2
- in Die kleine Komödie, entrambi i protagonisti si illudono che,
mascherandosi da quello che non sono, possano vivere un amore
autentico;
- in Die letzten Masken, un uomo tira le somme di una vita e gli rimane la
triste consapevolezza di aver vissuto una vita solo per le apparenze;
- in Der Grüne Kakadu, i personaggi usano la finzione del teatro per
smascherare la realtà del malcontento popolare contro la nobiltà alla
vigilia della Rivoluzione Francese;
- in Anatol e in Paracelsus, i protagonisti usano l’ipnosi per creare una
realtà alternativa, che nel primo caso è illusoria, e nel secondo solo
celata dall’agiatezza e da prestabiliti schemi di comportamento.
Il tutto per mostrare alla fine come, in ogni circostanza e in ogni personaggio, il
confine tra SCHEIN e SEIN è solo un’illusione.
3
Premessa
[…] und in diesem Augenblick sitze ich in meinem Zimmer im
Österreichischen Hof; zu meinen Füßen rauscht die Salzach,
gegenüber ragt der Mönchsberg in die Luft, und die Häuser der
Altstadt drücken sich affectirt an den Felsen. Denn Sie wissen ja,
auch die Städte posieren.
1
Così scriveva Schnitzler alla sua cara amica Olga Weissnix nel settembre 1890;
e proprio partendo da questo spunto vedremo nel corso di questo lavoro quanto
spesso e con quali sfumature si intrecciano vita reale e finzione nella creazione
artistica teatrale di Arthur Schnitzler.
2
Sin da bambino, episodi e personaggi, con i loro conflitti, della sua vita
personale, della vita quotidiana, degli incontri mondani, della vita da studente,
hanno suggerito allo scrittore viennese altrettanti personaggi, conflitti ed
episodi che compaiono nelle sue commedie; d’altro canto Schnitzler ha portato
sulle quinte del teatro scene così quotidiane in maniera tanto precisa, che
ascoltandone i dialoghi ed immaginandosi il gioco delle situazioni, si ha alla
fine come l’impressione di aver assistito ad uno spaccato di vita quotidiana,
quasi gli attori fossero i personaggi reali, e quasi gli spunti della vita reale
fossero delle scene di una commedia di teatro.
1
“In questo momento sono seduto nella mia camera della pensione Landhof in Austria; ai miei
piedi scorre mormorando il Salzach, di fronte si erge verso il cielo il Mönchsberg e le casette
della città vecchia si spingono in maniera affettata contro le rocce; poiché sapete, anche le città
si mettono in posa”. Arthur Schnitzler – Olga Weissnix. Liebe, die starb vor der Zeit. Ein
Briefwechsel. Wien, München, Zürich, New York, 1970, pag. 224
2
Anche Martin Swales è della stessa opinione quando, riferendosi ad un caratteristica che
accomunava la generazione viennese di fine-secolo, asserisce “Das Gefühl, daß der Verkehr
zwischen Ich und Welt einer unrettbaren Labilität anheimgefallen sei, ist für die europäische
Jahrhundertwende kennzeichnend”. Swales, M., Schnitzler als Realist, in Literatur und Kritik,
nr. 161-162, 1982, pagg. 52-61
4
In questo continuo scambio ed intreccio tra situazioni reali e scene teatrali,
ecco inserirsi una sensazione di apparenza. Fino a che punto, nella vita
reale, stiamo o non-stiamo recitando un ruolo? Dopotutto è la società stessa
che ce ne impone uno di volta in volta: il figlio, il genitore, lo studente, il
lavoratore, il coniuge, …
Im Leben jedes Menschen erscheinen die ihm zugehörigen Typen:
Vater, Mutter, Freund, Verräter, Freundin, Geliebte immer wieder
unter den verschiedensten Gestalten.
