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In questi casi una forte erosione potrebbe creare grossi problemi a queste infrastrutture, con il
rischio di danni a persone e gravi danni economici.
Inoltre Ł possibile individuare situazioni in cui, a seguito di un continuo arretramento della
linea di riva le abitazioni si trovano a diretto contatto con il mare. In questo caso c Ł il rischio
che l azione delle onde provochino seri danni strutturali (fig. 1.1.2)
Figura 1.1.1 Esempio di danni provocati alle infrastrutture stradali.
Figura 1.1.2 Abitazioni a ridosso del mare. Localit Cetraro.
Infine c Ł da dire che l erosione che si manifesta come perdita di spiaggia emersa, pu
costituire un grosso problema per gli operatori turistici, per i quali le ampie spiagge
Capitolo 1 L erosione costiera
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rappresentano un forte traino per l attivit e i pr ofitti. L erosione pu creare dei seri danni a
queste attivit economiche con il rischio reale di perdita del capitale investito.
1.1.1 Cause principali connesse all accentuazione dei fenomeni erosivi
Le coste rappresentano un elemento estremamente dinamico della superficie terrestre; i
fenomeni legati all abrasione e al deposito costitu iscono le cause della loro evoluzione.
Tuttavia tale equilibrio Ł oggi gravemente minacciato a causa delle pressioni antropiche che
favoriscono il fenomeno erosivo, con la conseguente perdita di un patrimonio ambientale ed
economico di gran pregio. Intervenire sulle cause principali di tale criticit significa gestire la
situazione attuale e soprattutto prevenire conseguenze ancora piø gravi.
Le cause principali che hanno determinato l accentuazione dei fenomeni erosivi sono:
1. decremento generalizzato del trasporto solido da parte dei fiumi;
2. incremento dell urbanizzazione della costa con distruzione delle dune;
3. realizzazione di opere rigide nei pressi della battigia;
4. incremento delle affluenze turistiche con nuova richiesta d aree per le attivit
balneari.
Per quanto riguarda il decremento del trasporto solido dei fiumi, Ł un fenomeno che in questi
ultimi anni sta crescendo in maniera esponenziale. I fiumi nel loro moto trasportano detriti che
sono di dimensioni consistenti in prossimit delle zone di montagna, scendendo a valle, il
fiume non ha piø l energia necessaria a trasportare detriti di certe dimensioni, che quindi
vengono depositati. Questo spiega perchØ in prossimit delle zone vallive i letti dei fiumi sono
caratterizzati da materiale ciottoloso. Il fiume nell ultimo tratto prima di sboccare a mare ha
energia sufficiente a trasportare materiale di piccola dimensione e quindi sabbia e argilla.
In passato i fiumi davano un forte apporto di materiale solido alle spiagge, questi fornivano un
naturale ripascimento del litorale. Da un attenta analisi delle cartografie dei diversi anni Ł
possibile vedere come nei fiumi con portate consistenti si Ł verificato in prossimit della foce
un avanzamento della linea di riva. Oggi non Ł cosi, e quindi non essendoci un naturale
ripascimento della spiaggia per effetto del trasporto solido del fiume, in prossimit di alcune
foci , Ł possibile individuare zone con forte erosione.
I motivi per i quali i fiumi non danno piø un apporto di materiale solido alla spiaggia sono
molteplici. Primo tra loro Ł la diminuzione sostanziale delle portate, con la conseguenza di
una riduzione del trasporto di sabbia. Un altro aspetto Ł quello connesso alla realizzazione
delle dighe a diversi scopi ( idroelettrico, captazione d acqua, ecc.) nell alveo dei fiumi. In tal
caso la diga intercetta tutto il trasporto solido di fondo che quindi verr intrappolato a
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monte della stessa e non arriver sulla spiaggia. I nfine un altro motivo per il quale i fiumi non
danno piø un apporto di materiale lapideo, Ł connesso al prelievo incontrollato di sabbia e di
inerti che viene eseguito nei letti dei fiumi.
Un’altra causa che in questi anni ha determinato l accentuazione dell erosione costiera Ł
l incremento dell urbanizzazione della costa con di struzione delle dune.
Le dune rappresentano una conformazione naturale della spiaggia, che contrasta fortemente il
fenomeno di erosione costiera. Per poter rispondere alle esigenze di urbanizzazione della zona
costiera, spesso l uomo commette numerosi errori pr imo tra essi Ł la distruzione delle dune
per rispondere ad una domanda di ampliamento residenziale o infrastrutturale.
