6autore è considerato il francese Aymericus de Picaud. Sono
anche descritti i poteri soprannaturali attribuiti al santo e la
“concorrenza” che a volte la devozione popolare ha creato tra le
virtùmiracolosediGiacomoequellediMaria.Chiudeilcapitolo
una descrizione sull’iconografia jacopea nelle vesti di santo,
pellegrino e, infine, Matamoros, argomento che poi sarà ripreso
nel capitolo conclusivo.
Il terzo capitolo descrive alcune sezioni della Guida del
pellegrino di Santiago, ovvero il quinto capitolo del Liber Sancti
Jacobi, che rappresenta uno dei testi più importanti per quanto
riguarda la storia del pellegrinaggio compostellano ed un
rilevante esempio di quella letteratura di viaggio che nasce con le
tre peregrinationes maiores. Si cercherà di comprendere meglio a chi
è stato attribuito questo testo, soffermandosi poi sulla viabilità
medievale italiana verso Compostella. Saranno dunque descritte
le quattro vie maggiormente battute dai pellegrini europei del
medioevo: la Tolosana, la Podense, la Lemovicense e la
Turonense, illustrando poi anche le strade interne della Spagna
sul cammino verso Santiago. Giunti virtualmente alla meta, si
descriverà la città stessa e la sua cattedrale, soffermandosi
sull’ospitalità del tempo verso i pellegrini, sia negli alberghi, sia
nelle abitazioni dei privati.
Il quarto capitolo, infine, si può suddividere in due parti. Nella
prima si tratta la figura di Santiago Matamoros,tentandodi
approfondire il difficile rapporto tra cristianità e lo sviluppo del
concetto di Europa nella storia, cercando un nesso tra Europa e
Christianitas e analizzando poi le relazioni intercorse tra i territori
cristianid’Europaeiregniislamici,idiversipuntidivistadegli
uni rispetto agli altri e soffermandosi sul tema della guerra
giusta. Si approfondisce dunque la figura del Santiago,
6
7esaminando il tema già abbozzato nel secondo capitolo. La
seconda parte del capitolo analizza invece la figura del Santiago
“trasportato” aldilà dell’oceano, il Santiago detto mataindios.Un
santo che combatte a fianco dei conquistadores contro i nativi
americani: eppure si vedrà come anche gli americani siano così
affascinati dal carisma di questa figura da volerlo “adottare”
come loro protettore.
7
8CAPITOLO I. IL PELLEGRINAGGIO
1. Peregrinatio religiosa cristiana
Il pellegrinaggio non è un fenomeno moderno ma è nato con il
Cristianesimo
1
.
Secondo Sant’Agostino, “Vera città dei santi è in paradiso”; sulla
terra, i Cristiani vagabondano “come in pellegrinaggio nel
tempo, cercando il regno dell’eternità”
2
.
Lo scopo del pellegrinaggio è quello di perorare le proprie cause
davanti a Gesù, Maria o ai santi e di ottenerne l’aiuto miracoloso
grazie al loro potere ultraterreno
3
.
Il confine tra pellegrinaggio e culto delle reliquie è labile,
possiamo però identificare quali sono le manifestazioni e le
motivazioni proprie del pellegrinaggio.
Per il cristiano, la vita è solo una fase transitoria per giungere alla
meta definitiva, cioè Dio; bisogna abbandonare i legami terreni
con la propria terra, i beni e la famiglia per essere partecipi,
come Cristo, della vita eterna, ottenendo già centuplicati in
questa vita “case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a
persecuzioni, e nel secolo futuro la vita eterna” (Marco, 10,30-
31).
Il concetto di homo viator comprende un’inflessione di segno positivo ed
un’inflessione di segno negativo
4
, cioè il fatto che l’abbandono,
1
Z. Bauman, La società dell’incertezza, Bologna, Il mulino, 1999.
2
Sant’ Agostino, De civitate Dei (413-426), trad. La città di Dio, Milano, Rusconi, 1984.
3
Robert Plotz, “Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi”, in: Santiago, l’Europa del pellegrinaggio, Jaca book,
Perugia, 1993, pp. 21-24.
