6
importanti personaggi del samba sudamericano quali Chico Braque de
Hollanda, Toquinho o Vinicius de Moraes, creando un eclettismo
magico e affascinante che accomuna tradizioni, immagini e simboli,
fino a renderli unici e irripetibili nella loro espressività.
L’impegno televisivo, iniziato negli anni Ottanta, risulta rilevante e
prolifico per la collaborazione artistica con il conduttore Pippo Baudo.
Insieme realizzano nuovi spettacoli televisivi che riprendono e
attualizzano i canoni del vecchio varietà, arricchendoli con nuove idee
per sfruttare al meglio i nuovi strumenti di lavoro offerti dal progresso
tecnologico.
La genialità, l’abilità e l’esperienza di Sergio Bardotti hanno dato vita
ad una produzione artistica variegata, che è riuscita ad influenzare la
moda ed il linguaggio di uno specifico medium, dotandolo di propri
caratteri espressivi che, a loro volta, hanno raggiunto un’ampia platea.
Il volere avvicinarsi, in punta di piedi, a una personalità e a una
carriera artistica così vasta è stato sicuramente utile. Ho avuto la
possibilità di toccare con mano il farsi del suo lavoro pur se, allo
stesso tempo, è stato difficile reperire delle fonti che potessero
documentare il suo operato. Quindi ho sentito la necessità di cercare e
poi incontrare collaboratori, familiari e alunni di Bardotti, i contributi
di queste testimonianze arricchiscono le informazioni a mia
disposizione sull’autore e consentono una più autentica comprensione
della sua arte e della sua personalità.
Gianna Bigazzi, Lucio Dalla, Andrea Direnzo, Claudia Endrigo,
Franco Fasano, Andrea Gallo e Vittoria Sigillino da me incontrati in
diverse occasioni, con i loro puntuali interventi ben focalizzano i
diversi punti di vista, con i quali si scopre l’impegno di Sergio
Bardotti e la dimensione della sua poliedricità umana e artistica.
7
Le testimonianze della Signora Isa Bardotti, sua prima moglie, e della
figlia Fiore consentono di riscoprire i variegati interessi, connessi con
l’impegno musicale e televisivo che ha scandito la vita dello stesso.
Nel contempo, grazie alla disponibilità della Signora Carmen Di
Domenico, ho avuto la possibilità di visitare la casa di Formello e in
particolare la stanza dove sono raccolti libri, dischi, premi, foto e
quaderni costituenti un repertorio di ricordi legati a Sergio Bardotti e
al suo lavoro.
L’elaborato scritto è corredato da un prodotto multimediale che
raccoglie le immagini delle interviste intervallate da filmati di
repertorio, tratti da archivi on-line sulla produzione di programmi
televisivi dove Sergio Bardotti ha lavorato come autore.
Fra i vari reperti, prezioso è il video Un giorno come un altro,
gentilmente concessomi da Massimo Amoroso, prodotto nel 1971 le
cui immagini accompagnano Lp Nuove canzoni d’amore di Sergio
Endrigo. Lo stesso diretto da Ugo Gregoretti e sceneggiato dallo
stesso Bardotti, rappresenta, per i tempi in cui viene promosso e
realizzato, un’autentica novità che apre le porte alla produzione di
videoclip italiani, che accompagnano i moderi Cd e trasformano il
genere in immagine.
Il primo capitolo propone considerazioni a sostegno del lavoro e rinvia
al metodo, da me scelto, per la preparazione dell’audiovisivo come
proposto dall’Archivio dello Spettacolo di Palermo, che struttura il
suo percorso in tre fasi: Archeologia, Archiviazione,
Spettacolarizzazione.
Seguendo queste coordinate porto avanti un lavoro sul campo in
direzione della raccolta di materiale, finalizzata per un prodotto
audiovisivo totalmente inedito.
8
Il secondo capitolo descrive l’inizio della carriera di Sergio Bardotti e
il suo proporsi come paroliere, produttore e traduttore musicale.
Vengono riportati i contributi integrali delle personalità, da me
incontrate, che lo hanno collaborato. Il capitolo si conclude
evidenziando l’impegno di Bardotti anche nel cinema e nel teatro.
