II
Questo discorso preliminare conduce alla trattazione dei tre capitoli di
questa tesi : nel primo ho creduto fosse opportuno introdurre l’opera
in un contesto letterario specifico analizzandone le caratteristiche
peculiari; nel secondo, che è anche quello centrale, ho focalizzato
l’attenzione sull’opera “Rosengarten zu Worms”, evidenziandone sia
l’aspetto formale che contenutistico; l’ultimo capitolo è volto, invece,
all’analisi testuale di alcuni versi e al rispettivo commento che ne
riprende i tratti essenziali.
La voluta mancanza delle conclusioni sta a significare che il
Rosengarten zu Worms resta un argomento ancora “aperto”, dibattuto
da studiosi che cercano di mettere dei punti fermi per ciò che riguarda
il periodo di stesura dell’opera, il reale compositore e la giusta
appartenenza ad un preciso genere letterario.
1
-CAPITOLO PRIMO-
LA “HELDENDICHTUNG” COME GENERE DELLA
LETTERATURA MEDIO-ALTA TEDESCA.
1.1 Definizione e caratteristiche della poesia cortese.
U
na delle più importanti elaborazioni del Medioevo è la letteratura cortese, che si
presenta come un sistema di segni e valori tanto complesso e strutturato da interessare
vari campi dell’attività umana, dalla letteratura, all’arte, al costume.
Su di essa si sono fondati istituti, consuetudini e modi di comportamento che hanno
dato origine a logiche dominanti nella mentalità culturale europea: alla cultura cortese
dobbiamo ancora oggi il sistema di norme e linguaggi del comportamento amoroso,
così come i principi del codice d’onore cavalleresco. Alla base dell’ideologia
dell’amor cortese vi sono contenuti ereditati dal sistema di valori feudali
1
.
Questo modello, tuttavia, è fortemente innovatore all’interno della cultura medievale
per la sua componente di laicità: innanzitutto il luogo dell’elaborazione, della
produzione e della trasmissione di testi letterari ispirati a questa concezione è quello
della corte.
1
JEAN FLORI, Cavalieri e cavalleria nel Medioevo, Torino 1999, pp. 91 e sgg.
2
Conta, inoltre, la laicità degli autori stessi che, oltretutto, in una letteratura in cui era
sempre stato predominante l’anonimato, per la prima volta sono precise individualità;
prevalgono, infine, contenuti come l’amore, ma anche temi guerreschi ed
avventurosi.
Non è difficile nominare quelle opere che appartengono al genere della poesia epica
Heldendichtung
2
; il nodo gordiano, invece, è stabilire i criteri secondo i quali i
diversi poemi vengono inclusi nello stesso gruppo e allo stesso tempo come si
differenziano dal poema narrato nell’ambito della corte in quel periodo.
Un primo carattere distintivo è la sostanziale anonimità della poesia epica, mentre
quella cortese è conosciuta e tramandata con il nome dell’autore. Nell’ambito della
poesia epica, però, abbiamo due eccezioni, poiché Albrecht von Kemenaten risulta
essere l’autore del “Goldemar” ed Heinrich der Vogler, quello del “Buch von
Bern”(o Libro di Verona).
La spiegazione data da A.Heusler
3
, per il “Canto dei Nibelunghi”, il rappresentante
più famoso e significativo del genere medievale in lingua tedesca della
Heldendichtung, ma valida anche per il resto della produzione epica del XIII secolo, è
espressa in questo modo : “Wäre sein Urheber ein Ritter oder ein Pfaffe gewesen,
dann wäre auch sein Name berühmt geworden. Als Spielmann -als Banause- hat er
nicht einmal sich selbst der Nennung gewürdigt“
4
.
2
WERNER HOFFMANN, Mittelhochdeutsche Heldendichtung, in :“Grundlagen der Germanistik 14“, hrsg. v. HUGO
MOSER, Erich Schmidt Verlag, Berlin 1974, pp. 11-17.
3
“Nibelungensage und Nibelungenlied”,
6
1965, p. 51.
4
“Se il suo autore fosse stato un cavaliere o un prete, allora anche il suo nome sarebbe diventato famoso. Come giullare
–o comunque come uomo gretto- non sarebbe stato degnato nemmeno una volta di un nome”.
3
In realtà la Heldendichtung del Medioevo tedesco deve aver avuto sia per gli artisti
che per il pubblico un altro significato o una diversa funzione rispetto alle poesie
cortesi, i cui autori rendevano noto sempre il loro nome che li fregiava di meriti e
dava loro molta popolarità all’epoca in cui vivevano. Gli autori della poesia epica non
si classificano, né tantomeno sono stati classificati in seguito, principalmente come i
suoi creatori, bensì come parti di una catena che tramanda notizie antiche, come
semplici intermediari di un argomento sovraindividuale
5
.