3
E ancora, chi nella vita di tutti i giorni non ha mai detto una bugia? Visto da un
altro punto di vista, in quel momento stavamo recitando. E cosa dire di ciò che
accade sulle quinte di un teatro? La recita è già di per sé un’apparenza. Ma
conosciamo davvero così a fondo ogni singolo attore da poter affermare senza
dubbio “l’attore che sta recitando quella parte, in realtà non ha mai vissuto in
prima persona niente di simile; certamente non si è mai trovato in quella
medesima situazione”? Certo, anche qui di fronte all’apparenza più evidente,
non abbiamo comunque la certezza che l’attore stia realmente recitando. Inoltre
il teatro riesce a mostrare molto meglio di una novella la contraddizione
finzione – realtà, poiché la novella è una storia che il lettore immagina e fa
vivere dentro di sé, dentro la propria mente (luogo privato, isolato dal mondo);
la commedia, invece viene “resa viva” sul palco di un teatro (luogo pubblico,
accessibile) da persone vere, reali. Non più l’immaginazione e le parole, ma
una persona, l’attore, e la sua interpretazione di quelle stesse parole. L’impatto
è di gran lunga più forte per quel senso di disorientamento che Schnitzler
voleva rappresentare.
Durch den Zuschauer öffnet sich die künstliche Welt in die
Wirklichkeit, entsteht aus der irrealen Funktion Realität – in ihm
wird, was auf der Bühne bedeutet. Ohne ihn, den Zuschauer, ist die
3
“Nella vita di ognuno compaiono i diversi tipi che gli sono propri: padre, madre, amico,
traditore, amica, amante, sempre di nuovo, sotto le forme più diverse”, Schnitzler, A.,
Aphorismen und Betrachtungen, Fankfurt a.M., 1967, pag. 282 (trad. a cura di G. Farese,
Opere, Milano, 1988)
5
fiktive Welt des Bühnengeschehens eben nicht möglich, obwohl er
nicht aktiv an ihr teilhat.
4
Ecco quindi il continuo confluire di vita e teatro, che ritroviamo come tipico
dell’opera teatrale di Schnitzler.
Die Eigentümlichkeit der ästhetischen Institution Theater besteht in
der Möglichkeit, aus der Realität heraus eine künstliche Welt zu
schaffen und aus diesem Fiktion heraus wieder in die Realität
zurückzuwirken.
5
Per quanto riguarda più da vicino la sensazione di apparenza, che Schnitzler
crea nelle sue commedie e, come vedremo, non sempre scioglie
6
, affronterò in
particolare due aspetti.
Dal punto di vista delle situazioni rappresentate, Schnitzler pone l’accento
sugli schemi sociali della classe a cui apparteneva, la borghesia, in una sorta di
ribellione ad un sistema che non era più al passo con i tempi e che sembrava
volesse rimanere ancorato ad un periodo preciso, quello che Zweig definisce
das goldene Zeitalter der Sicherheit.
7
Nel corso del XIX secolo, la borghesia si
era creata una serie di convenzioni e regole che andavano sgretolandosi nella
Vienna di fine secolo; e mentre la generazione che vide il consolidamento di
tale situazione sembrava non volesse rendersi conto di tutto ciò, la generazione
4
“Attraverso lo spettatore, il mondo artistico si affaccia su quello reale, prende forma
dall’irreale funzione di realtà – ciò che viene rappresentato sulle quinte, in lui prende vita.
Senza di lui, lo spettatore, il mondo fittizio delle quinte non sarebbe neanche possibile,
nonostante lui non ne abbia una parte attiva.”, Melchinger, C., Illusion und Wirklichkeit im
dramatischen Werk Arthur Schnitzlers, Heidelberg, 1968, pag. 20
5
“La particolarità dell’istituzione estetica del teatro consiste nella possibilità di creare dalla
realtà un mondo artistico, e da questa finzione, di riaffacciarsi nuovamente nella realtà”,
Melchinger, C., Illusion und Wirklichkeit im dramatischen Werk Arthur Schnitzlers,
Heidelberg, 1968, pag. 18
6
“Daß Schnitzler keine Antowrt wußte, […] auch das war Spiegelbield einer Wirklichkeit
[…]. Schnitzlers Antwolosigkeit ist die Antwortlosigkeit des Österreichischen Citoyen.“
Pelinka A., Die Struktur und die Probleme der Gesellschaft zur Zeit Arthur Schnitzlers, in
Literatur und Kritik, nr. 163-164, 1982, pagg. 59-66
6
successiva, quella di Schnitzler appunto, sentiva tale sgretolamento e provava
un forte senso d’impotenza davanti al crollo di ciò che i loro padri avevano
costruito.
