2
Se i bambini sono oggi a rischio, ciò che è a rischio è il futuro stesso
dell'intera società.
Proprio per questo, se la questione non deve passare inosservata,
diventa normale manifestare qualche dubbio sul carattere strumentale di
un termine largamente usato, che di fatto potrebbe impedire di
riconoscere rapidamente la reale portata del problema e
contemporaneamente percorsi di lavoro concreti e praticabili.
Questa premessa ci è parsa necessaria per focalizzare il problema non
in, più o meno arbitrarie definizioni del "minore", ma nel rapporto fra la
televisione e gli utenti della fascia di età inferiore ai diciotto anni.
3
Capitolo 1
Le origini della televisione come mezzo di comunicazione di
massa
1.1 Cenni storici sulla nascita della televisione
L’immaginazione artistica è sempre stata al passo con i progressi
della scienza, spesso anzi l’ha preceduta, anticipando l’invenzione di
nuove macchine, ma soprattutto riuscendo a prevederne il bisogno e
l’uso individuale o collettivo prima ancora che essi divenissero manifesti
a livello sociale.
Così anche per la televisione, incontriamo sogni e fantasie
premonitrici di quanto poi si sarebbe realizzato.
Nel 1879, la rivista britannica “Punch” pubblica un disegno in cui una
coppia davanti al caminetto guarda una partita di tennis su uno schermo.
Il francese Albert Robida nel 1882 disegna una serie di immagini che
mostrano una famiglia in salotto impegnata a seguire una guerra lontana,
oppure a frequentare corsi universitari a distanza, o a fare degli acquisti
davanti ad un teleschermo. Ancora Robida scrive, nel 1883, un romanzo
di fantascienza, “Ventesimo secolo”, nel quale immagina un convegno
per la visione a distanza, chiamato "telefonoscopio".
Tutto questo accade molto tempo prima che la televisione, dentro e
4
fuori i laboratori di ricerca, diventi realtà.
1
Quando si parla di televisione, in genere, non si fa riferimento alle sue
caratteristiche tecniche, non si sa come funziona, né chi e quando abbia
inventato questo mezzo di comunicazione incarnatosi nella realtà
familiare e nella quotidianità della nostra vita domestica.
La televisione, tecnicamente, si definisce come un sistema per la
trasmissione a distanza di immagini, anche in movimento, e del suono
che le accompagna. La trasmissione avviene per mezzo di segnali
elettrici, generalmente tali segnali sono diffusi via etere, attraverso onde
elettromagnetiche nella gamma radio, oppure attraverso cavi
2
.
La televisione si colloca fra la vita privata e la vita pubblica delle
persone. Guardando alla vita di ogni giorno degli individui, è possibile
osservare in essa, fin dalla più remota antichità, "l’intreccio fra una
dimensione privata, domestica e familiare, e una dimensione sociale e
pubblica".
3
Una dimensione sociale e pubblica che sicuramente comprende sia la
partecipazione alla vita pubblica, ma anche quelle più comuni forme di
intrattenimento quali sagre, feste spettacoli teatrali e circensi. In passato,
1
Cfr. G. Paci, La televisione, Ellissi, Napoli, pag. 26.
2
La tv via cavo si sviluppò nelle grandi città americane negli anni ’60 permettendo la distribuzione di
programmi a pagamento (pay tv). La distribuzione del segnale televisivo avviene via cavo coassiale
(due conduttori metallici concentrici separati da un isolante e ricoperti da una guaina, su cui possono
viaggiare più segnali contemporaneamente con tecnologia Multiplex). La televisione via cavo offre un
pacchetto assortito di canali (bouquet) anche a tema (“tematici”: cinema, sport, notizie e cultura)
pagati direttamente dall’utenza e non dalla pubblicità. Cfr. M. Morcellini - M. Sorice, Dizionario della
Comunicazione, Editori Riuniti, Roma 1999, pag. 243.
3
Cfr. E. Menduni, La televisione, Il Mulino, Bologna 1998, pag. 11.
5
solo ristrette cerchie d’élite potevano permettersi il lusso di portare tali
divertimenti o manifestazioni all’interno delle proprie case, castelli o
corti. Nel 18° secolo irrompe in Europa la “modernità”
4
, e dalla fine
dell’800 il domicilio diventa la sede di forme di intrattenimento musicale
come la pianola e poi il fonografo.
