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CAPITOLO I - IL SUSHI , UN PRODOTTO ALLA MODA
Atmosfere trendy dei locali, propriet nutritive de gli ingredienti, curiosit per la cucina
esotica: sono alcuni dei fattori che hanno fatto innamorare della specialit nipponica anche gli
italiani, tanto che il mercato sta cogliendo il momento favorevole con il franchising. Fino a pochi
anni fa in Italia la ristorazione giapponese era appannaggio di pochi ristoranti di lusso e di una
clientela di nicchia, portatrice di gusti ricercati e di un potere di spesa molto sostenuto. I
cosiddetti Sushi Man , di importazione rigorosamente giapponese, preparavano piatti raffinati
e di ottima qualit a un prezzo molto elevato. Oggi lo scenario Ł profondamente mutato: in
moltissime citt italiane spuntano come funghi i Sushi Bar, locali dall arredamento essenziale,
con personale non sempre nipponico, nei quali si consumano pasti veloci con un rapporto qualit
prezzo piø contenuto. Il fenomeno non riguarda solo grandi metropoli come Roma o Milano
(dove i locali di ristorazione giapponese sono circa 100) ma ha coinvolto tante altre grandi citt ,
dove chi desidera gustare sushi, sashimi o simili pu scegliere tra diverse insegne. Per soddisfare
le esigenze di un target sempre piø ampio e articolato si Ł aggiunto al take away (ormai un
must) il catering per eventi e manifestazioni, oltre al servizio a domicilio per i clienti piø
casalinghi. Si sta diffondendo anche il ristorante giapponese alla Kaiten , dove le piccole
portate di sushi girano su un nastro trasportatore e gli avventori, seduti intorno al bancone,
scelgono quello che preferiscono, pagando poi alla cassa in base al numero e al colore dei piattini
collezionati.
La conferma del fatto che la cucina giapponese ha conquistato il grande pubblico Ł data
dalla GDO (sempre attenta al marketing), la quale ha saputo subito assecondare questa tendenza
di consumo. In tanti supermercati e ipermercati sono comparsi banchi frigo che espongono
confezioni di sushi e sashimi, con il corredo di condimenti e bevande giapponesi da abbinare. Il
successo non Ł da sottovalutare, visto che ad acquistare non sono piø i single o
le persone di rango e ricche, ma anche giovani e madri di famiglia, attratti dalla apparente sanit
del prodotto e dalla voglia di nuovo anche in cucina.
A questo punto anche l industria alimentare si Ł interessata al fatto e accanto agli
artigiani del sushi e company sono comparse vaschette di sushi gi pronto (come Yama, industria
alimentare milanese).
Anche il franchising si Ł affacciato sul palcoscenico del sushi: viene proposto un progetto
detto Teriyaki Experience al fine di diffondere non solo il sushi e simili ma anche un vero e
proprio japanaise fast food . Sempre con il franchising Ł possibile farsi aiutare da esperti per
aprire un sushi bar chiavi in mano (progetti So Sushi di azienda bolognese, Fusion Food di
Roma My Sushi di Milano).
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E facile pertanto ipotizzare che la passione degli italiani per la cucina giapponese (e per
il sushi e simili in particolare) non sar un fenom eno passeggero. Questo non solo per
proselitismo, imitazione, curiosit ma anche per la voglia di contatto con una cultura
gastronomica (quindi una filosofia di vita) poco nota, basata su cibi molto salutari e utilizzati,
inoltre, con rituali antichi oltre che legati ad aspetti della psiche.
1.1 LA CUCINA GIAPPONESE
Purezza e bellezza sono le parole chiave che descrivono la cultura gastronomica
giapponese. Del cibo si apprezzano la freschezza e il sapore della materia prima, che deve essere
mantenuto e reso ben riconoscibile nel piatto. Il pesce, appena pescato, Ł tagliato e sfilettato per
essere consumato crudo; lo stesso avviene per le verdure che, fresche e crude, mantengono il loro
sapore puro e la loro croccantezza. Quando il cibo necessita di cottura, questa deve essere molto
breve, per non rovinare le caratteristiche nutrizionali, il gusto e la consistenza degli ingredienti.
Per lo stesso principio, raramente si mescolano diversi tipi di cibo e le salse sono servite a parte,
per non confondere i sapori.
Di fondamentale importanza sono anche l estetica e la presentazione del piatto che, oltre
che buono, deve essere anche bello. I cuochi giapponesi sono famosi, infatti, per avere un vero e
proprio talento artistico nel giocare con i colori e le forme dei cibi, senza per cadere
nell ostentazione e lasciando ai piatti un carattere semplice e rigoroso.