Al pari di Freud, Schnitzler avvertiva un’estrema tensione fra
l’eredità dei padri, affidata a valori moralistici, e il suo
convincimento tutto moderno che la vita degli istinti sollecitasse un
preciso riconoscimento quale base portante della sorte umana. […]
Schnitzler inveiva contro il moralismo tradizionale per la sua
incapacità di comprendere il valore dell’istinto.
8
Tutto ciò aveva colpito molto il giovane Schnitzler, il quale sentiva queste
regole e convenzioni come forzate, non veritiere. Nella sua produzione teatrale,
tali regole vengono immancabilmente infrante: Immer wieder lockt das
Verboten – eine Affäre mit einer gutbürgerlichen verheirateten Frau. Große
Liebeserklärungen werden gemacht: aber die einmalige Liebe verdankt ihre
Einmaligkeit gerade dem Riskanten – d.h. dem Vertoß gegen die Spielregeln,
gegen das Erlaubte. Im Falle einer Verletzung diesel Spielregel sind gewisse
Strafen vorgesehen – vor allem das Duell.
9
Si parlerà di una doppia morale della società: apparentemente tutto era perfetto,
ma in fondo c’era disagio, solitudine e mancanza di dialogo, a partire dalle
famiglie, e più in generale nella società stessa.
7
L’età d’oro della sicurezza. Zweig, S., Die Welt von gestern. Erinnerungen eines Europäers,
Berlin, 1965, (traduzione italiana a cura di L. Mazzucchetti, Il mondo di ieri: ricordi di un
Europeo, Milano, 1954) pag. 13
8
Farese, G., introduzione a Opere, Milano, 1988
9
“Il proibito attira sempre – una relazione con una donna della buona società, già sposata.
Vengono fatte grandi dichiarazioni d’amore: ma l’unico amore è debitore all’eccezionalità di
ciò che si sta rischiando, cioè all’infrazione di queste regole di gioco, di ciò che era permesso.
Nel caso dell’offesa di queste regole erano previste determinate punizioni – prima fra tutte il
duello” Swales, M., Schnitzler als Realist, in Literatur und Kritik, nr. 161-162, 1982, p. 52-61
7
Eine Analyse seines dramatischen und seines erzählerischen
Werkes zeigt doch allzu deutlich, daß er die sozialen Konflikte
erkannt […]
10
Un altro aspetto di apparenza riguarda i personaggi, non più le situazioni. I
personaggi hanno il loro carattere e posti in determinate condizioni, creano
conflitti, sia esterni con altri personaggi, sia interni a loro stessi. Nascono allora
le menzogne, le mezze verità, le illusioni; persino l’ipnosi fa il suo ingresso, in
due momenti. Ma sempre, alla fine dell’ultima scena, rimane il dubbio se la
menzogna e l’illusione abbiano realmente fatto posto alla verità o se si tratta
ancora, di una nuova illusione ….
Schnitzler stesso, parlando di teatro nella sua biografia Jugend in Wien, ci
racconta quanto segue:
Einer meiner ersten (…) Eindrücke knüpft sich an eine Vorstellung
der Gounodschen „Margarete“ im alten Kärntnertotheater, in der
Gustav Walter, von 1856 bis 1887 Tenor an der Wiener Hofoper,
den Faust und Dr.Schmid, von 1855bis 1868 Bassist an der Wiener
Hofoper, den Mephisto sang. Wie hätte ich mich auch nicht
wundern sollen, wenn in der Gartenszene des dritten Aktes Faust
und Mephisto während einer Gesangpause sich hinter einen Busch
zurückzogen und von dort aus zu unserer Loge einen deutlichen
Gruß mit Händewinken und Verneigen heraufsandten, um sich dann
wieder, mitten auf die Szene tretend, mit Gesang und Spiel
Margarethen und Marthen zu gesellen?
