Tesi Vassalli 50
CAPITOLO 3: “30 12 ”, LE RADICI DEL FUTURO
3.1 LA TRAMA DEL FUTURO
Il romanzo 3012. L ’anno del profeta è un’ope ra che racconta un futuro tetro, brutale e
distopico di una società, quella umana, apparentemente molto diversa da que l l ’a t t ua l e
ma che finisce per coinciderne con la parte più negativa che la caratterizza. Filone
principale del romanzo è la vita di Antalo, il profeta a cui si riferisce il sottotitolo, che
morirà e risorgerà come Gesù Cristo e, sempre come lui, proverà a trasmettere un
messaggio divino senza essere pienamente compreso dai suoi contemporanei.
L ’es pedi e n t e utilizzato d a l l ’ a ut ore è quello del manoscritto ritrovato che, duemila anni
dopo la morte del profeta, avvenuta appunto nel 3012, ne ripercorre la vita e il contesto.
Vassalli dunque in questo romanzo fa storia con una materia che è passato per il
narratore, futuro per il lettore e presente per il protagonista, in una mescolanza
temporale senza precedenti:
Correva, allora, nel mondo che era stato cristiano, l ’ anno 3012 de l l ’ Ev o Antico;
mentre nei paesi che erano stati influenzati dalla predicazione di Maometto, era da
poco iniziato l ’ ann o duemilaquattrocentotrentaduesimo dal l ’ Egi r a. (Perciò questo libro
ebbe tradizionalmente due titoli, a seconda delle lingue in cui fu tradotto: 3012 o
2432).
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Nei capitoli iniziali viene concesso spazio alla narrazione dei principali eventi storici
che hanno caratterizzato l ’u m a n i t à a partire dal XXI secolo: scoppia una terza guerra
mondiale tra Nord e Sud, nazioni industrializzate e nazioni povere, Cristianesimo e
Islam
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per il possesso e il controllo del petrolio. Una guerra, questa, combattuta con
145
S. Vassalli, 3012. L ’ anno del profeta, Einaudi, Torino, 1995, p. 3.
146
Ivi, p. 8.
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armi atomiche che, oltre a decimare la popolazione, avranno una serie di nefaste
conseguenze s ul l ’a m b i e nt e e la società umana:
[…] il Sud del mondo, armato di bombe atomiche rudimentali ma non perciò meno
nocive, e di altre armi chimiche e batteriologiche acquistate a caro prezzo dai paesi del
Nord, attaccò il Nord, e la “ not t e ne ra” dei fiumi e delle ceneri radioattive avvolse il
pianeta. I ghiacciai dei continenti polari si sciolsero, provocando maremoti, alluvioni
ed altre catastrofi [… ] Intere regioni, tra le più ricche e popolose del pianeta,
diventarono deserti radioattivi; interi popoli, di paesi che avevano avuto una loro
storia una loro civiltà durate migliaia di anni, scomparvero nel volgere di poche
generazioni, sterminati da mali incurabili; molte razze animali e molte razze vegetali
furono distrutte, o si trasformarono in modo imprevedibile e mostruoso.
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A tutto ciò bisogna aggiungere l ’a vv e nt o dei Ci-Acca (Changing Humanity), gente che,
a causa delle radiazioni, nasce con evidenti mutamenti e danni genetici che li rende,
spesso, molto diversi dagli altri uomini, una vera e propria piaga sociale per quella
società:
Il mondo si riempì di Ci-Acca, che la gente normale chiamava mostri. Incominciarono
a nascere uomini e donne senza orecchie o senza naso, con tre o con sei dita per mano,
con la pelle a macchie brune o a macchie violacee o coperta di squame; disgraziati con
due teste e con un solo corpo o con due corpi e un solo cuore, o un solo cervello; teste
enormi su un tronco privo d’ art i , o, al contrario, corpi alti governati da cervelli non più
grandi di quelli di un coniglio o di una gallina.
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Alla terza guerra mondiale seguì la guerra cosiddetta “ de l Drago e dei Sette S e rpe nt i ” ,
combattuta in Asia per far fronte alla crescente scarsità di materie prime e allo
strapotere della Cina che non aveva preso parte al precedente conflitto:
Durò quarantasei anni e non fu combattuta con armi atomiche, perché il pianeta non
avrebbe potuto sopportare un’ al t ra “ not t e n e ra” e si sarebbe trasformato in un deserto
di crateri, simile alla Luna; ma con altre armi, se possibili, altrettanto terribili, e
147
Ivi, pp. 8-9.