8
9terribile di per sé, può costituire un privilegio per il cristiano,
condannato dal peccato originale a soffrire su questa terra.
San Pietro, nella prima lettera (2,11), definisce i cristiani
“stranieri e pellegrini”, in un mondo di passaggio verso una meta
più alta:
Carissimi, voi siete come stranieri ed emigranti in
questo mondo; perciò io vi consiglio di stare lontani
da quei desideri egoistici che vi portano alla rovina.
I monaci irlandesi praticavano la peregrinatio Cristi come forma di
ascesi, allontanandosi dalla propria casa come forma di
rinuncia
5
. Essi svilupparono una forte spinta missionaria che li
portò ad evangelizzare attraverso tutta l’Europa cristiana,
dovendo anche far fronte all’impreparazione del clero e alla
superficialità delle conversioni delle popolazioni germaniche e
dei contadini. Portarono inoltre ad una spiritualità più viva,
favorendo non solo i pellegrinaggi ma introducendo anche la
confessione auricolare, che, se da una parte consente un più
facile avvicinamento del fedele al sacramento, dall’altro,
permette da parte del monaco un dialogo diretto con il
peccatore
6
.
4
Vedi G.Cherubini, Santiago di Compostella, il pellegrinaggio medievale, Protagon Editori toscani, Siena,
2000, p. 62.
5
Alfonso Marini, Storia della chiesa medievale, Piemme, Casale Monferrato (AL), 2002.
6
L’insegnamento della confessione auricolare è stato introdotto dal papa Lotario dei Conti di Segni
(Innocenzo III), 1198, lo stesso che si attribuì il titolo di ‘vicario di Cristo’, il quale al IV concilio
lateranense del 1215, impose l’obbligo della confessione auricolare almeno una volta l’anno.
9
10
L’opera dei monaci però non avrebbe potuto fare nulla senza la
predisposizione dei fedeli medievali al pellegrinaggio
7
, convinti che
la divinità fosse accessibile in certi luoghi più che in altri.
Durante il regno di Costantino (306-337 d.C.) si rafforzò la
pratica di recarsi in pellegrinaggio in Terra Santa (peregrinatio ad
loca santa), dopo che la professione della fede cristiana divenne
libera
8
; tuttavia non mancano gruppi o singoli fedeli che, anche
nei secoli precedenti, avevano visitato la Palestina per recarsi nei
luoghi in cui Gesù era nato, aveva evangelizzato e subito il
martirio.
La devozione dei cristiani si rivolge anche ai santi e agli
Apostoli, ai luoghi che avevano visto la loro predicazione e la
morte: le tombe di Pietro e Paolo a Roma e il luogo di nascita
dei fratelli Giacomo e Giovanni a Tiberiade in Terra Santa.
In seguito anche le reliquie dei martiri divennero meta di
pellegrinaggio
9
. La Chiesa cercò in tutti i modi (le crociate ne
sono un esempio) di recuperare la maggior parte di reliquie
possibili, per fare in modo che i fedeli potessero ammirarne il
maggior numero possibile durante le feste devozionali che si
svolgevano nell’anno liturgico. Questo dava vita al Concursus
popoli, cioè ad uno spostamento in massa di fedeli, che però non
può essere definito un pellegrinaggio.
7
G. Cherubini, Santiago di Compostella, il pellegrinaggio medievale, Protagon Editori toscani, Siena, 2000, pp.
62-71.
8
L'Editto di Milano (noto anche come Editto di Costantino, Editto imperiale di tolleranza o
semplicemente Editto di tolleranza) fu un editto promulgato nel 313 a nome di Costantino il Grande
che allora era imperatore d'Occidente, e Licinio, imperatore d'Oriente, per porre ufficialmente termine
a tutte le persecuzioni religiose e proclamare la neutralità dell'Impero nei confronti di ogni fede.
