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CAPITOLO I
STORIA DELL’ASSISTENZA
Figura 1. Stampa della fine del 1800 raffigurante Florence Nightingale
FLORENCE NIGHTINGALE
Le radici militari del Nursing promossero uno stile di leadership, che fu poi
modellato sul ruolo dell’infermiere dirigente promosso da Florence Nightingale.
Ci troviamo nel 1854 quando l’Inghilterra entrò in guerra con una spedizione in
Crimea, con i francesi in aiuto alla Turchia, contro la Russia, che voleva
conquistare Costantinopoli. Il ministro della guerra Hebert chiese alla Nightingale
di andare in Crimea con un gruppo d’infermiere, nominandola sovrintendente del
corpo di spedizione, con il compito di organizzare l’assistenza.
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Trovò una situazione difficile a Scutari, dove i soldati morivano in gran parte per
epidemie di colera, tifo, dalla gangrena alla dissenteria e non per le ferite di guerra
ma per mancanza d’igiene.
La Nightingale, interviene riorganizzando la struttura ospedaliera, riportando le
condizioni igieniche e assistenziali al punto da salvaguardare la vita dei soldati.
Nel 1856 lascia Scutari e torna in Inghilterra dove ottiene l’istituzione di una
commissione incaricata di investigare sull’assistenza medica militare; attraverso
uno studio statistico per calcolare la mortalità, mettendo in evidenza sia l’impatto
della malattia, sia gli effetti delle migliorate condizioni sanitarie.
Nel 1857, appoggiata dalla regina Vittoria, dal principe Alberto e dal primo
Ministro, vongono attuate Riforme Sanitarie, per i miglioramenti fisici delle
caserme e degli ospedali militari (ventilazione, riscaldamento,
approvvigionamento acqua, eliminazione acque di scolo).
Successivamente verrà stilato un codice sanitario per l’esercito fondando la
Scuola Medica Militare.
L’assistenza infermieristica è l’uso adeguato dell’aria, della luce, della pulizia, del
calore, della tranquillità e della giusta scelta nella somministrazione della dieta, il
tutto con minor spese di energia da parte dell’ammalato.
Figura 2. Immagine storica tratta dal sito della Croce Rossa Italiana
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LE ORIGINI DELLA CROCE ROSSA
Nel 1848, durante i moti di Messina, un medico chirurgo di Capua, Ferdinando
Palasciano, giovane ufficiale dell’esercito Borbonico, avvertì il dovere morale di
prestare le sue cure anche ai feriti nemici, nonostante l’ordine tassativo dato dal
Generale Filangieri di non curare ribelli siciliani. La condanna a morte, per
intercessione di Re Ferdinando, suo amico e sostenitore, venne tramutata in un
anno do carcere da scontare a Reggio Calabria.
Anche durante la reclusione Palasciano continuò ad assistere i feriti napoletani che
i battelli portavano da Messina.
Dopo la scarcerazione s’interessò dei problemi di sanità militare, lottando con
energia affinché venisse riconosciuta la neutralità dei feriti in guerra. Con la
caduta della monarchia Borbonica, poté esporre le sue idee al Congresso
Internazionale dell’Accademia Pantomiana, svoltasi a Napoli nel 1861, dove
affermò: “Bisognerebbe che tutte le persone belligeranti, nella Dichiarazione di
Guerra, riconoscessero reciprocamente il principio di neutralità dei combattenti
feriti per tutto il tempo della cura e che adottassero rispettivamente quello
dell’aumento illimitato del personale sanitario durante il tempo della guerra”
1
.
Tre anni più tardi questo discorso sarà alla base della Convenzione di Ginevra,
che proclamò, per la prima volta, uno e forse il più importante dei principi
fondamentali della Croce Rossa.
I principi proclamati da Palasciano presero forma grazie all’opera di Henry
Dunant, considerato a pieno titolo il fondatore della Croce Rossa.
