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1.0 - PREMESSA
Il deposito e la conservazione dei prodotti liquidi è un problema che ha
preoccupato l’uomo sin dall’età della pietra; egli, infatti, ha utilizzato
recipienti per conservare i liquidi vitali come l’acqua, costruiti inizialmente
con pelli di animali passando successivamente ai recipienti di pietra, di
terracotta, di bronzo e in acciaio.
La capacità di tali serbatoi è andata gradualmente aumentando con le
necessità della vita sociale e nell’era industriale, la quantità di prodotti
liquidi che è necessario stoccare, sia nella fase di trasformazione sia nella
fase di utilizzazione, è enormemente aumentata. Il materiale che si è
rivelato più adatto a contenere una vasta qualità di liquidi è l’acciaio anche
perché ha proprietà elastiche e resistenti che ben risolvono i problemi
progettuali ed esecutivi. Vi è da considerare, inoltre, che molti prodotti
liquidi industriali non potrebbero essere immagazzinati in serbatoi in
cemento armato a causa delle loro piccolissime dimensioni molecolari (ad
es. gasolio, benzine, ecc.) alle quali il calcestruzzo è permeabile.
I progressi registratasi nel campo della saldatura hanno incentivato l’uso di
serbatoi metallici di grandi capacità che ben si adattano a qualsiasi esigenza
industriale.
Lo sviluppo di questo elaborato affronta il dimensionamento statico-
idraulico dei serbatoi metallici fuori terra a tetto fisso che lavorano a
pressione atmosferica utilizzando i calcoli classici della statica dei fluidi.
Tali calcoli terranno conto delle norme armonizzate europee recepite dallo
stato Italiano con i contenuti del “Testo Unico - Norme Tecniche per le
Costruzioni” di cui al D. M. 14 gennaio 2008 e delle “Istruzioni per
l’applicazione delle NTC” emesse dal Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici e pubblicati in G.U. il 26 febbraio 2009 oltre che delle “Istruzioni
per la valutazione delle azioni e degli effetti del vento sulle costruzioni”
emesse dal CNR (DT 207/2008). Si terrà conto, inoltre, del parere
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favorevole all’adozione degli Annessi Tecnici Nazionali agli Eurocodici,
altrimenti detti Appendici Nazionali (del 24.09.2010 e del 25.02.2011) da
parte dell’Assemblea Generale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
che costituisce la necessaria tappa tecnica propedeutica alla loro adozione
formale.
I risultati saranno confrontati con le norme API STANDARD 650
(American Petroleum Institute) 11
th
Edition aggiornate al 1° febbraio 2012
utilizzate dalle industrie nella costruzione di serbatoi metallici saldati.
7
2.0 - FATTORI CONDIZIONANTI LA PROGETTAZIONE
Per dimensionare le parti componenti il serbatoio è necessario prendere in
considerazione numerosi fattori:
1) Sicurezza e prestazioni attese
2) La pressione idrostatica
3) Il carico della neve
4) L’azione del vento
5) L’azione sismica
6) Il peso proprio del serbatoio
7) La temperatura ambiente e di lavoro
8) La corrosione
9) Gli accessori
10) Le sovrapressioni idrauliche
2.1 – SICUREZZA E PRESTAZIONI ATTESE
La progettazione dei serbatoi deve prendere in considerazione la sicurezza
e le prestazioni attese considerando l’insieme delle probabilità di
superamento degli stati limite che si possono verificare durante la vita
normale prevista per l’utilizzo del serbatoio.
2.1.1 – Vita nominale.
La vita nominale di progetto (V
N
) di una struttura è intesa come il periodo
di tempo nel quale la struttura, regolarmente manutenzionata, deve potere
essere usata per lo scopo al quale è destinata.
I livelli di sicurezza da garantire devono essere precisati in termini di
probabilità annua di collasso e si esprimono imponendo un limite superiore
al valore accettabile di tale probabilità. I loro valori risultano da un
compromesso con valutazioni economiche e sono condizionati all’ipotesi di
garanzie di qualità in costruzione e mantenimento, tali da escludere la
possibilità di errori grossolani.
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Indicativamente la vita nominale di progetto delle diverse tipologie di
strutture è:
- < 10 anni: per strutture provvisionali e strutture in fase costruttiva.
- ≥ 50 anni: per opere ordinarie. Riguarda le costruzioni il cui uso prevede
normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l’ambiente e
senza funzioni pubbliche e sociali essenziali. Industrie con
attività non pericolose, reti viarie e ferroviarie la cui interruzione
non provoca situazioni di emergenza.
- ≥ 100 anni: per grandi opere. Riguarda le costruzioni il cui uso prevede
affollamenti significativi, industrie con attività pericolose per
l’ambiente, reti viarie e ferroviarie la cui interruzione provochi
situazioni di emergenza e costruzioni con funzioni pubbliche o
strategiche importanti, sociali essenziali.
La scelta delle vita nominale di progetto è compito del Committente di
concerto con il Progettista, secondo gli indirizzi previsti dalla legge, e deve
essere espressamente dichiarata in progetto. Per quanto riguarda i serbatoi è
opportuno inquadrarli nelle costruzioni con vita media ≥ 50 anni o ≥ 100
anni a seconda se contengono rispettivamente prodotti non pericolosi o
pericolosi per l’ambiente.