9
Il termine reliquia (dal latino reliquiae,resti)indica,insensostretto,lasalma,ounapartediessa,diuna
persona venerata come santo o beato. In senso lato, una reliquia è un qualsiasi oggetto che abbia avuto
con i santi una più o meno diretta connessione, come vesti, strumenti del martirio, o qualsiasi cosa essi
usarono. Si parla di reliquie da contatto nel caso di oggetti che sono stati a contatto con il santo, da vivo
o da morto, o con altre sue reliquie. La venerazione delle reliquie è diffusa soprattutto nel Cristianesimo
(specificamente nella Chiesa cattolica e in quella ortodossa), ma non è esclusiva di questo.
10
11
La Riforma Protestante colpì come un macigno la fede cristiana
siaperquantoriguardailpellegrinaggio,siailcultodeisanti.
10
Il Concilio di Trento (1545-1563), confermò la dottrina dei santi
nella religione cattolica e permise la loro venerazione, anche
attraverso il pellegrinaggio.
I fedeli possono quindi chiedere aiuto ai santi affinché
intercedano per loro presso Dio
1.1 Le peregrinationes maiores
Il pellegrinaggio inteso come noi lo intendiamo oggi, assume la
sua forma di fenomeno di massa solo tra il XII e il XIII secolo;
èproprioallorache lecittàdiSantiago,GerusalemmeeRoma
furono classificate come centri di pellegrinaggio maggiori
(peregrinationes maiores).
Nel 326 l’imperatore Costantino aveva dato l’ordine di costruire
una basilica nei luoghi in cui Cristo fu crocifisso, sepolto e in cui
risuscitò, la basilica che poi sarà chiamata del Santo Sepolcro.
Notevole interesse suscitavano anche i luoghi in cui il Cristo
predicò.
Meta del pellegrinaggio romano erano invece la basilica di san
Pietro e quella di S. Paolo fuori le Mura, la quale sorge nel luogo
in cui fu decollato. Dopo che, nel 640, Gerusalemme cadde
sotto il dominio degli arabi, il pellegrinaggio a Roma assunse
10
Secondo la dottrina protestante, “Dio non abita in luoghi particolari dalla mano e non esistono
perciò luoghi consacrati, né atti in sé sacri”; allo stesso modo “a Dio soltanto va reso il culto, ogni
forma di culto, e non a creature umane, a uomini e donne «santi», per quanto degne siano di rispetto e
di lode”.
11
12
ancora più importanza, a tal punto che era definita una
“seconda Gerusalemme”.
Il pellegrinaggio a Santiago è però quello che ebbe il peso
principale
11
, sia per il numero di pellegrini che vi si recarono, sia
per la loro eterogeneità. Mentre Gerusalemme e Roma, in
quanto città sante, godevano di grande fama, Compostela deve
la propria importanza esclusivamente al culto di S. Giacomo
12
.
Dante nella Vita Nova definisce “peregrini” coloro che si recano
in pellegrinaggio a Santiago, paese agli estremi confini del
mondo antico; “romei” invece erano detti coloro che si
recavano a Roma e “palmieri” i pellegrini diretti a Gerusalemme.
E dissi 'peregrini' secondo la larga significazione del
vocabulo; ché peregrini si possono intendere in due
modi,inunolargoeinunostretto:inlargo,inquanto
è peregrino chiunque è fuori de la sua patria; in modo
stretto non s'intende peregrino se non chi va verso la
casa di sa' Iacopo o riede.
E però è da sapere che in tre modi si chiamano
propriamente le genti che vanno al servigio de
l'Altissimo: chiamansi palmieri in quanto vanno
oltremare, là onde molte volte recano la palma;
chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di
Galizia, però che la sepultura di sa' Iacopo fue più
lontana de la sua patria che d'alcuno altro apostolo;
chiamansi romei in quanto vanno a Roma, là ove
questi cu' io chiamo peregrini andavano.
Intorno al 1880 Roma è proclamata “capo della cristianità” in
quanto luogo di sepoltura degli apostoli Pietro e Paolo oltre che,
naturalmente, sede del papato.
Il pellegrino che si recava a Roma cercava di raggiungere il
sepolcro dell’apostolo, luogo in cui si trovava, e si trova tuttora,
la pietra sulla quale Cristo aveva fondato la propria Chiesa: “Tu
11
Robert Plotz, “Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi”, p. 22.
