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INTRODUZIONE
L'introduzione dell'euro ha avuto un impatto notevole nel sistema monetario
internazionale. L'ampiezza dell'area-euro, l'enfasi sulla stabilità dei prezzi e
l'integrazione dei mercati finanziari nazionali hanno contribuito a fare della moneta
comunitaria una valuta importante nei rapporti economici mondiali. Infatti, da quando
l'euro è diventata la moneta unica per gli Stati aderenti all'Unione Europea, il cambio fra
euro e dollaro è stato uno dei tassi di cambio più seguiti al mondo ed è al centro del
dibattito politico ed economico internazionale.
L‟importanza politica, economica e finanziaria del rapporto di queste due monete di
rilevanza mondiale, mi ha portato a voler approfondirne le dinamiche e le variabili che
ne influenzano l‟andamento. Ma non avrei mai pensato che avrei potuto io stessa fare
una previsione del cambio euro/dollaro!
Questo è stato possibile grazie allo stage effettuato in Banca Aletti, Private and
Investment Banking del Gruppo Banco Popolare e nello specifico presso l‟ufficio di
Analisi macroeconomica dove, a più riprese, sono venuta a contatto con argomenti e
tecniche di analisi econometriche non contemplate nel piano di studi di Economia della
Liuc.
L‟argomento mi ha talmente affascinato che, in accordo con il mio relatore, ho deciso di
intraprendere lo studio prima, e l‟attuazione dopo, dei modelli di stima e previsione.
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La scelta dell‟applicazione dei modelli è caduta, a questo punto in maniera quasi
automatica, sul campo minato del cambio Euro/ Dollaro. Il lavoro si è presentato da
subito molto impegnativo e talvolta ostico, ma sicuramente sfidante.
La tesi è certamente di tipo empirico in quanto i modelli più avanti presentati, sono
frutto di elaborazione delle teorie economiche e dei miei molteplici tentativi di
estrapolare quelle variabili (macroeconomiche, economiche e finanziarie) significative
per determinare la stima del cambio. I modelli da me elaborati presentano delle rilevanti
differenze rispetto a quelli utilizzati dagli analisti di Banca Aletti.
A completamento del quadro europeo, ho analizzato le variabili più significative nella
stima del cross Sterlina/ Franco Svizzero, le due valute extra Unione, con valenza
maggiore.
La tesi è strutturata in tre macro capitoli e sei sottocapitoli. Il primo capitolo racconta in
maniera molto dettagliata i modelli economici-teorici sui tassi di cambio; il secondo
ricostruisce il dibattito, tutt‟ora aperto, sui modelli di stima e previsione dei cambi,
fornendo un quadro generale sui risultati di coloro i quali si sono già cimentati in questo
campo. Il terzo ed ultimo capitolo tratta della regressione lineare e presenta i miei
personali modelli econometrici.
L‟obiettivo sfidante è stato quello di creare un modello che fosse il più affidabile
possibile, capace di stimare in modo verosimile l‟andamento del tasso di cambio, ma
ancor più importante, la sua previsione. L‟augurio di chi ha visto in questi mesi il mio
impegno, la mia curiosità intellettuale e la mia tenacia è quello che io possa utilizzare
con successo nella professione i modelli da me ideati.
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A termine della tesi, segue la conclusione che darà un‟adeguata risposta all‟interlocutivo
da me posto in termini ironici a quello che è invece l‟interrogativo che tutto il mondo si
pone con ansia tutti i giorni.
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Capitolo 1 MODELLI ECONOMICI DEL TASSO DI CAMBIO
1.1 TASSI DI CAMBIO E MERCATI VALUTARI: UN APPROCCIO DI
PORTAFOGLIO
1.1.1 TASSI DI CAMBIO E TRANSAZIONI INTERNAZIONALI
Il prezzo di una valuta in termini di un‟altra è chiamato tasso di cambio. I tassi di
cambio giocano un ruolo cruciale nel commercio internazionale, perché ci permettono
di confrontare i prezzi dei beni e dei servizi prodotti in paesi diversi. I prezzi relativi
delle valute sono riportati quotidianamente nelle pagine finanziarie dei giornali.
Tabella 1.1
Fonte: Krugman, Paul R.
Economia monetaria internazionale / Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld
2003
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Si noti che ogni tasso di cambio può essere quotato in due modi: come prezzo della
valuta estera in termini di dollaro (per esempio 0,00942 dollari per yen) o come prezzo
del dollaro in termini della valuta estera ( per esempio 106,15 yen per dollaro). La
prima di queste quotazioni si dice diretta ( o “incerto per certo”), la seconda si dice
indiretta ( o “certo per incerto”). Negli Stati Uniti e in Europa si è soliti usare la
quotazione diretta, mentre in Gran Bretagna si utilizza la quotazione indiretta.