Il riso e il pesce sono i due ingredienti fondamentali della cucina giapponese. Si pensi che
la parola gohan, che indica il riso, significa anche pasto. Questo cereale, fondamentale per tutte
le popolazioni asiatiche, ha per dato vita in Giap pone a preparazioni assolutamente originali.
Prima fra tutte il sushi, che abbina il riso bianco mescolato con aceto di riso, sale e zucchero al
pesce crudo. I sushi piø famosi sono il nigiri, con pezzetti di pesce crudo semplicemente posti su
blocchetti di riso, e i sushi che prevedono l alga nori come rivestimento esterno del riso..
Se il sushi Ł il piatto nipponico piø conosciuto nel mondo, il sashimi Ł quello piø
raffinato. Serve infatti pesce freschissimo ed Ł necessario tagliarlo in modo ben preciso: alcuni
tipi di pesce vanno tagliati in piccole strisce e poi in cubetti, altri in filetti, altri in fettine.
Un altra pietanza molto comune a base di pesce Ł la tempura: gli ingredienti vengono
immersi in una pastella di acqua e farina, poi fritti in olio bollente. Questa tecnica, in realt
introdotta in Giappone dai mercanti portoghesi del XVI secolo, Ł stata da subito talmente
praticata da diventare uno dei piatti bandiera del paese.
Come in Cina e Indocina, anche in Giappone si consumano grandi quantit di noodle,
spaghettini e vermicelli di riso o di grano; i piø famosi sono i soba, i ramen e gli udon.
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La preparazione del cibo, dal momento del taglio alla cottura finale, riveste nella cucina
giapponese un importanza fondamentale, ancora maggiore che in Cina. Il taglio Ł una vera e
propria arte e i coltelli sono l anima della cucina, tanto che per ogni ingrediente esistono un
coltello specifico e un particolare stile di taglio. Esistono coltelli per le verdure, per i pesci piø
grandi, per la carne e il pollame, altri per sfilettare il pesce e preparare il sashimi classico di
tonno o il sashimi di salmone, altri ancora per le decorazioni con le verdure. Le tecniche di taglio
sono numerose: a rondelle, a mezzaluna, a cubetti, diagonali.
Oltre ai coltelli, ci sono altri attrezzi che non devono mai mancare in una cucina
nipponica che si rispetti. Il wok, per esempio, una pentola dalla particolare forma svasata, in
ghisa con il fondo pesante, ideale per friggere rapidamente e senza troppi grassi. Il suribachi,
invece, Ł un mortaio in terracotta dura, che presenta all interno una regolare zigrinatura,
accompagnato da un pestello, il surikogi: con questi due strumenti si possono mescolare
perfettamente salse vellutate e morbide, sciogliere il miso o triturare semi e noci. Esistono poi
altri attrezzi per cucinare specifiche, come lo stuoino di legno per avvolgere il sushi nell alga
nori.
Il sushi non Ł altro che riso condito con aceto di riso. L equivoco piø frequente Ł
quello di confondere sushi e sashimi, il quale Ł invece esclusivamente pesce crudo. Per
cominciare si pu dunque sottolineare nel sushi pu essere assente il pesce, in quanto ci che lo
contraddistingue Ł il riso condito.
Le origini del sushi sono incerte quanto all epoca: Ł opinione diffusa che sia stato portato
in Giappone da monaci buddisti tornati dalla Cina nel VII secolo. Simile al sushi era una
preparazione comparsa in Giappone ai tempi dell introduzione della coltivazione del riso,
intorno al IV secolo a. C. Si tratta di un metodo utile per la conservazione del pesce:
stratificazione di pesce eviscerato, con sale e sottopressione, per qualche settimana; dissalatura
del pesce in acqua; conservazione del pesce in strati alternati con riso bollito e freddo; chiusura e
pressione. Col passare del tempo filtra liquido fermentato acido simile ad aceto di riso, che viene
allontanato; dopo sei mesi il prodotto pu essere m angiato. In pratica Ł una conservazione in
soluzione acida derivante da fermentazione degli zuccheri di riso (amido depolimerizzato).
Il sushi attuale non Ł un piatto antico: l edomaezushi, ovvero il sushi della baia di Edo (il
piø diffuso nel mondo), Ł stato inventato da Hanaya Yohei nella prima met del XIX secolo,
quindi verso il 1850; l oshizushi (il diretto predecessore dell edomaezushi, tipico del Kansai,
regione di Osaka) Ł stato creato intorno al 1700 1750, XVIII secolo.
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Bisogna precisare, infine, che in origine questa pietanza non era altro che uno spuntino,
uno snack da consumare rapidamente nel mezzo delle attivit frenetiche che caratterizzavano il
porto di Tokyo.