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: tratto dall’archivio Generale della Croce Rossa Italiana di Roma.
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Dunant nasce a Ginevra l’8 maggio del 1828, morto ad Heiden il 30 ottobre del
1910, commerciante svizzero, fornitore dell’esercito francese.
Dunant arriva in Lombardia, nel pieno della II guerra d’indipendenza italiana,
scoppiata a Solferino, il 24 giugno del 1859, egli rimase sconvolto dal numero
impressionante di feriti e dei morti, che venivano abbandonati a loro stessi;
“Qui si svolge una lotta corpo a corpo, orribile e spaventosa". Austriaci alleati si
calpestano, si scannano sui cadaveri sanguinanti, s’accoppano con il calcio dei
fucili, si spaccano il cranio, si sventrano con le sciabole o con le baionette; anche
i feriti si difendono fino all’ultimo. Impotente di fronte a queste scene di dolore,
cerco invano Medici Chirurgici e Infermieri, che possano alleviare le sofferenze
di tanti uomini”.
“Il sole del 25 illuminò uno degli spettacoli più orrendi; nei paesi tutto si
trasforma in ambulanze di fortuna: chiese, conventi, case, pubbliche piazze,
cortili, strade, passeggiate, ma non ci sono mani sufficienti”
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.
Cosciente di ciò Dunant e gli abitanti del paese s’improvvisarono infermieri.
Dopo la fine della guerra rientra a Ginevra e scrive un suo libro “Souvenir di
Solferino”, dove trasferisce le sue emozioni e l’impotenza provata durante quella
strage.
Nel 1862 Dunant insieme ad altri 5 cittadini svizzeri fonda il “comitato ginevrino
di soccorso dei militari feriti”, essa fu la prima cellula di quello che diventerà il
Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Nel 1864, durante il conflitto tra Prussia e Danimarca, agiscono per la prima volta
le società nazionali di soccorso, dove si evidenziano ostacoli, che possono essere
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: documento tratta dall’archivio generale della Croce Rossa italiana di Roma.
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superati solo attraverso un serio impegno da parte degli Stati, per cui l’8 agosto
del 1864, viene convocata una conferenza diplomatica, alla quale partecipano 12
rappresentanti di governi, tra cui gli stati uniti.
La conferenza del 22 agosto si conclude con l’adozione della “I° Convenzione di
Ginevra”, per il miglioramento della sorte di feriti e malati degli eserciti in guerra.
L’art.10 del documento garantisce la neutralità e la protezione alle ambulanze,
agli ospedali militari, al personale dell’equipe e ai presidi medici chirurgici. La
protezione viene estesa anche ai civili, che si adoperano ai soccorsi.
La Croce Rossa su sfondo bianco viene adottata quale simbolo di protezione e
neutralità. L’emblema, privo di significato religioso, è scelto invertendo i colori
federali della bandiera svizzera, in omaggio al paese ospitante.
Viene stabilita la regola fondamentale, secondo la quale “i militari feriti o malati
saranno raccolti e curati indipendentemente dalla nazione a cui appartengono”.
La I° Convenzione di Ginevra (1864), costituisce un passo decisivo nella storia
del Diritto Internazionale Umanitario.
Nel periodo successivo al 1864, vengono create numerose società nazionali della
Croce Rossa. In occasione del conflitto Franco-Prussiano, per la prima volta nella
storia militare, entra in funzione un organismo internazionale, che si occupa di
comunicare con i feriti caduti in battaglia, il Comitato Internazionale può inviare
nei campi di prigionia dei suoi delegati.
I principi della I° Convenzione di Ginevra (1864), vengono riconfermati e
ampliati dalla Dichiarazione Internazionale concernenti le leggi e gli usi della
guerra, ripresa poi nei testi dell’Aja del 29 luglio 1899.