Famiglie e imprese utilizzano i tassi di cambio per tradurre i prezzi espressi in valuta
estera nei prezzi equivalenti in valuta nazionale. Una volta che i prezzi dei beni
domestici e di quelli importati sono stati espressi nella stessa valuta, famiglie e imprese
possono calcolare i prezzi relativi che influiscono sui flussi commerciali internazionali.
Prezzi interni e prezzi esteri
Se conosciamo il tasso di cambio tra due valute, possiamo calcolare il prezzo delle
esportazioni di un paese in termini della valuta dell‟altro paese. Per esempio, quanti
euro sarebbero necessari per acquistare un maglione scozzese che costa 50 sterline
britanniche? La risposta si ottiene moltiplicando il prezzo del maglione in sterline ( 50)
per il prezzo della sterlina in euro, ossia per il tasso di cambio dell‟euro contro la
sterlina. Se tale tasso è pari a 1,5 euro per sterlina, il prezzo in euro del maglione
ammonta a (1,5 €/£) (£50) = € 75.
Una variazione del tasso di cambio euro/sterlina modifica il prezzo in euro del
maglione. A un tasso pari a 1,25 euro per sterlina, il costo del maglione sarebbe
solamente (1,25 €/£) (£50) = € 62,50 assumendo che il prezzo del maglione in sterline
sia sempre 50£. Se il tasso di cambio fosse invece pari a 1,75 euro per
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il prezzo in euro dello stesso maglione risulterebbe superiore, uguale cioè a (1,75 €/£)
(£50) = € 87,50.
Le variazioni dei tassi di cambio vengono definite “deprezzamenti” e “ apprezzamenti”.
Un deprezzamento della sterlina nei confronti dell‟euro è una caduta del prezzo in euro
della sterlina, per esempio una variazione del tasso di cambio da 1,5 a 1,25 euro per
sterlina. L‟esempio precedente illustra come, a parità di altre condizioni, un
deprezzamento della valuta di un paese rende i suoi beni più convenienti per gli
operatori esteri. Un aumento del prezzo in euro della sterlina, per esempio da 1,5 a 1,75
euro per sterlina, rappresenta invece un apprezzamento della sterlina nei confronti
dell‟euro. A parità di altre condizioni, un apprezzamento della valuta di un paese rende i
suoi beni più costosi per gli operatori esteri.
Le variazioni nel tasso di cambio discusse nell‟esempio hanno al contempo l‟effetto di
modificare il prezzo che i cittadini britannici devono pagare per un bene di produzione
italiana. Al tasso di cambio di 1,5 euro per sterlina, il prezzo in sterline di una camicia
italiana alla moda di 45€ risulta pari a (45€) / (1,5 €/£) = £30. Una variazione del tasso
di cambio da 1,5 a 1,25€ per sterlina costituisce un deprezzamento della sterlina nei
confronti dell‟euro ma, allo stesso tempo, rappresenta anche un aumento del prezzo in
sterline dell‟euro, e quindi un apprezzamento dell‟euro nei confronti della sterlina. Tale
apprezzamento rende le camicie italiane più costose per gli inglesi poiché aumenta il
loro prezzo in sterline da 30£ a (45€) / (1,25 €/£) = £36.
Al contrario, una variazione del tasso di cambio da 1,5 a 1,75 euro per sterlina, ossia un
apprezzamento della sterlina nei confronti dell‟euro e quindi un deprezzamento
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dell‟euro nei confronti della sterlina, fa diminuire il prezzo in sterline delle camicie da
30£. (45 €) / (1,75€/£) = £25,71
Come si può vedere, la descrizione delle variazioni dei tassi di cambio in termini di
apprezzamenti e deprezzamenti può generare confusione, poiché quando una valuta si
deprezza nei confronti dell‟altra, quest‟ultima deve necessariamente apprezzarsi nei
confronti della prima. Per evitare confusione, dobbiamo sempre avere chiaro quale delle
due valute in discussione si sia apprezzata o deprezzata nei confronti dell‟altra. Se
teniamo presente che un deprezzamento dell‟euro nei confronti della sterlina equivale a
un apprezzamento della sterlina nei confronti dell‟euro, possiamo giungere alla seguente
conclusione: quando la valuta di un paese si deprezza, gli operatori esteri trovano più
convenienti le esportazioni di quel paese, mentre gli operatori residenti trovano più
costosi i beni importati dall‟estero. Un apprezzamento ha effetti opposti: gli operatori
esteri pagano di più per i beni prodotti nel paese, mentre gli operatori residenti pagano
di meno i prodotti acquistati dall‟estero.
Tassi di cambio e prezzi relativi
La domanda di beni importati ed esportati dipende dai prezzi relativi, per esempio il
prezzo di maglioni in termini di camicie. Abbiamo già visto come i tassi di cambio
consentano agli individui di confrontare i prezzi monetari interni ed esteri, esprimendo
entrambi nella stessa unità di conto. Proseguendo nell‟analisi, è possibile vedere come i
tassi di cambio consentano agli individui di calcolare anche i prezzi relativi di beni e
servizi i cui prezzi monetari sono espressi in valute diverse.
