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Il primo capitolo tenta di offrire un contesto generale, incentrandosi sulla
cosiddetta globalizzazione dell’informazione, fenomeno emergente nella società
attuale che, come si vedrà, interessa molto da vicino anche il Medio Oriente. Tale
fenomeno è causato in gran parte dalla cosiddetta “rivoluzione satellitare”, la
diffusione della nuova tecnologia di trasmissione via satellite in tutto il globo. In
particolare ci si sofferma sul modello di giornalismo all news, esaminando i canali
con programmazione specificatamente e totalmente dedicata all’informazione. Due
sono i principali esemplari in questo campo: CNN e BBC News.
Il secondo capitolo procede invece ad un’analisi del giornalismo nei paesi arabi,
presentandone lo sviluppo a partire dalle remote origini nei souq del deserto fino ai
giorni nostri, completato da una panoramica dell’offerta informativa odierna.
L’attenzione si sposta in seguito su Al-Jazeera, sulla sua storia, l’offerta del
palinsesto, le caratteristiche innovative e la linea editoriale adottata. I due paragrafi
seguenti sono volti ad illustrare da una parte le affinità tra l’emittente del Qatar e i
modelli occidentali, dall’altra la relazione tra essa e la libertà di informazione, che
dalle origini è stata per lungo tempo quasi inesistente nel Medio Oriente.
L’ultimo paragrafo tratta dell’evoluzione del ruolo della donna in atto negli
ultimi anni nei paesi arabi, causato in gran parte proprio dalla cosiddetta
“rivoluzione satellitare”.
Il terzo e ultimo capitolo si occupa nello specifico della nascita di Al-Jazeera
International. Nel primo paragrafo si cerca di spiegare la scelta della lingua inglese,
analizzando le ragioni che hanno portato questo idioma a diventare la lingua globale
per eccellenza. Il paragrafo successivo tratta invece dell’ormai imminente nascita
dell’emittente, con una rassegna sintetica delle dichiarazioni dello staff e dei
commenti degli studiosi. Infine l’ultima sezione consiste in un’analisi delle reazioni
suscitate da questo avvenimento nel mondo informativo italiano. Nei vari articoli si
3
cerca di individuare i tratti comuni per capire che idea di Al-Jazeera sia presente
negli italiani e che cosa i giornalisti del nostro paese si aspettino dal nuovo canale.
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Capitolo 1
NUOVI ORIZZONTI DELL’INFORMAZIONE
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1.1 La globalizzazione dell’informazione
Gli esseri umani sono in tutte le epoche e in tutte le società impegnati nello
scambio di informazioni e contenuti simbolici. Dalle prime forme di comunicazione
nell’antichità (gestualità e linguaggio) fino alle conquiste della tecnologia
informatica, la produzione e la circolazione di questi contenuti simbolici hanno
sempre avuto un ruolo indispensabile nella vita sociale, tanto da portare gli studiosi
a definire l’attività simbolica come “quarto potere”, unito al potere economico, politico
e coercitivo
1
. Thompson (1999) afferma che il potere culturale o simbolico è la
“capacità di intervenire sul corso degli eventi, di influenzare le azioni degli altri e, in effetti,
di creare avvenimenti producendo e trasmettendo forme simboliche” e deriva “dall’attività
che consiste nel produrre, trasmettere e ricevere forme simboliche dotate di significato”.
La produzione e trasmissione di tali forme simboliche necessitano di mezzi
tecnici, cioè “elementi fisici con cui e per mezzo dei quali il contenuto simbolico viene fissato
e trasmesso dal produttore al ricevente”, indispensabili ad ogni tipo di comunicazione:
caso limite, anche l’interazione faccia a faccia presuppone elementi materiali quali la
laringe, le corde vocali, le onde sonore, il timpano ecc.
I mezzi possono essere classificati secondo alcuni parametri essenziali: il grado
di fissazione (capacità di immagazzinare e conservare immutati nel tempo i
contenuti), di riproduzione (idoneità alla produzione in più copie del messaggio), di
distanziamento spazio-temporale consentito (capacità di separazione della forma
simbolica dal contesto spaziale e temporale della sua produzione, unita alla
possibilità della sua fruizione in contesti differenti). Nel corso dei secoli,
dall’antichità ad oggi, i mezzi di comunicazione hanno incrementato sempre più le
loro possibilità in tutti e tre gli ambiti.
Proprio le modificazioni dei mezzi tecnici, grazie alle continue innovazioni dal
punto di vista tecnologico, sono fattori fondamentali dell’evolversi della società.
1
La distinzione tra le quattro forme di potere si deve a Michael Mann, 1760.
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Thompson (1999) vede la riorganizzazione di spazio e tempo prodotta da queste
trasformazioni come uno dei fattori principali della nascita delle società moderne nel
XVIII secolo e, in tempi più recenti, della nascita della tanto discussa “società
globale”.
Al giorno d’oggi, “globalizzazione” è sicuramente una delle parole più usate,
eppure è difficile trovarne una definizione organica e che tenga conto di tutti i sui
molteplici aspetti. Come afferma Ulrich Beck nel suo saggio “Che cos’è la
globalizzazione” (1999) in primo luogo occorre distinguere le diverse dimensioni di
tale fenomeno: quella tecnico-comunicativa, quella ecologica, quella economica,
quella culturale etc. Lo studioso offre una bozza di definizione presentando la
globalizzazione come “L’evidente perdita di confini dell’agire quotidiano nelle diverse
dimensioni dell’economia, dell’informazione, dell’ecologia, della tecnica, dei conflitti
transculturali e della società civile […] difficile da afferrare, ma che trasforma radicalmente la
vita quotidiana, con una forza ben percepibile, costringendo tutti ad adeguarsi, a trovare
risposte”. Thompson (1999) offre una visione sostanzialmente complementare
definendo il fenomeno come “la crescente interconnessione di regioni diverse del mondo,
un processo che genera forme complesse di interazione e interdipendenza. […] Si può parlare
di globalizzazione […] solo quando la crescente interconnessione di regioni e luoghi diversi
diventa in qualche misura sistematica e reciproca, e coinvolge effettivamente l’intero pianeta”.
