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nell�organizzazione, nella gestione e nel controllo; fornendo inoltre, alcune
delle pi� rilevanti informazioni attinenti l�esercizio d�impresa di una
compagnia di assicurazioni e valutando i ratios di bilancio come principali
indicatori delle condizioni di operativit� del complesso aziendale.
Parte seconda: il proposito che si intende qui realizzare � quello di fornire
alcune nozioni di base per lo sviluppo e la costruzione di modelli di
valutazione del rischio d�impresa, in particolare esaminando quegli aspetti
pi� propriamente e cospicuamente riferibili alle metodologie matematico-
statistiche. A tal fine vengono presentati due approcci, quello di A.D.
(Analisi Discriminante) e quello di R.P.A. (Recursive Partitioning
Algorithm).
Parte terza: in ultimo, vengono presentati gli aspetti pratici di due modelli,
quello del BUORO e quello di FRYDMAN, al fine di evidenziare i risultati
ottenibili da una pratica applicazione delle due metodologie e con
l�obiettivo di individuare analogie e differenze nei due approcci. Infine,
viene proposta un�ipotesi di applicazione del modello di R.P.A. per la
<<valutazione del rischio d�impresa>> nelle compagnie di assicurazione.
Di Cintio Marco
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Introduzione
Art. 2555 C.C. :<<�l�azienda � il complesso di beni organizzati
dall�imprenditore per l�esercizio dell�impresa�>>.
Qualunque tipologia di vita e di attivit� non pu� prescindere dalla
dimensione organizzativa. Questo fondamentale assunto, particolarmente
evidente nella realt� dei <<sistemi di comportamento>> pi� complessi,
richiama aspetti problematici assai significativi tanto a livello pratico
quanto a livello teorico.
La notevole produzione scientifica che negli ultimi anni � andata ad
arricchire la letteratura aziendale dimostra ampiamente quanto affermato.
Concetti senz�altro comuni a molti studiosi della <<scienza
dell�organizzazione>> implicano che:
ogni modello interpretativo dei fenomeni organizzativi deve essere
saldamente innestato in una visione dinamica e concreta della realt�; ci�
vuol dire che nel �momento� organizzativo deve tipicamente realizzarsi la
saldatura tra teoria e pratica, o se si vuole, tra visione <<filosofica>> e
visione <<pragmatica>> di un qualsiasi organismo
sotto il profilo dell�assetto strutturale non esiste alcun modello
organizzativo costante ed universale, cio� di validit� generale nel tempo e
nello spazio.
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Anche in campo aziendale il progresso e le esigenze di competitivit� hanno
ormai decretato il tramonto definitivo di ogni forma di empirismo e di
improvvisazione, reclamando parallelamente <<l�ancoraggio>>
dell�attivit� a impostazioni tecniche e metodologiche rigorosamente
scientifiche.
Tutto ci�, in considerazione dei tratti pi� qualificanti e caratterizzanti le
grandi imprese moderne: entit� del capitale investito, necessit� di
mobilitare in misura sempre maggiore collaboratori specializzati ed alto
grado di professionalit�, presenza di una tecnologia avanzata e in continua
evoluzione, importanza della ricerca scientifica e dell�innovazione,
pluralismo manageriale, rilevanza dei problemi concorrenziali e di mercato,
complessit� dei processi produttivi e decisionali, ed infine, dinamica delle
strutture aziendali e importanza delle relazioni industriali.
Non basta agire: nell�ambito di una completa e corretta visione d�insieme, �
necessario definire, nel miglior modo possibile strutture e regole di
comportamento. Tutto ci� al fine di poter gestire al meglio situazioni
sempre pi� complesse in ambienti che sono spesso notevolmente
<<turbolenti>>.
� quindi necessario, delineare esattamente i contorni economico-tecnici del
sistema aziendale al fine di coglierne gli aspetti pi� significativi anche in
11
relazione ad altri sistemi sociali, i quali spesso palesano stretti collegamenti
nei suoi confronti.
Ci� significa indagare a fondo sull�essenza e sulla natura del fenomeno
<<azienda>>, intesa come sistema socio-economico-tecnico attivo, aperto,
dinamico e complesso.
Nell�ultimo ventennio, numerosi modelli statistici di classificazione sono
stati costruiti con l�intento di dare una soluzione ai problemi di natura
finanziaria o con l�obiettivo di valutare le differenti condizioni di mercato
in cui le imprese si trovano ad operare.
Questi modelli si propongono di mettere in relazione un insieme di variabili
indipendenti, caratterizzanti gli elementi di una data popolazione, con una
variabile dipendente., la quale potr� assumere due o pi� valori discreti.
I problemi di classificazione, nel settore finanziario, sono generalmente
basati sullo studio di due gruppi, ed attraverso l�analisi dei dati osservati gli
elementi di un campione vengono assegnati ad uno dei due gruppi di
classificazione (ad esempio, i prestiti commerciali sono classificati in
adempiuti e non-adempiuti; i titoli convertibili in convertiti e non-
convertiti; le imprese pubbliche o private in fallite e non-fallite).
