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INTRODUZIONE
Sandra Mondaini e Raimondo Vianello sono stati due protagonisti insostituibili nel
panorama dello spettacolo italiano. Artisti eclettici (si sono dedicati al teatro, al
cinema, alla televisione e saltuariamente anche alla radio), apprezzati per la loro
comicità elegante, amati da diverse fasce di pubblico, rispettati per la grande
umanità che hanno saputo dimostrare in numerosi momenti della loro vita.
Osservando le loro performance artistiche è impossibile non notare le incredibili
capacità comunicative, la sintonia che li univa (sul palco e fuori), e il sincero amore
per un lavoro spesso criticato, che inizialmente non era nei progetti di vita di
nessuno dei due.
L’analisi contenuta nelle seguenti pagine racconta l’unicità di questa grande coppia,
descrivendo l’evoluzione dei due attori comici all’interno di un panorama artistico in
rapido cambiamento. Sandra Mondaini e Raimondo Vianello hanno infatti portato
contributi importanti e innovativi allo spettacolo italiano, distinguendosi in
particolare nel genere del varietà televisivo e dando vita alla sit-com più longeva e
celebrata della televisione italiana. Proprio a questi due tipologie di spettacolo sono
dedicati i primi capitoli: nel primo viene trattato il varietà, in particolare i suoi
esempi televisivi. Nato come trasposizione sul piccolo schermo della rivista teatrale,
questo genere si allontanò presto dalla forma di spettacolo che l’aveva ispirato. I
cambiamenti avvennero per motivi tecnici ed economici, nonché per l’esigenza di
adattare gli show alle caratteristiche assolutamente nuove e particolari del neonato
mezzo. Il capitolo prosegue con un’analisi delle principali figure professionali
presenti nel varietà, delle dimensioni spazio – temporali e del pubblico, che può
essere suddiviso in due tipologie (pubblico in studio e telespettatori). Nella parte
conclusiva si trovano infine alcune considerazioni sull’apparato scenico e sulla
dimensione narrativa del genere.
Il secondo capitolo è dedicato invece alla sit-com. Questo tipo di programma ha
origini radiofoniche e si sviluppò negli Stati Uniti intorno agli anni ’30, per diventare
poi a partire dagli anni ’50 uno dei generi di punta della televisione americana. Le
numerose sit-com prodotte in sessant’anni hanno trattato tematiche molto diverse,
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ma tutte possiedono alcune caratteristiche comuni che fanno sì che possano essere
incluse in un unico genere. Tutte queste serie, infatti, utilizzano un numero ridotto
di ambientazioni, vengono riprese con telecamere fisse, sono basate sulla
rappresentazione dell’interazione emotiva e sociale di un ristretto numero di
personaggi e favoriscono l’immedesimazione dello spettatore. Conclude il capitolo
un’analisi della situazione italiana. Nel nostro paese vi fu un aumento esponenziale
dell’importazione di sit-com anglosassoni quando si affermò la televisione
commerciale e privata, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio del decennio successivo.
Qualche anno dopo vennero prodotte le prime serie italiane, che aumentarono per
quantità e qualità nel decennio successivo. Vengono infine analizzate due
caratteristiche che contraddistinguono la sit-com italiana: la tendenza a preferire
come interpreti personaggi televisivi già affermati, e la volontà di sperimentazione,
soprattutto nei programmi più dichiaratamente comici.
Il terzo capitolo è dedicato a Raimondo Vianello. Ad una sua breve biografia segue il
racconto del casuale esordio nel mondo dello spettacolo e delle sue prime
esperienze teatrali al fianco di grandi registi e attori del suo tempo. Vianello
partecipò in seguito ad alcuni film, anche se egli stesso ammise che il cinema non fu
mai una sua priorità. Il settore che gli riservò più soddisfazioni e riconoscimenti fu
senza dubbio quello televisivo: dai programmi satirici con Ugo Tognazzi al varietà
con Corrado, dai quiz al Festival di Sanremo, fino alle trasmissioni sportive che
spaziavano dal calcio al ciclismo. Raimondo Vianello venne amato e apprezzato da
pubblico e critica per la sua comicità innovativa ed unica, pungente e dissacratoria,
sempre elegante.
La figura di Sandra Mondaini viene trattata nel quarto capitolo. Figlia di un famoso
pittore e umorista, cominciò molto presto a lavorare nel mondo dello spettacolo.
Dopo il debutto in teatro con Marcello Marchesi, grande artista e amico di famiglia,
lavorò con i più grandi registi di rivista dell’epoca e si fece conoscere e apprezzare
come soubrette e comica. Dopo qualche esperienza cinematografica, la sua fortuna
continuò in televisione, dove riuscì a conquistare anche i telespettatori più piccoli
grazie a personaggi come Cutolina e Pinuccia (anni ’50), Arabella (anni ’60) e
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l’indimenticabile Sbirulino (anni ’70 – ’80). Sandra Mondaini è stata la prima donna
dello spettacolo italiano a scegliere una strada nuova, un modo di porsi
anticonvenzionale. Può essere definita un’antidiva: lontana dal cliché della
tradizionale soubrette, non puntò sulla bellezza o sulle doti fisiche ma sulle proprie
capacità umoristiche, sul suo innato senso della comicità.
