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disposizione la sua struttura astratta (il metaverso) e le sue regole di combinazione
(la grammatica di SL) per creare/costruire il testo virtuale delle Sim.
La difficile analisi e comparazione del Metaverso con i videogiochi dipende dalla
differente modalit di fruizione dei testi. In tutt i i videogiochi i ruoli, le funzioni e
gli schemi narrativi sono preordinati e spesso prevedibili. Anche l apparente
imprevedibilit Ł una strategia ed Ł gi stata stabilit a monte del processo di
creazione del gioco. In Second Life nulla potr essere previsto nella costruzione
delle Sim, il percorso narrativo Ł quasi interamente nelle mani del builder a cui Ł
concessa l autorit del creatore, del dio onnipoten te. Anche l avatar, il simulacro
dell utente, nei videogiochi Ł poco piø di un fantoccio con limitate e precompilate
autonomie composizionali. Piccoli spazi di autonomia vengono, talvolta,
individuati in software, cosiddetti aiutanti, che permettono margini gestionali piø
ampi a queste protesi antropomorfe. In Second Llife, invece, la libert di creazione
include a pieno anche l avatar, il quale viene dotato di un linguaggio ulteriore per
attribuirne competenze ancora maggiori.
L incontro tra la semiotica e il Metaverso Ł analiticamente produttiva, non tanto
per il medium in se stesso, quanto per la scienza dei segni che si arricchisce di
nuovi strumenti metodologici, nella misura in cui cerca una conciliazione fra un
approccio generativo e uno interpretativo, da sempre considerati distinti e
incompatibili.
L integrazione tra una semiotica orientata al ruolo dell utente e una indirizzata a
quella della struttura del testo Ł stata una necessit che speriamo possa aver
prodotto qualche utile indicazione in questo complesso e tortuoso viaggio nel
metamondo.
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Capitolo 1
1.1 La semiotica
La semiotica o semiologia, Ł la disciplina che studia il segno e i fenomeni di
significazione e comunicazione.
Le origini risaligono ad Agostino di Ippona, vissuto tra il 354 e il 430 d.C., che
nel suo De doctrina christiana definisce accuratamente gli oggetti di studio
della semiotica, all interno di una relazione non piø biadica (una cosa che rinvia a
qualcos altro) ma tetradica: qualcosa sta per qualcos altro per qualcuno in certe
circostanze2.
La semiotica contemporanea, invece, deve necessariamente identificarsi nelle
opere del filosofo statunitense Charles Sanders Peirce da un lato e in quelle del
linguista ginevrino Ferdinand de Saussure, dall altro.
Convivono gi dall inizio due differenti prospettiv e: una filosofica, legata alle
teorie di Peirce, e una linguistica derivata dalle teorie di de Saussure. Proprio da
queste differenti prospettive nascer inizialmente anche una differente
denominazione della disciplina. Sar il filosofo in glese John Locke che nel 1690
user per primo il termine semiotica in una accez ione filosofica. Parleranno di
semiologia, invece, soprattutto i linguisti come de Saussure, Louis Trolle
Hjelmslev e Roland Barthes3.
Da queste diverse tendenze teoriche sono derivate, ovviamente, anche diverse
prospettive all interno della semiotica contemporanea.
1.2 Semiotica del testo
Il testo, dal latino textus (tessuto o trama), Ł un insieme di parole correlate tra loro
per costituire un unit logico-concettuale. E un o ggetto che, a partire da
convenzioni linguistiche, permette la comunicazione, tra due soggetti, attraverso
lo spazio e il tempo.
2
Cfr. S. GENSINI, Manuale della comunicazione, Roma, Carocci, 2004, pp. 28-30.
3
Mentre semiotica consente la derivazione dell ag gettivo (studio semiotico), non permette il
nomen agentis (semiotico = studioso di semiotica), mentre semiologia lo permette (semiologo =
studioso di semiologia). Cfr. N. CANTONI e N. DI BLAS, Teoria e pratiche della comunicazione,
Milano, Apogeo, 2002, p. 4.
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La semiotica intende per testo una unit linguistic a che funziona in modo unitario
e autonomo dal punto di vista sia formale che semantico, per determinati soggetti
in una data situazione concreta. Pu essere esteso a qualsiasi tipo di linguaggio e
ha confini ben determinati. In alcuni testi questi confini, cioŁ l inizio e la fine,
sono molto precisi, in altri lo sono di meno come nel caso dei testi televisivi, dei
videoclip, degli ipertesti di internet, all interno dei quali Ł difficile rintracciare
una fine e a volte anche un inizio4.