1.2 LE DIVERSE TIPOLOGIE DI SUSHI
Le idee occidentali sul mondo del sushi sono piuttosto confuse, per cui Ł necessario
riportare una esauriente e chiara distinzione dei tipi di sushi piø diffusi:
Tipologie di sushi
Nigirizushi Gunkanmaki Makizushi Uramaki Temaki Inarizushi Oshizushi Chirashizushi
Senza alga
Con alga
Hosomaki
Kappa maki
Tekkamaki
Negitoromaki
Chuumaki
futomaki
Alga
interna
Es.
California
roll
Cono di
alga
Tofu
fritto
senza
alga
Pressato
Ciotola
senza alga
Nigirizushi:
Ł il pezzo piø classico, una piccola polpetta di riso, ricoperta da un
condimento, che il piø delle volte Ł pesce fresco;
Gunkanmaki: Ł un derivato del nigirizushi. Creato in un ristorante
di Tokyo nel 1931, consiste in una polpettina di riso avvolta da una
banda di alga nori, sopra la quale Ł posto un condimento, spesso
qualcosa di morbido o sminuzzato, come uova di pesce o una
tartara;
Makizushi: il classico involtino . A seconda della grandez za si
distingue in:
Hosomaki: involtino stretto. E tra i piø diffusi come:
- kappamaki: ripieno di cetrioli il dio kappa dei giapponesi amava molto
tale ortaggio;
- tekkamaki: ripieno di tonno comunissimo;
- negitoromaki: ripieno di erba cipollina, ventresca di tonno, a volte un po di
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wasabi per esaltare il sapore;
Nigirotomaki Kappamaki Tekkamaki
Chuumaki: involtino medio
Futomaki: involtino largo
Uramaki: (maki dentro-fuori), caratterizzato dall alga all interno e
il riso all esterno; a questo gruppo appartiene il California Roll;
Temaki: involtino molto particolare, in quanto piø adatto a un
pasto tra amici che non al ristorante. Non Ł altro, infatti, che un
foglio di alga riempito di riso e ripieno a volont , quindi arrotolato
a mano libera, spesso a forma di cono. Va consumato rapidamente,
poichØ l alga dovrebbe essere mangiata mentre Ł ancora croccante;
Inarizushi (o Oinarisan): Ł un pezzo particolare, composto da una
pochette di tofu fritto, riempita di riso. Al riso pu essere aggiunto
qualche condimento, come il sesamo;
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Oshizushi: Ł il sushi pressato. In una scatola di legno vengono disposti i
vari strati di riso e di condimento, che poi vengono pressati fino a
formare una struttura compatta. E il sushi tipico del Kansai, regione del
Giappone, e in generale dell interno nipponico;
Chirashizushi: Ł una ciotola di riso accompagnata da vari ingredienti.
Nello stile di Tokyo(che Ł anche il piø diffuso al modo) gli ingredienti
sono crudi e vengono serviti sopra il riso. Nello stile Kansai,invece, gli
ingredienti possono essere sia cotti che crudi e vengono messi nel riso
come se fosse un insalata.
Sashimi: solo pesce crudo freschissimo.
1.3 GLI INGREDIENTI DEL SUSHI E DEL SASHIMI
Sushi e sashimi sono la dimostrazione di come l essere umano sia il solo capace di
scegliere, combinare e trasformare il cibo per soddisfare il gusto e beneficiare delle qualit
nutritive. Le tradizioni alimentari giapponesi, costruite sull esperienza di millenni, hanno
valutato le infinite combinazioni degli alimenti per coglierne i maggiori benefici sia dal punto di
vista energetico che da quello nutrizionale. La variet alimentare e il connubio delle diverse
pietanze ci ricordano che ogni cibo apporta un contributo importante alla nostra dieta, che rischia
altrimenti una pericolosa monotonia.
Non solo i cibi piø nobili, quelli con la C maiuscola, ma anche quelli meno incensati dai
grandi chef possono concorrere a una migliore qualit della vita. Si pensi alle spezie e alle
bevande come il tŁ verde, ricco di antiossidanti; alla soia e ai suoi derivati come i germogli, la
salsa e il miso; alle alghe, dal basso apporto calorico ma ricche di vitamine, amminoacidi e
omega 3; alle radici come il daikon da cui si ricava il takuwan, il piø noto wasabi e lo zenzero, la
cui azione contro l astenia e l impotenza Ł riconosciuta dalla medicina cinese. Si pensi, infine, al
pesce: cibo d eccellenza per i giapponesi e per molte altre popolazioni, esquimesi e finnici ad
esempio, per le quali Ł un fattore importante di sostentamento e protezione contro molte malattie,
non dimenticando il ruolo cruciale che questo alimento riveste anche nella dieta mediterranea.