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Con la I° Guerra Mondiale vengono evidenziate alcune lacune della norma fino ad
allora formulate e nel 1929 due convenzioni, una per il trattamento dei prigionieri
di guerra, l’altra per migliorare la protezione dei feriti sulla base della passata
esperienza. Durante la II° Guerra Mondiale la sorte delle persone coinvolte nelle
ostilità, ed in particolare della popolazione civile, è tragica.
Alla fine del conflitto vengono riviste le convenzioni vigenti, e nel 1949 vengono
adottate quattro convenzioni (regole precise che proteggono gli internati civili, i
diritti e i doveri di una Potenza occupante sono chiaramente stabiliti, vietate le
rappresaglie e le deportazioni).
• I° Convenzione di Ginevra per il miglioramento della sorte dei feriti e dei
malati delle forze armate in campagna.
• II° Convenzione di Ginevra per il miglioramento della sorte dei feriti e dei
malati delle forze armate su mare.
• III° Convenzione di Ginevra relativa al trattamento dei prigionieri di
guerra.
• IV° Convenzione di Ginevra relativa alla protezione delle persone civili in
tempo di guerra.
Con queste gli Stati Firmatari si impegnano a curare amici e nemici senza alcuna
distinzione, rispettando l’essere umano, la dignità della donna, i diritti della
famiglia, le convinzioni religiose, i costumi; a vietare trattamenti disumani o
degradanti, la cattura di ostaggi, gli stermini, la tortura, le esecuzioni sommarie, il
saccheggio, gli atti di violenza e la distruzione indiscriminata dei beni privati.
Nel 1977, una nuova Conferenza diplomatica adottò due protocolli aggiuntivi, alle
quattro convenzioni (1949):
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• Il I° primo protocollo estende il campo di applicazione, identificando
meglio il personale e i presidi medici chirurgici, assicurando meglio la
protezione.
• Il II° protocollo si preoccupa della protezione delle vittime dei conflitti
armati non internazionali mediante una serie di disposizioni destinate ad
assicurare la tutela dei feriti, dei malati e della popolazione civile in
generale e in particolare, dei civili privati della libertà.
Figura 3. Sanità militare nella I° Guerra Mondiale
Figura 4. Baracchetta operatoria sotto tenda
Figura 5. Carro chirurgico “Dogliotti”
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CAPITOLO II
SANITA’ MILITARE
Figura 6. Immagine tratta dal film “Black hawk down”
LO SPECIFICO SANITARIO INFERMIERISTICO MILITARE
La medicina militare, nasce come supporto sanitario delle truppe in
combattimento, e in tale situazione, la medicina di guerra si trova ad essere molto
vicina alla medicina delle catastrofi, in considerazione del fatto che la guerra può
essere considerata la peggiore delle catastrofi per tipologia delle lesioni, che
coinvolge molti più civili che militari a tal punto da rendere sottile il confine tra
disastri civili e disastri militari.
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Il miglior contributo che la sanità militare fornisce un’integrazione logistica
operativa, ottimizzando la gestione delle risorse e razionalizzando l’utilizzazione
di materiali e personale tecnico:
• Efficacia legata al trasporto aereo-marittimo-terrestre.
• Rapidità di ripristino delle vie di comunicazione.
• Efficienza legata a determinate strutture logistiche.
• Tempestività nell’attivazione di unità sanitarie campali (U.S.C.).
Gli assiomi fondamentali per l’organizzazione sanitaria militare, sono il triage e la
catena di evacuazione per progressivi gradi di trattamento sanitario medico ed
infermieristico.
La “rianimazione aggressiva” e la “terapia chirurgica” sono i primi due momenti,
che sono posti in essere in una situazione bellica, tesi a ridurre il numero delle
perdite, il cui fattore fondamentale è: UN INTERVENTO SANITARIO RAPIDO
ED EFFICIENTE.
