita delle prime associazioni degli speziali è legata ad una
specifica e concreta esigenza di certificazione professionale per distinguere e
dunque proteggere l’arte della preparazione e distribuzione del farmaco da
chi, con scarsa competenza o con cosciente disonestà, concorreva nella
medesima attività. Già dai primi sviluppi della professione, dunque, si
pongono in evidenza le esigenze di certificazione, distinzione, protezione e
concorrenza, in linea con le rivendicazioni di tutte le altre professioni
intellettuali.
Anche le prime farmacie, intese nel senso moderno del termine, che
sorgono all’interno di monasteri, hanno già una struttura alle spalle garante
del servizio: è la struttura monastica, con le sue regole e disciplina, che
assicura implicitamente la correttezza e le qualità morali dei religiosi che si
dedicano alla preparazione e distribuzione dei medicinali nell’ambito della
cura spirituale e materiale della popolazione.
Quando sul finire del Medioevo la professione dello “speziale” –
identificato come esperto nell’arte della preparazione e distribuzione dei
farmaci che fino al XIII secolo rientravano nella competenza del medico – si
diffonde anche al di fuori degli enti monastici, la stessa categoria sente
l’esigenza di operare per “certificarsi” nei confronti di chi esercitava in
13
concorrenza, ma con carente professionalità, lo stesso mestiere rischiando
così di delegittimarlo. E’ dunque la categoria stessa che, spinta dai pericoli di
un’usurpazione e di un discredito dell’attività professionale, si attiva alla
ricerca di una “certificazione sociale” (schema n.1). Il primo “strumento”
predisposto a tale scopo si rintraccia in una sorta di giuramento deontologico
sottoscritto a Lucca nel 1111 da speziali e cambiavalute
7
(schema n.2).
PRODUTTORE E
DISTRIBUTORE DEI FARMACI
FATTORI DI INCERTEZZA CONSUMATORE DEI
FARMACI
Speziale
servizio di preparazione e vendita
riconoscimento
Utente
Schema n.1: La relazione farmacista-utente nell'età dei mestieri
PRODUTTORE STRUTTURA CORPORATIVA STRUMENTO DI
CERTIFICAZIONE
Speziale religioso Monastero Regole monastiche
Speziale privato Arte Giuramento
Schema n.2: I primi “strumenti” di certificazione dell’attività professionale
7
Il contenuto della lapide, rinvenuta a Lucca nel 1111 sotto il portico della chiesa di San Martino, mostra uno
strano abbinamento tra le professioni di speziale e cambiavalute che si giustifica esaminando la struttura delle
corporazioni i cui compiti erano principalmente il controllo della qualità del servizio e la salvaguardia degli
interessi attuata mediante politiche protezionistiche e il controllo della produzione: in quest’ambito di
“programmazione economica” tutte le Arti si riunivano sotto un'unica bandiera. Cfr. Corvi A. (1997), La
Farmacia italiana, 127.