Ulteriori cause di un aumento dell erosione, sono sempre connesse all azione dell uomo che
per rispondere ad esigenze turistiche in alcuni casi trasforma lo splendido paesaggio costiero
in una fabbrica di cemento armato, in cui con il passar degli anni il mare si vendica e si
riprende tutto ci che l uomo ha sottratto alla nat ura.
Un ulteriore problema, su un fronte molto diverso da quelli sinora trattati, connesso
direttamente con l arretramento della linea di costa Ł l intrusione salina nelle falde freatiche.
Questo fenomeno Ł accentuato da un utilizzo dell acqua dolce proveniente da pozzo per
innaffiare i campi coltivati superiore alla ricarica della falda stessa o perchØ l acqua dolce di
buona qualit delle falde Ł utilizzata a fini industriali, anche dove si potrebbe far uso delle
acque di processo, ad esempio derivate dal raffreddamento degli impianti. Col tempo,
mettendo insieme l erosione costiera con l eccessiv o utilizzo dell acqua di falda, si provoca
una salinizzazione sempre piø veloce delle falde, cosa che comporter grossi problemi,
soprattutto all agricoltura, considerato che molte colture non sono produttive se l acqua con
cui sono annaffiate Ł troppo salina.
Capitolo 1 L erosione costiera
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1.1.2 Il modellamento naturale delle spiagge sottili
Il movimento del sedimento di spiaggia causato dal moto ondoso, per semplicit , Ł
schematizzato, distinguendolo in due tipi di movimento : trasversali e longitudinali, anche se
Ł ben chiaro che in realt i due tipi di trasporto si presentano di solito simultaneamente, con
una minore o maggiore predominanza di uno di essi a seconda dell angolo formato dal fronte
delle onde incidenti con la linea di battigia. Movimenti trasversali sono quelli che si hanno
normalmente alla linea di riva, paralleli quelli che sono tali alla stessa linea.
Generalmente si usa distinguere come zona offshore (al largo) quella che, partendo dal limite
esterno dei frangenti, va verso mare; surfzone (zona dei frangenti) quella compresa tra il
predetto limite e la linea di riva.
I termini a valle (sottoflutto) e a monte (sopraflutto) sono riferiti al tratto di costa, verso cui
fluisce o da cui arriva il flusso prevalente della corrente azionata dal moto ondoso.
In generale, la durata delle sequenze di mareggiata relativamente brevi, a forte azione erosiva,
va confrontata con la grande persistenza delle onde di mare morto, che spingono il sedimento
verso riva. Un altra caratteristica che distingue la zona offshore da quella inshore Ł data dalle
dimensioni del materiale di fondo. Si Ł gi visto come il moto oscillatorio delle particelle
d acqua a contatto con il fondo trasferisce la forza netta diretta verso riva del trasporto di
massa alle particelle di sabbia. Ma la pendenza del profilo di spiaggia induce la gravit a
spingere le stesse verso il largo. Con le loro successive sospensioni o rotolamenti, le particelle
trovano un posto sul profilo del letto dove queste due forze si equilibrano. E poichØ la
pendenza del fondale generalmente aumenta avvicinandosi alla riva, cos anche la dimensione
del sedimento aumenta in questa zona offshore del profilo. Il materiale piø grossolano
raggiunge la linea di frangimento ed Ł spinto verso riva, mentre le frazioni piø fini sono spinte
a largo; le particelle molto sottili, che sono prontamente messe in sospensione, possono
facilmente essere trasportate verso il largo durante la sequenza di mareggiata, mentre le onde
di mare morto, di regola meno alte, non hanno la capacit di riportarle a riva.
Le considerazioni innanzi svolte sono solo un tentativo di massima semplificazione del
complesso movimento dei sedimenti di spiaggia sotto l azione del moto ondoso, in esso non si
Ł tenuto conto della pendenza del fondo oltre che di numerosi fattori. Si pu quindi ben
comprendere come i reali meccanismi sono molto piø complessi e non ancora ben chiariti.
