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INTRODUZIONE
I continui cambiamenti climatici, la notevole dipendenza dal petrolio, l’instabilità politica
dei paesi fornitori e l'aumento della sensibilità ambientale nei consumatori spingono il
settore automobilistico a continue e profonde considerazioni sulle tecnologie, sulle forme
d’uso delle automobili e sui trasporti in generale.
Ai combustibili fossili è possibile attribuire la nascita della società attuale: infatti, l’inizio
della rivoluzione industriale inglese è da imputare soprattutto alla presenza in questo
territorio di numerosi giacimenti carboniferi; ed è proprio da questo momento storico che
l’utilizzo dei combustibili fossili è cresciuto notevolmente, finendo per affermarsi, nella
seconda metà del ventesimo secolo, come fonte energetica principale. Successivamente le
quantità di gas serra presenti nell’atmosfera sono sensibilmente aumentate, provocando
un progressivo innalzamento della temperatura del pianeta e determinando significativi
cambiamenti climatici.
Negli ultimi decenni, nelle aree più industrializzate, normative sempre più pressanti
hanno indotto i produttori d'auto a migliorare continuamente le tecnologie e a
sperimentare nuove soluzioni. Si è così passati dall'utilizzo di motori alimentati a gas
(metano,GPL), a bioetanolo, ad auto ibride e ad idrogeno ma, ad oggi, nessuna di queste
alternative è riuscita realmente ad imporsi come possibile antagonista ai combustili
fossili. Tuttavia malgrado questi "fallimenti", negli ultimi anni l'attenzione dei
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consumatori e dei produttori si è orientata con maggiore decisione verso la tecnologia
elettrica per auto, che, grazie all'impiego della microelettronica, ha visto realizzare, in
poco tempo, un progressivo e costante miglioramento dei sistemi di accumulo che, per
decenni, hanno rappresentato il vero limite al diffondersi di questa tecnologia.
Grazie all’impegno di governi, costruttori d’auto e produttori di batterie, si è iniziata a
concepire questa nuova modalità di trasporto con motori ibrido elettrici quale reale
alternativa alle auto a motore a scoppio e diesel per gli spostamenti urbani, sia per
l'immediato che per il futuro.
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Capitolo I
Inquinamento prodotto da traffico auto-veicolare
Sommario: 1.1 – L’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra 1.1.2 – I
principali inquinanti prodotti dal traffico e i relativi effetti sulla salute dell’uomo 1.2 –
Impegni ed obiettivi a livello mondiale 1.3 – L’inquinamento acustico 1.4 – La
congestione stradale, il degrado delle aree urbane e il consumo del territorio
Introduzione*
Il clima sulla terra ha sempre subito cambiamenti e continuerà a subirne in futuro. Il
problema è che, negli ultimi decenni, come dimostrano recenti studi scientifici, le attività
umane, industriali e agricole, hanno prodotto notevoli alterazioni climatiche, e ciò ha
avuto delle ripercussioni negative sulla temperatura.
Gli esperti del clima prevedono che tale tendenza sarà accelerata e che la temperatura
media mondiale aumenterà di 1,4°-5,8°C, entro il 2100, e quella europea di 2°-6,3°C
1
. Per
1
Fonte: Ministero dei Trasporti – report dell’IPCC
9
comprendere il significato di questi cambiamenti basti pensare che, nell’ultima era
glaciale, la temperatura media mondiale era di soli 5°C in meno a quella attuale e a quei
tempi l’Europa era ricoperta da una coltre di ghiaccio.
La temperatura della Terra è determinata da un delicato equilibrio tra l’energia
proveniente dal Sole e l’energia costantemente riflessa dalla Terra verso lo spazio. Parte
dell’energia riflessa è intrappolata dai gas serra, ossia lascia filtrare la luce solare e
trattiene il calore. Senza i gas serra la temperatura della Terra sarebbe di circa 30°C
inferiore a quella attuale poiché il calore del sole rimbalzerebbe sulla superficie della
Terra e si rifletterebbe nello spazio.
Tuttavia, a partire dalla rivoluzione industriale, l’uomo ha iniziato ad immettere in
atmosfera quantità di gas serra sempre crescenti, aumentando significativamente la loro
concentrazione in atmosfera, il che ha comportato un progressivo aumento della
temperatura del pianeta causando considerevoli cambiamenti climatici.
Il principale gas ad effetto serra prodotto dalle attività umane è la CO
2
, che rappresenta il
75% circa delle emissioni mondiali di gas. La primaria sorgente di anidride carbonica è la
combustione dei combustibili fossili che, al momento, rimangono la fonte di energia
maggiormente utilizzata per produrre elettricità e calore, nonché come la materia prima
fondamentale per produrre i carburanti (benzina e gasolio) usati per alimentare i motori
dei veicoli.