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Dunque, un alimentazione sana deve essere variata ed equilibrata, cos da poter
rappresentare lo strumento migliore per tutelare la salute e combattere il rischio di malattie
croniche e degenerative, come l obesit , il diabete , i tumori, l infarto cardiaco, l ictus cerebrale,
tanto per citarne alcune tra le piø frequenti e invalidanti.
Questo strumento deve essere alla porta di tutti: grandi e piccini, esperti e non esperti.
Non abbiamo bisogno, perci , del medico per investi re in salute, ma basta porre attenzione ai
cinque momenti fondamentali della nostra giornata (per tutta la vita), cioŁ colazione - spuntino
mattutino pranzo merenda cena. Conoscere il c ibo e le tradizioni delle diverse culture in
tale ambito, come quella mediterranea e quella nipponica, pu contribuire ad alimentarsi con il
massimo beneficio e il maggior piacere per il palato.
Daikon (Fam Brassicaeae - Raphanus sativus var. raphanistriodes)
Letteralmente grande radice , Ł un ravanello bianc o di grandi
dimensioni proveniente dall asia orientale, dal sapore molto delicato.
Quello giapponese (aokubi daikon), dalla forma simile ad una grossa
carota bianca (cm 20-35 con 5 10 cm) Ł il piø com mercializzato, ma
ne esistono anche altre variet . Il daikon grezzo e i germogli (kaiware)
si usano in insalate o come guarnizione per sushi e sashimi. Il daikon si usa anche grattugiato
(oroshi no daikon) o cotto per altre preparazioni come tempura e zuppa di miso.
Caratteristiche: ipocalorico, ricco di enzimi utili per la digestione dell amido (riso e pasta),
diuretico anti ritenzione idrica. E un mucolitico, brucia grassi naturale, apporta potassio (utile
per il cuore).
Principali nutrienti in 100 g di daikon
Calorie 63 kcal Potassio 220 mg
Acqua 93 g Fosforo 25 mg
Proteine 0,8 g Vitamina C 24 mg
Grassi 0,1 g Fibra 1,5 g
Carboidrati 2,9 g Sodio 27 mg
Riso (Orryza sativa var. japonica)
Rappresenta l alimento principale per i della pop olazione mondiale. Per i popoli orientali il
riso Ł un cibo sacro e per questo viene trattato con grande rispetto, un po come il pane per noi
italiani. Nei secoli il riso per i giapponesi era moneta corrente e con esso venivano pagati gli
stipendi e i salari (in sacchi di riso). Di variet di riso ne esistono molte, ma in commercio si
ritrovano due tipologie: quello brillato o raffinato (bianco) e quello integrale (bruno). Fra tutti i
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cereali, il riso Ł l alimento piø completo dal punto di vista nutrizionale e con la migliore
digeribilit ; Ł ideale anche per i celiaci in quanto non contiene glutine. In Giappone il riso ancora
da cuocere Ł detto komŁ, mentre quello cotto si chiama gohan, anche se tale parola indica
genericamente il pasto, per cui si deduce l importanza di tale cereale per i giapponesi (riso =
alimento). Di norma viene cotto al vapore con appositi bollitori detti suihanki. Il riso per il sushi,
almeno in Giappone Ø della var. japonica (sticky rice, grani corti e con molte proteine) che
presenta una consistenza diversa dalle variet util izzate altrove. Il requisito essenziale di questo
riso Ł la coesione dei chicchi: se troppo appiccicosi hanno un gusto eccessivamente dolciastro,
ma se non lo sono diventano troppo consistenti e secchi. Per questo motivo esiste una precisa
tecnica di preparazione del riso per sushi, tenuto conto del fatto che non sempre si opera con il
riso japonica.
Nella preparazione del sushi il riso si cuoce aggiungendo ad esso un po di acqua e mescolando
energicamente; successivamente si procede scolando l acqua e ripetendo la stessa procedura per
4 -5 volte, fino a quando l acqua non risulta abbastanza limpida, non trasparente per . A questo
punto si distinguono la scuola giapponese e quella europea: per il gusto giapponese, infatti, il riso
deve essere molto morbido, per cui l ideale sarebbe lasciarlo in acqua per 15 minuti prima di
cuocerlo. Una volta cotto, il riso va condito con aceto di riso, zucchero e sale (in proporzioni
diverse a seconda della scuola); si attende poi che il tutto si raffreddi, mescolando regolarmente e
con delicatezza, per evitare lo schiacciamento dei chicchi e l incollaggio tra di loro. Per i
giapponesi il riso pu essere usato nella preparazi one del sushi solo quando ha una temperatura
pari o inferiore a quella corporea.