Capitolo 1 L erosione costiera
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1.1.3 Il trasporto lungoriva
Il movimento dei sedimenti su una spiaggia ha carattere tridimensionale. In tale processo il
contributo del trasporto parallelo alla linea di riva Ł in generale preponderante, specialmente
nella zona dei frangenti. Utilizzando le relazioni per le onde regolari bidimensionali, Ł
possibile collegare le caratteristiche dell onda in acqua profonda a quella della corrente
lungoriva e, piø empiricamente, al volume del sedimento trasportato. Vi sono tuttavia
numerosi elementi, cos come la dissipazione d energia, la percolazione del fondo e la
riflessione dell onda, che Ł difficile mettere in conto; ciononostante le informazioni che si
possono ottenere con l applicazione delle formule desunte dalla teoria delle onde regolari
sono qualitativamente attendibili.
In generale, la batimetria della spiaggia influenza il meccanismo della corrente longshore, la
quale, poi, non solo partecipa come variabile dinamica, distribuendo il flusso dell energia di
frangimento lungo la spiaggia, ma anche subendo essa spostamenti e variazioni dovute alle
onde.
E d uso comune il termine di longshore drift, che indica il trasporto del sedimento nella zona
litoranea sotto l azione delle onde e delle corrent i. La velocit alla quale il longshore drift si
muove parallelamente alla linea di riva Ł la velocit del trasporto lungoriva. PoichØ questo
trasporto Ł parallelo alla riva, due sono i possibili versi del moto: a destra o a sinistra, che si
riferiscono generalmente ad un osservatore che posto sulla spiaggia guarda verso il mare.
La portata lorda del trasporto lungoriva sar la so mma dei due valori delle portate dirette a
destra e a sinistra rispettivamente. Allo stesso modo il contributo netto del trasporto lungoriva
Qn , sar la differenza tra le due quantit Q rt diretta a destra e Qlt diretta a sinistra, cioŁ:
Qn = Qrt - Qlt
La conoscenza non facile della portata netta del trasporto Qn Ł importante non solo nella
progettazione d opere di difesa delle spiagge in erosione, ma in molti altri problemi di
ingegneria delle coste.
Quattro sono attualmente i metodi piø usati per la stima approssimativa della quantit del
trasporto lungoriva:
1. nel primo, il trasporto lungoriva in un tratto di costa eroso (dove cioŁ le condizioni
naturali preesistenti sono state irreversibilmente modificate) viene assunto pari a
quello noto o misurabile dal bilancio dei sedimenti in un tratto vicino, introducendo le
modifiche suggerite dalle condizioni locali;
Capitolo 1 L erosione costiera
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2. un altro buon metodo per stimare i dati quantitativi del trasporto dei sedimenti, quando
essi non sono noti o desumibili in zone vicine, Ł quello di ricavarli dalle variazioni
storiche riportate nella cartografia disponibile per la zona di interesse;
3. se i metodi 1 e 2 non sono praticabili, allora si usa ricavare informazioni sul trasporto
dei sedimenti lungoriva, partendo dalla valutazione delle caratteristiche dell onda e
della componente lungoriva del flusso d energia dell onda P , che infine viene
rapportata alla quantit trasportata Q tramite una relazione sperimentale;
4. un quarto metodo, del tutto empirico, sviluppato da Galvin (1972), permette di stimare
la quantit lorda del trasporto lungoriva, desumend ola dall altezza media annuale del
frangente vicino a riva.
1.1.4 Il bilancio dei sedimenti di spiaggia
L esame delle condizioni di un tratto di spiaggia presuppone la verifica del bilancio del
volume dei sedimenti (perdite e apporti), ad esso relativo, cioŁ la quantificazione dei
sedimenti trasportati, erosi e depositati per un dato volume di controllo.
In questo bilancio occorre introdurre anche le quantit trasportate dal vento, la produzione
carbonatica, il ripascimento artificiale e i materiali eventualmente dragati, nonchØ, gli
eventuali apporti fluviali.
E possibile ottenere un attendibile bilancio delle perdite e degli apporti, all interno di una
unit fisiografica, riferito ad un intervallo di te mpo sufficientemente lungo, guardando al
complessivo continuo scambio di materiale fra la zona interna ed esterna al limite di
frangimento e al piø lento, ma piø persistente, movimento di materiali lungo riva. Certamente
in questo bilancio si devono inserire gli apporti, spesso consistenti, da fiumi o corsi d acqua o
comunque dai versanti, dai quali le acque defluiscono alla costa in uno con le torbide. Quando
gli apporti sono pari alle perdite, la spiaggia Ł detta, in senso fluviale, in regime. In tal caso,
grandi volumi di materiale la by-passano senza indurre alcun cambiamento al profilo di
spiaggia.