Il numero delle vittime, vengono classificate come Kia (feriti che muoiono dopo
aver ricevuto un trattamento sanitario) e Dow (feriti che muoiono dopo aver
ricevuto le prime cure sanitarie).
I fattori preponderanti in una maxi-emergenza sono:
• Rapidità di trasporto.
• Predisposizioni logistiche.
• Rianimazione.
• Stabilizzazione.
• Chirurgia precoce.
• Assistenza infermieristica specifica.
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La particolare formazione dell’infermiere militare, è orientata a saper affrontare le
problematiche dell’emergenza in condizioni ambientali e/o inusuali, con
particolare riferimento alla traumatologia d’urgenza e alle patologie derivanti da
contaminazioni di natura nucleare-biologica-chimica.
Obbiettivo sanitario militare sul campo è quello di fornire la sopravvivenza e
l’integrità psicofisica degli infortunati.
Infatti, il personale sanitario militare è addestrato nelle tecniche del BLSD
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e
ATLS
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, mentre x il campo chirurgico, vi è un team addestrato e dislocato in
strutture mobili, strategicamente protette, che garantiscono la salvaguardia
dell’integrità fisica del personale e dell’utente.
Tale organizzazione è garantita da una catena di soccorso detta “evacuazione
strategica” che si articola in 5 livelli (ogni livello si struttura sulle capacità del
livello precedente e aggiunge servizi supplementari):
• 1° livello di assistenza: consiste nell’assistenza sanitaria erogata
nell’ambito della singola unità combattente, dai singoli soldati o da
personale militare addestrato, in campo sanitario. Le nozioni di primo
soccorso di base vengono insegnate a tutto il personale militare. Inoltre
sono comprese stazioni di soccorso mobili, gestite dal personale sanitario,
medici e infermieri. La squadra di soccorso addetta alla ricerca e al
recupero dell’infortunato, ripristino e mantenimento delle funzioni vitali,
stabilizzazione del ferito;
• 2° livello di assistenza: strutture modulari situate nelle vicinanze della
“linea di fuoco”, hanno limitate possibilità diagnostiche strumentali, il cui
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: l’acronimo B.L.S.D. sta per: Basic Life Support Defibrilation.
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: l’acronimo A.T.L.S. sta per: Advanced Trauma Life Support.
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personale è addestrato nella rianimazione di base, nelle procedure
chirurgiche, limitate ad interventi di emergenza per prevenire a morte o le
perdite di arti o di funzionalità. Rivalutano il ferito attribuendogli un
punteggio di gravità per l’iter clinico, mettono l’assistito in condizioni di
essere trasferito (evacuazione terrestre o aerea a livelli di assistenza più
competente);
• 3°livello di assistenza: le unità di 3° livello, “ospedale da campo” (ROLE
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), sono posizionati in luoghi dove la minaccia nemica è minore, ha come
fine il ripristino delle funzionalità d’organo, include la rianimazione e la
chirurgia d’urgenza. Inoltre vengono erogate prestazioni diagnostiche
strumentali (laboratorio analisi, radiologia, farmacia) e terapia intensiva;
• 4° livello di assistenza: si effettua o nel teatro dell’operazione, e questo
dipende dal tipo di missione, dalla minaccia, dalla disponibilità del
soccorso aereo e dalle dimensioni del reparto, o extra-teatro, cioè quando è
necessaria un’evacuazione verso o una nave ospedale o una struttura
ospedaliera militare;
• 5° livello di assistenza: prevede la convalescenza o la riabilitazione nella
struttura ospedaliera nazionale territoriale;
Le cure sanitarie sono assicurate con continuità dai mezzi di trasporto, che sono
parte integrante dell’intero sistema. Ad ogni livello, corrisponde uno specifico
grado di assistenza infermieristica, sia di natura bellica e non:
• Prontezza operativa;
• Autonomia di gestione;
5
:spiegheremo nel capitolo successivo sull’ospedale da campo il significato di questa
terminologia.