Principali nutrienti in 100 g di riso brillato
Calorie 362 kcal Calcio 6 mg
Acqua 12,9 g Sodio 6 mg
Proteine 7 g Potassio 110 mg
Grassi 0,6 g Fosforo 120 mg
Carboidrati 87,6 g Zinco 1,3 mg
Fibra 1,4 g Vitamina PP (B3) 1,3 mg
Ferro 0,6 mg Vit. B9 (ac. folico) 20 g
Aceto di riso
Deriva dalla fermentazione di farine di riso selezionate, senza additivi e
conservanti. Dopo la fermentazione acetica si lascia maturare. Ne esistono
3 varianti: bianca, rossa e nera. Pur non essendoci regole fisse per l uso
delle tre varianti, quella bianca Ł ottima per le insalate, salse da sushi e da
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pesce crudo in genere; quella rossa equivale all aceto balsamico, quella nera ha un sapore pieno
ma meno acido e va bene per stufati, pasta saltata e salse. In commercio ci sono aceti di riso
zuccherati, utili per le preparazioni in agrodolce, carpione e sottaceti. E un prodotto naturale con
giusto equilibrio tra acidit e morbidezza, per cui il sapore Ł molto piø delicato di altri tipi di
aceto.
Principali nutrienti in 100 g di aceto
Calorie 4kcal Potassio 89 mg
Acqua 98 g Fosforo 32 mg
Proteine 0,4 g Ferro 0,5 mg
Grassi 0 g Rame 0,04 mg
Carboidrati 0,6 g Sodio 20 mg
Calcio 15 mg
Wasabi (Fam. Brassicaceae - Wasabia japonica)
Detto anche ravanello giapponese, appartiene alle brassicaceae. E pianta
spontanea delle zone fredde del Giappone, vicino a fiumi, cresce bene sia
nella terra che con molta acqua. E di difficile coltivazione e ne esistono
due variet : una dal colore verde intenso ( daruma wasabi) e una piø chiara
e piccante (mazuma wasabi). Dal rizoma della Wasabia japonica si ottiene
una pasta di colore verde, molto piccante, che a differenza del peperoncino colpisce meno la
lingua e la gola e piø la parte alta del palato, fino a interessare la lamina cribrosa (posta tra naso e
cervello) e le ghiandole lacrimali. E , infatti, detta anche namida (lacrima) perchØ la sua
assunzione abbondante, stimola la lacrimazione e libera il naso. Il rizoma della Wasabia
japonica pu essere grattugiato direttamente sul cibo oppur e essere essiccato e macinato, per uso
in diverse preparazioni. Della pianta si possono usare anche le foglie secche per insaporire le
insalate, il pane o i formaggi. Dal wasabi si ottengono anche liquori e altre bevande. Il wasabi Ł
un ottimo digestivo, fa bene alla pelle, protegge contro la trombosi, Ł antitumorale e germicida.
L attivit germicida e antibatterica sembra correla ta alla presenza di isotiocianati, responsabili
anche del suo inconfondibile aroma. Secondo alcuni ricercatori, il consumo regolare di wasabi
sarebbe in grado di innalzare la soglia di percezione del dolore per l attivit esercitata da ricettor i
nervosi detti wasabi receptor.
Le molecole che conferiscono al wasabi il suo inconfondibile aroma sono gli isotiocianati tra cui:
6-metiltioesil isotiocianato
7-metiltioeptil isotiocianato
8-metiltiottil isotiocianato.
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Queste sostanze sono note per inibire la crescita microbica con evidente funzione battericida.
Principali nutrienti in 100 g di wasabi
Calorie 109 kcal Potassio 568 mg
Acqua 69,1 g Fosforo 80 mg
Proteine 4,8 g Calcio 128 mg
Grassi 0,6 g Magnesio 69 mg
Carboidrati 23,5 g Vitamina C 41,9 mg
Fibra 7,8 g
Sodio 17 mg
Avocado (Persea americana)
Pianta diffusa in Messico, Guatemala e America centrale. Il frutto, molto
apprezzato per le propriet nutritive, esplica azio ne protettiva dai raggi
solari ed il suo olio Ł indicato per rigenerare la pelle. L avocado Ł un
frutto povero di zuccheri semplici e ricco di grassi monoinsaturi, per cui
apporta molte calorie. E un ottima fonte di antios sidanti come la vit. E,
contiene abbastanza vit. C, molto potassio (anti ipertensione), acido folico (contro le
malformazioni dei feti), molta fibra.