Nel diverso caso, in cui la spiaggia sia investita obliquamente dalle onde di mare morto, che
trasportino sottoflutto molto maggior materiale di quanto ne apportino, si ha, come effetto
immediato, che l area esterna alla zona dei frangenti viene spazzata al fondo per fornire il
materiale alla ricostruzione della zona piø vicina alla riva, cosicchØ i fondali di detta area
diventano piø profondi e ripidi. Per conseguenza, all arrivo delle mareggiate, per la
costruzione della barra al limite di frangimento occorrer molto maggiore materiale da
Capitolo 1 L erosione costiera
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sottrarre alla zona interna. Ecco allora che la mareggiata provoca l arretramento della linea di
riva e delle isobate (linee di uguale profondit ) d ella spiaggia sommersa.
Figura 1.1.3 Bilancio dei materiali per la zona litoranea
Infine per accertare se una spiaggia Ł instabile o meno, non Ł indispensabile attendere
l avverarsi di forti mareggiate; il controllo del profilo di spiaggia eseguito ad intervalli di
tempo sufficientemente lunghi fornisce buone informazioni per eventuali tempestivi interventi
risanatori.
Capitolo 1 L erosione costiera
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1.1.5 Il monitoraggio come primo mezzo di conoscenza
Il rilievo ripetuto della spiaggia emersa e sommersa fornisce le migliori informazioni circa la
sua dinamica morfologica e permette di valutare con buona attendibilit il relativo bilancio di
sedimenti insieme alla sua tendenza erosiva: d equilibrio o d accrescimento.
E opportuno annotare e descrivere i vari aspetti stagionali dei piø importanti morfotipi, quali
le cuspidi e le ondulazioni di spiaggia, i cordoni ciottolosi e la loro posizione sul profilo, gli
aspetti e la forma delle berme, specie quelle di mareggiata e d alta marea, associando ad essi
le analisi granulometriche dei sedimenti. Per la spiaggia sommersa vanno rilevati e descritti
quali morfotipi stagionali le dune sottomarine, i campi d increspature, i cordoni litoranei, gli
eventuali canali d erosione dovuti alle correnti e i trugoli.
Vanno nello stesso tempo valutati gli apporti fluviali, e quelli derivanti dalla demolizione
delle rocce. A queste indagini, che possono essere considerate di routine, spesso vengono
associate quelle volte a conoscere alcuni particolari aspetti della mobilitazione dei sedimenti.
Fra esse si ricordano l analisi mineralogica totale o parziale per le singole classi
granulometriche costituenti il sedimento e l uso di traccianti di varia natura per verificare su
campo la direzione del relativo trasporto.
Vanno inoltre valutati gli apporti eolici. Infatti, l azione diretta del vento sulle spiagge emerse
consistente nella deflazione, cioŁ nel sollevamento e asportazione delle sabbie, comporta la
sottrazione di sabbie che possono essere trasportate verso il largo o nell entroterra, la
selezione granulometrica delle stesse e la formazione di dune.
E bene non dimenticare che la duna rappresenta la naturale riserva contro l erosione della
spiaggia, in quanto la sua principale azione, nel corso della mareggiata, consiste nel
contrastare l azione erosiva delle maggiori onde frangenti, fornendo il materiale per la
formazione della barra al largo, che nel proseguire della mareggiata, assumer la funzione di
taglio delle maggiori altezze d onda prima che queste investono direttamente la spiaggia.
Tutte queste informazioni o gran parte di esse, utilissime per la progettazione d ogni opera
marittima e in particolare per quelle di difesa della spiaggia, possono essere assunte
generalmente con relativa modica spesa, richiedendo essenzialmente una reale professionalit
dell operatore.
Capitolo 1 L erosione costiera
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1.2 Opere di difesa dall erosione
Il territorio italiano specie quello costiero, Ł ormai interamente e intensamente occupato da
insediamenti edilizi ed infrastrutturali, talchØ, spesso, una sia pur minima variazione della
linea di riva, anche se conseguenza naturale delle variazioni stagionali o annuali del clima
d onda, richiede pronti interventi di difesa del territorio costiero minacciato e dei beni d alto
valore su di esso presenti.
Ricordando quanto si Ł detto nei paragrafi precedenti, prima di iniziare con l illustrazione
delle varie strutture di difesa della costa, si ritiene di dover anticipare che, tutte le volte che ne
esistano le condizioni, il migliore e piø economico sistema di difesa consiste nell arretramento
delle costruzioni vicino alla riva, in modo da ripristinare l azione naturale di difesa della
spiaggia.