Una seconda caratteristica per la distinzione tra poesia cortese ed epica è la forma
strofica di quest’ultima. La narrazione poetica è fin dall’inizio in distici rimati; la
poesia epica, invece, è caratterizzata dal verso lungo, che i poeti hanno sviluppato
dalle forme strofiche già consolidate dell’epica eroica.
Un’altra differenziazione può essere fatta per quanto riguarda il lessico. Ad esempio,
il linguaggio della poesia cortese nell’epica arturiana da un lato e quello dell’epica
eroica dall’altro, si differenziano in modo peculiare, in quanto determinate
espressioni riguardanti le armi, la guerra e la battaglia che compaiono spesso nella
Heldendichtung, mancano oppure vengono utilizzate molto raramente nella poesia
cortese.
Carattere comune di questa vasta e poliedrica produzione è l’indebolimento dell’
“ethos” eroico per il progressivo adattamento, che il gusto dell’epoca esige, agli
schemi del romanzo arturiano e per lo sconfinare dell’ “epos” nel regno della fiaba e
della novellistica popolare.
5
JOACHIM HEINZLE : Einführung in die mittelhochdeutsche Dietrichepik, Walter de Gruyter-Berlin-New York 1999,
p. 29.
4
In parte emergono motivi della letteratura precortese e l’esemplarità dei personaggi e
delle loro azioni cede via via davanti al bisogno di una maggiore aderenza alla
contingente realtà umana.
Infine, le fonti e la materia della Heldendichtung sono altre rispetto a quella della
poesia cortese; non sono né celtiche o francesi, né antiche, ma prettamente
germaniche.
Sigfrido, Brunilde, Hagen, Teodorico, Crimilde ed altri personaggi ancora, sono tutte
figure della poesia epica germanica dell’alto e del tardo Medioevo.
Alla base della poesia epica ci sono eroi, uomini straordinari, i quali, dotati di
capacità particolari e rischiando la propria vita, portano a compimento dei compiti
che un uomo normale non è in grado di assolvere.
Un grande uomo deve sostenere una dura prova per poter dimostrare il suo valore.
Questa dimostrazione, quasi necessariamente, è un’azione violenta in qualsiasi forma,
che non richiede solo coraggio, resistenza e spirito di iniziativa, ma anche il sacrificio
dell’eroe di mettere in gioco la propria vita, dimostrando quanto egli sia pronto a
raggiungere l’onore.
Questo, in sostanza, è il principio-fulcro attorno cui ruota la Heldendichtung.
Il XIII secolo è un’epoca realmente produttiva per questo genere letterario medio-
alto tedesco; nei secoli successivi le opere, così come le conosciamo, vengono
tramandate, modificate, trascritte e in parte anche stampate.
La diffusione della Heldendichtung medievale tedesca non ha, ovviamente, solo un
aspetto sociologico, ma presenta anche un carattere temporale ed uno geografico.
5
1.2 Saga epica germanica.
La saga epica germanica viene definita come materiale narrativo radicato nella
cultura germanica ed è collegata a persone o ad avvenimenti di quell’epoca.
Sia la saga epica che le poesie eroiche nominano figure e luoghi noti storici, dando
l’impressione di riprodurre le imprese storiche : il paragone con le fonti storiche
dimostra quanto la Storia e le personalità che la hanno caratterizzata siano diventate
un mezzo per rappresentare particolari avvenimenti
6
.
Una delle saghe epiche più importanti e famose è la Dietrichssage (o Saga di
Teodorico), che è stata analizzata solo per quanto riguarda la critica testuale e la
storicità della saga.
Ma, in realtà, cosa si intende per “saga epica”
7
?
Essa è un fenomeno di tutti i popoli e di tutti i tempi e in tutte le leggende epiche che
si rispettino, un ruolo fondamentale è giocato dallo scontro di eroi con mostri, per lo
più giganti, oppure con rivali di ugual valore in battaglia.
La forza vitale della Dietrichssage è straordinaria. Essa restò in vita dal primo
Medioevo fino all’inizio dell’età moderna, conservando per tutti questi secoli l’aura
di carattere storico.
6
Per ulteriori informazioni sulla “germanische Heldensage” cfr. Mittelalterliche Dietrichdichtung, di ROSWITHA
WISNIEWSKI, Stuttgart : Metzler 1986, p. 1 e sgg.
7
Nel dizionario dei fratelli Grimm il termine tedesco “Sage” viene definito nel modo seguente : 1) nel senso di
linguaggio, capacità di parlare e attività relativa; 2) ciò che viene detto, sia in senso generale
(enunciato,comunicazione,dichiarazione),sia in locuzioni particolari (deposizione davanti al tribunale, testimonianza
documentata, profezia). Al terzo paragrafo però si legge : […]cronaca di qualche avvenimento diffusa oralmente,
notizia di qualcosa. Il redattore del volume aggiunge :” […] Sage viene a significare una ingenua narrazione o
tradizione storica che, venendo tramandata di generazione in generazione, è trasformata dalla capacità poetica
dell’animo popolare”. Si tratta quindi della libera fantasia popolare, che collega le sue architetture poetiche ad
avvenimenti, personaggi e luoghi importanti.