I cambiamenti climatici sono già in atto e gli effetti sono visibili sia in Europa sia nel
resto del mondo: la superficie marina coperta dal ghiaccio al Polo Nord si è ridotta del
10% negli ultimi decenni e lo spessore del ghiaccio al di sopra dell’acqua è diminuito del
40%. Lo scioglimento delle calotte polari comporta l’innalzamento del livello degli
oceani: negli ultimi 100 anni il livello del mare è salito di 10-25 cm ed, entro il 2100,
* L’introduzione del Capitolo I è tratta dalla “Guida sul risparmio di carburanti e sulle emissioni di CO
2
delle
autovetture, a cura dei Ministeri dello Sviluppo Economico, dell’Ambiente e dei Trasporti, pubblicata nel 2010 e
disponibile al seguente link; http://www.to.camcom.it/Page/t04/view_html?idp=11778
10
potrebbe aumentare fino ad un massimo di 88 cm.
2
Questi cambiamenti climatici producono eventi metereologici estremi, quali i tifoni, le
inondazioni, la siccità, le ondate di calore, che potrebbero aumentare in intensità e
frequenza e portare a mutazioni considerevoli nei regimi pluviometrici con accentuazione
della siccità nel Sud dell’Europa. Gli esseri umani sono esposti agli effetti dei
cambiamenti del clima sia direttamente (alluvioni, frane, caldo) sia indirettamente,
attraverso i cambiamenti della qualità e quantità dell’acqua, del suolo, del cibo, degli
ecosistemi e, su orizzonti temporali variabili, delle condizioni socio-economiche
dipendenti dalla disponibilità di risorse naturali.
Gli scenari su scala globale prefigurano carenza di cibo, di acqua potabile, di terreni
coltivabili, nonché l’acutizzarsi di conflitti fra varie nazioni e, di conseguenza, un
continuo aumento del flusso migratorio di intere popolazioni.
1.1 - L’inquinamento atmosferico e le emissioni di gas serra
Uno dei principali problemi ambientali a livello globale è quello legato all'inquinamento
atmosferico, in particolare, l’inquinamento urbano causato dal traffico e dal
congestionamento stradale, e dalle relative emissioni di gas climalteranti.
Quando si parla di inquinamento atmosferico è importante chiarire subito il confine tra
sostanze inquinanti e non inquinanti (contaminanti): un contaminante è "ogni sostanza
che, introdotta nell’ambiente, ne causa una variazione significativa della composizione
2
Fonte: Ministero dei Trasporti – report dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change).
11
chimica media”; l'inquinante, invece, per essere considerato tale, deve essere un
contaminante responsabile di causare effetti nocivi all'ambiente.
Quest’ultimi possono essere distinti tra:
1. Primari: sono quegli inquinanti che vengono emessi direttamente in atmosfera
tale e quali, e non subiscono alcuna modificazione. La loro immissione
nell'ambiente deriva dal rilascio di sostanze o particelle prodotte dal comparto;
il monossido di carbonio è un esempio di inquinante primario, perché è un
sottoprodotto della combustione, ma lo sono anche le polveri che si sviluppano
da eventi naturali.
2. Secondari: sono tutti gli inquinanti che si formano in atmosfera tramite delle
reazioni chimiche tra varie sostanze presenti (queste sostanze possono essere
inquinanti primari oppure no); la formazione di ozono nello smog è un esempio
di inquinante secondario.
Un ulteriore distinzione che è possibile effettuare è quella relativa all’origine
dell’inquinante; a tal proposito si distinguono gli inquinanti di origine naturale da quelli
di origine antropica, quest’ultimi direttamente imputabili all’attività dell’uomo.
Gli inquinanti naturali dell’aria sono sempre stati parte della storia dell’uomo. Le polveri
e i vari gas emessi dai vulcani, dagli incendi delle foreste e dalla decomposizione dei
composti organici entrano in atmosfera ad intervalli più o meno regolari e, in qualche
caso, a livelli che possono causare degli effetti drammatici a carico del clima. In ogni caso
bisogna sottolineare che gli inquinanti naturali non rappresentano necessariamente un
serio problema come possono esserlo gli inquinanti generati dalle attività umane, perché
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risultano spesso notevolmente meno pericolosi dei composti prodotti dall’uomo, e non si
concentrano mai sulle grandi città.
L’inquinamento atmosferico maggiore è quello che l’uomo produce per soddisfare le
proprie necessità civili ed industriali. I vari processi di combustione utilizzati per cuocere
i cibi, per riscaldarsi, per alimentare i veicoli a motore e i macchinari, producono gli
inquinanti più diffusi.
L’inquinamento dell’aria di origine antropogenica può essere causato da grandi sorgenti
fisse (industrie, impianti per la produzione di energia elettrica ed inceneritori), da piccole
sorgenti fisse (impianti per il riscaldamento domestico) e da sorgenti mobili (il traffico
veicolare), come mostra la tabella I. Molte di queste sorgenti sono strettamente legate alla
produzione ed al consumo di energia, specialmente combustibili fossili.
Tabella I: Principali settori e relative percentuali di inquinanti atmosferici.
Legenda: CO
2
=anidride carbonica; NO
x
=ossidi di azoto; PM
10
=polveri sottili; SO
x
; ossidi di zolfo.
36%
58%
2% 4%
CO
2
Trasporti
Riscaldamen
to
Combustibili
industriali
76%
21%
3%
NO
x
Trasporti
Riscaldament
o
Smaltimento
rifiuti
72%
10%
10%
8%
PM
10
Trasporti
Riscaldamen
to
Combustibili
industriali
Altro
12%
83%
5%
SO
x
Trasporti
Riscaldament
o
Smaltimento
rifiuti