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comprendere il mutamento e a padroneggiare le conoscenze e le competenze ritenute
strategiche dalla società.
Da ciò deriva l'accresciuta importanza della famiglia e della scuola, prime fonti di
''costruzione'' della conoscenza e di formazione intesa come pieno sviluppo della
persona, e della conseguente necessità di valorizzare la pluralità delle intelligenze di
ciascun soggetto d'apprendimento, coniugando conoscenze e competenze, facilitando
e garantendo a tutti l'accesso alla formazione integrale.
La nostra società assume sempre più le forme della complessità, mostrando
numerose variabili: da una parte il progresso scientifico, la nuova scienza tecnologica
e l’irrompere della globalizzazione; dall’altra la frammentazione, il pluralismo
ideologico e la cultura sempre più ''eretica'' e differenziata. Tutto questo ha portato
alla nascita del nuovo sistema scolastico, che non poteva essere più pensato come
un’istituzione separata dalla globalità dei processi sociali, ma ne doveva essere parte
integrante.
Anche le dinamiche educative-extrascolastiche hanno, infatti, assunto una
progressiva rilevanza nella logica di un sistema formativo integrato in grado di dare
risposte differenziate alle esigenze formative di una società complessa e globalizzata.
Dagli anni ‘60 in poi la scuola italiana è stata sottoposta a continue trasformazioni e
sperimentazioni, dal momento che veniva giudicata inadeguata e scarsamente
rispondente ai bisogni della nuova società. Pertanto, il continuo mutamento dello
scenario politico-socio-economico e culturale ha indirizzato il sistema scolastico
italiano verso un processo di revisione critica, in sintonia con le esigenze della
società ''globale'' e con le risultanze della più recente ricerca psico-pedagogica, sia
per quanto riguarda le metodologie didattiche e sia per quanto riguarda la necessità di
un docente sempre meno figura ''di ruolo'' e sempre più figura di funzione.
Negli ultimi anni, abbiamo così assistito ad una lunga e travagliata transizione,
caratterizzata da una grande quantità d’ innovative proposte giuridiche, e ai
cambiamenti strutturali che si sono tradotti nella recente Riforma Gelmini, finalizzata
da una revisione globale dell'intera organizzazione scolastica italiana.
Il lavoro di ricerca da me svolto, con la stesura di questa tesi composta da quattro
capitoli, si pone come obiettivo di analizzare alcuni aspetti delle riforme che hanno
interessato negli ultimi anni il sistema scolastico italiano.
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Ho ritenuto opportuno iniziare il primo capitolo parlando della riforma
dell'autonomia scolastica, dal momento che è considerata il cardine intorno al quale
si avvitano tutte le altre riforme scolastiche di tipo ordinamentale e programmatico e
successivamente ho esaminato le ultime quattro riforme scolastiche: Riforma
Berlinguer, Riforma Moratti, Riforma Fioroni e per ultima la Riforma Gelmini.
Nel secondo capitolo ho approfondito i punti che ho ritenuto più interessanti di
queste quattro riforme.
Della riforma Berlinguer ho analizzato la Commissione dei 44 esperti e la riforma dei
cicli scolastici; della riforma Moratti ho presentato e esaminato i tre principali
documenti della riforma: le Indicazioni, i Piani di studio personalizzati e le
Raccomandazioni per la loro attuazione. Della riforma Fioroni ho ritenuto opportuno
porre un particolare accento sulle “Nuove Indicazioni Nazionali” e infine per quanto
riguarda la riforma Gelmini ho analizzato i cambiamenti più importanti: il ritorno del
maestro unico, il tempo pieno, la valutazione e le classi ponte per gli stranieri.
Nel terzo capitolo ho fatto una breve storia dei programmi della scuola, sottolineando
l'importanza dell'introduzione dei moduli che tuttavia spariranno con il ritorno del
maestro unico.
Nel quarto ed ultimo capitolo ho sviluppato l’ analisi del fattore sociale e il modo in
cui influenza l’universo della scuola, cercando di capire se i nuovi cambiamenti
dettati dalla riforma Gelmini rispondo all'esigenza della nostra società.
“Distruggere la prigione, mettere al centro della scuola il bambino,
liberarlo da ogni paura, dare motivazione e felicità al suo lavoro,
creare intorno a lui una comunità di compagni che non gli siano antagonisti,
dare importanza alla sua vita e ai sentimenti più alti che dentro si svilupperanno,
questo è il dovere di un maestro, della scuola, di una buona società.”
Mario Lodi
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CAPITOLO 1 IL PROCESSO DI RIFORMA: ANALISI DELLA
LEGISLAZIONE SCOLASTICA DAL 2001 IN POI
La scuola è oggi una delle istituzioni in cui ognuno di noi ha trascorso o trascorre
molta parte della propria vita, tanto che si può parlare non solo di “mestiere di
insegnante”, ma anche di “mestiere di studente”.
Ciclicamente si levano voci più o meno autorevoli secondo le quali la scuola “è
morta”, è “inutile”, “anacronistica”.ecc....