Principali nutrienti in 100 g di avocado
Calorie 231 kcal Potassio 450 mg
Acqua 64 g Fosforo
Proteine 4,4 g Vitamina C 18 mg
Grassi 23 g Acido folico B9 14 g
Carboidrati 1,8 g
Fibra 3,3 g
Sodio 2 mg
Sesamo (Sesamum indicum)
Pianta originaria delle indie orientali (isole della Sonda), coltivata in
climi caldi come Egitto, Cina, Birmania e anche in Italia (Sicilia e
Calabria). Contiene discrete quantit di grassi, pr oteine e carboidrati:
poichØ si utlizzano i semi si ha un notevole apporto calorico. Ottimo
l olio dei semi di sesamo, inodore, ricco di acidi grassi insaturi e quindi
di difficile irrancidimento. Di sesamo si conoscono due tipi: quello bianco e quello nero. Per
sesamo bianco si intendono i semi essiccati, mentre il sesamo nero deriva dalla tostatura. In
cucina si usano entrambi i tipi. Il sesamo nero si usa quasi esclusivamente in estremo Oriente,
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per es. nel sushi uramaki. Il sesamo presenta grassi monoinsaturi per il 38%, polinsaturi per il
45% e insaturi per il 17%; contiene buona dose di fitosteroli (che l organismo non riesce a
sintetizzare, utili contro l assorbimento intestinale del colesterolo), molto magnesio, potassio,
calcio e ferro, oltre a microelementi come selenio, rame e zinco (tutti con un riconosciuto ruolo
di antiossidanti). L uso di sesamo apporta proteine e fibre in buona dose, mentre non avendo
glutine va bene anche per i celiaci.
Principali nutrienti in 100 g di sesamo (semi)
Calorie 573 kcal Ferro 14,5 mg
Acqua 4,7 g Magnesio 351 mg
Proteine 17,8 g Zinco 7,7 mg
Grassi 49,7 g Potassio 468 mg
Fitosteroli 714 mg Fosforo 629 mg
Carboidrati 23,4 g Rame 4,1 mg
Fibra 11,8 g Selenio 5,7 g
Sodio 11 mg Vitamina PP B3 4,5 mg
Zenzero (Zingiber officinalis)
Pianta erbacea perenne, diffusa in paesi tropicali e subtropicali; maggiori produttori
sono Cina e India. La parte commestibile Ł la radice, meglio il rizoma, che presenta
polpa biancastra, soda, profumata, dal sapore pungente. Organoletticamente si pu
descrivere come elemento nello stesso tempo dolce, piccante, speziato, odoroso.
Anche se la spezia conserva molte propriet organol ettiche quando essiccata, si
preferisce usarla fresca, affettandola o grattugiandole sulla pietanza al momento dell uso, per
godere al massimo sia delle propriet organolettich e che nutritive. Da sempre Ł considerata
pianta medicinale e terapeutica contro astenia, come antinausea, antivomito, come stimolatrice
della digestione, come antinfiammatorio, antisettico e antiossidante.
Principali nutrienti in 100 g di zenzero fresco
Calorie 80 kcal Potassio 415 mg
Acqua 78,9 g Fosforo 34 mg
Proteine 1,8 g Vitamina C 5 mg
Grassi 0,7 g Fibra 2 g
Carboidrati 17,7 g Sodio 13 mg
Mirin
E un condimento indispensabile per la cucina giapponese. Si tratta di sakŁ dolce da cucina, ma
con un minor contenuto di alcol (14% invece del 20%), rispetto al sakŁ classico. Il mirin Ł
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prodotto miscelando riso glutinoso cotto al vapore, liquore di riso e zucchero per il 40 50%. Il
mirin viene usato per aggiungere un tocco decorativo ai grigliati e per
ridurre l odore di pesce. Spesso sostituisce la salsa di soia e lo zucchero.
Avendo un sapore forte, non pu essere usato con ab bondanza; di norma
accompagna il sushi. Di mirin ne esistono tre tipi:
• il mirin vero o mirin hon, che contiene alcol;
• il mirin shio, che contiene alcol e 1,5% di sale;
• il mirin nuovo o mirin shin o mirin-fu chomiryo (mirin come condimento), che contiene
meno dell 1% di alcol.
Il mirin pu essere utilizzato nello stile di cottura kansai (di Osaka), in cui viene bollito per
pochi minuti per eliminare l alcol, o nello stile kanto (della citt di Tokyo), in cui il mirin non
subisce alcun trattamento prima di essere usato.