148
Ivi, p. 9.
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principalmente con i gas. Furono i gas che fecero morire in pochi giorni le popolazioni
di città alveare come Calcutta e Shangai, e che indussero i contendenti ad accettare un
armistizio senza né vincitori né vinti, in un mondo che invocava con tutte le sue forze
una sola cosa: la pace!
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E sarà proprio una società governata dalla pace, o meglio, dal governo della Società
mondiale della Pace, nata nel 2510, a fare da sfondo alle vicende del protagonista, dalle
quali emergeranno tutte le conseguenze nefaste di questo nuovo e “ pa c i fi c o” regime.
Antalo Merlini nasce infatti nel 2988, nella città italiana di Fellinia, estesa su tutta la
riviera romagnola. Al momento della sua nascita, la società umana è già molto
progredita, t a nt ’ è che ormai si è emancipata dallo sfruttamento di combustibili fossili o
nucleari, per sfruttare invece una nuova fonte energetica, pulita e a buon mercato: la
jella, derivante da l l ’e ne rg i a grezza della mente umana (Eum) e alimentabile soprattutto
dai sentimenti d’odi o che, in questa società della pace, vengono paradossalmente
sostenuti e favoriti dal governo:
La jella - dicevano i commentatori dei notiziari tridimensionali, piangendo e balbettato
per l ’ e m ozi one - aveva messo in moto, davanti ai loro occhi, la locomotiva di un treno
subsonico; la jella aveva fatto franare una montagna […]; la jella aveva fulminato un
cane a diecimila miglia di distanza [… ]
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Dopo essere cresciuto, Antalo inizia a lavorare presso un centrovita, dove la gente può,
ad un caro prezzo, vivere esperienze alternative a quelle della propria vita,
immergendosi in una sorta di alienante realtà virtuale. Non ben precisato è tuttavia il
suo ruolo all'interno del centro, sappiamo però
Che era addetto al servizio di clienti, e dobbiamo quindi credere che fosse uno di quegli
“ at t or i ” , uomini e donne, che costituivano la parte umana di alcuni programmi. C ’ e r a
infatti la possibilità, al Rosamunda di Fellinia come nei migliori centrivita di tutto il
pianeta, di rendere le storie che si vivevano ancora più realistiche, introducendovi
uomini e donne in carne ed ossa […]
151
149
Ivi, p. 11.
150
Ivi, p. 15.
151
Ivi, p. 28.
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L ’e ve nt o focale della storia del nostro futuro profeta è l ’a rri vo, un giorno, di
un ’affas c i nan t e donna bielorussa che, dopo averlo sedotto, lo invita a trasferirsi nella
sconfinata città di Energia
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, capitale del nuovo mondo della pace e della sostenibilità.
Antalo, ignaro di ciò che lo attende, accetta l'invito e spende quasi tutti i suoi risparmi
per acquistare un biglietto di sola andata.
Arrivato nella megalopoli, tuttavia, iniziano a manifestarsi avvenimenti strani e
sospetti: prima l ’ i nc ont ro con un'altra donna fatale che prova ad abbindolarlo, poi
l ’ins pie gab i l e agitazione della sua compagna, ansiosa di far firmare ad Antalo dei
presunti documenti di registrazione presso una clinica. Dopodiché, durante l ’a t t ra v e rs a t a
del lago a bordo di uno scafo, egli verrà punto in una spalla e, di fatto, ucciso proprio
dalla sua donna:
Lo abbracciò e Antalo si sentì pungere in una spalla. Tentò di scappare ma non ci
riuscì. Sprofondò, annaspando, dentro una nuvola dorata e un fiato caldo gli alitò
ne l l ’ ore c c hi o: «Stai t ranqui l l o… non può succederti più ni e nt e … sei arrivato a
casa!»