La relazione che viene ad essere generata �, in genere, determinata con
l�obiettivo di permettere
12
Nel rispetto dei principi di natura statistica, le tecniche multivariate hanno
rimpiazzato gli approcci univariati soprattutto nella fase di acquisizione dei
dati; inoltre, la possibilit� di utilizzare programmi computerizzati per la
manipolazione e lo studio dei dati ha permesso l�elaborazione di modelli
pi� facilmente interpretabili e notevolmente pi� potenti e complessi.
La pi� comune tecnica di classificazione multivariata � stata, sin ora,
l�analisi discriminante con l�utilizzo di un certo numero di parametri tecnici
inseriti nel modello per superare alcune delle imperfezioni individuate nella
metodologia discriminante. Ad esempio, uno degli accorgimenti cui si �
provveduto � stato l�utilizzo di un pi� realistico ed esplicito intervallo di
misurazione tra i gruppi di classificazione adiacenti, cercando in tal modo,
di evitare quelle assunzioni che rendevano il modello eccessivamente
lontano dalla realt�.
Perci�, un aspetto che tutti i modelli discriminanti hanno in comune � la
qualit� parametrica del legame tra le variabili esplicitate e ed i
raggruppamenti proposti.
L�R.P.A., al contrario della citata metodologia discriminante, � una tecnica
di classificazione computerizzata e non-parametrica, basata sempre
sull�identificazione della relazione esistente tra gruppi ed elementi del
campione.
13
L�R.P.A. possiede perci� sia le qualit� dei classici approcci di
classificazione univariata, sia le qualit� delle procedure multivariate: il
modello risultante dall�analisi � un albero a classificazione binaria che
assegna gli elementi del campione a dei gruppi selezionati a priori.
L�obiettivo di questo studio � dimostrare che l�R.P.A., quanto la comune
tecnica di analisi discriminante, conducono ad una accurata classificazione
degli elementi del campione, ma, generalmente, l�R.P.A. supera in
efficienza l�analisi discriminante.
L�entit� di tale �dominio�, che dipende dalla specificazione dei costi di
errata classificazione e dall�assegnazione delle probabilit� a priori, non
permette per�, di dimenticare la mancanza, nella tecnica R.P.A., di un
preciso sistema di assegnazione dei punteggi (scoring system) come invece
pu� ravvisarsi nell�analisi discriminante.
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PARTE PRIMA
L�assicurazione, l�economia, l�impresa
15
Capitolo I
IL RISCHIO NEL CONTRATTO DI
ASSICURAZIONE
1. Le origini dell�assicurazione.
Nell�accezione pi� comune l�assicurazione, intesa come prodotto fornito da
una impresa, deve le sue origini alla spinta prodotta nel XVII sec. dalle
crescenti contrattazioni marittime nonch� alla sempre maggiore
spregiudicatezza dei mercanti
d�oltre Manica. Infatti, � proprio a Londra che ad opera del Lloyd�s nasce
la prima forma di assicurazione imprenditoriale.
L�evoluzione e la diffusione del prodotto �assicurazione� nella totalit� dei
paesi europei deve attendere la fine della Rivoluzione Francese,
successivamente alla quale anche in Italia possono ritrovarsi le prime
gestioni assicurative rivolte a prevenire i rischi prodotti dal commercio
marittimo principalmente, ed anche da quello terrestre.
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Le prime norme a tutela degli assicurati, per l�Italia, devono farsi risalire al
codice di commercio del 1882 senza che possa apprezzarsi il ruolo,
socialmente sempre pi� importante delle imprese assicuratrici.
Giunti nel XX sec. il nostro codice civile disciplina negli art. 1882-1932 il
contratto di assicurazione, tutelando da una parte gli assicurati e dall�altra
disciplinando gli aspetti imprenditoriali delle aziende del settore, aspetti
che vanno dalla nascita fino alla relativa cessazione dell�attivit�.
L�art. 1882 definisce il contratto assicurativo come �� contratto in base al
quale l�assicuratore, a fronte del pagamento di un <<premio>> (2952), si
obbliga a rivalere l�assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso
prodotto da un sinistro, ovvero a pagare una rendita (1861 ss., 1872 ss.) al
verificarsi di un evento attinente alla vita umana (1919 ss., 1927)��.
Dalla definizione data si evince agevolmente come il contratto assicurativo
possa riguardare due specifiche situazioni:
Ass. contro i danni
Ass. sulla vita
17
2. Il rischio.
Con un unica definizione il C.C. riassume perci� il concetto basilare
dell�assicurazione: il rischio.
Il concetto di rischio va qui interpretato come incertezza derivante dalla
manifestazione di un evento futuro (per questo incerto) e non totalmente
conosciuto o conoscibile, quindi tramite il contratto di assicurazione pu�
attuarsi un attenuamento dell�alea economica concernente determinati fatti
o accadimenti.
L�assicurato, perci�, a mezzo di tale strumento contrattuale � in grado di
trasferire il rischio dalla sua sfera personale a quella dell�assicuratore.