11
10
“Un’attenta analisi della sua opera drammatica e narrativa, mostreranno chiaramente che egli
aveva riconosciuto i conflitti della società […]” Pelinka A., Die Struktur und die Probleme der
Gesellschaft zur Zeit Arthur Schnitzlers, in Literatur und Kritik, nr. 163-164, 1982, pagg. 59-66
11
“Una delle mie prime singolari e durevoli impressioni, risale ad una rappresentazione del
FAUST di Gounod, messa in scena nell’antico Kärtnertortheater, in cui Gustav Walter
impersonava il Faust ed il dottor Schmid vestiva i panni di Mefistofele. Come avrei potuto non
stupirmi quando, durante la scena nel giardino nel terzo atto, Faust e Mefistofele, approfittando
di una pausa, si nascosero dietro ad un cespuglio e di lì, volgendosi al nostro palco, ci
salutarono con un inchino ed un cenno della mano e poi, tornando sulla scena, nuovamente si
unirono a Marta e a Margherita con il canto e la recita?” Schnitzler, A. Jugend in Wien – Eine
8
Senza dubbio, questa piccola esperienza può aver offerto un notevole
contributo allo sviluppo di quel motivo dominante in Schnitzler, che consiste
nel continuo rimescolamento di serietà e di gioco, di vita e di commedia, di
verità e di inganno, che Paracelso esprime in questi semplici versi:
Es fließen ineinander Traum und Wachen,
Wahrheit und Lüge. Sicherheit ist nirgends.
Wir wissen nichts von andern, nichts von uns;
Wir spielen immer, wer es weiß, ist klug.
12
Autobiographie. Wien, München, Zürich, 1968 (trad. a cura di Di Donna A., Giovinezza a
Vienna, Milano, 1990), pag. 27
12
“L’un dentro l’altro scorrono sogno e veglia/ verità e menzogna. In nessun luogo v’è
certezza/ nulla sappiam degli altri, nulla di noi/ giochiamo sempre, chi l’intende è saggio.”
Schnitzler, A., Die dramatischen Werke, vol I, Frankfurt a.M., 1962; (trad. a cura di G. Farese,
Opere, Milano, 1988), pag. 498
1
1. - L’APPARENZA DELLA VITA NELLA VIENNA FIN DE SIECLE
Nato a Vienna il 15 maggio 1862, Schnitzler è stato sempre molto sensibile alla
vita che si svolgeva intorno a lui e la realtà ha influenzato enormemente il suo
sviluppo artistico. Martin Swales ha definito Schnitzler come autore realista
13
,
e dopo aver letto attentamente la sua produzione teatrale, prima ancora che la
critica, qualsiasi lettore prenderà atto di trovarsi di fronte ad una finestra
temporale: Schnitzler è lo specchio del suo tempo, […] Schnitzler ist meines
Erachtens der einzige entscheidende Schrifsteller der Epoche, der sozusagen
Thematik der Jahrhundertwende aufgreift, um sie letztlich in einem präzis
vermittelten gesellschaftlich-historischen Kontext zu verankern [...] e poco più
avanti, nello stesso articolo, [...] sein Modell […] wird literarisch so
konkretisiert, daß es untrennbar ist von den Werten […] gewisser
sozialbedingter und gesellschaftsspezifischer Gestalten
14
. Ancora più esplicita
è la definizione di Pelinka: Schnitzler drück aus, was er ist; […] Schnitzler ist,
sicherlich viel mehr als Hofmannsthal, sicherlich viel mehr als Bahr, [...]
Spiegelbild der Gesellschaft
15
.