Negli anni’20 si diffonde la radio presentandosi come una grande
novità. La sua vicenda si svolge tutta dentro la sfera privata, nelle stanze
della casa. E' la prima forma conosciuta al mondo di broadcasting
5
:
acquistato l’apparecchio e, in Europa, pagato il canone, il domicilio
diventa un terminale domestico che riceve continuamente materiali
sonori e parlati fruibili da tutti i membri del nucleo familiare senza
pagare alcun biglietto; non occorre doversi vestire e uscire di casa; la
radio non invade i ritmi di vita familiare quotidiana, con cui è
perfettamente compatibile, ancora, questo strumento radiofonico annulla
le distanze e porta per la prima volta la contemporaneità nella
riproduzione dei suoni.
La diffusione della radio fu tuttavia piuttosto lenta. Nel periodo fra le
due guerre solo in pochi paesi esistevano larghe masse di cittadini dotate
di capacità di spendere denaro per beni non di prima necessità; certo non
in Italia.
4
Senza entrare nel merito dell'ampio dibattito sulla modernità, ci limitiamo ad indicare con questo
termine un “sistema di cambiamenti e trasformazioni sociali sempre più rapide e di portata sempre più
larga”, Ibidem.
5
Si parla di organizzazione a broadcasting quando vi è una sola emittente e molti destinatari. Questi
ultimi a loro volta non hanno la reale possibilità di comunicare direttamente con l’emittente.
6
Nelle caratteristiche del mezzo radiofonico erano intrinseci i suoi
limiti. Perfetta per la musica, rapida nell’informazione, non lo era
altrettanto per quella forma d’intrattenimento che oggi chiamiamo
fiction
6
.
La supremazia della radio non è stata mai totale. Anche in paesi come
gli Stati Uniti o l’Inghilterra, in cui ha conosciuto il massimo sviluppo, la
radio ha sempre dovuto fare i conti con la più diffusa forma di
intrattenimento di massa nello spazio pubblico: il cinema.
Erano stati sufficienti solo pochi anni perché il cinema raggiungesse
una sua forma culturale. Il cinema aveva una straordinaria capacità nel
narrare storie dal grande effetto naturalistico, considerato anche le
generose dimensioni dello schermo.
Sicuramente il grande schermo trovava un gradimento diffuso in tutto
il mondo, nelle larghe masse di popolazione ancora escluse da altre
forme di spettacolo o, essendo analfabete, dalla comunicazione scritta.
Nella seconda metà degli anni’30 in vari paesi si era pronti per la
televisione; ma la crescente tensione internazionale, che portò alla
guerra, non soltanto impedì la produzione degli apparecchi e il lancio
della tv, ma soppresse le condizioni sociali di sfondo, come il benessere,
il desiderio di investire in beni durevoli per una migliore qualità della
vita, o una coesione sociale sufficiente, che potevano rendere plausibile
6
"Termine inglese che indica qualsiasi testo o programma di invenzione narrativa da attori." Cfr. E.
Menduni, Op. cit., pag. 15.
7
la televisione.
Tra il 1945 e il 1955, periodo post-bellico, ecco crearsi quelle
condizioni di crescente prosperità economica utili alla diffusione della
televisione; le stesse condizioni che non aveva goduto la radio negli anni
Trenta. In Italia e in altri paesi, la televisione arrivava dove la radio non
era mai arrivata.
La televisione, ancor prima la radio, si presentava da subito come un
utile strumento di supporto per il completamento della costruzione di un
nuovo senso della vita.
M. McLuhan distingue secondo un principio base un medium
7
caldo
come la radio o il cinema, da un medium freddo come il telefono o la
televisione. Spieghiamo la differenza fra i due media citati, dicendo che
il telefono è un medium freddo o a bassa definizione, perché attraverso
l'orecchio si riceve una quantità limitata di informazioni, lo stesso si può
dire per la televisione in quanto in genere offre poco ed esige un grosso
contributo da parte dell'utente. Al contrario i media caldi, come la radio
non lasciano molto spazio che il pubblico debba colmare o completare;
comportano perciò una limitata partecipazione, mentre i media freddi
necessitano di un alto grado di partecipazione o di completamento da
parte del pubblico. Quando si parla di medium freddi soprattutto se
riferito alla televisione, non deve intendersi nel senso distaccato. Il
medium freddo amplifica pregi e difetti, che invece non appaiono nei
7
M. McLuhan attribuisce al termine medium il significato di messaggio ossia l'estensione degli
individui nel manifestarsi in una realtà sociale.
8
mezzi caldi, (così Hitler nel condurre la sua dittatura nazista, riusciva a
mascherare i suoi drammatici difetti utilizzando i media caldi quali la
radio e il cinema.
8
La televisione, fornendo contemporaneamente un audio e un video,
una parola e una immagine, richiede poco sforzo allo spettatore; al
contrario dello sforzo alla lettura o all’attenzione per seguire la radio. Un
inedito effetto di realtà, veniva assicurato dall’effetto congiunto
dell’immagine e del suono. Sembrava quasi che l’obbiettivo della
telecamera guidasse lo spettatore in situazioni insolite, prestigiose e
comunque piacevoli.