Takuwan
Deriva da una lunga fermentazione del daikon, il quale viene essiccato al
sole per almeno due settimane fino a diventare morbido e flessibile;
quindi viene posto su un recipiente di legno a strati alternati con il nuka
(crusca di riso amalgamata con sale); infine viene coperto con le sue
stesse foglie, sulle quali viene messo un peso. La fermentazione Ł
completata dopo circa 2 mesi e il takuwan assume il tipico colore giallo lucente.
Miso
E il risultato di un processo di fermentazione della soia, pianta
coltivata in Giappone da tempo immemorabile ma effettivamente
utilizzata sotto la dinastia Zhou (Cina), diversi secoli prima di
Cristo. Il miso, o pasta di soia, Ł un condimento derivato dalla soia
gialla, spesso con l aggiunta di orzo (mugi miso) o riso (kome
miso); il miso di sola soia Ł detto hacho miso. Il miso si prepara tenendo in ammollo i semi di
soia, quindi cuocendoli e aggiungendo poi l orzo o il riso, insieme a preparati di Aspergillus
orzyae, fungo capace di attaccare gli amidi dei cereali per trasformarli in zuccheri semplici.
Segue la fermentazione di tali zuccheri, fase che dura da 6 mesi fino a 5 anni. Il composto
tradizionalmente fermenta in grandi tini, con pesi sopra e con acqua salata. La colorazione del
miso finale pu essere diversa, dal color giallo cr ema fino al marrone piø o meno scuro; anche il
gusto Ł variabile in funzione della stagionatura e della composizione della pasta. Il miso
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sostituisce egregiamente i cibi animali per quanto riguarda l apporto proteico, la sua
composizione amminoacidica Ł equilibrata. Il miso contiene molte vitamine, sali minerali e
fermenti capaci di stimolare l attivit dei batteri intestinali, con buone ripercussioni sul sistema
immunitario. Questo condimento Ł ricco di sodio, per cui Ł bene limitarne l uso in casi di
ipertensione arteriosa, malattie renali e ritenzione idrica pronunciata. In cucina viene usato per
insaporire zuppe, minestre, salse, carni e pesci, usandolo sempre con attenzione in quanto salato.
Principali nutrienti in 100 g di miso
Calorie 203 kcal Potassio 160 mg
Acqua 42,9 g Fosforo 160 mg
Proteine 13,3 g Zinco 3,3 mg
Grassi 6,2 g Sodio 3.650 mg
Ferro 4,2 mg Acido folico B9 33 g
Calcio 73 mg Vitamina A 54 mg
Alga nori (Porphyra umbilicalis - Porphyra haitanensis - Porphyra pseudolinearis - Prophyra
kunideai - Porphyra arasaki - Porphyra seriata) - Alga wakame (Undaria pinnati fida)
L alga nori Ł certamente l alga piø popolare del
pianeta e anche la piø consumata in alimentazione. Il
consumo di alga nori risale al 550 d.C.: Ł nota come
lattuga di mare e deve la propria fama proprio al
sushi, di cui Ł ingrediente fondamentale. In Oriente ed
in particolar modo in Giappone l’ alga nori viene
consumata con abitudine quotidiana, anche dai
bambini che la gradiscono semplicemente da sgranocchiare poichØ ha un gusto gradevole e
nutre, conferendo forza ed energia all organismo in modo equilibrato e naturale. Infatti la
Porphyra e l Enteromorpha (secondariamente), le due specie di alghe (le prime rosse, le seconde
verdi) che vengono usate per la preparazione delle nori, si caratterizzano per l elevato contenuto
proteico e per l equilibrata presenza di vitamine, sali minerali, omega 3. Inoltre sembra che la
piccola percentuale di amido solubile contenuta in queste alghe (1,125%) abbia la capacit di
rallentare la risposta glicemica (Goæi et al., 2000) e che le alghe nori abbiano anche un elevato
contenuto di composti fenolici con potere antiossidante, che si presenta inoltre maggiore rispetto
ad altre specie di alghe usate in Asia a scopi alimentari, poichØ le nori non subiscono la fase di
scottatura o bollitura che invece tocca le altre specie (Kuda et al., 2004). Infatti le alghe raccolte
vengono lavate e poi tritate finemente e ridotte in una poltiglia densa, che viene versata in
piccole quantit in riquadri appoggiati su stuoie d i bambø. Il liquido in eccesso cola via e le
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stuoie ricoperte di alghe vengono fatte seccare, alla maniera tradizionale al sole, oppure in grossi
forni, presentandosi infine come foglietti spessi circa 2-3 mm. Questi possono tagliarsi a strisce
ed essere usati per guarnizione, oppure per avvolgere involtini di riso nel caso delle varianti del
sushi (hosomaki, gunkanmaki ecc.). Da oltre 2000 anni, soprattutto in Cina e Giappone, molte
specie di Porphyra vengono fatte crescere per l alimentazione umana. Nel XVII secolo la
richiesta di questo prodotto a scopi sia alimentari
che medicinali crebbe enormemente, determinando l uso di non
raccogliere l alga direttamente dal mare ma di coltivarla.