Il fenomeno della globalizzazione costituisce una caratteristica distintiva del
mondo moderno, un processo che negli ultimi anni si è certamente intensificato, ma
le cui radici affondano molto in là nel tempo. La trasmissione di messaggi attraverso
grandi distanze non è una pratica del tutto nuova. Già le autorità politiche
dell’Impero Romano e le élite dell’Europa medioevale avevano creato reti complesse
di servizio postale, e nel quindicesimo secolo, grazie allo sviluppo della stampa, libri
e opuscoli attraversavano le frontiere degli emergenti stati-nazione. Inoltre,
nell’epoca dell’espansionismo coloniale, si erano creati canali di comunicazione che
collegavano l’Europa al resto del mondo. Tuttavia, è solo nel diciannovesimo secolo
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che assistiamo ad una estensione e organizzazione del flusso informativo e
comunicativo. L’espansione delle reti di comunicazione e la nascita, nei principali
centri d’interesse commerciale europei, delle prime agenzie di stampa internazionali
hanno segnato l’inizio di un sistema globale, che in seguito si è ramificato e articolato
in forme complesse. Ed è solo nel novecento che tale sistema si è trasformato in una
caratteristica normale e pervasiva della vita sociale.
Se per le prime fasi del fenomeno Thompson (1999) riporta come essenziali tre
avvenimenti che ebbero luogo tra la fine del diciannovesimo secolo e la fine del
ventesimo, quali “1) lo sviluppo di reti telegrafiche sottomarine per opera delle potenze
imperiali europee; 2) la creazione di agenzie d’informazione internazionali, e la divisione del
mondo in sfere d’attività esclusive; e 3) l’istituzione di organismi internazionali con la
funzione di intervenire sull’allocazione delle frequenze”, per quanto riguarda gli anni più
recenti (1980 e 1990) Hjarvard (2001) parla di processi significativi come la
“deregulation of media industries”
2
e la “proliferation of new media distribution
technologies”
3
, quali televisione satellitare e Internet.
In questo contesto le tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno
acquisito un ruolo di crescente rilievo e diventano motori del cambiamento agendo
su due aspetti cardine della società contemporanea: generazione e gestione delle
informazioni e loro comunicazione, cioè i processi con cui le informazioni vengono
generate, trattate e condivise.
Tali sviluppi hanno portato molti studiosi a definire la società moderna “società
dell’informazione”. L’introduzione di questo termine, conseguenza del mutato
scenario mondiale, avviene intorno agli anni 1993-1994, quando gli USA, il Canada,
l’Europa e il Giappone elaborano e attivano programmi definiti “infrastruttura
nazionale per l’informazione” o, appunto, “società dell’informazione”. I programmi
consistono in una serie di documenti metadiscorsivi, di carattere ideologico e
2
“Deregulation delle industrie mediatiche”.
3
“Proliferazione delle nuove tecnologie di distribuzione mediale”.
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culturale, che pongono in primo piano l’importanza dello scambio informativo e, di
conseguenza, delle trasformazioni tecnologiche che lo consentono. Nei documenti si
parla di una nuova rivoluzione industriale, causata appunto dalle nuove tecnologie,
destinata a modificare anche il quadro generale del mercato e dell’organizzazione del
lavoro. Nella nuova società il tradizionale scambio di merci si è trasformato nello
scambio di contenuti simbolici, di informazioni. In questa nuova era anche i rapporti
commerciali si modificano: l’unica unità di scambio è ormai il bit. Ovviamente il bit
può veicolare informazione, ma un’informazione destrutturata, che il consumatore
finale deve ristrutturare in unità significativa grazie ai sistemi tecnologici (Sorice,
2000). Frank Webster (2002) individua e analizza a fondo cinque fenomeni costitutivi
della società dell’informazione: “technological innovation and diffusion, occupational
change, economic value, information flows, expansion of symbols and signs”
4
.
Dagli anni ’80 ad oggi nuove relazioni tra media e società sono emerse. In tutto il
mondo sono state create reti telematiche che costituiscono le “strutture di connettività”
tra le comunità virtuali create per comunicare e scambiare informazioni. I bollettini
di informazione si sono estesi all’intera durata del giorno, e interessano sia eventi
locali che riguardanti tutto il globo. Si sono estesi i sistemi di informazione via
satellite e lo sviluppo di Internet ha offerto una nuova piattaforma per una ancor
maggiore espansione nell’area di diffusione geografica e nel volume dell’offerta
informativa. Sorrentino (2002) individua come uno dei cambiamenti essenziali per
quanto riguarda l’Italia (ma l’osservazione potrebbe essere estesa ad ogni paese del
globo) il processo di “velocizzazione dell’informazione”, cioè l’accelerazione nei ritmi di
produzione e esposizione delle notizie, dovuta alla quantità crescente di
informazioni, accessibili grazie all’introduzione delle nuove tecnologie, e
all’ampliamento degli spazi informativi, causato dall’evoluzione dei nuovi mezzi di
comunicazione. Oltre ad ampliare la presenza dei media su scala mondiale, le nuove
4
“Innovazione tecnologica e diffusione delle tecnologie, cambio occupazionale, valore economico, flusso
informativo, espansione di simboli e segni”.