In ogni modo Ł possibile distinguere le opere di difesa della costa dall erosione causata dalle
onde in naturali ed artificiali; tra le prime ricadono le spiagge e le dune. Le seconde vengono
classificate come opere protettive, la cui principale funzione Ł quella di impedire l azione
erosiva dell onda e di sostenere il terreno a tergo mediante il rivestimento, ed opere di
rifornimento artificiale di sabbia alla spiaggia per controbilanciare le perdite causate dai
processi naturali o da interventi dell uomo.
Le opere o strutture difensive del primo tipo vengono spesso classificate fra le cosiddette
strutture dure o pesanti, quelle del secondo tipo sono morbide o leggere. L aggettivo va
riferito appunto al tipo d impatto dell una o dell altra struttura difensiva sull ambiente
costiero.
Capitolo 1 L erosione costiera
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Le diverse strutture di difesa della costa dall erosione del mare vengono utilizzate sia
singolarmente sia inserite in un sistema articolato di difesa.
Esse possono anche essere distinte in:
- strutture di difesa aderenti;
- strutture di difesa distanziate;
- strutture di difesa disposte normalmente alla linea di riva;
- opere di ripascimento artificiale.
In base alla distinzione prima fatta, quest ultimo tipo d intervento di difesa rientra fra quelli
detti morbidi. Proprio ai fini della valutazione dell impatto ambientale di un qualsiasi
intervento difensivo, va posta attenzione non solo all effetto sul tratto di costa che s intende
proteggere, ma anche a quello conseguente sui tratti limitrofi.
1.2.1 Le strutture di difesa aderenti
Le difese aderenti rappresentano in genere interventi economici e limitati ai tratti in erosione.
Una protezione simile, preferibilmente realizzata con pietrame di non grossa pezzatura
(pietrisco e sabbia grossa), pu anche essere utilm ente eseguita, in casi d emergenza,
mediante versamento da terra con camions o altro mezzo.
Una struttura aderente non costituisce in genere un provvedimento di lunga durata,
richiedendo frequenti interventi manutentori, ed Ł soggetta al pericolo di sfiancamento dei lati
se non adeguatamente protetti. Essa tuttavia non porta svantaggi alle spiagge limitrofe, se si
esclude il mancato arrivo sottoflutto del materiale che prima veniva eroso. Anche l erosione
della spiaggia protetta non viene completamente bloccata da questo tipo d intervento, anzi vi
Ł il rischio che essa possa essere incrementata, sia pure limitatamente alla parte di spiaggia
sommersa antistante l opera di difesa. Infatti, la presenza della struttura, impedendo all onda
di propagarsi oltre verso terra, la costringere a frangere, dissipando quasi l intera energia
residua e riflettendone una parte. L onda sfoga il suo impeto in special modo aggredendo la
base della struttura con un azione di zappamento al piede particolarmente pericolosa per la
stabilit della stessa struttura. Ne deriva allora l utilit di curare e rinforzare adeguatamente il
fondo alla base di simili strutture.
Il limite superiore, cui va proseguito il rivestimento, deve risultare necessariamente piø alto di
quello di possibile risalita dell onda, al fine di evitare scalzamenti del terreno erodibile
retrostante per il superamento della struttura.
Capitolo 1 L erosione costiera
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C Ł da dire che le onde frangono su una scarpa quando il rapporto H/L Ł maggiore di
0,19tang2a, dove a Ł la pendenza, H e L sono rispettivamente l altezza e la lunghezza
dell onda. Quando un onda frange su una battigia o su una parete, il getto verticale, chiamato
risalita dell onda o getto a riva, raggiunge un alt ezza sul livello del mare, che dipende sia
dalle caratteristiche dell onda come anche dalla pendenza e dalla rugosit della superficie.
Quanto piø Ł impermeabile e ripida la scarpata, tanto piø alto Ł il getto a riva.
Per la determinazione dell altezza di risalita Ł spesso necessario ricorrere a prove su modello.
Per una stima di massima comunque sono disponibili alcuni grafici ricavati sperimentalmente.