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In una scena tanto ironica quanto chiaramente drammatica ed emblematica
154
, il nostro
protagonista risorge e scopre la verità: attorno a sé vede centinaia di corpi,
evidentemente ibernati, posti dentro dei parallelepipedi di metallo. Prontamente Antalo
prova fuggire, e risalendo le scale per poter arrivare al piano terra, si imbatte in una
serie di stanze ancor più inquietanti:
152
La città di Energia era al l’ e poc a della nostra storia, ed è ancora oggi, la realizzazione più bella e più
grandiosa de l l ’ i ngegno e del lavoro de l l ’ uomo. Una Città-Stato che si estende per centinaia di chilometri
tra il “ s ac r o m a r e ” Bajkal e il lago di Bratsk, avendo inglobato in sé come suoi propri quartieri gli
antichi borghi di Irkutsk e di Zimà, di Selehov e di Angarsk e di Ceremhovo, per non parlare che degli
agglomerati maggiori. Una megalopoli che alterna agli spazi immensi della foresta siberiana di larici e
di betulle, detta taigà, gli spazi altrettanto immensi dei suoi nuovi quartieri, con torri di duecento e
trecento piani, parchi e laghi coperti da cupole trasparenti, mercati dove si compra e si vende tutto ciò
che esiste, edifici d’ abi ta z io ne detti Blocchi e centinaia di strade automatizzate che si riuniscono qui da
ogni parte del mondo, dopo aver attraversato deserti e scavalcato montato montagne [ … ] (S. Vassalli,
3012. L ’ anno del profeta, op. cit., p. 40).
153
Ivi, p. 47.
154
Antalo risorge come Gesù Cristo.
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Salì un’ al t ra scala e fu nel piano degli scorticati: uomini e donne a cui veniva tolta la
pelle un poco alla volta, da una gamba o dalle natiche o dal torace […] Salì ancora.
C ’ e ra un piano di soli bambini, con due bambini in ogni vasca; alcuni erano interi,
alcuni altri, invece, erano già stati fatti a pezzi. I piani successivi erano immensi
depositi di organi conservati in contenitori trasparenti, su scaffalature alte fino al
soffitto: c ’ e rano un piano di soli cuori e polmoni, un altro di fegati e di reni e di
stomachi, un altro ancora di intestini e di apparati genitali. Dopo questi, venivano i
piani delle ossa e delle articolazioni, conservate in un liquido semi-opaco dentro
contenitori trasparenti. Continuando a salire, il nostro eroe arrivò al piano dei cervelli
e dei collegamenti nervosi […]
155
Si tratta della clinica del Santo Naso, adibita non solo a semplici operazioni di chirurgia
estetica, ma a vere e proprie operazioni di ringiovanimento e di allungamento della vita
e che, a l l ’a rri vo di Antalo, esisteva già da due secoli ed era ancora diretta dallo stesso
dottore che l'aveva fondata.
Dopo essere sfuggito da questa imboscata, il nostro eroe si ritrova nudo, senza soldi e
senza il suo terminale d’ i de nt i t à per le strade di Energia quando, miracolosamente, gli si
presenta davanti a sé un uomo che lo accoglie a braccia aperte, avendo que s t ’ul t i m o già
previsto tale incontro grazie ad un sogno premonitore. Si tratta di Attilio Regolo
156
,
capo dei Figli delle Tenebre, una setta che viveva nella ferrovia sotterranea adorando
Ares, dio della guerra. Trascorsi alcuni mesi assieme a loro, Antalo viene aiutato dalla
setta a tornare in superficie, assumendo l ’ i de nt i t à di un tale Toto Esposito e dotandosi di
un nuovo terminale parzialmente attivo. Dovendosi recare al Comitato Centrale dei
Pacificatori (ovvero la sede centrale della polizia di Stato) per riattivare completamente
il terminale e per richiedere un alloggio, assistiamo ad una scena in cui Antalo viene
sballottato da una sala all'altra, in un'infinita ricerca di un ufficiale che prendesse in
carico la sua richiesta. Vicenda, questa, che termina nella maniera più subdola possibile:
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Ivi, pp. 57-58.
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Marco Attilio Regolo è un celebre personaggio storico, ben noto per il suo ruolo nella Seconda guerra
punica (218 a.C. - 202 a.C.) combattuta tra Roma e Cartagine. Catturato e fatto prigioniero dai
cartaginesi, fu mandato presso il Senato affinché convincesse la sua patria ad arrendersi. Tuttavia, Attilio
Regolo fece l’ e s a tt o opposto e, anzi, spinse i romani a continuare il conflitto, conscio delle crescenti
debolezze cartaginesi. Scelta che, come dimostreranno i fatti, si rivelerà vincente, sebbene egli verrà
condannato a morte subito dopo da Cartagine.