2.1.2 – Classi d’uso.
Il Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile n. 3685 del 21
ottobre 2003 ha stabilito che il carattere strategico di un’opera o la sua
rilevanza per le conseguenze di un eventuale collasso, sono definiti dalla
classe d’uso.
In presenza di azioni sismiche, con riferimento alle conseguenze di una
interruzione di operatività o di un eventuale collasso, le costruzioni sono
suddivise in classi d’uso così definite:
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Classe I: Costruzioni con presenza solo occasionale di persone, edifici
agricoli.
Classe II: Costruzioni il cui uso preveda normali affollamenti, senza
contenuti pericolosi per l’ambiente e senza funzioni pubbliche e
sociali essenziali. Industrie con attività non pericolose per
l’ambiente. Ponti, opere infrastrutturali, reti viarie non ricadenti in
Classe d’uso III o in Classe d’uso IV, reti ferroviarie la cui
interruzione non provochi situazioni di emergenza. Dighe il cui
collasso non provochi conseguenze rilevanti.
Classe III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi.
Industrie con attività pericolose per l’ambiente. Reti viarie
extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie
la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti
per le conseguenze di un loro eventuale collasso.
Classe IV: Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti,
anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di
calamità. Industrie con attività particolarmente pericolose per
l’ambiente. Reti viarie di tipo A o B, di cui al D.M. 5 novembre
2001, n. 6792, “Norme funzionali e geometriche per la costruzione
delle strade”, e di tipo C quando appartenenti ad itinerari di
collegamento tra capoluoghi di provincia non altresì serviti da strade
di tipo A o B. Ponti e reti ferroviarie di importanza critica per il
mantenimento delle vie di comunicazione, particolarmente dopo un
evento sismico. Dighe connesse al funzionamento di acquedotti e a
impianti di produzione di energia elettrica.
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2.1.3 – Periodo di riferimento e periodo di ritorno
Il periodo di riferimento V
R
entro cui devono essere valutate le azioni su
ciascuna costruzione deve calcolarsi applicando un coefficiente d’uso C
U
alla vita nominale V
N
.
V
R
= V
N
C
U
Il valore di C
U
è definito, al variare della classe d’uso, secondo il seguente
prospetto:
CLASSE D’USO I II III IV
COEFFICIENTE C
U
0,7 1,0 1,5 2,0
Se V
R
≤ 35 anni si pone comunque V
R
= 35 anni.
Il periodo di ritorno, in generale, è definito come l’intervallo di tempo che
intercorre tra due eventi dello stesso tipo.
2.2 – PRESSIONE IDROSTATICA
La pressione idrostatica è la sollecitazione più importante alla quale è
sottoposto l’involucro del serbatoio; essa assume il valore massimo in
corrispondenza del fondo decrescendo sino ad annullarsi all’altezza
massima raggiungibile dal liquido.
La legge fondamentale dell’idrostatica stabilisce che:
p = gh
dove: p = pressione
= densità del liquido
g = accelerazione di gravità
h = altezza massima raggiungibile dal liquido
Si riporta nella Tabella 2.2.1 la densità dei liquidi normalmente
immagazzinati nei serbatoi metallici
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Peso dei liquidi (a temperatura ambiente) in kg/l normalmente immagazzinati nei
serbatoi metallici
Liquido Peso kg Liquido Peso kg
Acido acetico 1,070 Etere di petrolio 0,680
Acido Cloridrico 0,910 Etere etilico 0,740
Acido Cloridrico 40% 1,200 Glicerina anidra 1,270
Acido nitrico 25% 1,150 Latte 1,030
Acido nitrico 100% 1,530 Mercurio 13,595
Acido Solforico 7,5% 1,050 Nafta, Petrolio 0,760
Acido Solforico 87% 1,800 Olio di catrame 1,100
Acido Solforico fumante 1,890 Olio di semi 0,960
Acqua di mare 1,030 Olio minerale lubrificante 0,960
Acqua pesante 1,110 Petrolio illuminante 0,840
Alcool puro 0,790 Potassa caustica 12% 1,100
Anidride carbonica 1,870 Potassa caustica 63% 1,700
Anilina 1,040 Soda caustica 13% 1,150
Benzina 0,800 Soda caustica 60% 1,700
Benzolo 0,900 Solfato di rame 1,150
Birra 1,050 Solfato di zinco 55% 1,400
Bromo 3,190 Soluzione satura NaCl 1,200
Catrame 1,240 Trementina 0,880
Cloroformio 1,480 Vino 1,000
Tabella 2.2.1
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2.3 – IL CARICO DELLA NEVE
Il carico dovuto alla neve è la sollecitazione alla quale può essere soggetto
il tetto del serbatoio. Esso è variabile a seconda della zona ed è preso in
considerazione dalle rilevazioni statistiche delle precipitazioni massime
annue.
L’Italia è stata divisa in quattro zone come dalla seguente Figura 2.3.1 per
le quali la normativa ha fissato un carico al suolo secondo la Tabella 2.3.1.
Figura 2.3.1