Il terzo ripercorre, per tappe, la storia della televisione italiana e la
nascita dei suoi generi per individuarne caratteristiche ed evoluzioni,
che hanno permesso a Sergio Bardotti di confrontarsi con i contenuti
proposti dal mezzo.
Il quarto invece è dedicato alla sua attività per la televisione italiana e
si ricordano le trasmissioni, i ruoli e le collaborazioni. Il capitolo si
conclude con le testimonianze di tre giovani e con esse si coglie
l’importanza del poliedrico “mestiere” di Sergio Bardotti, ormai forse
in estinzione.
L’elaborato si completa poi con una sezione riassuntiva che include:
una griglia che cronologicamente segnala tutti i suoi brani musicali,
un indice di tutte le sue partecipazioni al Festival di Sanremo come
paroliere, alcuni testi delle sue più belle canzoni, riproduzioni
fotografiche di copertine di album e singoli da lui realizzati e prodotti
e, infine, articoli pubblicati sul settimanale Tv Sorrisi e Canzoni in
occasione della presentazione ai lettori di programmi quali Fantastico
(1986, 1990), Serata d’onore (1989) Domenica In (1991) a cui ha
collaborato lo stesso Bardotti.
Si fa presente che non si vuole offrire una celebrazione del
personaggio, ma una sua attualizzazione, oggi più di ieri, per il ruolo
assunto nella storia dello spettacolo.
9
Capitolo primo
La metodologia come base della ricerca
1.1. Tra analisi e ricerca
Oggi i generi dello spettacolo e in particolare la musica leggera, la
cinematografia, il teatro e la televisione sono sottoposti a ibridazione
generata in buona parte dall’evoluzione tecnologica e attualizzata,
soprattutto, in relazione agli interessi dei fruitori. Tale confusione
risulta più evidente e palese grazie al ruolo assunto dai media che,
utilizzati da una più vasta ed eterogenea platea, condizionano i gusti,
le tendenze e le aspettative e creano allo stesso tempo nuovi simboli e
interessi culturali.
In tale contesto, come precisa Jérôme Bourdon
1
bisogna tener conto
delle quattro dimensioni: tecnica, organizzazione, contenuto e
pubblico, attraverso le quali si articola ogni singolo mezzo di
comunicazione di massa. I media si costituiscono di tecniche, di
fabbricazione e diffusione attraverso le quali si evolvono.
Il passaggio dalla semplice scrittura alla riproduzione in immagine
fissa e poi in movimento, o alla trasmissione simultanea del suono
attraverso la radio, alla quale poi si sono aggiunte le immagini
televisive, è evidente esempio del progresso tecnico e mediatico a cui
la società moderna è andata incontro. Ogni mezzo così, per poter
essere riconosciuto come tale, deve inevitabilmente inserirsi in
specifiche organizzazioni sociali tese a gestire il prodotto con le
1
Cfr. Jérôme Bourbon, Introduzione ai media, Bologna, Il Mulino, 2001, p. 7
10
professionalità settorializzate le quali ne rendono possibile
l’ideazione, la produzione e la diffusione.
Tale processo porta, di conseguenza, ai contenuti mediatici che sono
soggetti a continua evoluzione legata al miglioramento delle tecniche.
Il pubblico così non è più elemento massificato, limitato alla ricezione
passiva, ma attivo protagonista e promotore, forza condizionante della
produzione artistica.
Entrano allora in gioco competenze, professionalità, creatività e
genialità che consentono il successo del prodotto e, allo stesso tempo,
permettono di individuarlo come riferimento per provare a dare
coerenza all’analisi.
Ecco perché scegliere Sergio Bardotti e seguire quasi
cronologicamente la sua poliedrica esperienza a servizio dello
spettacolo.
Pur tenendo in considerazione, come fa presente Mario Giacomarra
2
riferendosi a Jacques Baudrillard “l’apparire sta per l’essere” e “la
società dei simulacri esalta le relazioni sociali, ma in realtà le nega e
le distrugge”, la figura di Sergio Bardotti consente allo stesso tempo
di poter inquadrare e valutare il senso della problematica portata
avanti da Umberto Eco
3
tra Apocalittici ed Integrati sulla funzione
della tv. Una discussione sviluppatasi sulle opposte reazioni alle
trasformazioni sociali dettate dalla nascita di nuove forme di
comunicazione quali proprio la televisione e il video.