Io non lo credo. Anzi, credo che la scuola, se formata deve e può svolgere una
funzione formativa essenziale, che altre agenzie formative non possono per loro
natura svolgere. Il punto invece è un altro.
E' vero che il diritto all'istruzione è acquisito, ma è anche vero che la “qualità”
dell'istruzione e della vita scolastica in Italia più che altrove, è minacciata da sempre
dalle continue riforme, troppe volte emanate, solo seguendo uno spirito politico più
che uno spirito pedagogico.
Il primo capitolo, e suddiviso in due paragrafi: Il primo paragrafo ci aiuterà a capire
l'ordinamento amministrativo della scuola e i suoi cambiamenti, mentre nel secondo
paragrafo, presenterò le ultime riforme, partendo dalla riforma Berlinguer fino ad
arrivare alle riforme dei giorni nostri, per arrivare ad un'analisi dei problemi che
affrontano.
1.1. Ragioni e finalità dell'autonomia scolastica
Le nuove esigenze culturali della società hanno spinto verso la ricerca di itinerari
nuovi e del tutto divergenti nei riguardi di una gestione burocratica della scuola,
quest'ultima quasi paralizzata da una miriade di leggi, leggine ed istruzioni
ministeriali.
La trasformazione del sistema formativo italiano è richiesto da esigenze della società
come:
z La globalizzazione dell'economia
z I nuovi linguaggi della comunicazione
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z Il diffondersi dei mezzi di comunicazione di massa
z La società plurietnica
Queste esigenze richiedono agli utenti:
1. Lo sviluppo di capacità sempre più forti, quali la capacità di adattarsi alle
situazioni varie (flessibilità) e di risolvere i problemi, un grande senso di
responsabilità, grande competenze ed abilità per svolgere con soddisfazione
il lavoro scelto (orientamento), potenziamento delle competenze logiche;
2. La conoscenza di altre lingue e del linguaggio informatico;
3. Senso critico, autonomia di giudizio, liberazione da condizionamenti,
omologazione, standardizzazione, capacità di decodificare i messaggi,
capacità di utilizzare le nuove tecnologie per la produzione e la fruizione dei
messaggi;
4. Sviluppo dell' interculturalità, della convivenza democratica, educazione alla
tolleranza, alla solidarietà, valorizzazione della diversità come crescita
formativa ed arricchimento culturale.
La scuola, gestita burocraticamente, non consente il raggiungimento di tali obiettivi.
Difatti, la scuola apparato che, si caratterizza per " saperi teorici ", se non si impegna
a raccordare tale sapere con il "saper fare", non può garantire ai giovani quella
formazione di base ampia ed articolata, fatta di competenze, abilità, strumenti e
conoscenze, necessaria per realizzarsi con consapevolezza e senso critico, per
misurarsi con i problemi della vita e con il mondo del lavoro.
Queste particolari esigenze socio-culturali, la nuova domanda di scuola esigono oggi
di ripristinare il rapporto tra scuola e territorio, tra scuola e mondo del lavoro, questo
è possibile solo a condizione che le singole unità scolastiche siano in grado di
individuare un'autonomia politica di interventi che, nel rispetto di comuni standard
formativi, permettano di realizzare le finalità educative stabilite dal nuovo progetto
culturale.
Si è sentita, quindi, l'esigenza di cambiare la scuola partendo dalla cultura
organizzativa, anche se tale cambiamento è un processo lento e graduale, perché si
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tratta di un'evoluzione di valori, convinzioni, esperienze, professionalità e
responsabilità.
Quando parliamo di nuova cultura organizzativa si intende una organizzazione
scolastica che privilegia il senso di responsabilità, contro una cultura burocratica
(gerarchica e legata strettamente alle norme), contro una cultura tecnocratica
(dell'efficienza, della competizione), contro una cultura carismatica (legata
all'ossequio, alla sudditanza), contro una cultura clientelare (caratterizzata da
paternalismo, affiliazione).
Questa evoluzione graduale ha già portato negli ultimi anni vari cambiamenti, come
ad esempio:
z Il ridisegno dei cicli dell'istruzione
z La riforma della scuola elementare ( moduli, valutazione...)
z Il piano educativo di istituto (P.E.I)
z La carta dei servizi
z Il contratto formativo
I temi del dibattito di questi ultimi anni, legati all'innalzamento dell'obbligo
scolastico, alla parità, ai nuovi saperi, ai contenuti essenziali, all'informatizzazione,
all'estensione delle lingue straniere, all'orientamento, alla valutazione non sono che i
tasselli di un unico e più vasto disegno riformatore, finalizzato a mettere a
disposizione delle nuove generazioni una scuola migliore, non più gestita dall'alto,
ma autonoma, forte per la personalità giuridica riconosciutale e per le nuove figure
professionali, con capacità e competenze organizzative, gestionali, amministrative ed
educazionali.
1.2. Aspetti legislativi
La legge BASSANINI del 15 marzo 1997, n° 59 accogliendo la proposta di riforma
del Ministro Berlinguer, all'art. 21, comma 1, recita:
"... l'autonomia delle istituzioni scolastiche e degli istituti educativi si inserisce nel