6
Spostando l’asse di interesse verso l’epica germanica, accanto ai due poemi
maggiori, la Kudrun e il Nibelungenlied
8
, che si possono considerare entrambi come
l’espressione classica della rinascita germanica dell’età sveva, si ebbe, fra il 1240
circa e la fine del secolo, una ricca fioritura di poemi epici minori.
Tali sono l’ ”Ortnit” e il “Wolfdietrich”, opera di un anonimo poeta della Franconia
Orientale, e i numerosi poemi che si ispirano alla leggenda di Teodorico
9
da Verona
10
(Dietrich von Bern), i cosiddetti “Dietrichepen”, o più generalmente tutta l’epica
incentrata sulla figura di Dietrich von Bern, o “Dietrichepik”.
8
Poema composto di oltre 8000 versi raggruppati in quartine ed articolati in 39 canti (âventiuren, “avventure”), di cui
restano tre principali manoscritti : quello celebre della Biblioteca di S.Gallo, in Svizzera, e due provenienti da
Hohenems, l’uno oggi a Monaco e l’altro a Donaueschingen. Tutti e tre sono della seconda metà del XIII secolo. In
taluni manoscritti al “Nibelungenlied” si accompagna la “Klage” (Il lamento), che contiene “il lamento” dei superstiti
della tragica vicenda narrata.
9
In Teodorico, il dominatore di Verona, vive il ricordo di Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti (vissuto tra il 456 e il
526). La voluminosa biografia di Teodorico si trova nella “Thidrekssaga” in antica lingua nordica, risalente al 1250.
Questa saga crea un filo conduttore a quasi tutte le saghe epiche medievali più conosciute ed è tramandata in diverse
versioni, talvolta fortemente divergenti l’una dall’altra.
10
Verona (Bern) è la prima città a sud delle Alpi nella rotta lungo la valle del fiume Adige verso l’Italia.
7
1.3 Introduzione nella “Dietrichepik”.
Generalmente per Dietrichepik si intende quel gruppo di poemi in versi raccontati e
scritti in medio-alto tedesco, il cui eroe principale è Teodorico da Verona.
A seconda dell’argomento i testi appartenenti a questa epica di Teodorico si dividono
in due gruppi, secondo che in essi prevalga l’elemento storico e pseudostorico,
ovvero l’elemento fantastico : epica “storica” di Teodorico (historische Dietrichepik)
ed epica “fantastica” (aventiurenhafte Dietrichepik).
Oggetto dell’epica “storica” di Teodorico è la “Fluchtssage”.
Si tratta di tre testi, della seconda metà del XIII secolo circa: ”Dietrichs Flucht”
11
(o
Fuga di Teodorico), “Rabenschlacht” (o Battaglia di Ravenna) ed infine “Alpharts
Tod”
12
(o Morte di Alphart), ai quali si aggiunge anche un frammento intitolato
“Dietrich und Wenezlan”
13
.
Secondo le analisi scaturite dallo sviluppo della storia della ricerca, Teodorico
appare nell’ ”epica storica” del XIII secolo come una figura eroica positiva e
valorosa. Nel “Rabenschlachtslied” sembra che sia raffigurata la tragedia dell’eroe
Teodorico, la cui vittoria si trasforma in una sconfitta per mezzo della morte dei figli
di Attila nella battaglia di Ravenna.
11
Si tratta di un epos in 10152 versi in distici rimati. Tramandato insieme al poema “Rabenschlacht”, la cui stesura è di
qualche decennio anteriore e col quale ha in comune argomento e cronologia, è contenuto per intero in quattro
manoscritti. Potrebbe essere stato composto intorno al 1275 circa, all’epoca di Ottocaro di Boemia, oppure nel 1295 con
il duca Albrechts d’Austria. La patria di questo poema è, appunto, l’Austria, o più precisamente il Tirolo.
12
Quest’opera, scritta presumibilmente in lingua alemanna, è contenuta in un unico manoscritto che risale alla seconda
metà del XV secolo. Esso comprendeva originariamente 46 fogli; di questi l’1, il 18, il 23 fino al 34 sono andati perduti.
13
E’ un testo in 499 distici con inizio e fine mancanti. Criteri linguistici indicano la Baviera come zona di origine. In
quest’opera c’è lo scontro tra Teodorico ed Ermanarico e questa battaglia riflette l’assedio di Ravenna da parte di
Teodorico il Grande (490-493).