Sembra opportuno a questo punto chiarire meglio il significato che in tale
contesto assume il rischio; qui si fa riferimento essenzialmente al concetto
economico di incertezza, anche se � necessario specificare che i due
concetti, di rischio e di incertezza, non coincidono pienamente, in quanto il
primo sarebbe solo la conseguenza del secondo.
1
Infatti, se consideriamo la
possibilit� che un evento, di qualsiasi genere, si verifichi possiamo senza
dubbio parlare di un evento incerto, del cui verificarsi pu� essere data una
1
N. DI CAGNO, S. ADAMO �L�economia delle aziende di assicurazione. Amministrazione e controllo�,
GIAPPICHELLI EDITORE, 1994
18
misurazione in termini di probabilit�; necessariamente il verificarsi
dell�evento futuro produrr� delle conseguenze, e le stesse rappresentano il
cosiddetto rischio speculativo. In termini quantitativi il rischio pu�, perci�,
assumere sia un valore positivo (beneficio prodotto dall�evento) sia un
valore negativo (danno prodotto dall�evento), ma nel linguaggio comune il
termine rischio assume spesso una connotazione negativa, il che spiega
perch� non � l�eventualit� di un futuro guadagno a spaventare ma la
situazione opposta che pu� definirsi come rischio puro.
2
Sulla scorta di queste considerazioni possiamo classificare gli elementi
costitutivi del rischio in:
possibilit� che l�evento si verifichi
evento dannoso
Come gi� osservato la possibilit� di verificazione dell�evento futuro pu�
misurarsi in termini probabilistici distinguendo opportunamente:
rischi statici
rischi dinamici
rischi misti
2
V. BERTINI �Introduzione allo studio dei rischi nell�economia aziendale� GIUFFRE� MILANO, 1982
19
I rischi statici corrispondono ad uno stato di conoscenza probabilistico, che
comunque pu� riferirsi a calcoli basati su metodologie differenti tra cui
principalmente la probabilit� matematica (determinata a priori), la
probabilit� statistica (determinata sulla scorta di valori del passato), la
probabilit� soggettiva.
I rischi dinamici, invece, sono quelli per i quali non � nota la distribuzione
di probabilit� del fenomeno; mentre per rischi misti deve intendersi rischio
di cui una parte della distribuzione � nota, quindi statico, e di una parte di
cui la distribuzione non � conosciuta e perci� dinamico.
Riassumendo si deve quindi ribadire che mentre il rischio rappresenta la
possibilit� di un evento futuro incerto e sfavorevole, il danno � proprio
l�effetto economico (negativo) determinato dall�evento.
3
Ci� premesso non si pu� negare che l�evoluzione sociale e gli aspetti della
vita quotidiana, in genere, siano connaturati con il rischio e che l�esigenza
di forme previdenziali risulta tanto maggiore quanto pi� evoluta � la
societ�. Il bisogno di previdenza si traduce allora nel tentativo di eliminare
le origini stesse del rischio o a trasferire le conseguenze economiche
sfavorevoli su altri soggetti.
3
E. PITACCO �Sintesi di bilancio e valutazione comparata delle imprese di assicurazione. Problemi e prospettive.�,
GIORNALE DELL�ISTITUTO ITALIANO DEGLI ATTUARI, 1981
20
Le cosiddette strategie di fronteggiamento del rischio si possono catalogare
in una serie di differenti tipologie di azioni volte a:
assumere il rischio
prevenire il rischio
proteggersi dal rischio
In realt� le differenti metodologie non fanno altro che attuare un
trasferimento del rischio, trasferimento che pu� concernere o il rischio
stesso oppure il danno prodotto.
In particolare la nostra attenzione � rivolta all�esame del secondo tipo di
trasferimento (quello del danno) distinguendo:
trasferimento nel tempo
trasferimento nello spazio
Sicuramente, il trasferimento nel tempo pu� configurarsi come una forma
di risparmio, cio� di accumulo di somme disponibili in periodi di floridezza
economica per poter essere impiegate successivamente in periodi
congiunturali durante i quali gli effetti negativi si produrranno; ma non pu�
negarsi che la tecnica del risparmio � proficua per il fronteggiamento dei
bisogni certi (che si verificheranno con certezza o con una elevata
21
probabilit�) non altrettanto per il fronteggiamento dei bisogni eventuali
(imprevedibili o di incerta prevedibilit�).
Dal punto di vista aziendale, forme di risparmio sono attuate mediante le
cosiddette auto-assicurazioni, le politiche di bilancio o anche tramite forme
di auto-finanziamento; questi strumenti di stabilizzazione dei redditi nel
tempo operano una distribuzione, dell�onere derivante dal rischio, nei
successivi periodi amministrativi (esercizi), assumendo perci� una efficacia
limitata rispetto al rischio e allo stesso danno prodotto.
Maggiore efficacia si deve riconoscere invece, a quegli strumenti che
operano un trasferimento del danno nello spazio mediante uno spostamento
degli effetti negativi verso altre economie. Questo procedimento nel tempo
� andato assumendo una connotazione particolarissima: l�assicurazione.