I primi, gli Apocalittici, sostengono che i nuovi media producono
un’anticultura massificante, che senza originalità e con assoluto
2
Mario Giacomarra, Manipolare per comunicare. Lingua, mass media e costruzione di
realtà, Palermo, Ed. Palombo,1997, p. 34.
3
Cfr. Umberto Eco, Apocalittici e integrati, Milano, Bompiani, 1964.
11
conformismo, spingono verso il basso il livello culturale del pubblico,
omogeneizzandolo nella sottomissione alla logica commerciale.
Gli Integrati, dal canto loro, danno risalto alla diffusione della cultura
popolare intesa non come massificazione, ma come ampliamento
dell’orizzonte culturale, e prospettano l’abbattimento delle differenze
di “casta” per permettere l’accesso a risorse e beni culturali, a basso
costo, che ne aumentano la fruizione generale.
Così la musica, il cinema, il teatro e la televisione attraverso la loro
divulgazione esprimono una funzione semantica che, pur differenziata
in generi, necessita di una lettura unitaria e omogenea.
Leggere Bardotti, pertanto, consente di captare tale aspetto al di là
delle comprensibili sollecitazioni emotive che lo stesso può suscitare.
Si avvia quindi l’indagine che, sulla scorta dell’attendibilità
oggettiva, individua gli elementi di riferimento per valutarne il
significato e selezionarne i più rappresentativi.
Il lavoro trova così la sua funzionalità e si organizza sulla traccia di
quanto proposto dall’Archivio dello Spettacolo realizzato
dall’Università di Palermo.
12
1.2. La moderna archivistica.
Negli anni Settanta, grazie al lavoro del prof. Renato Tomasino e
di Michele Mancini, nasce un innovativo metodo di studio legato alle
discipline artistiche che oggi hanno dato origine all’Archivio dello
Spettacolo di Palermo
4
.
La fondamentale metodologia assume come momenti salienti tre fasi
pratiche: archeologia, catalogazione e spettacolarizzazione. Si
precisa che il metodo fin ora è stato effettivamente impiegato
nell’ambito del cinema, del teatro e della performance, ma può essere
usato in qualsiasi ambito dove si voglia esplorare e riportare alla luce
importanti esempi artistici sotto nuova forma.
L’archeologia ha come obiettivo la ricerca di tracce fisiche e
audiovisive nell’ambito del progetto scelto. Rappresenta il momento
più pratico e difficile di un processo laborioso, che richiede metodo e
preparazione alla ricerca di dettagli e frammenti, per raccoglie
testimonianze ed esperienze.
La catalogazione, poi, permette di riordinare tutto il materiale raccolto
sulla base di griglie valutative, che seguono un concetto chiave da
voler proporre. È la fase che tiene più legati alla scrivania, sebbene
oggi i moderni metodi tecnologici facilitano e ampliano le possibilità
offerte sia da un punto di vista della raccolta, sia per inserire nuove
trame.
Si arriva al momento conclusivo, il materiale d’analisi viene
rielaborato sotto nuove forme generando quindi, un nuovo prodotto
dotato di autonomo valore artistico.
4
Cfr. Renato Tomasino (a cura di), Lo spettacolo della memoria: analisi, archeologie e dispositivi
per un archivio di pratiche dell’immaginario, Acquario, Palermo, 1989, p. 21.
13
Ecco un’ulteriore reinterpretazione del precedente messaggio sotto
nuova luce attraverso l’intreccio e la correlazione di generi tra loro
apparentemente differenti.
Questo schema implica a sua volta la possibilità di creare, operando su
lavori già esistenti, dato che molte e diverse possono essere le chiavi
di lettura collegate al punto di vista.
Come fa presente Valentina Valentini
5
“il cinema, la fotografia, la
televisione, il video sono mezzi di captazione e riterazione capaci di
annullare le assenze spaziali e temporali, far sì che «in qualche luogo
ci sarà senza dubbio, l’immagine, il contatto, la voce di coloro che
non vivono più» ”.
La stessa ricorda che oggi l’antropologia visuale
6
costituisce la
frontiera della ricerca poiché lo studio scientifico delle cerimonie, dei
culti e delle tradizioni scomparse di popoli e culture differenti non
contempla più la partecipazione sacrale della magia del rito, bensì
vuole, attraverso il “momento documento”, archiviare l’avvenimento.