Il quinto ed ultimo capitolo è invece dedicato alla coppia straordinaria Vianello -
Mondaini: dal loro incontro in teatro alle riviste con Gino Bramieri, dai film comici ai
celebri varietà televisivi, dalle pubblicità ai quiz, fino ai programmi per la televisione
commerciale e privata. Nella parte conclusiva viene analizzata la sit-com Casa
Vianello e i suoi spin-off televisivi e cinematografici. Le loro vicende sentimentali, la
vita privata e gli impegni sociali si sono sempre intrecciati con le loro carriere
artistiche: è l’insieme di tutti questi fattori che li ha resi la coppia più amata della
televisione italiana. Dagli anni ’30 ad oggi l’attenzione del pubblico si è focalizzata su
diversi settori: il teatro, la radio, il cinema, la televisione. Sandra Mondaini e
Raimondo Vianello, grazie ad un innato talento e ad un’apprezzabile etica del
lavoro, hanno saputo adattarsi ad ognuno di questi contesti. Insieme hanno portato
sul palco la vita coniugale delle coppie italiane, costruendone uno specchio fedele
che mostra la routine a volte noiosa e i piccoli litigi, ma anche l’amore profondo che
permette di superare i momenti di stanchezza.
Così li ha ricordati il giornalista Paolo Liguori nel settembre 2010, qualche giorno
dopo il funerale della Mondaini: «gentili, educati, una coppia straordinaria che si
potrebbe dire non in linea con un mondo dello spettacolo sempre un po’ ruvido».
Contemporaneamente tradizionali e innovativi, Sandra Mondaini e Raimondo
Vianello sono stati e rimarranno protagonisti fondamentali dello spettacolo del
nostro paese.
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CAPITOLO 1 : IL VARIETA’ TELEVISIVO
Dare una definizione di “varietà televisivo” è un compito arduo: oggi molti lo
considerano un enorme contenitore in cui includere ogni programma televisivo di
intrattenimento, dal quiz al game show, dai programmi della domenica agli show-
evento, fino ai tradizionali spettacoli televisivi del sabato sera o del prime time. Per
tracciare un contorno più preciso del genere si deve quindi risalire alle sue origini.
1.1 LE ORIGINI TEATRALI E L’EVOLUZIONE DEL VARIETA’ IN TELEVISIONE
Il varietà nacque come trasposizione sullo schermo televisivo della rivista,
ultima tappa teatrale di una lunga evoluzione: dalla Commedia dell’arte, sotto gli
influssi del’operetta, attraverso i cafè-chantant francesi e i music-hall inglesi, fino ad
arrivare al varietà, che diede vita a tre generi differenti: l’avanspettacolo, la
commedia musicale e appunto la rivista. Come suggerisce il nome stesso, il varietà
era formato da numeri molto diversi tra loro (vi partecipavano comici, illusionisti,
contorsionisti, ballerini, poeti, cantanti) uniti da un filo conduttore e dalla presenza
di alcuni personaggi fissi (ad esempio la soubrette). La rivista, che si affermò tra le
due guerre mondiali, ne era una versione più disinvolta e meno elitaria, arricchita di
cliché erotico – sentimentali ma soprattutto di riferimenti all’attualità,
assecondando i gusti del pubblico di quel periodo. Gli spettatori infatti
apprezzavano gli spettacoli che presentavano un aggancio con la realtà, con le
vicende sociali di ogni giorno, e la rivista soddisfaceva questa richiesta con la satira
e la critica umoristica.
Il varietà televisivo degli esordi era uno spettacolo molto intenso, della durata
di circa un’ora. Riprendeva la struttura a quadri dell’antenato teatrale, con
un’alternanza di gag comiche e satiriche, parti recitate e/o cantate, interventi
musicali e coreografie, e introdusse una nuova figura: il conduttore, che con la sua
presenza costante garantiva l’unità dello show. Un’altra differenza rispetto allo
spettacolo teatrale fu la diminuzione dello sfarzo e della grandiosità di scenografie e
coreografie. Le motivazioni che spinsero a questa scelta furono diverse: in primis la
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Raimondo Vianello, Mike Bongiorno e Corrado:
tre grandi protagonisti della televisione italiana
necessità di trasmettere immagini non caotiche, di chiara e facile lettura, per non
generare confusione nello spettatore televisivo, che si trovava davanti a uno
schermo di dimensioni ridotte (non più immerso nell’atmosfera teatrale). «Se
l’immagine televisiva è composta da più persone, ognuna delle quali impegnata in
un’attività diversa, anche lo spettatore più provveduto dal punto di vista della
funzionalità dei suoi bulbi oculari finirà per non capirci niente»
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. Altre ragioni furono
le diminuite disponibilità economiche del dopoguerra e l’impossibilità tecnica
iniziale di trasmettere immagini di qualità e a colori. La conseguenza principale di
questa semplificazione compositiva fu che acquistò importanza il singolo artista:
dovendo mantenere solo su di sé l’attenzione del pubblico, non poteva più essere
semplicemente una marionetta, una figura impersonale all’interno di un disegno più
ampio, ma doveva diventare un personaggio, con una sua individualità e una
personalità unica e interessante.
Al di là di queste considerazioni, tre elementi caratterizzavano fortemente il nuovo
genere: il continuo richiamo alla scena
teatrale, il forte legame con il luogo
della fruizione (il focolare domestico,
non più l’edificio teatrale), e il suo
carattere “nazional-popolare”, la cui
variegata offerta poteva accontentare
tutta la famiglia. Quelli del dopoguerra
furono anni difficili, gli italiani avevano
bisogno di gioia e spensieratezza dopo
il periodo buio dei combattimenti, e l’obiettivo del servizio televisivo italiano era
soddisfare questa necessità tramite lo spettacolo “a domicilio”, portando il varietà
direttamente nei tinelli e nei salotti.
Negli anni successivi questo genere subì un’evoluzione e un allargamento della sua
definizione, che lo portarono all’indeterminatezza attuale. I programmi eleganti e
spensierati degli anni ’60 (con grandi personaggi come Corrado e Raimondo
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G.Bettetini, La regia televisiva, ISU Università Cattolica, Milano 2007, p.127