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Un cittadino italiano che debba decidere quanto spendere nell‟acquisto di camicie
italiane e di maglioni scozzesi deve tradurne i rispettivi prezzi in una valuta comune, in
modo da poter calcolare il prezzo dei maglioni in termini di camicie. La tabella 2 mostra
i prezzi relativi corrispondenti a tassi di cambio pari a 1,25, 1,5 e 1,75 euro per sterlina,
sotto l‟ipotesi che il prezzo in euro delle camicie e quello in sterline dei maglioni non
risentano delle variazioni del tasso di cambio. La tabella mostra che se i prezzi monetari
non cambiano, un apprezzamento dell‟euro nei confronti della sterlina rende i maglioni
più convenienti rispetto alle camicie (ogni camicia “compra” più maglioni), mentre un
deprezzamento dell‟euro nei confronti della sterlina rende i maglioni più costosi. Questi
calcoli illustrano un principio generale: a parità di altre condizioni, un apprezzamento
della valuta di un paese aumenta il prezzo relativo delle sue esportazioni e riduce quello
delle sue importazioni. Per contro, un deprezzamento fa diminuire il prezzo relativo
delle esportazioni di un paese e fa aumentare il prezzo relativo delle sue importazioni.
Tabella 1.2
Fonte: Krugman, Paul R.
Economia monetaria internazionale / Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld
2003
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1.1.2 IL MERCATO DEI CAMBI
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Così come gli altri prezzi vigenti in un sistema economico sono determinati
dall‟interazione tra acquirenti e venditori, allo stesso modo i tassi di cambio sono
determinati dall‟interazione tra famiglie, imprese e istituzioni finanziarie che acquistano
e vendono valuta estera allo scopo di effettuare pagamenti internazionali. Il mercato in
cui hanno luogo gli scambi di valuta estera è chiamato mercato dei cambi.
I principali operatori che agiscono sul mercato dei cambi sono banche, imprese che
vendono o acquistano sui mercati esteri, istituzioni finanziarie non bancarie e infine le
banche centrali. Anche gli operatori individuali prendono parte al mercato dei cambi,
per esempio quando un turista acquista valuta estera alla reception di un albergo, ma
queste transazioni costituiscono una frazione trascurabile del totale degli scambi di
valuta estera.
Vediamo quali sono i principali operatori e i loro ruoli sul mercato:
1. Banche commerciali. Le banche commerciali sono al centro del mercato dei
cambi, in quanto quasi tutte le transazioni internazioni significative comportano
addebitamenti e accreditamenti su conti detenuti presso banche commerciali nei
vari centri finanziari coinvolti. La grande maggioranza delle transazioni in
valuta estera ha dunque luogo nella forma di scambio di depositi bancari
denominati in diverse valute. Generalmente le banche operano sui mercati
valutari per rispondere alle esigenze dei propri clienti. È anche possibile però
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Fonte: Krugman, Paul R.
Economia monetaria internazionale / Paul R. Krugman, Maurice Obstfeld
2003 p.56
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che una banca effettui transazioni sul mercato dei cambi allo scopo di modificare
la composizione per valute delle proprie attività e passività. Le transazioni in
valuta tra banche, note come transazioni interbancarie, costituiscono la maggior
parte delle transazioni effettuate sul mercato dei cambi. I tassi interbancari si
applicano a transazioni superiori al milione di dollari. I tassi praticati dalle
banche ai clienti, detti tassi “al dettaglio”, sono generalmente meno favorevoli
dei tassi interbancari “all‟ingrosso”. La differenza tra i due rappresenta il
compenso della banca per il servizio reso. Date le dimensioni delle loro
operazioni internazionali, le grandi banche commerciali si rivelano molto adatte
a svolgere la funzione di intermediazione tra venditori e acquirenti di valuta.
2. Società e imprese. Le società che operano in diversi paesi effettuano e ricevono
molto spesso pagamenti in valute differenti da quella del paese in cui hanno
sede.
3. Istituzioni finanziarie non bancarie. Nel corso del tempo, il processo di
deregolamentazione finanziaria negli Stati Uniti, in Giappone e in molti altri
paesi ha spinto molte istituzioni finanziarie non bancarie a offrire ai propri
clienti una più ampia gamma di servizi, molti dei quali indistinguibili da quelli
offerti dalle banche commerciali. Tra questi servizi ci sono quelli che riguardano
transazioni sui mercati valutari.
4. Banche centrali. Le banche centrali talvolta intervengono sul mercato dei cambi.
Sebbene la dimensione degli interventi non sia in generale consistente, gli effetti
che ne derivano possono essere notevoli. Ciò dipende dal fatto che gli operatori
sul mercato dei cambi osservano con attenzione le mosse delle banche centrali