Per comprendere fino in fondo in quale modo ciò sia accaduto, occorre prima
di tutto osservare secondo quali schemi si svolgesse realmente la vita a Vienna
nella seconda metà del XIX secolo, e come tali schemi condizionassero le sue
scelte giovanili. Si possono vedere i più evidenti contrasti con la società
attraverso i conflitti con suo padre, Johann Schnitzler. Egli apparteneva a
quella borghesia liberale che, andata al potere negli anni ‘50, era stata l’anima
della vita viennese. Dal ‘78 in poi cominciò però un lento declino politico;
13
Swales, M., Schnitzler als Realist, in Literatur und Kritik, nr. 161-162, 1982, pagg. 52-61.
14
“A mio dire, Schnitzler è l’unico scrittore di rilievo a quell’epoca che sia riuscito, per così
dire, a carpire la tematica spirituale di fine secolo per riuscire poi ad inserirla in un contesto
storico-sociale ben preciso” – “ Il suo modello si concretizza nella letteratura in modo tale da
essere inseparabile dai valori di quelle certe forme, socialmente condizionate e specificamente
sociali”, Swales, M., Schnitzler als Realist, in Literatur und Kritik, nr. 161-162, 1982, pagg.
52-61.
15
“Schnitzler esprime ciò che è; [...] Schnitzler è, certamente molto più di Hofmannsthal,
certamente molto più di Bahr, [...] specchio della società”, Pelinka A., Die Struktur und die
Probleme der Gesellschaft zur Zeit Arthur Schnitzlers, in Literatur und Kritik, nr. 163-164,
1982, pagg. 59-66
2
mancata l’occasione di conservare l’egemonia politica
16
, venute meno le
sicurezze che sembravano aver reso stabile l’era della Ringstraße, la borghesia
liberale si trovò in uno stato d’impotenza psicologica che influenzò la
generazione successiva. Quest’atmosfera di diffusa inquietudine tipica
dell’Austria fin-de-siècle, segna la vita e l’opera di Arthur Schnitzler, la cui
formazione segue in tutto e per tutto, i canoni prestabiliti della classe
borghese
17
. I conflitti interiori passano nell’opera letteraria, ma non attenuano
lo stato di confusione e d’incertezza. Nel suo diario, il 17 aprile 1880 annota:
Medic. Und poet. Weltanschauung prügeln sich auf gar
ergötzliche Weise in meiner sog. Seele herum.
18
Suo padre, medico laringoiatra, affermato nell’ambiente della colta borghesia
viennese dell’epoca, lo aveva spinto verso la sua stessa strada e, inizialmente,
considerava i suoi tentativi letterari come semplici esercizi di scrittura; a volte,
in pubblico, se ne compiaceva; ma in cuor suo sperava che ciò non distogliesse
il giovane figlio da una brillante carriera medica
19
. Successivamente, quando
Arthur mostrava sempre più sicurezza nelle sue creazioni, tanto da pubblicarle
e far pensare di abbandonare la carriera di laringoiatra per dedicarsi totalmente
all’attività letteraria, il padre si opponeva, facendogli chiaramente capire che:
[…] wie es denn überhaupt sein begreiflicher Wunsch war, mich
aus den mannigfachen Fährlichkeiten des Junggesellenlebens in
eine bürgerliche Ehe, aus meinen schrifstellerischen Liebhabereien
in eine geordnete ärtzliche Laufbahn und aus meiner finanziell
16
“Soon new social groups raised claims to political participation: the peasantry, the urban
artisans and workers, and the Slavic peoples. [Negli anni ‘80 andavano formandosi sempre più
numerosi partiti di altri gruppi sociali, come lavoratori artigiani e cittadini di stirpe slava, che
rivendicavano il diritto di partecipare alla vita politica]”, Schorske, C.E., Politics and Psiche in
fin de siècle Vienna: Schnitzler and Hoffmannsthal, in The American Historical Review, 1961
pagg. 931-946 (trad. a cura di Mainardi, R., Vienna fin de siècle, Politica e cultura, Milano,
1995)
17
Farese, G., Arthur Schnitzler: una vita a Vienna, Mondatori, Milano, 1997, pag. 14
18
“La medicina e la poesia fanno a pugni in modo perfino divertente nella mia cosiddetta
anima” Schnitzler, A., Tagebuch 1879-1892, Wien, 1987 (trad. a cura di G. Farese, Arthur
Schnitzler: una vita a Vienna, Mondatori, Milano, 1997)
19
Schnitzler, A., Jugend in Wien – Eine Autobiographie. Wien, München, Zürich, 1968 (trad. a
cura di Di Donna A., Giovinezza a Vienna, Milano, 1990), pag. 45
3
ungesicherten Lage in wohllabende oder reiche Verhältnisse
eingehen zu sehen.