“Se la radio aveva industrializzato il tempo del suono, la televisione
realizzava la contemporaneità del suono e dell’immagine”.
9
L’associazione suono – immagine era sicuramente molto forte, era
come una “protesi elettronica” dell’occhio, un paio di occhiali utili per la
visione di luoghi lontani, in tempi assolutamente ridotti. Ora l’uomo
poteva entrare in luoghi che gli sarebbero stati preclusi, per esempio
nella cattedrale dove veniva incoronata la regina d’Inghilterra.
Il fatto che l’uomo qualunque potesse guardare da vicino la regina,
dava l'idea di qualcosa di democratico. Ecco quindi che lo strumento
televisivo appariva come una forma visiva di suffragio universale. I
diritti della gente comune si estendevano. La televisione poteva apparire
8
Cfr. M. McLuhan, Gli strumenti del comunicare, il Saggiatore, Milano, 1990, pagg. 15-31.
9
Cfr. E. Menduni, Op. cit., pag. 17.
9
come un elemento di democratizzazione e di trasparenza degli eventi. I
misteri e le meraviglie del pianeta adesso potevano entrare in ogni casa.
La televisione si rivelò molto utile, anche senza mai affermarlo, nel
processo di unificazione delle lingue nazionali superando particolarismi
e dialetti. Una forma di socializzazione, di “costruzione di società”
fondata su modelli di vita agiata e di un più ricco consumo.
Fu all’inizio proprio il cinema che mostrò la grande attrattiva di
un’emissione contemporanea di suoni e immagini. Per questo i
responsabili delle aziende radiofoniche compresero che dopo questa
“invasione di campo” del cinema il loro spazio sociale era seriamente
minacciato. L’attività delle aziende radiofoniche dovette evolversi
necessariamente nella televisione, perseguendo la ricerca tecnologica per
mezzo di finanziamenti procacciati dai proventi della radiofonia. Quando
l’invenzione si consolidò, ebbe come contenitore naturale le stesse
imprese, la stessa filosofia aziendale, lo stesso quadro di riferimento
giuridico della radio.
Come dice E. Menduni “la televisione, diversamente da altre
invenzioni, non ebbe bisogno di cercare un uso sociale che le
permettesse di crescere: essa aveva una funzione sociale già stabilita,
quella di perfezionare e allargare il ruolo già svolto dalla radio”.
10
La ricerca tecnologica per la creazione di un apparecchio televisivo in
grado di assicurare una sempre più fedele trasmissione di immagini e
10
Cfr. Ivi., pag. 28.
10
suoni, durò più di mezzo secolo. Si parte dal principio fondamentale
della scansione (scanning)
11
noto dall’inizio del secolo, ma ancora prima
lo scozzese John Baird propose una riproduzione essenzialmente
meccanica dell’immagine, dove la scansione era affidata a un disco
metallico traforato, inventato da Piotr Nipkow nel 1884. Verso gli anni
’30 si affermò la soluzione di Wladimir Zworykin, elaborata su un
metodo interamente elettronico fondato su sviluppi delle valvole
termoioniche. Una soluzione quest’ultima che si rivelò superiore di
molto, perché più veloce nel trattare la grande quantità di informazioni
necessarie alla trasmissione di un’immagine animata, e quindi capace di
una più alta definizione di immagine. Il sistema di Zworykin prevalse in
America e poi ovunque; timidamente anche in Inghilterra.
Le dimensioni dell’apparecchio televisivo rimasero storicamente
definite e costanti, nonostante gli sforzi per ridurre le dimensioni degli
schermi. Al contrario, la radio ha potuto “miniaturizzarsi” senza perdere
nulla della quantità del suono, associandosi ad altri apparecchi come
l’orologio, il registratore, o il cruscotto di un‘auto. Sicuramente il fatto
che il televisore abbia mantenuto immutate le sue caratteristiche
estetiche, come dice ancora E. Menduni, “non ha mancato di influenzare
il suo futuro di protagonista della vita familiare nel salotto domestico”.
12
11
Definizione dell’immagine video, formata da elementi puntiformi (pixel: picture elements) disposti
su linee orizzontali. L’attuale teleschermo ha uno scanning di 625 linee , mentre l’Hdtv ne conta 1250
e il cinema (che ha natura analogica e non digitale) è equiparabile a un’immagine elettronica
composta da circa 3000 linee. Cfr. M. Morcellini M. Sorice, Dizionario della Comunicazione, Editori
Riuniti, Roma 1999, pag.12.
12
Cfr. E. Menduni, Op. cit., pag. 30.