Figura 1.2.1 Rivestimento con pietrame alla rinfusa
Figura 1.2.2 Parete in pietrame (caso tipico di messa in opera-costa alta)
Capitolo 1 L erosione costiera
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Figura 1.2.3 Rivestimento con pietrame
Capitolo 1 L erosione costiera
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1.2.2 I frangiflutti distanziati (emergenti e segmentati)
La difesa di una costa dall azione erosiva dell ond a frangente su di essa pu ottenersi
obbligando la stessa a frangere al largo su di una struttura appositamente realizzata. Una
barriera frangiflutti, generalmente realizzata con scogli di cava o massi artificiali gettati in
cumulo su fondali mediamente bassi parallelamente alla battigia ed ad una certa distanza da
questa, risulta senza dubbio efficace. Il principio ispiratore di queste opere Ł quello di causare
il frangimento delle onde determinando al loro tergo una zona protetta d attacco diretto del
moto ondoso incidente. Il loro comportamento idraulico Ł simile a quello dei reef naturali
che delimitano le lagune degli atolli corallini. Qualora il fondo sia costituito da materiale
incoerente (sabbia e ghiaia), queste opere determinano anche una variazione del trasporto
solido costiero favorendo la sedimentazione del materiale al loro tergo. Ovviamente il
materiale catturato dall opera di difesa viene so ttratto ai litorali limitrofi e per tale ragione
sono sempre da aspettarsi ripercussioni sui tratti di costa adiacenti.
Figura 1.2.4 Barriera frangiflutti emergente
PoichØ l interesse difensivo Ł limitato alle onde piø alte e ripide, cioŁ erosive, la tendenza
costruttiva Ł di realizzare strutture poco alte sul livello del mare o addirittura anche al di sotto
di esso (barriere sommerse), in modo da permettere ad un certo numero d onde di scavalcare
la barriera e giungere, ormai svuotate nella loro forza, alla battigia.
Capitolo 1 L erosione costiera
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In tal modo si ottengono due importanti risultati, oltre a quello del minor costo della struttura:
- il primo Ł quello di un certo apporto dei sedimenti in sospensione nella massa d acqua
tracimante, che va ad arricchire la spiaggia che si vuole protetta;
- il secondo, non certo secondario, Ł quello di vivacizzare lo specchio d acqua protetto.
E proprio per esaltare questi effetti positivi che la tecnica ingegneristica ha suggerito
numerose soluzioni in proposito.
Largo impiego si Ł fatto in Italia di elementi di barriere frangiflutti distanziate, posate per lo
piø su fondali intorno ai 2,5-3 metri ed emergenti di circa 0,5-1 metro sul l.m.m.
La quota di coronamento dell opera pu essere impos ta inferiore o superiore al livello medio
marino. Nel primo caso l opera Ł definita sommersa, Ł sempre tracimabile in presenza di moto
ondoso ed ha un comportamento simile a quello dei reef corallini. Nel secondo, l opera potr
essere o non essere tracimabile a seconda delle condizioni idrauliche che si verificano.
Tuttavia le opere emergenti, a causa delle modeste quote di coronamento che di solito
vengono utilizzate, dovute sia a ragioni di impatto visivo sia economiche, si comportano
durante le mareggiate di maggiore intensit come op ere tracimabili e per tale ragione vengono
anche definite in questo modo. In questo caso le portate di tracimazione risultano variabili e
dipendenti sia dalla quota di coronamento dell opera sia dalle condizioni meteomarine che si
verificano.
Per ridurre il costo delle opere e per evitare la rapida eutrofizzazione delle acque, si preferisce
spesso realizzare la barriera con varchi nella stessa per assicurare attraverso questi un
sufficiente ricambio d acqua. Anche in questi casi occorre tenere conto che, nei tratti di costa
protetti, si depositeranno comunque le sabbie trasportate dalla deriva litoranea non piø
alimentata dall onda di largo, con possibile formazione dei deprecati tomboli e ulteriore
riempimento del necessario ricambio delle acque.
Si Ł tentato di basare la scelta delle ampiezze dei varchi e degli elementi di barriera su criteri
energetici; il metodo permette un qualche raffronto tra varie soluzioni ( barriere emergenti con
determinati varchi, barriere sommerse, ecc..), ma non fornisce tutti gli elementi necessari alla
protezione. Esso, inoltre, trascura la valutazione di un altro importante parametro di
progettazione: la distanza della barriera dalla spiaggia in relazione all ampiezza del varco o al
grado di energia incidente sulla barriera. A quest ultimo proposito vale la considerazione che,
perchØ nessun tratto della riva rimanga esposto al diretto assalto dell onda naturalmente
incidente, Ł necessario che la distanza della barriera da riva risulti piø che doppia della
larghezza dei varchi (efficacia della diffrazione).