20
Nonostante i continui conflitti interiori, Arthur non riuscì mai ad opporsi al
volere di suo padre, e anche dopo la sua morte, scelse la sua strada non senza
profondi sensi di colpa. Questo atteggiamento rispecchia esattamente il
modello di educazione imposto ai giovani nelle famiglie borghesi di quel
periodo.
[…] proklamierte die bürgerliche Gesellschaft Mäßigkeit und
Gemächlichkeit in allen Lebensformen als die einzige wirksame
Tugend des Menschen […] Wir sollten vor allem erzogen werden,
überall das Bestehende als Volkommene zu respektieren, die
Meinung des Lehrers als unfehlbar, das Wort des Vaters als
unwiedersprechlich […]
21
In sostanza, i giovani dovevano imparare prima di ogni altra cosa la docilità e
la sottomissione al sistema vigente; è naturale che una simile costrizione
psicologica poteva avere sulla gioventù due tipi opposti di reazione, paralizzare
o stimolare.
Una delle cose che più attirano l’attenzione quando si volge lo sguardo agli
schemi educativi della borghesia di allora, è l’a-sessualità dei costumi. La
sessualità era sentita, in linea con l’atmosfera di moderazione e razionalità che
si respirava ovunque, come elemento anarchico e perturbatore; non potendo
abolirla dal mondo, si cercava di nasconderla con ogni mezzo dal “mondo del
20
“[…] e si capiva che desiderava soprattutto vedermi approdare a un matrimonio borghese, ad
un’ordinata carriera di medico, ad una condizione agiata se non ricca, sottraendomi ai
molteplici rischi di una vita di scapolo, agli amori letterari, ad una situazione finanziaria priva
di stabilità. Schnitzler, A., Jugend in Wien – Eine Autobiographie. Wien, München, Zürich,
1968 (trad. a cura di Di Donna A., Giovinezza a Vienna, Milano, 1990), pag. 306
21
“La società borghese esaltava la moderazione e la calma in tutte le sue forme di vita quale
unica virtù efficace dell’uomo […] I giovani dovevano essere educati anzitutto a rispettare
come perfetto quello che sussisteva, a ritenere infallibile l’opinione del maestro, indiscutibile la
parola del padre.“ Zweig, S., Die Welt von gestern. Erinnerungen eines Europäers, Berlin,
1965, (traduzione italiana a cura di L. Mazzucchetti, Il mondo di ieri: ricordi di un Europeo,
Milano, 1954) pag. 41-42
4
buon costume”
22
. Tutto ciò non faceva altro che evidenziare la tendenza morale
della società borghese della Vienna di fine secolo: bisognava assolutamente
nascondere e dissimulare tutto ciò che aveva a che fare con la sessualità, perché
considerato immorale. Un esempio evidente di questa tendenza a tenere
nascosto questo scottante argomento, ce lo rivela Schnitzler stesso, e la
reazione del padre, altro non è che l’unica reazione possibile di un padre
appartenente alla borghesia per bene della Vienna fin-de-siècle:
[…] Es geschah, daß […] wir in eine vertrautere Unterhaltung
gerieten Im Verlauf unseres Gesprächs drängte sich mir die Frage
auf die Lippen, wie es denn eigentlich ein junger Mensch anstellen
sollte, um nicht entweder mit den Forderungen der Sitte, der
Gesellschaft oder der Hygiene in Widerspruch zu geraten.