Nel corso dei secoli si Ł visto il passaggio da un metodo di
produzione e coltivazione di queste alghe ad altri: il primo
metodo sviluppato prevedeva sicuramente la pulizia di scogli e
rocce, con l eliminazione di tutti gli organismi in competizione
con la Porphyra, in modo da favorirne la crescita.
Successivamente, con lo sviluppo della vera e propria
acquacoltura in Giappone, si cominciarono a utilizzare pali di
bambø ai quali venivano fissate reti tese orizzontalmente nelle
acque superficiali, delle baie in cui l alga cresceva, per raccogliere le sposre. Fu solo nel 1949
che Kathleen Drew scopr le modalit di proliferazi one dell alga, mentre nel 1953 Kurogi e
Ohta, due scienziati e tecnologi giapponesi, riuscirono a controllare lo sviluppo dell alga.
La coltivazione della Porphyra yezoensis (la
principale specie utilizzata, originaria dell Oceano
Pacifico) Ł praticata sia nelle zone costiere che nelle
acque piø profonde, soprattutto in Cina, Giappone e
Corea del Sud. Si stima che i giapponesi consumino
in media 50-60 fogli di nori all anno e che il valore
della raccolta globale annuale si aggiri attorno a 2 miliardi di dollari. Ultimamente si assiste ad
una acquacoltura sperimentale con altre specie di Porphyra in Europa e America (ne esistono
oltre 115 tipi diversi).
Oggi la coltivazione e produzione di queste alghe non Ł poi tanto diversa dai secoli passati,
eccetto naturalmente la velocizzazione di tutti i processi. In generale, in estate avviene la
germinazione delle spore su gusci d ostrica puliti in appositi tank riempiti di acqua marina;
successivamente in autunno l alga Ł fatta proliferare su reti inoculate con spore e la raccolta
avviene in inverno (dicembre - marzo), dopo circa 50 giorni dalla germogliazione, grazie ad
imbarcazioni speciali (in precedenza questa avveniva manualmente). Successivamente si procede
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all essiccamento in fogli (prima praticato sotto il sole, oggi in impianti automatizzati), preceduta
da sistemazione in stampo, grazie all aiuto di cornici in legno. L essiccamento ha una durata di
circa 2 3 ore, ponendo attenzione a non superare te mperature di 50 C, al fine di mantenere la
qualit nutrizionale e organolettica, oltre che pre servare la lucentezza dei fogli. Un foglio di nori
ha generalmente dimensioni pari a 20 x 20 cm . Dal punto di vista nutritivo l alga nori Ł ricca di
proteine e vitamine ( con vitamina C superiore alle arance e beta carotene 20 volte maggiore
della carota), sali minerali e acidi grassi polinsaturi, molta arginina (amminoacido con azione
positiva sulla dilatazione dei vasi sanguigni e quindi sulla circolazione), taurina ed oligoelementi
come zinco, manganese, rame e selenio, tutti catalizzatori delle reazioni organiche. L alga nori Ł
una fonte importante di iodio, presente in dosi piø elevate di qualunque altro alimento e di acidi
grassi polinsaturi omega 3.
Principali produttori mondiali di alghe Nori Fonte: FAO Statistics 200 6
Questi ultimi risultano utili perchØ inibiscono l aggregazione delle piastrine, riducendo il rischio
di trombosi, abbassano il livello di colesterolo e trigliceridi e prevengono le malattie
cardiovascolari. Gli acidi grassi dell alga nori si distinguono da quelli del pesce per l assenza di
odore e per maggiore resistenza all ossidazione.
L alga wakame , meno popolare, Ł piø ricca di acidi grassi polinsaturi rispetto alla nori ma
contiene meno potassio e piø sodio. Contiene la fucoxantina, un pigmento colorato che
conferisce la caratteristica colorazione bruna sovrapponendosi alle tonalit verdi della clorofilla.
Appartiene alla classe dei carotenoidi ed Ł capace di favorire la lipolisi. Ricerche giapponesi
hanno dimostrato che la fuco xantina favorisce l attivit di una proteina presente nel tessuto
adiposo, UCP1, in grado di dissipare in calore l energia libera ottenuta dall ossidazione degli