Il senso di un testo Ł qualcosa di globale che non corrisponde alla semplice
somma dei significati delle frasi che lo compongono. La sua nozione viene
ampliata per identificare qualsiasi oggetto semiotico dotato di una particolare
struttura e mirato ad ottenere una particolare serie di scopi comunicativi. In questa
accezione semiotica il testo non Ł piø solo scritto, ma pu essere costituito da
diverse sostanze dell espressione o forme mediali.
Il testo Ł:
qualunque porzione di realt che sia dotata di sign ificato per qualcuno; di cui si possano
definire chiaramente i limiti cui si riesce a distinguere il testo da ci che ne sta fuori; che
si possa scomporre in unit discrete, secondo piø l ivelli gerarchici di analisi, dal piø
concreto e superficiale al piø astratto e profondo; e secondo criteri oggettivabili.5
1.3 La scuola strutturalista
Lo strutturalismo Ł un movimento affermatosi negli anni sessanta che ha
considerato il testo letterario, la creazione pittorica, filmica, ecc come un
insieme, scomponibile, di tanti elementi il cui valore viene definito dal rapporto
che ogni singolo elemento ha con tutti gli altri6. Lo strutturalismo si occupa
dell analisi dei meccanismi formali che creano le caratteristiche comunicative,
artistiche ed estetiche. La semiotica estende tali relazioni non solo alla forma ma
anche ai contenuti. Il testo, l opera testuale, viene analizzato prescindendo dai dati
biografici e sociali dell autore.
4Wolfgang Dressler individuer sette requisiti comun i a qualsiasi tipo di testo: la coesione, la
coerenza, l intenzionalit , l’accettabilit , l’info rmativit , la situazionalit e l’intertestualit
5
COSENZA, Semiotica dei nuovi media, p. 2.
6
Mentre il gestaltismo considera ogni singolo ele mento, o percezione, come una totalit
organizzata e che, una struttura che definisca il tutto sia sempre diversa dalle singole parti.
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All origine di tutti gli strutturalismi moderni c Ł la linguistica strutturale di
Ferdinand de Saussure, che con le sue analisi linguistiche sincroniche (condotte in
un determinato momento, a registrare un particolare stato del sistema) cerca di
scoprire l insieme delle relazioni che legano i gruppi di elementi di una
determinata struttura.
Proprio la relazione fra i termini , individuata d a de Saussure, verr riproposta da
Vladimir Propp nel 1928 in Morfologia della Fiaba 7.
Propp elabora un modello , composto da trentuno f unzioni narrative e da
quattro principi , che reggono tutto il genere del la fiaba di magia russa8. La
ragione d essere e l astrazione di tale modello Ł dovuta all individuazione di
precisi elementi costanti e ricorsivi al di sotto della semplice superficie testuale.
Claude LØvi-Strauss, nelle sue analisi sul mito, critica fortemente il modello
troppo formalistico di Propp poichØ questi, a suo avviso, disinteressandosi dei
livelli superficiali del testo non riesce a intravedere quella semantica profonda ,
fatta di valori contrapposti che orienta lo svolgersi delle azioni. LØvi-Strauss
sostiene che il modello proppiano Ł sostanzialmente morfo-sintattico: indica le
forme, le regole di concatenazione degli elementi narrativi ma si disinteressa
completamente del significato che invece sta l a indicare l eterno conflitto fra
libert individuale e bene collettivo 9.
Algirdas Greimas che assume il testo come sostituto del segno, apre a una nuova
nozione di testo: la narrazione diventa il modello generale della produzione del
senso e della comunicazione.
Greimas utilizza l idea di una sintassi delle funzioni narrative di Propp,
riformulandole in un nuovo modello e un nuovo sistema in una forma logica di
quadrato semiotico 10 e utilizza l idea di una semantica profonda, in relazione di
contrariet , che LØvy-Strauss aveva intravisto nelle analisi dei miti11.
7
V. PROPP, Morfologia della fiaba, Torino, Einaudi, 2000.
8
Cfr. M. P. POZZATO, Semiotica del testo, Roma, Carocci, 2004, pp. 21-28.
9
Cfr. EAD. pp. 29-36.
10
Il quadrato semiotico Ł una struttura che Greimas pone a un livello profondo e astratto che
fornisce la base logico-semantica alle operazioni narrative che attraverso una conversione
diventano uno schema narrativo canonico. A relazioni logiche astratte corrisponderanno relazioni
soggettive concrete orientate verso un valore.
11
Anche se LØvi-Strauss rimarr perplesso e critico verso lo schema greimasiano.