Verführung, Ehebruch seien unerlaubt und gefährlich. Verhältnisse
mit Kokotten und Schauspielerinnen bedenklich und kostspielig,
dann gab es noch eine gewisse Sorte von sozusagen anständigen
Mädchen, die zwar schon von Pfade der Tugend abwichen waren,
bei denen man aber geradeso wie bei einer Verführten nach dem
Ausdruck meines Vaters „hängenbleiben“ könne; so bleiben also
wirklich nur Dirnen übrig, was immer, selbst wenn man sich
gesundheitlich zu schützen wisse, eine recht widerwärtige
Angelegenheit zu bedeuten habe. Und ich stellte an meinen Vater
das Ansinnen, mir selber einen Rat zu geben. Mein Vater ließ sich
auf Erörterungen nicht ein, sondern mit einer erledigenden
Handbewegung bemerkte er einfach und dunkel zugleich: “Man tut
es ab.“
23
22
Zweig, S., Die Welt von gestern. Erinnerungen eines Europäers, Berlin, 1965 (traduzione
italiana a cura di L. Mazzucchetti, Il mondo di ieri: ricordi di un Europeo, Milano, 1954)pag.
72
23
“Ci accadde di avere un colloquio più confidenziale del solito. Durante quella conversazione,
non potei trattenermi dal chiedergli come dovesse comportarsi un giovane per non
contravvenire alle norme dettate dalla ragione, dalla società o dall’igiene. Seduzione ed
adulterio non erano permessi, lo si sapeva, le relazioni con attrici e cocotte erano costose, piene
di rischi; e con un certo tipo di ragazze, per bene se si vuole, ma già lontane dalla retta via, ci si
poteva mettere nei pasticci come con una donna traviata; restavano le prostitute che, nonostante
tutte le precauzioni per non rovinarsi la salute, costituivano pur sempre una faccenda piuttosto
spiacevole. A quel punto pretesi da mio padre un consiglio. Egli non accettò di discutere,
5
Addirittura, persino il matrimonio precoce era respinto dalla classe borghese,
perché nessun padre di buona famiglia avrebbe affidato sua figlia ad un marito
di 20-22 anni, ritenuto ancora immaturo. Anche qui si rivelava un’ipocrisia
sociale, poiché il calendario borghese non coincideva affatto con quello di
Madre Natura
24
.
E’ questa doppia morale della società imperiale, salvaguardata attraverso un
sistema elettivo congelato, che forma il terreno produttivo della creazione
tragicomica di Arthur Schnitzler. Questo motivo di fondo del continuo
rincorrersi di serietà e gioco, vita e commedia, verità e menzogna, essere e
apparire, che ha occupato l’autore, sempre in ogni momento, per tutto ciò che
era teatro e teatrabile, lo si ritrova sin dalle prime fasi della sua creazione
drammatica.
ma fece un gesto con la mano, quasi a voler liquidare l’argomento, poi, usando un’espressione
tanto semplice quanto oscura, disse: “Se ne fa a meno”. Schnitzler, A., Jugend in Wien –
Eine Autobiographie. Wien, München, Zürich, 1968 (trad. a cura di Di Donna A., Giovinezza a
Vienna, Milano, 1990), pag. 287
24
Zweig, S, Die Welt von gestern. Erinnerungen eines Europäers, Berlin, 1965 (traduzione
italiana a cura di L. Mazzucchetti, Il mondo di ieri: ricordi di un Europeo, Milano, 1954)pag.
86
6
1.1 La doppia vita di Fritz Lobheimer
Ich bin leichtsinnig in der Art, wie ich in Erlebnisse stürze und
schwerlebig durch die Art, wie sie sich meiner bemächtigen.
25
Nel cercare di capire e superare il suo disagio interiore, la cui causa prima
nasceva come già detto dalla non-scelta tra la vocazione medica e quella
letteraria, Schnitzler era attentissimo ai sentimenti e ai comportamenti delle
persone intorno a sé. Egli osservava tutti gli strati sociali, con l’occhio clinico
ed indagatore del medico che era
26
, facendo attenzione alla quotidianità in tutte
le sue forme, dalla sartina di periferia ai più alti rappresentanti della nobiltà;
egli individua una certa solitudine ed alienazione, un disagio derivante dal
vuoto di valori che la crisi della società borghese ha prodotto
27
. Percepisce le
contraddizioni della realtà che lo circonda. Contraddizione come Apparenza,
quindi. Un notevole esempio è costituito da Liebelei, opera che ebbe uno
strepitoso successo e che non può essere interpretato senza capire la
contraddizione sociale, protagonista del dramma insieme ai due giovani: la
dolce fanciulla, la sartina del sobborgo viennese non può e non potrà mai
essere per un rappresentante borghese della Ringstraße nient’altro che un
Amoretto, “[sie] ein sehr liebes Frauerl ist, mit dem man sich sehr gut
amüsieren kann”
28
.