12
Ibidem, nota 10, p. 26.
12
13
sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa “ (Mt
16,13-20). Il pellegrinaggio a Roma rappresenta una peregrinatio
pro Ecclesia e spesso era preferita dai pellegrini in quanto le grazie
che erano loro concesse erano maggiori rispetto a quelle che si
potevano ottenere in Terra Santa.
Nel 1300 Papa Bonifacio VIII (Anagni, 1230 - Roma, 11 ottobre
1303) proclamò l’Anno Santo
13
, durante il quale anche ai
pellegrini sarebbe stata concessa l’indulgenza plenaria, fino ad
allora prerogativa unicamente dei crociati.
Questo però provocò la reazione degli altri centri di
pellegrinaggio che, a loro volta, cercavano di dare indulgenze
con molta facilità, dando così l’avvio alla pratica nota con il
nome di “vendita delle indulgenze”.
A partire dal XV secolo il pellegrinaggio divenne anche una
delle penitenze che venivano inflitte ai fedeli, assumendo così le
formediunveroeproprioviaggiodiespiazione.
1.2 Preparazione a partire e Motivazioni del viaggio
Colui che va a Santiago è, com’Ë stato sottolineato nel paragrafo
precedente, il pellegrino per eccellenza, il quale corrisponde ad
una tipologia che si è formata con lo sviluppo del pellegrinaggio
stesso
14
.
Secondo i dettami della Chiesa, il pellegrinaggio doveva
assumere una finalità di devozione o espiazione, anche se in
realtà per il semplice fedele esso rappresentava un modo per
entrare davvero in contatto con il santo per ottenere da lui la
13
Papa Bonifacio VIII, istituì il primo Giubileo con la Bolla Antiquorum habet fidem emanata il 22
febbraio 1300. Con questa bolla si concedeva l'indulgenza plenaria a tutti coloro che avessero fatto
visita alle Basiliche di San Pietro e San Paolo fuori le mura, per tutta la durata dell'anno 1300; questo
Anno Santo si sarebbe ripetuto in futuro ogni cento anni.
14
R. Plotz, “Peregrinatio ad limina Sancti Jacobi”, pp. 17-37.
13
14
grazia, il perdono dei peccati commessi o la guarigione da una
qualche malattia spirituale o corporale; questo spiega le
impennate del numero di pellegrini in anni segnati da carestie,
alluvioni, pestilenze ecc.
È anche vero che, sotto le mentite spoglie di pellegrini devoti,
sono passati per le strade del pellegrinaggio persone di tutti i tipi:
mendicanti, ladri, vagabondi, fuggiaschi ed emarginati.
Vi sono poi i pellegrini “di professione”, cioè coloro che si
mettevano in viaggio spinti da tutto fuorché dalla fede, i quali si
recavano a Compostella in nome di qualcun altro ricevendo in
cambio del denaro.
Quali erano le motivazioni che spingevano i pellegrini verso
Santiago
15
?
Tra i più importanti non si può tralasciare la peregrinatio pro voto,
fatta per non venir meno ad un voto fatto durante una
situazione di pericolo (un naufragio, una battaglia…) da cui si è
sopravissuti grazie all’intercessione del Santo.
Altra motivazione è la peregrinatio pro poenitentia che poteva
nascere da una volontà di natura personale o per sanzione
canonica o civile; questi ultimi provenivano per lo più dalle
regioni fiamminghe e germaniche. A seconda della gravità della
pena commessa veniva scelto un santuario più o meno lontano
dalla casa del peccatore, siccome Santiago, come è già stato
detto, si trovava allora ai confini del mondo, si deduce che si
trattasse di persone che si erano macchiate di colpe gravi, quali
per esempio violazione del segreto confessionale o lussuria da
parte di ecclesiastici o omicidio per quanto riguarda i laici.
15
Cfr. P. Caucci Von Saucken, “Vita e senso del pellegrino di Santiago”, in: Santiago, l’Europa del
pellegrinaggio, pp. 91-112.
14