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L elaborazione di un percorso generativo del senso sar formato da uno Schema
narrativo canonico e piø in generale da una gramma tica narrativa12.
( ) il senso Ł colto dagli esseri umani solo se vie ne articolato narrativamente. Se si vuole
affermare o negare qualcosa, si mettono in scena dei soggetti che gareggiano fra loro per
ottenere o allontanare da sØ quella cosa.13
Il testo per Greimas Ł tale, semplicemente, quando Ł interpretabile (o
significativo) da qualcuno e non soltanto quando Ł stato appositamente costruito
per significare. Il mondo stesso Ł organizzato semioticamente gi solo per il fatto
di essere un ambiente nel quale l uomo si muove e agisce.
In definitiva l idea di fondo Ł una semiotica come perno di qualsiasi analisi
culturale, dal momento che la comunicazione Ł un fenomeno indispensabile e
centrale nella vita dell uomo. Lo sguardo epistemologico di Greimas Ł quello di
una ricerca di un metodo di analisi il piø possibile aderente a quelli utilizzati per
le scienze esatte. Solo lo spostamento verso l astrazione pu creare quei
meccanismi universali che aveva utilizzato de Saussure per dare vita alle categorie
linguistiche.
La semiotica diventa ontologica: guarda il mondo e ne ritaglia gli oggetti che ne
fanno parte secondo proprie categorie.
mile Benveniste proprio guardando al testo introdu ce il concetto di enunciatore.
Nel testo orale il parlante si appropria del linguaggio e la lingua si concretizza nel
momento in cui il parlante la utilizza; nel testo scritto, invece, l io Ł legato a un
personaggio immaginario all interno del testo che non pu essere l autore
empirico ma l enunciatore. I simulacri testuali dell emittente e del ricevente sono
i deittici che rimandano ai soggetti parlanti. Il testo dentro di se porta le tracce di
chi l ha prodotto e di colui al quale Ł destinato. I deittici, all interno della
narrazione, restano ancorati al testo e nel momento in cui l enunciazione viene
prodotta si perdono, pur restando intatti i riferimenti al narratore.
Per Greimas l enunciazione Ł richiamata dai riferimenti insiti nel testo attraverso
una sua immagine, un suo simulacro. L enunciazione enunciata 14 Ł la presenza
12
Cfr. POZZATO, Semiotica del testo, pp. 37-57.
13
POZZATO, Semiotica del testo, p. 62.
14
Cfr. EAD., p. 61.
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all interno del testo, delle marche dell enunciazio ne che richiamano la situazione
originale oramai persa. La situazione dell enunciazione viene inserita nel testo,
nell enunciato ma solo attraverso una sua immagine.
1.4 L analisi in forma enciclopedica
Umberto Eco, pur ammettendo che l uso di certe categorie Ł un buon metodo per
analizzare la societ , sostiene, a differenza di Gr eimas, che nella societ non
esistono le categorie. Egli nel riprendere la concezione peirciana di segno15,
descrive le diverse tendenze teoriche nell analisi testuale, individuando una base
comune tra quella di prima generazione (struttura lista) e quella di seconda
generazione (pragmatica).
( ) entrambe le teorie ammettono che l interpretazi one di un testo Ł anche (se non
principalmente) dovuta a fattori pragmatici e che pertanto un testo non pu essere
affrontato sulla base di una grammatica della frase che funzioni su basi puramente
sintattiche e semantiche. 16
Il passaggio generazionale che la semiotica pragm atica compie rispetto a quella
strutturalista Ł la consapevolezza che per capire un testo Ł necessario
comprendere, oltre alle regole di una grammatica, quei termini isolati come
sistemi di istruzioni orientate al testo . In sosta nza la semiotica deve
necessariamente passare da un analisi in forma di dizionario a una in forma di
enciclopedia 17.
L enciclopedia immaginata da Eco Ł un reticolo testuale in cui qualsiasi cosa
interpreta qualsiasi altra . E il lettore che sce glie l universo del discorso che
giudica piø pertinente, ed Ł il testo che configura un ruolo al lettore.
Se in Greimas il lettore Ł assente, in Eco il lettore Ł attivo e conferisce al testo
quel plusvalore di senso che sveglia il meccanismo pigro e aiuta il testo a
funzionare.18
15
U. ECO, Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Milano, Bompiani,
2006, p. 35. Per Peirce non Ł segno solamente una parola o una immagine ma una proposizione e
addirittura un intero libro.
16
ID., p. 14.
17
Cfr. ID., p. 16.
18
Cfr. ID., p. 52.