25
“Io son leggero per il modo in cui mi tuffo nelle esperienze della vita e riflessivo per il modo
in cui esse mi catturano”. Arthur Schnitzler – Georg Brandes, Ein Briefwechsel. Bern, 1956, 3
febbraio 1897 (trad. a cura di Farese).
26
Gotthard Wunberg, in un articolo in cui analizza l’atmosfera che si respirava nella Vienna di
fine secolo, parlando di Schnitzler, utilizza la seguente espressione “Er ist Mediziner und als
solcher in Diagnostik geübt.”, Wunberg, G, Fin de Siècle in Wien, in Text und Kontext, Arthur
Schnitzler, vol. X, nr. 2, 1982
27
Schorske, C.E., Politics and Psiche in fin de siècle Vienna: Schnitzler and Hoffmannsthal,in
The Americal Historical Review, 1961, pagg. 930-946 (trad. a cura di Mainardi, R., Vienna fin
de siècle, Politica e cultura, Milano, 1995)
28
“[lei] è un’adorabile donnetta con cui ci si può divertire molto bene” Schnitzler,
A., Dramatische Werke, vol I, Frankfurt a.M., 1972, p.217 (trad. a cura di Farese, Opere,
Milano, 1988)
7
Era altamente immorale che un giovane borghese potesse innamorarsi
seriamente di una ragazza di ceto inferiore. Entrambi conoscono le regole della
società
29
in cui vivono, ma mentre lei è seriamente coinvolta, lui conduce una
doppia vita. Ecco una nuova sfumatura di apparenza: mentre le fa credere di
volerle bene
CHRISTINE: Wenn du immer so sprächst … da könnt’ ich fast
glauben [...] Daß du mich so lieb hast [...]
FRITZ leidenschaftlich: Ich hab’ dich lieb!
30
muore poi solo il giorno dopo in duello per un’altra donna, della sua stessa
estrazione sociale:
CHRISTINE: und an dem Abend … wo er da war, wo Sie ihn da
abgeholt haben … da hat er’s schon gewußt, da hat er gewußt, daß
er mich vielleicht nie mehr … und er ist von da weggegangen, um
sich für eine andere umbringen zu lassen [...]
31
L’amore è come messo al bando in un mondo dove la razionalità e il buon
senso gestiscono i rapporti interpersonali; in quel mondo non c’era però spazio
per una seria ed impegnativa relazione tra un borghese ed una sartina.
29
“Für den jungen Herrn kommt das Vorstadtmädchen nur als Liebesobjekt in Betracht”, Janz-
Laermann, Arthur Schnitzler: zur Diagnose des Wiener Bürgertums im Fin de Siècle, Stuttgart,
1977, pag. 2
30
“CHRISTINE: Se tu parlassi sempre così ... potrei quasi credere ... che mi vuoi così bene –
FRITZ (appassionatamente): Ti voglio bene!“ Schnitzler, A., Dramatische Werke, vol I,
Frankfurt a.M., 1972, pag. 252 (trad. a cura di G. Farese, Opere, Milano, 1988)
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“CHRISTINE: E quella sera ... in cui era qui da me, quando Lei è venuto a prenderlo ... egli
sapeva già, sapeva che forse non mi avrebbe più ... ed è andato via di qua a farsi poi uccidere
per un’altra“Schnitzler, A., Dramatische Werke, vol I, Frankfurt a.M., 1972, pagg. 261-262
(trad. a cura di G. Farese, Opere, Milano, 1988)