La cinepresa è diventata il fondamentale mezzo per raccogliere
l’evento come testimonianza. Essa, nel fare ciò, trasforma l’esperienza
spontanea in una costruzione elaborata, ricreata e modificata per dare
spazio alla funzione tecnologica che ne falsa la veridicità.
5
Valentina Valentini, Teatro in immagine. Eventi performativi e nuovi media, Roma, Bulzoni
Editore, 1987. p. 9.
6
Cfr. Valentina Valentini, Teatro in immagine. Eventi performativi e nuovi media, Roma, Bulzoni
Editore, 1987. p. 27.
14
1.3. Un video percorso…
Il documento audiovisivo che accompagna l’elaborato scritto si
pone come fine quello di omaggiare il percorso artistico e
professionale di Sergio Bardotti, scegliendo le tecniche di
archiviazione e spettacolarizzazione già con successo impiegate
dall’Archivio dello Spettacolo di Palermo. Vengono utilizzati alcuni
filmati di repertorio inerenti ai diversi momenti della sua carriera
artistica, affiancati da inedite interviste video realizzate appositamente
per questo lavoro. I contributi sono forniti da: Isa Bardotti, Lucio
Dalla, Claudia Endrigo, Franco Fasano e Andrea Direnzo.
Questo materiale è pensato come componente realizzativa di un video
percorso, che si pone come obiettivo quello di voler meglio
comprendere l’importante contributo della carriera artistica di Bardotti
al servizio della televisione e della musica italiana.
Egli ha ricoperto per anni differenti ruoli, nascendo artisticamente
come paroliere per numerosi talenti della musica leggera italiana dagli
anni Sessanta ad oggi, quali Sergio Endrigo, Lucio Dalla, Ornella
Vanoni, Gino Paoli e Gianni Morandi.
Importante è il suo contributo come autore e produttore televisivo,
dagli anni Ottanta, lavora per trasmissioni che oggi sono considerate
passaggi fondamentali nella storia della televisione italiana, da
Fantastico al Festival di Sanremo passando per Domenica In.
Il suo compito è quello di preparare e amalgamare il contenuto per poi
presentarlo sulla scena e, in particolare, diverse sono le sigle che ha
firmato per i programmi sopra citati. Queste produzioni presentano
allo spettatore tutti gli ingredienti che contraddistinguono lo
spettacolo, caratterizzandolo e introducendolo, rendendolo
15
riconoscibile e identificabile sia da un punto di vista estetico che
semantico.
Si è così in linea con quanto Ennio Simeon
7
propone riferendosi al
lavoro dell’inglese Philip Tagg, rappresentante di quella branca
dell’estetica che studia appunto la pubblicità e i suoi metodi espressivi
quali trailer e sigle di programmi.
Una sigla è una forma di espressione breve, considerata autonoma
rispetto allo spettacolo in cui è inglobata. Essa segue stilemi differenti
rispetto al resto della trasmissione, assumendo funzione affettiva e di
identificazione mnemonica tese a catalogare l’ambiente sociale e
l’esperienza comune che il programma vuole ottenere dal pubblico.
“Il creare da dietro le quinte” del Bardotti risulta essenziale per la
commistione coreografica della scena dove tutti i suoi elementi creano
un nuovo linguaggio.
L’audiovisivo, che accompagna il lavoro, viene impostato come un
video percorso, cioè, un viaggio scientifico creato come un breve
programma televisivo che racconta i traguardi e le conquiste della
musica leggera e della televisione italiana, attraverso l’operato
silenzioso di Sergio Bardotti.
Le testimonianze della prima moglie Isa e della figlia Fiore, incontrate
a Ostia Antica, presentano il personaggio regalando qualche bel
ricordo legato alla casa di Mentana, vero e proprio laboratorio
creativo.
La signora Isa ricorda:
È stato Pippo Baudo a farlo lavorare in tv, oltre allo scrivere, era
bravissimo a organizzare tutte le scalette del programma, nel decidere
7
Cfr. Ennio Simeon, Per un pugno di note. Storia, teoria, estetica della musica per il
cinema, la televisione e il video, Milano, Ruggenti, 1995, p. 80.